L'antifragilità dell'impresa veneta
3.1. L'impresa antifragile veneta
Alcuni dei punti analizzati nei precedenti capitoli si ritrovano all'interno del manifesto del progetto Innovarea81, guidato dal prof. Bagnoli, che "mira a promuovere un movimento di imprese sincronizzate la cui sfida comune sia guidare un nuovo rinascimento facendo leva sul patrimonio civile, culturale, naturale e artigianale che caratterizza l’Italia, abbandonando i pessimismi legati ai problemi strutturali del Paese e i protagonismi, ostacolo alla maturazione del sistema Paese"
ed è per tale motivo che all'interno di questo progetto si è strutturata la seguente ricerca con l'intento di operazionalizzare il concetto di impresa antifragile.
L’obiettivo della ricerca è quello di identificare le imprese venete che non solo si sono dimostrate performanti, quelle cioè i cui modelli di business hanno permesso di reagire con successo alla crisi economica in atto dal 2008, ma che presentano anche caratteristiche di antifragilità, e cioè si sono migliorate grazie alla crisi.
Con riferimento alla metodologia d’individuazione delle imprese performanti, la ricerca è partita, innanzitutto, dall’universo delle imprese venete aventi le seguenti caratteristiche:
• sede legale in Veneto;
• forma giuridica di società di capitali; • stato giuridico di ditta attiva82; • ricavi di vendita83 > 5 milioni di €;
• bilanci disponibili84 almeno a partire dall’anno 2006.
81 Manifesto di Innovarea, reperibile all'indirizzo http://www.innovarea.eu
82 così come riportato dai dati di InfoCamere, reperibile al sito http://www.infocamere.it/ 83 così come identificati dalla voce A1 del Conto Economico civilistico, art. 2425 Codice Civile 84 Database Aida: https://aida.bvdinfo.com
Per quanto riguarda il criterio dimensionale, si è scelto un fatturato superiore ai 5 milioni di euro poiché le imprese al di sotto di tale soglia sarebbero risultate eccessivamente piccole e destrutturate in relazione alla finalità di questo progetto di ricerca.
Riguardo, invece, al criterio temporale descritto nell’ultimo punto, esso è strettamente legato al voler studiare il comportamento delle imprese, prima e dopo la crisi iniziata nel 2008.
L’arco temporale preso in considerazione va dal 2003 al 2012; esso è stato suddiviso in due periodi, ovvero il periodo 2003-‐2007 (pre-‐crisi) e il periodo 2008-‐2012 (crisi), individuando il 2008 come l’anno di rottura che individua l’inizio del manifestarsi della crisi economica globale85.
Per il primo periodo (pre-‐crisi), è stata richiesta la disponibilità dei bilanci almeno per gli anni 2006 e 2007, al fine dell’inserimento della singola impresa nel campione selezionato; per il secondo periodo, invece, è stata richiesta la disponibilità dei bilanci per tutti gli anni considerati.
La metodologia individuata permette un raffronto tra le performance medie periodo (2008-‐2012) su periodo (2003-‐2007). In tal modo si è inteso cercare di
85 I primi segnali di tensione finanziaria si iniziarono ad avvertire negli Stati Uniti già nella prima
metà del 2007, quando alcune importanti istituzioni finanziarie iniziarono a ridurre la propria esposizione in titoli collegati a mutui ipotecari particolarmente rischiosi (i cosiddetti titoli
subprime). Successivamente, la destabilizzazione si intensificò in estate, portando i mercati
interbancari in una situazione di stallo nell' agosto dello stesso anno. Da quel momento la crisi si intensificò rapidamente e si estese in pochi mesi a tutti i principali mercati e aree, trasmettendosi poi alla domanda e alla produzione a partire dal 2008. Nel secondo trimestre dello stesso anno l’attività economica iniziò a rallentare in tutte le maggiori economie. Le tensioni sui mercati finanziari raggiunsero il loro culmine nell’autunno del 2008. Nei mesi successivi il commercio internazionale crollò (circa -‐16% tra il quarto trimestre del 2008 e il primo del 2009) e l’attività economica subì una forte caduta in tutto il mondo. Questioni di Economia e Finanza, la trasmissione
della crisi finanziaria globale all’economia italiana. Un’indagine controfattuale, 2008-‐2010. Caivano, Rodano, Siviero, osservatorio della Banca d’Italia, n.64 Aprile 2010.
mitigare alcuni possibili effetti distorsivi, in termini di valori di performance (il ROA nello specifico), legati al confronto tra due singoli anni86.
