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L’architettura dell' Economia finanziaria in ThESS, Thesaurus di economia e

Rostoni” dell’Università LIUC

Il thesaurus ThESS della Biblioteca ‚Mario Rostoni‛ dell’Università di Castellanza è uno strumento aperto che si alimenta sulla base della garanzia bibliografica.134

Ad oggi, ha un patrimonio terminologico di circa 6.500 termini, che include anche i nomi propri.135 Nei primi quattro anni di vita (anni novanta) il thesaurus ha avuto una crescita esponenziale, raggiungendo un posseduto di 4.000 lemmi, mentre, negli ultimi quindici anni, l’incremento terminologico ha avuto un rallentamento, da 4000 a 6.500 termini, probabilmente dovuto al fatto che la produzione editoriale ha sviluppato delle tematiche piuttosto stabili che trovano già un corrispettivo concettuale nel thesaurus.

È uno strumento la cui struttura monogerarchica ha un carattere prevalentemente generale, anche se i domini disciplinari d’interesse sono l’Economia e le Scienze sociali, con particolare riguardo al Management e al Diritto.

Supporta le procedure sia di indicizzazione che quelle di ricerca:

1. costituisce un indice terminologico che fornisce al catalogatore il vocabolario per esprimere il tema base del documento, tramite le stringhe di soggetto;

2. fornisce al ricercatore una mappa terminologica di orientamento per guidarlo nella scelta di una terminologia controllata e strutturata, fruibile poi come chiave di ricerca.

134<http://www.biblio.liuc.it/pagineita.asp?codice=211>.

135 La consistenza di ThESS, pertanto, al netto dei nomi comuni è di circa un decimo rispetto a quello del Nuovo soggettario.

Tesi di dottorato di Elisabetta Viti, discussa presso l’Università degli Studi di Udine 103

Il thesaurus è parte integrante del sistema di ricerca: c’è un collegamento diretto termine-documenti, anche se non vi è quello termine-stringhe di soggetto.

La costruzione del thesaurus si basa sulle indicazioni fornite prima dalle ISO 2788:1986, poi sulla traduzione italiana del 1993, sui manuali di Aitchinson e sullo standard BS 8723.136

La sua macrostruttura si basa su 5 categorie generali. Piero Cavaleri (responsabile della biblioteca ed ‚editor in chief‛ del thesaurus), in un’intervista, ribadisce che questi ‚tipi di termini‛ non possono essere considerati come interpretazioni degli aspetti ontologici fondamentali della realtà: il thesaurus si basa esclusivamente sui significati dei termini e sul loro ruolo nel linguaggio e mai sugli oggetti che questi stessi denotano; infatti, alla base dei criteri di scelta e attribuzione di significato ai termini e di costruzione delle relazioni semantiche non vi è alcuna ipotesi sulla natura degli oggetti e tanto meno sulla loro esistenza. Inoltre, in questo thesaurus, non viene usata la parola faccette poiché in letteratura assume circa cinque significati diversi e l’unico che si addice ai thesauri è quello che identifica le faccette con i tipi fondamentali di termini, cioè con le categorie. Secondo

136CAVALERI PIERO –VENUTI LUISA. Il thesauro di economia e scienze sociali della Biblioteca Rostoni e SKOS. – Relazione al convegno: I thesauri tra cataloghi e web, Firenze, Istituto degli Innocenti, 6 febbraio 2009.

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Cavaleri, categorie e faccette nei thesauri sono sinonimi, l'uso di entrambi genera l'idea che ci sia realmente una differenza fondamentale, mentre si tratta solo della decisione locale di applicare un nuovo significato a parole già esistenti. In sintesi, non viene fatto un uso delle parole ‚categorie‛, ‚sottocategorie‛ e ‚faccette‛, come invece avviene nel Nuovo soggettario, perché si ritiene che sarebbe artificiale e superfluo. La denominazione dei termini apicali si basa su considerazioni sistemiche e non ontologiche o logiche. Sono individuati cinque termini come fondamentali e sono chiamati ‚tipi di termini‛: entità, azioni, attributi, spazio e tempo.

I termini subordinati a questi sono trattati tutti come termini. A differenza del Nuovo soggettario, anche i Top term non vengono etichettati come tipologia definita ma, poiché termini all’apice della scala gerarchica e privi di termini sovraordinati, vengono fatti coincidere con i tipi fondamentali di termini e quindi con ciò che, in altri contesti, è chiamato categoria.

