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SUDDIVISIONE DEL SAPERE indice

Nel documento Labirinti del Pensiero (pagine 53-59)

REALTA' E CONOSCENZA

Distinguiamo per prima cosa la realtà dalle immagini che ci facciamo di lei e che costituiscono appunto la conoscenza. Infine distinguiamo la conoscenza dalle attività non conoscitive.

SCIENZA E NON-SCIENZA

Dalle meditazioni con le quali l'uomo nel corso della storia ha cercato di comprendere il mondo, sono sorte numerose descrizioni. Possiamo suddividere l'insieme di queste rappresentazioni, o conoscenza, in: miti, religioni, filosofie, ideologie, scienza moderna.

In considerazione dei successi e dell'importanza della scienza moderna, in questa mappa della conoscenza le conferiamo uno spazio importante, per quanto non esclusivo. Suddividiamo dunque l'insieme delle descrizioni del mondo in scienza e ciò che non è scienza (fig. 15).

Caratteristico della scienza è di cercare nella realtà gli indizi per spiegarla più di quanto facciano le discipline non scientifiche. Infatti, il mito spiega i vari fenomeni naturali e gli eventi storici per mezzo di racconti, la religione facendo ricorso ai poteri soprannaturali degli dèi, la filosofia per mezzo della ragione. La scienza, invece, si basa sull'osservazione diretta della realtà, su esperimenti e cerca cause naturali (e non sovrannaturali) per descrivere ciò che avviene nel mondo che ci circonda.

Possiamo descrivere schematicamente la scienza come un metodo di conoscenza basato sull'esperienza e guidato dalla ragione. Nel corso di questi esperimenti, si eliminano i fattori che confondono il fenomeno che si cerca di capire, ci si sforza di individuare gli eventuali rapporti di causa-effetto e si misura la dipendenza di certe grandezze da altre. Nel metodo scientifico, trovano un ruolo tanto le attività pratico-sperimentali, quanto l'inventiva (nella formulazione di ipotesi da sottoporre a prova), quanto la matematica (nella messa a punto di modelli quantitativi). Una caratteristica importante del metodo scientifico è il suo carattere pubblico, in virtù del quale ogni ipotesi o teoria deve poter essere liberamente discussa.

Come possiamo distinguere fra ciò che è scientifico e ciò che non lo è? Per potere essere considerata scientifica, una legge deve poter essere controllata anche da altri scienziati. Deve quindi essere formulata in modo tale, da poter essere verificata da altri ricercatori, riproducendo le stesse condizioni sperimentali di colui che l'ha enunciata per primo, oppure anche per mezzo di altri sistemi.

Il termine "verificata" non è però quello più adatto. Infatti, è facile trovare conferme ad una affermazione, ma nessuna di loro può confermarla in modo conclusivo. Per illustrare questo principio, Karl Popper fa un esempio: uno scienziato che veda dieci cigni bianchi, potrebbe sentirsi autorizzato ad affermare che tutti i cigni del mondo siano bianchi. Tuttavia, se anche l'undicesimo cigno che egli vede fosse bianco, la sua legge non verrebbe per questo provata in modo conclusivo. Al contrario, se l'undicesimo cigno fosse nero, la sua legge sarebbe falsificata in modo conclusivo ed egli dovrà riformulare la sua legge in modo da considerare anche i cigni neri.

La falsificabilità è attualmente ritenuto il criterio di demarcazione fra scienza e non-scienza, nel senso che vengono ritenute scientifiche solo affermazioni che possano essere sottoposte a prova sperimentale e che siano formulate in modo tale da poter essere falsificate.

La caratteristica delle affermazioni scientifiche è dunque quella di poter essere falsificata da ulteriori osservazioni. Invece, affermazioni come quelle che vengono fatte spesso nel campo religioso, nel paranormale, nell'astrologia, nella psicanalisi e in altri campi, non sono falsificabili quindi non possono essere ritenute scientifiche. Queste affermazioni potrebbero anche corrispondere al vero, ma non essendo confutabili con prove sperimentali non possono rientrare nel campo della scienza. Le affermazioni che non si prestano ad essere sottoposte al metodo sperimentale si prestano invece molto bene a discussioni senza fine e ad imbrogli. Chi vuole avere maggiori chiarimenti su questo argomento, può fare riferimento alle opere di K. Popper.

Facciamo dunque rientrare nel gruppo non-scientifico (figura 16) la magia (basata sulla credenza animistica che ogni cosa sia dotata di uno spirito, buono o cattivo) e il paranormale (basato sulla credenza che l'uomo possieda poteri particolari che in qualche modo infrangono leggi fisiche conosciute), il mito (racconti più o meno fantastici), la religione (credenza nell'esistenza di dèi e della loro influenza sul mondo), l'arte (interpretazione soggettiva della realtà), la filosofia (indagine razionale sull'uomo e sulla natura), infine l'ideologia (sistema teorico per il controllo sociale) e la psicanalisi (teorie per la spiegazione del comportamento umano). Ci sono molte altre discipline che per semplicità non ho considerato. Per esempio l'astrologia (basata sulla credenza di legami fra gli astri, gli eventi terreni e il destino degli uomini) e l'alchimia (pratiche tra il magico ed il chimico per ottenere determinati risultati). La scienza conta al proprio interno numerose discipline (figura 17). Esse possono essere ripartite in formali e reali. La suddivisione in astratte ed empiriche è equivalente.

