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L'IDEOLOGIA E LE ALTRE FORME DI PENSIERO indice

Nel documento Labirinti del Pensiero (pagine 29-34)

Diamo un’occhiata ora all’origine delle principali forme di conoscenza, con particolare riferimento all’ideologia.

Fin dai tempi più antichi, l'uomo ha cercato di comprendere il mondo in cui vive e ciò risponde alla necessità di diminuire il disagio verso ciò che non è conosciuto, di trovare il senso della propria esistenza, di conoscere il proprio destino una volta morti, etc. Dalle prime meditazioni derivarono spiegazioni nelle quali si trovavano intrecciati elementi storici e fantasiosi, razionali e irrazionali, naturali e sovrannaturali. E' stato dato a questi racconti il nome di miti. Tutto questo ha costituito una formidabile opera di razionalizzazione con la quale i nostri avi hanno cercato di rendere comprensibile ciò che altrimenti era misterioso, umano ciò che era mostruoso. Queste spiegazioni tradizionali fornirono immagini del mondo rassicuranti, dove ogni cosa possedeva un senso preciso e tutto era pervaso dalla bontà divina. Ogni manufatto, dall'anfora alla colonna di un palazzo, riportavano queste immagini mitiche. Con il tempo, dal mito si è separata la religione, che si è riferita prevalentemente all'elemento divino. Lo sviluppo dei commerci e della tecnologia, che ha accompagnato i nostri antenati all'epoca storica, portò loro nuovi interrogativi e nuove esigenze di conoscere meglio la natura.

Molti degli antichi pensatori greci erano consapevoli del carattere fantasioso dei propri miti. Mossi anche da problemi concreti, cercarono di conoscere meglio la natura allo scopo di

poterla utilizzare più efficacemente. Da questa riflessione razionale e sistematica nacque la filosofia. Essa cercava di cogliere, tramite la speculazione razionale, la natura delle cose, in modo tale da poter dedurre da questa le loro proprietà e comportamento.

I greci antichi pensavano che esistesse una ragione universale che permeava l'intero universo e alla quale fossero sottoposti non solo gli oggetti inanimati, ma anche gli esseri viventi, gli uomini e perfino gli stessi dèi. Essi pensavano che anche la ragione umana facesse parte di questa ragione universale e che ne condividesse le leggi. In virtù di questa coincidenza, i greci erano convinti che fosse possibile capire come funziona il mondo per mezzo della sola ragione. Essi quindi si sforzavano di trovare il principio primo di tutte le cose (arché), la legge fondamentale che governava il mondo e dalla quale sarebbe stato possibile derivare le proprietà ed il comportamento di tutte le cose. I primi filosofi credettero di aver trovato questo principio ora nell'acqua, ora nell'aria, ora nel caos, etc. Per gli antichi greci, la scienza coincideva quindi con l'indagine della natura compiuta per mezzo della ragione.

Nonostante queste premesse, i greci non caddero nell'errore dell'ideologia. Forse questo fu dovuto al carattere pubblico e aperto della filosofia e alla presenza di numerosi pensatori che discutevano le teorie esistenti e ne proponevano incessantemente delle nuove.

Molti secoli dopo, con Galileo, la scienza venne arricchita dal metodo sperimentale. Questo scienziato riconobbe l'importanza di studiare la realtà per mezzo di esperimenti e non soltanto attraverso delle speculazioni. Occorreva dunque compiere degli esperimenti pratici nei quali poter isolare i fattori dagli elementi che perturbavano il fenomeno e prendere delle misure. Fino ai tempi di Galileo, gli studiosi facevano riferimento ai testi antichi ai quali riconoscevano un'autorità indiscutibile. Spesso, essi cadevano in discussioni infinite, fino a quando non si resero conto che per stabilire come stavano le cose bisognava ricorrere ad esperimenti o ad osservazioni dirette della natura. La scienza moderna, arricchita del

metodo sperimentale, si è rivelata un potentissimo strumento di indagine ed ha contribuito in modo determinante al progresso dell'umanità. Tuttavia, questa importante acquisizione del pensiero umano non è riuscita ad impedire agli uomini di continuare a cercare scorciatoie per spiegare il mondo.