Partendo dall’universo di imprese identificato dai criteri di cui sopra, è stato selezionato il campione di imprese performanti, avente le seguenti caratteristiche:
• ROA medio 2008-‐2012 > ROA medio 2003-‐2007;
• Posizionamento nel quarto quartile (quello contenente i valori più elevati) in funzione del ROA medio 2008-‐2012.
Attraverso tale selezione è stato individuato un gruppo di 410 imprese performanti, di cui 188 con fatturato compreso tra i 5 e i 10 milioni di euro e 222 con fatturato superiore ai 10 milioni di euro.
La scelta di concentrarsi sul ROA e non sul ROE, focalizzandosi perciò solo sulla redditività della gestione operativa senza considerare l’impatto di quella finanziaria e fiscale, dipende dall’obiettivo della ricerca, ossia quello di identificare le imprese venete i cui modelli di business stanno reagendo meglio alla crisi.
Tra il periodo 2003-‐2007 e il periodo 2008-‐2012 il ROA medio delle imprese performanti si è incrementato del 9,56%.
La formula per il calcolo del ROA è la seguente: 𝑅𝑂𝐴87 = 𝑅𝑂𝑆 ∗ 𝑅𝐴 =𝑹𝒊𝒔𝒖𝒍𝒕𝒂𝒕𝒐 𝑶𝒑𝒆𝒓𝒂𝒕𝒊𝒗𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒂𝒗𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒗𝒆𝒏𝒅𝒊𝒕𝒆∗ 𝑹𝒊𝒄𝒂𝒗𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒗𝒆𝒏𝒅𝒊𝒕𝒆 𝑻𝒐𝒕𝒂𝒍𝒆 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒐 = 𝑹𝒊𝒔𝒖𝒍𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒐𝒑𝒆𝒓𝒂𝒕𝒊𝒗𝒐 𝑻𝒐𝒕𝒂𝒍𝒆 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒐
86 Ad esempio, se un’impresa avesse realizzato ingenti investimenti nel corso di un singolo anno (il
che rappresenterebbe un elemento positivo), questo avrebbe potuto influenzare significativamente il valore del ROA di quell’anno; dunque, prendere tale singolo anno come riferimento per il confronto delle performance e dunque per la selezione delle imprese, avrebbe determinato una significativa distorsione dell’analisi.
87 Le voci presenti nella formula sono così costruite:
ove se, tra i due periodi esaminati:
• Δ Ricavi delle vendite > 0, si sarà perseguita una Strategia della crescita; • Δ Risultato operativo > 0, si sarà perseguita una Strategia della
produttività;
• Δ Totale attivo < 0, si sarà perseguita una Strategia della produttività
Conseguentemente, dall’analisi delle differenti dinamiche tra il primo periodo (2003-‐2007) e il secondo (2008-‐2012) delle due componenti del ROA, è possibile riconoscere la strategia economico-‐finanziaria adottata riconducibile a:
1. la strategia della produttività, che può essere perseguita migliorando:
a. la struttura dei costi riducendo le spese dirette e indirette (materiali, energie, forniture, costo del personale) o comunque contenendone l’incremento al di sotto di quello del valore della produzione;
b. l’efficienza nella gestione degli asset riducendo il capitale fisso e circolante, ovvero mantenendo gli stessi costi ma riducendo l’investimento (meno crediti, meno magazzino, impianti in affitto e non di proprietà);
2. la strategia della crescita, che può essere perseguita aumentando i ricavi delle vendite88:
a. penetrando un mercato esistente o sviluppando un nuovo mercato, b. sviluppando un nuovo prodotto o facendo innovazione strategica.
-‐ Risultato operativo = Totale valore della produzione -‐ Costi della produzione;
-‐ Totale Attivo = Crediti verso soci + Totale immobilizzazioni + Attivo circolante + Ratei e risconti; -‐ Totale valore della produzione: voce A del conto economico (art. 2425 c.c.);
-‐ Costi della produzione: voce B del conto economico (art. 2425 c.c.).
88 Sulla base dei soli dati di bilancio d’esercizio è impossibile distinguere le modalità di
Tabella 4 Strategia della crescita
Basandosi su tali principi è' stata realizzata una prima mappatura delle strategie economico-‐finanziarie perseguite dalle imprese venete performanti, distinguendo innanzitutto la strategia della produttività che può essere perseguita attraverso: