Italian Types. Graphic Designers from Italy in America
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NEW LIFE, NEW STYLE Leo Lionni, Fortune, 1960
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NEW LIFE, NEW STYLE
Estratto dal retro del libro Italian Types. Graphic Designers from Italy in America.
A cura di Patricia Belen, Greg D’Onofrio and Melania Gazzotti, 2019. Corraini Edizioni, Italia
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ITALIAN TYPES IN AMERICA
ITALIAN TYPES IN AMERICA
and Massimo Vignelli. The advertise- ments, posters, magazines, albums, book covers and corporate identity featured in the exhibition offer an overview of the achievements of Italians in the field of graphic design in America, and address their distinctive graphic language. The selection includes designers who worked for American clients while living in Italy and others who created new lives by moving to America. Whether they succeeded
right away or suffered hardships, their personal and professional experiences shed light not only on graphic design, but also identity, politics, migration, historiography and the journey of the human spirit. On the occasion of the exhibition, Corraini Editore will publish a catalogue with essays by Steven Heller, Patricia Belen, Greg D’Onofrio, Alessandro Colizzi and Alexander Tochilovsky, with designer biographies by Melania Gazzotti.
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George Giusti, Great Ideas for Western Man Advertisement, 1955
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Sul finire degli anni sessanta, si va esaurendo la figura del grafico-artista e si fa sempre più avanti quella del graphic design, che comprende anche capacità organizzative legate al mondo della comunicazione strategica.
In questo frangente Heinz Waibl rientra a Milano nel 1971, facendo tesoro dell’efficienza e organizzazione della metodologia lavorativa applicate negli Stati Uniti, in particolare nello sviluppo dei sistemi di identità visiva e di grafica coordinata. Fonda a Milano, nel 1974, lo Studio Signo con Laura Micheletto, mantenendo viva l’amicizia e collaborazione con i maestri della
IL RITORNO
E LA MISSIONE
Nicoletta Ossanna Cavadini
Il rientro a Milano: un americano in Europa
COSTRUIRE UN’IDENTITÀ
scuola grafica svizzera, Max Bill e Max Huber in particolare, e con gli studi di architettura, quello dei fratelli Castiglioni in primis. Al rientro in Italia, nel 1981, entra a far parte dello studio anche Giulio Cittato, che però muore prematuramente cinque anni dopo. Inizia con il 1974 anche l’attività didattica di Waibl, già svolta negli anni cinquanta all’Umanitaria e seguita con la cattedra di visual design alla Scuola Politecnica di Milano.
Questa esperienza, portata avanti per circa trent’anni, gli permette di tenere aggiornata la sperimentazione nel settore della grafica e nel contempo
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IL RITORNO E LA MISSIONE
di offrire agli studenti momenti di approfondimento presso il proprio studio, che diviene così luogo di formazione e di ritrovo della nuova generazione di grafici, analogamente a ciò che avveniva all’interno delle Arti Grafiche Nava, ove i due fratelli Felice e Peppino crearono nella capitale lombarda una vera e propria fucina di sperimentazione del design. In tale ambito Heinz Waibl, come molti altri grafici, ebbe modo di mettere a punto una serie di prodotti che gli valsero riconoscimenti in campo internazionale, come quello per la serie della Porsche Design. Innumerevoli le ditte che,
a partire dagli anni settanta, si affidano a lui per la creazione del loro logotipo Alivar, Cinzano, Max Meyer, Vanini Venezia, Bticino, Motta, Cinova, Gruppo Cartolnvest. A queste, e a molte altre, si aggiungono poi le numerose istituzioni alle quali lo Studio Signo fornisce li proprio contributo. nel campo della grafica: come AMIU Bologna, Ferrovie Nord Milano. PubliSer Empoli, Quadrifoglio Firenze, Istituto Ramazzini, Museo Archeologico Montelupo
Fiorentino. Museo La Civitella di Chieti, Regione Emilia Romagna, la Polizia Municipale della stessa Regione, la nuova Provincia dì Biella e i siti
79 Duomo di Milano, Città metropolitana di Milano, 2020. © Ian Lee
archeologici di Pompei oltre che, in tempi recenti, il logotipo del premio internazionale “Klima Energy Award”, promosso dalla Provincia di Bolzano.
Nel 1974 Waibl entra a far parte della più importante associazione di categoria, Alliance Graphique lnternationale (AGI), grazie al sostegno di Franco Grignani e Walter Ballmer, associazione di cui sarà presidente per otto anni, daI 1995 al 2003. Nello stesso 1974 entra a far parte anche dell’Associazione per il Disegno Industriale (ADI). In tutta la sua vasta produzione, aggiornata aIle esigenze della comunicazione contemporanea della corporate image, Heinz Waibl rimane fedele alla formazione astrattogeometrica di reminiscenza bauhausiana, alla psicologia della
Gestaltung, alla chiarezza compositiva e al rigore della costruzione del messaggio che lo rendono valido nel tempo. Il modulo grafico, da lui sempre elaborato nella fase iniziale, rimane come regola entro la quale progettare un logotipo capace di avere permanenza nella memoria dell’osservatore. La forma del contenuto, anche se molto stilizzata, parte sempre da un’idea che rende significante l’immagine visualizzata, facendo coincidere segno e concetto, segno e idea. In questi fondamenti Waibl pur con la sua cifra distintiva rimane coerente con gli esposti teorici di Max Bill, da lui ben conosciuti, in cui il processo progettuale logico regola anche la pratica creativa e quindi la comunicazione visiva contemporanea.
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COSTRUIRE UN’IDENTITÀ Manifesto per l’inaugurazione dello Show-room Nava-Porsche Design, Studio Signo, Milano, 1979
Nel 1974 Heinz Waibl e Laura Micheletto fondano lo studio Signo mettendo a frutto un insieme di diverse esperienze professionali, maturate in ambienti e periodi differenti, ma portatrici di simboli e culture destinate ad arricchire il settore della grafica e del visual design. Nello studio si adottano e si utilizzano anche le più avanzate tecniche organizzative e di marketing che Laura Micheletto aveva sperimen-tato e appreso nella sua precedente attività di redattrice e dirigente d’azienda nel settore editoriale