Nel corso dei secoli, sono state concepite innumerevoli idee, ipotesi e teorie che hanno cercato di spiegare gli eventi naturali, il comportamento umano, etc. Alcune di queste idee hanno subito un processo che le hanno trasformate in ideologie. Un’ideologia può nascere da una semplice legge economica, un semplice principio fisico, filosofico o religioso. Sulla sua base, possono nascere associazioni, movimenti e partiti che si occupano di attività benefiche. Può succedere che il principio su cui si basano venga utilizzato anche al di fuori del proprio campo di competenza per spiegare i fenomeni naturali, per valutare gli eventi storici, per interpretare il mondo, per distinguere il bene dal male, per definire il fine della vita, etc. Questo allargamento delle competenze dell’organizzazione la rafforza e ne promuove ulteriori sviluppi. Presto, essa non si accontenterà più di controllare la sfera privata dei propri adepti, ma vorrà regolare anche quella pubblica, quindi entra in politica e mira al controllo dello Stato. Quando queste organizzazioni cominciano a darsi degli obiettivi politici e a strumentalizzare i propri adepti per rafforzarsi politicamente, assumono anche le tipiche caratteristiche delle ideologie. Infatti, con il termine di ideologia si intende un sistema che opera attivamente nel campo politico.

Le organizzazioni ideologiche in via di rafforzamento non si accontentano di essere quello che sono e, proprio per la loro natura, tendono ad espandersi ed a radicalizzarsi. Con il passo successivo, la vita degli individui viene rigidamente definita e sottomessa alle autorità. La distinzione tra le sfere privata e pubblica viene cancellata. Alla fine di questo processo, le ideologie diventano anche politicamente aggressive e tendenzialmente imperialistiche. A questo punto sono diventate degli autentici totalitarismi.

loro frutti nel XX secolo in termini di regimi totalitari e di guerre sanguinose. Queste ideologie si sono basate su di una o poche idee elevate al livello di verità metafisica, di certezza assoluta. Esempi di queste idee sono il materialismo storico e la lotta di classe, il nazionalismo fascista, la teoria della razza superiore, il culto della personalità, l'esistenza di un Dio onnipotente.

Il vantaggio delle ideologie e delle religioni è enorme: infatti con una sola e semplice idea si può spiegare l'intero universo, capire il significato di tutto ciò che accade, etc. Purtroppo, queste interpretazioni restano tali ed hanno poco o nulla a che vedere con ciò che avviene realmente.

Su queste premesse teoriche sono stati costituiti dei sistemi di descrizione del mondo che non sono basati su di una conoscenza oggettiva della realtà, ma su di una interpretazione della stessa. Essi infondono alla realtà significati che non le appartengono. La conseguenza è che i seguaci di un'ideologia finiscono per essere tagliati fuori dalla comprensione della realtà e ridotti a militanti.

Nessuna ideologia è mai riuscita a dimostrare la verità universale dei propri principi di base. Analogamente, nessuna religione è mai riuscita a dimostrare l'esistenza delle divinità o che le "sacre scritture" siano state effettivamente rivelate dagli dèi. D'altra parte, questa dimostrazione non è necessaria ai regimi autoritari, i quali impongono determinati principi come verità obbligatorie ed indiscutibili. Chiunque cerchi di criticare queste verità rischia la vita. Non occorre neppure che il principio di fondo sia una verità metafisica, basta che il regime lo renda obbligatorio e tutti quanti dovranno seguirlo e rispettarlo, pena la morte. Per esempio, il culto della personalità proprio di certe dittature, non è certo un principio metafisico, ma un regime dittatoriale è in grado di farlo diventare qualcosa di molto simile e questo basta.