Ci sono poi altri elementi che non sono termini, quali le etichette di nodo che sono funzionali all’organizzazione terminologica ma non sono considerati elementi della gerarchia.

La struttura gerarchica dei termini si basa su criteri sistemici e non su criteri estrinseci al sistema.

I principi di concettualizzazione di questo thesaurus sono legati al fatto che l’esistenza dei documenti giustifica l’uso di determinati termini.

Infatti, Piero Cavaleri sostiene che, in generale, il thesaurus non sia tanto uno strumento di organizzazione della conoscenza bensì un sistema di organizzazione terminologica. Il concetto di per sé, come unità extralinguistica non esiste, probabilmente è frutto della nostra percezione e nel momento in cui lo spieghiamo abbiamo bisogno di un segno che lo identifica: ciò che si conosce è un termine che viene definito con altre parole e solo dallo scambio linguistico si genera un significato.

<<Alla base della nostra interpretazione degli standard vi è la convizione che il thesaurus, come ogni vocabolario, non organizzi i termini in base al loro significato, ma organizzando inevitabilmente produca significato, per cui fare thesauri è di fatto fare terminologia. La pratica della catalogazione semantica che si appoggia all’uso dei thesauri, o dei soggettari, mostra come la scelta e la collocazione dei termini nelle gerarchie e nelle reti di relazioni all’interno dei thesauri sia un’operazione culturale, che, attingendo al patrimonio terminologico offerto nei documenti afferenti a specifiche discipline di studio, e all’uso linguistico comune, con i limiti imposti dalle specifiche esigenze di ogni agenzia catalografica, crea uno spazio semantico all’interno del quale il

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catalogatore è portato a muoversi per elaborare il soggetto dai documenti>>.137

In quest’ottica, il punto di partenza non è il testo, bensì l’esistenza di un documento, inteso come il testo più tutto ciò che sta intorno alla realtà testuale (elementi paratestuali ma anche elementi socio-culturali) perché è questo che determina l’ambito di riferimento da interpretare per la produzione di rappresentazioni indicali. Due documenti potrebbero avere il medesimo testo (per es. uno stesso testo potrebbe essere inserito in due collane editoriali differenti) ma non è detto che la sommarizzazione sia uguale: l’ ‚aboutness‛, definita dagli elementi testuali e paratestuali (indice, sommario, etc.) è arricchita anche dall’elemento umano, cioè dal lettore, che accoglie l’intenzionalità compositiva che sta all’interno del documento stesso. Ciò determina che lo stesso testo possa essere rappresentato da due stringhe di soggetto differenti, a seconda del contesto socio-culturale a cui è riferito. È una scelta interna che predilige il consenso sociale, inteso come l’incontro tra il linguaggio di chi studia, per esempio economia e le necessità imposte da una determinata collezione, rispetto ad un supposto linguaggio disciplinare astratto e neutro. È una struttura che si basa sul principio della garanzia bibliografica e su un’interpretazione terminologica da parte della comunità degli attori, lettori, indicizzatori, persone interessate anche se non utenti diretti (cioè su un’oggettività sociale d’interpretazione semantica). Il thesaurus diventa una proposta culturale, un punto di riferimento poiché incasella il termine in un posto determinato attribuendogli una forma e un significato. Quindi, produrre un thesaurus significa inserirsi in una catena conoscitiva di ‚interpretanti‛ di un determinato contesto, generando, in questo modo, non un’organizzazione della conoscenza ma direttamente conoscenza. La scelta di ThESS è quella di prediligere il linguaggio d’uso (nel caso specifico di chi studia economia, management e diritto) privilegiando anche costrutti e locuzioni a cui è possibile attribuire significati unitari pur riferendosi a concetti scomponibili: secondo i curatori del thesaurus è un linguaggio che ha un’oggettività sociale e che attribuisce al concetto un valore definitorio, cioè scritto, trovandosi attestato in una raccolta bibliografica concreta.

Già Revelli nel 1970, in Il catalogo per soggetti, si raccomandava di tenere presenti i punti di vista del pubblico:

137VENUTI LUISA. Il trattamento dei termini composti nei thesauri : scomponibilità dei sintagmi in base agli standard ISO e BS / Luisa Venuti. – In: Biblioteche oggi. – V. 24, n. 8 (ott. 2011) . – P. 48-59.

