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MACROREGIONE ADRIATICO – IONICA

6.2 L’INIZIATIVA ADRIATICO – IONICA

Come nasce e come si sviluppa

L’Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) è nata ad Ancona il 19 e 20 maggio 2000 con la firma, da parte dei Ministri degli Affari Esteri di sei Paesi adriatici (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia), della “Dichiarazione di Ancona” sulla cooperazione regionale quale strumento di promozione della stabilità economica e politica e del processo di integrazione europea. Ai sei membri originari si è aggiunta nel 2002 la Serbia-Montenegro e, in seguito alla scissione del 2006, sia la Serbia che il Montenegro hanno mantenuto la membership all’interno dell’Iniziativa, attualmente costituita quindi da otto membri.

Dal giugno 2008 opera ad Ancona, su decisione dei governi degli otto Paesi membri, un Segretariato Permanente, guidato dall’Ambasciatore Fabio Pigliapoco e riceve sostegno dalla Regione Marche, dal Comune di Ancona, dall’Università Politecnica delle Marche, dalla Camera di Commercio di Ancona e dal Ministero degli Affari Esteri. Scopo del Segretariato è quello di garantire la continuità nel

passaggio tra le varie presidenze, operando come catalizzatore di proposte da parte dei Paesi membri. La costituzione del Segretariato Permanente ad Ancona ha aperto nuove prospettive di lavoro e di elaborazione comune: comuni sono infatti i problemi di pace, stabilità e sicurezza, difesa dell’ambiente e lotta all’inquinamento, sviluppo economico e garanzia di libertà degli scambi e dei transiti commerciali tra i Paesi che si affacciano sui due mari.271

L’organo decisionale dell’Iniziativa Adriatico-Ionica è il Consiglio dei Ministri degli Esteri, che si riunisce una volta all’anno (ultima riunione il 27 maggio 2013 a Bruxelles, a margine del Consiglio Affari Esteri) e la cui agenda viene elaborata dai Coordinatori Nazionali dei Paesi membri.

Il varo dell’Iniziativa ha fatto da cornice alla creazione di uno strutturato sistema di cooperazione in materia marittima tra l’Italia e gli Stati costieri della ex- Jugoslavia. Tale ambito di cooperazione si basa sia su dichiarazioni multilaterali a carattere politico-programmatico, sia su veri e propri accordi internazionali conclusi tra gli Stati partecipanti. In materia marittima, gli accordi conclusi si differenziano in quattro gruppi:

• Accordi che istituiscono un comune sistema di assistenza al traffico marittimo nel Mar Adriatico (VTS, Vessel Traffic Service). L’Italia ha concluso, a tale scopo, una serie di accordi bilaterali con Albania, Croazia e Slovenia (e con la Grecia in riferimento al Mar Ionio) e un successivo accordo con Serbia-Montenegro;

• Accordi che istituiscono un sistema obbligatorio di rapportazione navale (Adriatic Traffic). In questo caso l’Italia ha concluso un Protocollo d’intesa trilaterale con Slovenia e Croazia e successivamente un accordo bilaterale sia con l’Albania che con la Serbia-Montenegro;

• Un terzo gruppo di accordi che crea un sistema comune di organizzazione delle rotte e di separazione del traffico (TSS). Anche in questo ambito l’Italia ha concluso un Protocollo d’intesa trilaterale con Croazia e Slovenia (in riferimento alla parte settentrionale dell’Adriatico), a cui si vanno ad aggiungere due accordi bilaterali con Albania e Serbia-Montenegro;

                                                                                                               

• Infine il quarto insieme di accordi marittimi prevede la realizzazione di una cooperazione organica nelle operzioni di ricerca e salvataggio (SAR). In tale materia l’Italia ha contratto accordi bilaterali con Albania, Croazia, Slovenia e in seguito con la Grecia in riferimento al Mar Ionio.272

Attraverso la conclusione di tali accordi, gli Stati parte hanno così inteso andare ad istituire e sviluppare un articolato sistema di organizzazione e gestione della navigazione nell’Adriatico, il tutto connesso anche alla necessità di tutelare e salvaguardare l’ambiente marino dai possibili rischi di inquinamento dovuti alla navigazione.