L'ideologia è anche un fenomeno linguistico, infatti con il linguaggio è possibile esprimere idee e comunicarle ad altri. Si può trattare di un proverbio, una favola, una barzelletta, un'invenzione, etc. Una volta uscita dalla mente di chi l'ha formulata per primo, un'idea va per conto proprio. Si riproduce e si diffonde passando di mente in mente. Si confronta con altre idee, viene modificata ed evolve. Nascono idee generali che integrano quelle più semplici in sistemi più grandi.

Quindi, le idee, pur essendo prodotte dagli uomini, acquistano una propria autonomia e vivono in qualche modo di una vita propria. Con il passare del tempo, alcune idee hanno subito una sorta di evoluzione che le ha portate a diventare un sistema di pensiero, la maggior parte delle idee invece si è fermata molto prima, forse perché inadatta a questo compito. Non tutti i sistemi di pensiero sono ideologie, ma possono essere anche scuole filosofiche, discipline scientifiche, etc. Ciò che differenzia un gruppo dall'altro è la loro apertura nei confronti degli altri sistemi, l'accettazione delle critiche e la loro capacità di modificarsi, quindi il carattere autoritario del primo e quello libero del secondo.

Spesso la gente resta affascinata e posseduta dalla suggestione creata dai grandi sistemi di pensiero. Come abbiamo visto, ciò non manca di ripercuotersi sul comportamento degli individui e sulla storia. Le varie religioni sono un esempio di questo millenario evolvere delle idee. Molti dei conflitti che si sono combattuti testimoniano dell'evoluzione delle credenze religiose e dell'autonomia che hanno raggiunto rispetto agli uomini.

A causa dell'autonomia dei grandi sistemi di pensiero e della pratica impossibilità di cambiarli da parte dei singoli, l'adesione ad un'ideologia corrisponde ad una cessione della propria sovranità ai suoi leader. Infatti, il novizio farà propria la visione del mondo ideologica, riconoscerà valide le notizie che gli giungeranno dalle fonti autorizzate, si darà un ruolo conforme alle finalità generali dell'organizzazione. Lo stesso discorso è valido per le religioni, per cui con l'adesione ad una religione il soggetto cede la propria sovranità al clero di quella confessione e si subordina intellettualmente e politicamente ai suoi disegni. Per molti individui, quel momento segna un passo importante nella propria vita, una trasformazione del proprio modo di essere, di vedere le cose e di vivere. Con l'abbigliamento che indossano spontaneamente, molte persone mostrano chiaramente la propria sudditanza intellettuale nei confronti di religioni o di movimenti politici. Da cittadini più o meno

disorientati, verranno trasformati in militanti spesso fanatici. Man mano passa il tempo, la loro nuova identità si rafforzerà e la riconversione a cittadini normali sarà sempre più difficile. Come tutte le idee, anche le ideologie, le religioni e le utopie si trasmettono da una persona all'altra, come una malattia infettiva, con la differenza che in un caso il vettore dell'infezione sono microrganismi, nell'altro la parola. Da questo punto di vista, ci sono idee più virulente di altre, dotate dunque di maggiore capacità di suggestione e di diffusione e spesso queste idee sono anche le più elementari e le più stupide. Infatti, per una fondamentale legge della propaganda, le idee capaci di diffondersi più rapidamente non sono quelle più complesse, ma proprio quelle più semplici, schematiche e rozze. L'ideologia ha assunto dunque le caratteristiche di un vero e proprio parassita culturale, un tarlo che scava gallerie nel cervello e che cerca di riprodursi e di diffondersi il più possibile inducendo idonei comportamenti nelle proprie vittime.

Non bisogna pensare che tutte le idee debbano finire per diventare delle ideologie. Per fortuna questo capita raramente, ma basta anche solo un’ideologia per causare danni immensi. Per fortuna, la lunga elaborazione delle idee umane non ha prodotto solo sistemi di pensiero chiusi, ma anche sistemi di pensiero liberi e aperti come la filosofia, la scienza, l’arte e la letteratura. Spesso, si è assistito ad uno scontro fra sistemi aperti e sistemi chiusi. Nonostante la loro apparente forza ed aggressività, i sistemi chiusi sono più fragili di quelli aperti, la cui maggiore complessità e capacità di correggere gli errori ne fa dei sistemi di pensiero più flessibili e longevi.