SCIENZE FORMALI

Hanno come oggetto determinate costruzioni del pensiero all'interno delle quali è possibile produrre affermazioni dimostrabili sulla base dei postulati e delle regole convenzionali che ci si è dati. Esempi sono la logica, la matematica, la geometria, i giochi.

SCIENZE REALI

Contrariamente alle precedenti, si rivolgono alla realtà sensibile. Producono affermazioni che possono essere messe alla prova dell'esperienza.

SCIENZE FISICHE E BIOLOGICHE

Le scienze reali si suddividono in fisiche, che hanno per oggetto la natura inanimata, e biologiche, che studiano la natura vivente.

BIOLOGIA E SCIENZE DEL COMPORTAMENTO

La biologia si occupa dei processi che producono la vita, della descrizione e classificazione degli esseri viventi, del loro comportamento, della loro evoluzione.

SCIENZE DEL COMPORTAMENTO

Questo settore della biologia si può suddividere nello studio del comportamento animale (etologia) e del comportamento umano (scienze dell'uomo).

SCIENZE DELLA NATURA E SCIENZE DELL'UOMO

Abbiamo inserito lo studio dell'agire umano nella biologia, e va bene. Spesso però si trascura questa appartenenza e si distingue fra scienze della natura (dalla matematica all'etologia) e scienze dell'uomo (storia, economia, arte, etnologia, etc.). Questa distinzione si affianca alla precedente. Tuttavia, lo studio filogenetico della nostra specie ha evidentemente larghe sovrapposizioni con le scienze naturali. La suddivisione fra scienze della natura e scienze dell'uomo viene spesso percepita come qualcosa che riflette la stessa realtà, mentre non è altro che il frutto della nostra classificazione delle discipline della conoscenza. In questo modo purtroppo, il mondo animale viene nettamente distinto da quello umano, i nostri profondi legami con gli animali vengono recisi.

CULTURA UMANISTICA E CULTURA SCIENTIFICA

Un'altra profonda divisione che attraversa la nostra cultura come una faglia geologica è quella fra la cultura umanistica e quella scientifica. Anche questa contrapposizione non riflette nulla di reale, ma soltanto una caratteristica del nostro sistema educativo che vede tradizionalmente separati i percorsi scolastici di tipo umanistico da quelli di tipo tecnico-scientifico. A causa dell'insegnamento per compartimenti stagni e a causa della divisione sociale del lavoro, che vede gli studiosi prigionieri della propria specializzazione, questi due schieramenti si mantengono sostanzialmente separati, comunicano poco fra di loro e spesso mostrano divergenze di opinioni. Di conseguenza, anche questa separazione finisce per apparire una caratteristica della stessa realtà, mentre una formazione di base più equilibrata consentirebbe di superare questo problema. Nel nostro approccio orizzontale della realtà, questa divisione è totalmente priva di senso, tuttavia, essendo una realtà sociale, ne dovremo tenere conto.

SCIENZE PURE ED APPLICATE

Nella figura 17 sono riassunte le principali suddivisioni della scienza. Queste suddivisioni sono estremamente generali. Ciascuna di queste è a sua volta ripartita in una molteplicità di discipline minori, ma ancora di grandissima estensione. Ricordiamo infine che le singole discipline possono essere pure o applicate, si incontrano con le tecniche e le arti e danno luogo alle attività produttive.

Alla fine di questo paragrafo, è necessario ricordare l'esistenza di numerosi "sistemi di conoscenza"o discipline, ciascuno dei quali ha propri postulati ed i propri metodi di lavoro. Questi sistemi producono conoscenze ed affermazioni spesso discordanti e che bisogna imparare a gestire.

LA LOTTA DELLE SAPIENZE

Per propria condizione esistenziale, l'uomo possiede determinate necessità alle quali cerca di dare delle risposte. Non si tratta solo di necessità materiali quali nutrimento, salute,

sopravvivenza, ma anche del bisogno di comprensione del mondo, della coerenza di queste spiegazioni, di sicurezza psicologica, etc. Ogni disciplina che abbiamo richiamato dovrebbe occuparsi del proprio campo di problemi, ma come abbiamo visto esiste una loro tendenza a sconfinare e ad invadere il campo altrui, per proporsi a risolvere ogni problema e a soddisfare ogni necessità umana. Da questa pretesa di controllare ogni aspetto della vita umana, si origina il totalitarismo che caratterizza talune organizzazioni. La lotta per il potere fra queste visioni del mondo continua ancora oggi e la si può facilmente rintracciare anche nel gioco delle informazioni che ci arrivano. Sono soprattutto religioni ed ideologie a contendersi il ruolo di guida del comportamento umano. Nelle società più sviluppate, la scienza e la filosofia svolgono funzioni analoghe, senza però cercare di subordinare gli uomini. Siamo tornati per un'altra via al tema del riduzionismo per mezzo del quale determinati sistemi si propongono di spiegare ogni cosa e di controllare le menti.