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<<Trascurare le possibili reazioni del pubblico a favore di soluzioni basate esclusivamente sulla teoria, rischia di mettere a disposizione dei lettori uno strumento di scarsa praticità< Occorre di conseguenza che la logica sia temperata dall’uso linguistico, quando l’uso ha una diffusione tale da potersi considerare normativa. Non si dimentichi tuttavia che il pubblico è costituito da individui, ciascuno con una mentalità particolare e con una propria esigenza di soddisfare, che considera in maniera autonoma, indipendentemente dalle esigenze degli altri lettori< È opportuno che il bibliotecario consideri la composizione sociale del pubblico, perché vi troverà validi suggerimenti per l’impostazione dei cataloghi< Dove poi alla selezione del pubblico si unisce un’affinità d’interessi, vale a dire nelle biblioteche speciali, un linguaggio scientifico abituale ai lettori indurrà il catalogatore a scegliere di preferenza espressioni scientifiche per le intestazioni, nei confronti di quelle popolari che invece prevarranno nelle biblioteche dove il pubblico è eterogeneo>>.138

Il sistema LIUC fissa le espressioni e assegna loro una collocazione che non vuole essere ‚aprioristica‛. Solitamente, soprattutto nei linguaggi specialistico-settoriali, gli specialisti hanno una tendenza ad assolutizzare il significato, tuttavia quest’ultimo può avere un valore polisemico ed essere impiegato anche in altri contesti. Infatti, per la collocazione del termine nasce la necessità di consultare le enciclopedie e di impiegare i termini in base al contenuto molare. Il significato non viene trovato ma viene costruito, identificato e definito in base ad un’interpretazione del mondo e la sua collocazione lo rende trasversalmente compatibile con strutture disciplinari differenti.

Questo principio di determinazione del significato ha delle ricadute sulla scala gerarchica dei termini, in particolare per le seguenti tematiche: introduzione di terminologia funzionale alla scala gerarchica; presenza delle etichette di nodo; presenza delle Scope note; applicazione delle regole di scomposizione.

La presenza della terminologia è giustificata solo dal principio della garanzia bibliografica e questo preclude l’immissione di terminologia di altra origine, anche se funzionale alla struttura gerarchica del termine. Le etichette di nodo sono molto limitate, in particolare non vengono ritenute parte della struttura gerarchica, perché considerate spurie e fonti di aporie, soprattutto quelle che introducono criteri di divisione riferiti ad ambiti disciplinari e settoriali. I

138REVELLI CARLO. Il catalogo per soggetto / Carlo Revelli ; saggio introduttivo di Alberto Cheti. – Edizione anastatica, con una prefazione dell’autore. – Roma : Edizioni Bizzarri, 1970 (Firenze : Le Lettere, ©2011). – P. 117-120.

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raggruppamenti di termini fratelli si ottengono individuando le ragioni che determinano l’uso di un determinato termine per identificare realtà extralinguistiche: forma, conseguenze e azione. Per esempio, a differenza del Nuovo soggettario, le industrie non sono suddivise in base al settore ma in base alle dimensioni, agli oggetti che producono, agli organi di controllo/proprietà.

Per quanto riguarda la scomposizione di concetti complessi e di termini composti non si applicano una serie di regole rigide ma indicazioni generali, perché si suppone che questa non possa ubbidire alle regole meccaniche e artificiali dettate dagli standard.

Infatti, in molti casi, la scomposizione di un termine composto e la sua rappresentazione per mezzo della combinazione dei singoli termini risultanti può apparire forzata e può inficiare la ricostruzione del concetto complesso, portando ad una perdita di significato. Si predilige, perciò, individuare un oggetto ideale espresso con un termine unico (termini singoli, sintagmi, espressioni), definito ‚protipo‛, che diviene un elemento di comparazione per la creazione di termini o di espressioni analoghe: i termini composti restano insieme poiché esistono termini fratelli ad essi assimilabili. Ci si basa sulla ricerca dell’esistenza di una nozione, cioè su ciò che esiste culturalmente, e si conia l’espressione che etichetta la nozione stessa. Per esempio, se il tema di un documento è un’azienda che produce fiammiferi, il descrittore viene acquisito nella sua forma composta (Aziende di fiammiferi) in analogia ad altre aziende che producono altri beni di consumo, quali per es. le Industrie automobilistiche [che ha come NT FIAT (considerato come nome proprio)].

Da una prima analisi si nota che all’interno delle 5 categorie si possono distinguere termini che nel Nuovo soggettario, in alcuni casi, costituiscono delle sottocategorie e talvolta delle etichette di nodo, cioè ulteriori criteri di raggruppamento e divisione che specificano le caratteristiche semantiche di un termine.

ATTRIBUTI: caratteristiche dell’oggetto Raggruppamenti

[Attributi spaziali] [Attributi temporali] [Attributi fisici] [Attributi generali]

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ENTITÀ: oggetto/soggetto di un’azione Personalità Organismi Strumenti Oggetti Materia Cause Conseguenze AZIONI Attività Processi Discipline Dottrine e ideologie SPAZIO Aree Ambienti Superficie TEMPO Tempo libero [Tempo organizzato] Epoche

La disambiguazione di termini omografi viene ottenuta di norma con l'indicazione del tipo di termine (categoria), però se i termini sono dello stesso tipo (cioè appartengono alla stessa categoria semantica) sono disambiguati in base al termine gerarchicamente superiore o in base alla disciplina.

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L’apparato di note è limitato, perché il dominio di afferenza della terminologia è così specifico che non c’è necessità di introdurre definizioni o note d’ambito che spieghino significato e contesto.

Per quanto riguarda la costruzione sintattica, cioè la combinazione logica della terminologia per esprimere concetti complessi, per il momento, la Biblioteca della LIUC non si avvale di un sistema codificato costituito da norme scritte. In generale, vengono applicati quei criteri che sono alla base della sintassi del Nuovo soggettario, tenendo presente il principio fondamentale del contesto e della chiarezza di interpretazione. A vantaggio di questo, vi è l’impiego di elementi di coordinazione e di preposizioni. In particolare, per ordinare le parti di un soggetto composto in una sequenza lineare viene tenuto presente il criterio principale dettato dal PRECIS e cioè la dipendenza dal contesto: ogni termine deve essere ordinato all’interno della stringa di soggetto, in modo che ciascuno ponga il successivo nel suo contesto appropriato, riconoscendone così ruoli e funzioni logiche. L’applicazione di questo principio determina un’organizzazione dei termini secondo la sequenza base oggetto-azione-agente.

I due principi fondamentali che stanno alla base dell’ordine di citazione sia del Nuovo soggettario che del linguaggio di indicizzazione della LIUC sono:

a. il principio della relazione uno a uno, ossia della relazione diretta tra termini, che assicura il rispetto dei nessi logici tra concetti;

b. il principio della costruzione passiva, che organizza le stringhe di soggetto assegnando un ordine tra i concetti corrispondente all’ordine delle parole in una frase passiva del linguaggio naturale.

Come si è precedentemente accennato, il thesaurus della LIUC pur essendo un thesaurus specialistico-settoriale, tuttavia si avvale di una struttura generale di categorizzazione. Come per il Nuovo soggettario, la generalità dei tipi di termine presenta la stessa difficoltà di ricostruire il dominio dell’Economia finanziaria, quindi avvalendosi delle procedure esplicitate per la ricostruzione dell’architettura della disciplina all’interno del Nuovo soggettario, sono state individuate le seguenti categorie, raggruppamenti e termini prevalenti e distintivi sotto cui può essere raggruppata ed inserita la terminologia di settore.

Categoria: AZIONI *Attività

**[Attività in base alla funzione] per es. Securitizzation (Cartolarizzazione),

Investimento industriale, Analisi costi-benefici

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**[Tipi di attività] per es. Compensazione

** [Attività in base al risultato] per es. Emissione

** [Attività in base all'oggetto] per es. Permuta

*Discipline per es. Finanza

Categoria: ENTITÀ *Personalità

**[Tipi di personalità] per es. Casse rurali, Banche, Fondi comuni di investimento immobiliari, Fondi pensione

*Oggetti per es. Mercati monetari,

Mercati ristretti

*Strumenti

**[Tipi di strumenti] per es. Strumenti finanziari

derivati, Apertura di credito in conto corrente, Credito di firma

**[Strumenti in base al valore] per es. Fideiussione

** [Strumenti in base allo scopo] per es. Bilancia dei pagamenti, Spesa pubblica

CATEGORIA: ATTRIBUTI

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5. Costruzione di un corpus terminologico: criteri e modalità di