Le religioni, specialmente quelle monoteiste hanno conosciuto periodi alterni di irrigidimento dottrinale e di liberalismo. Anche il cristianesimo ha nutrito aspirazioni universalistiche. Quando è penetrato in Occidente, si è posto come un paradigma assolutamente alternativo a quelli locali ed ha fatto di tutto per cancellarli. Ha arrestato l'elaborazione delle civiltà classiche, definite spregevolmente pagane. Il rinascimento si è ribellato al controllo di questa religione e si è ricollegato alle antiche radici, più autentiche. Oggi, i paesi occidentali non si basano soltanto sul cristianesimo, ma si sono ricollegati alle antiche culture greca e latina. Solo negli ultimi secoli questa religione ha perso buona parte del proprio integralismo ed ha accettato di convivere con punti di vista diversi, finendo per costituire una componente di un sistema pluralistico. Una componente importante, ma non più esclusiva.

Queste osservazioni ci fanno anche capire quanto sia inutile entrare nel merito dei diversi sistemi per stabilire quale sia più "vero" dell'altro. E' invece assai più produttivo osservare quali siano i loro meccanismi comuni di funzionamento, quindi di mantenimento, di proselitismo e di competizione con gli altri sistemi. Risulta inoltre importante prendere in considerazione le loro conseguenze sulle società e sui singoli. Dalla condizione subordinata, possiamo ora portarci ad una posizione sovraordinata, una posizione che ci permette di osservare i sistemi di pensiero dall'alto. Una analisi e riflessione sui diversi elementi e sulle diverse forme di cultura si può definire metacultura. L'esame del comportamento umano da una prospettiva metaculturale è cosa ben diversa dalla condizione di chi è emotivamente coinvolto in uno questi sistemi e combatte da fanatico contro tutti gli altri.

Un pericolo di involuzione totalitaria sta anche in una concezione troppo rigida del liberalismo economico. Il neoliberismo è il terreno sul quale prosperano imprese multinazionali tanto potenti da essere in grado di condizionare il governo di paesi fra i più importanti del pianeta, con possibili drammatiche conseguenze sui piani sociale, ambientale ed anche per la stessa democrazia.

L’ideologia si nasconde anche nelle società di mercato quando l'economia prevale su tutti gli altri aspetti sociali ed individuali ed il profitto è elevato a principio metafisico di fatto, operante a tutti i livelli ed al quale si ispirano banchieri, ministri, imprenditori, famiglie ed individui. Da questa situazione, possono derivare un Liberalismo Selvaggio nel quale i grandi soggetti economici vengono lasciati liberi di operare senza freni oppure un Liberalismo Temperato oppure ancora un Liberalismo Solidaristico. Passando da una forma di liberalismo all'altra, si va verso una maggiore apertura della società. Il tipo di liberalismo che si afferma dipende dalle condizioni economiche del paese, dal prevalere dei valori individualistici o di solidarietà e dal rapporto di forze fra i partiti di destra e quelli di sinistra. In queste società, il

profitto non è per fortuna un valore obbligatorio e per questo motivo esse non sono totalitarie, ma solo molto pervasive.

A seconda del tipo di liberalismo, gli uomini potranno vedere più o meno negata/permessa la loro umanità e perfino la loro libertà di fatto, nel senso che ad una maggiore libertà dei grandi operatori economici corrisponde normalmente una minore libertà della gente comune. Quindi, attenzione a non considerare ideologie solo quelle degli altri. Cerchiamo invece di analizzare come e quanto questa ideologia basata sul profitto pervada la nostra vita di membri di società di mercato e di occidentali. Cerchiamo inoltre di recuperare la nostra autonomia di pensiero e la nostra umanità. Quindi, non è che in Occidente abbiamo risolto tutti i problemi, ma dobbiamo combattere incessantemente contro le forze che si oppongono alla libertà e alla democrazia.

L'UTOPIA, MIRAGGIO ED INCANTESIMO

Nel documento Labirinti del Pensiero (pagine 29-34)