In realtà, non bisogna pensare che a muoversi in questo senso siano soltanto questi sistemi, perché spesso sono le stesse persone che, di fronte alla complessità della realtà che le circonda e alla difficoltà di capirla, vanno alla ricerca di qualcosa che dia loro tutta una serie di risposte. Esse non si accontentano solo di qualche risposta, ma vogliono sapere com'è fatto il mondo intero, non solo, ma questa immagine dev'essere anche rassicurante e coerente, quindi esse cercano risposte ampie e sistematiche. Dunque, spesso è proprio la gente che va alla ricerca di una religione o un'ideologia per ottenere un sistema coerente di spiegazione del mondo. Tuttavia, le risposte complesse sono difficili da capire e da gestire, questo spiega la fortuna delle formule semplici, ma capaci di spiegare tutto quello che ci circonda.

Non contenta delle spiegazioni universali, la gente vuole anche una tutela. Per legare più saldamente a sé questi naufraghi, tali sistemi spesso offrono loro una comunità nella quale trovare amicizia, aiuto, la propria identità e a volte anche un lavoro. E' chiaro che in questo modo si creano comunità chiuse, separate dal resto della società. Con il tempo, queste comunità rischiano di contrapporsi fra di loro anche con violenza, com'è già successo nel passato e come sta avvenendo ancora oggi. Una delle sfide che dobbiamo vincere è quella di offrire soluzioni diverse a queste necessità.

Se i principali sistemi di credenze non si vogliono limitare ad una categoria di problemi, ma vogliono invece occuparsi di tutto, lo fanno nel tentativo di controllare interamente l'animo umano e di togliere di mezzo i saperi concorrenti. Essi sono mossi da volontà di estendere il loro potere e le loro azioni hanno quindi un valore politico. Queste sapienze non accettano dunque di essere disposte ordinatamente nel quadro della conoscenza, non accettano di essere rinchiuse in un recinto, ma vogliono controllare l'intero universo. Questo è quanto avviene normalmente, infatti molte discipline invadono il campo delle altre e numerosi quadri della conoscenza sono fondati su di una disciplina che esercita un primato su tutte le altre. Noi invece abbiamo costretto ciascun sapere in uno spazio limitato, quello che corrisponde al proprio dominio di competenza. Ora dobbiamo tenere ben presente che quello che abbiamo fatto è un importante atto di organizzazione del sapere, ma questi saperi non hanno nessuna intenzione di rispettare i confini che abbiamo assegnato loro, quindi dovremo lottare continuamente per farceli restare.

Il quadro della conoscenza è dunque uno strumento importante per muoverci all'interno del sapere e per ordinare le conoscenze. La descrizione delle suddivisioni della conoscenza è stata compiuta in modo estremamente semplificato. Occorre che ciascuno in modo autonomo definisca per ogni disciplina le sue origini storiche, l'oggetto a cui si rivolge, i metodi di conoscenza che impiega, il valore del suo studio per noi. In pratica i rispettivi fondamenti epistemologici. Questa operazione deve essere fatta almeno al riguardo delle principali discipline che compongono il quadro della conoscenza. Questa ricerca, compiuta direttamente costa un certo impegno, ma fornisce conoscenze di impiego continuo. Non si possono fornire a questo riguardo tante brevi formule. E' invece necessario che siano un frutto sudato.

Concludo ripetendo l'importanza di considerare l'esistenza di una molteplicità di discipline della conoscenza, ciascuna delle quali in grado di portare contributi conoscitivi dal proprio punto di vista, nessuna delle quali in grado di esaurire l'essenza di un oggetto, nessuna delle quali è in principio autorizzata ad assumere una funzione gerarchizzante. Si comincia ad intravedere l'importanza dell'osservare ciascuna cosa da una pluralità di punti di vista, ma svilupperò meglio questo tema più avanti.

I militanti di un sistema chiuso prendono le informazioni di parte come vere e le sistemano in un quadro gerarchizzato, mentre scartano quelle che giungono da fonti non riconosciute. Utilizzano poi le informazioni "vere" in modo partigiano, in una visione del mondo manichea: noi / loro. Di questa visione del mondo, fanno parte teorie del complotto immancabilmente ordite dagli avversari (es: la CIA ed il Mossad) e pregiudizi (es: antiamericanismo, antisemitismo, etc.).

A questo atteggiamento, contrapponiamo quello di chi prende in considerazione informazioni provenienti da prospettive diverse e le sottopone ad un esame critico che tiene conto anche della fonte. Il soggetto utilizza poi le informazioni nell'ambito di una visione del mondo pluralista e per scopi che egli avrà scelto liberamente, ma non a vantaggio di un sistema di pensiero autoritario. Teorie del complotto e pregiudizi vengono generalmente neutralizzati per mezzo di un esame scientifico e critico.

DAL SEMPLICE AL COMPLESSO

Nel documento Labirinti del Pensiero (pagine 53-59)