Negli ultimi anni l’IAI ha consolidato, come auspicato da parte italiana, la propria proiezione sia in chiave intergovernativa, sia per quanto riguarda il percorso europeo dei Paesi IAI non ancora membri UE, per i quali l’Iniziativa rappresenta un obiettivo intermedio di avvicinamento agli standard comunitari.

Si è notevolmente rafforzato il ruolo dell’Iniziativa come propulsore di politiche convergenti nel bacino adriatico-ionico. L’IAI ha cercato di rafforzare e promuovere tali politiche sia in attuazione di tre Protocolli sottoscritti nel 2010, su impulso della presidenza italiana di turno, dai Paesi membri nei settori “Piccole e medie imprese”, “Sviluppo rurale” e “Turismo”, sia in altri settori come ambiente, trasporti e sicurezza marittima. Tale ruolo consente lo scambio di informazioni tra competenti amministrazioni dei Paesi membri e favorisce l’avvicinamento agli standard comunitari dei Paesi dell’Iniziativa meno avanzati nel percorso europeo.273

Più di recente il ruolo dell’IAI è divenuto quello di saldo ancoraggio intergovernativo per lo sviluppo della “Strategia UE per la creazione della Macroregione Adriatico-Ionica”.

                                                                                                               

272 Marco Gestri, I rapporti di vicinato marittimo tra l’Italia e gli Stati nati dalla dissoluzione della

Jugoslavia, in: Natalino Ronzitti (a cura di), I rapporti di vicinato dell’Italia con Croazia, Serbia- Montenegro e Slovenia, op. cit., p. 177, in part. pp. 209-210.

Ambiti di intervento ed organi dell’Iniziativa

L’Iniziativa Adriatico-Ionica opera principalmente su quattro temi, ognuno dei quali viene affrontato e approfondito in appositi tavoli di cooperazione tra gli otto Paesi membri:

• Piccola e media impresa;

• Trasporti e cooperazione marittima;

• Turismo, cultura e cooperazione inter-universitaria (come ad esempio la rete di Università UniAdrion274);

• Ambiente e protezione dagli incendi.

È inoltre prevista la possibilità di introdurre altri temi di discussione tramite l’istituzione di apposite tavole rotonde tra i Paesi membri. Tali tavoli ed incontri specifici si sono svolti in modo particolare sui temi della pesca e dello sviluppo rurale.

Per quel che riguarda invece gli organi dell’Iniziativa, innanzitutto si fa riferimento alla presidenza stessa, di durata annuale e che ruota fra i vari Stati membri in ordine alfabetico. Troviamo poi il “Consiglio Adriatico-Ionico”, formato dai Ministri degli Esteri di tutti i Paesi membri e che è il vero organo decisionale; si riunisce una volta l’anno ma possono anche essere convocati incontri straordinari. Il “Comitato degli alti funzionari” è l’organo esecutivo ed ha il compito di preparare i lavori del Consiglio, esso si riunisce almeno tre volte l’anno. Infine vi è il già citato “Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico-Ionica”, inaugurato il 19 giugno 2008 e con sede ad Ancona, ha il compito di coordinare ed implementare i rapporti di cooperazione con le altre organizzazioni internazionali. Il mandato del Segretariato è nominato dal Consiglio Adriatico-Ionico e su proposta del Comitato degli alti funzionari; l’incarico dura tre anni ed è rinnovabile.

                                                                                                               

274 UniAdrion è un network di Università istituito con l’idea di creare una connessione permanente tra

le Università e i Centri di ricerca della regione Adriatico-Ionica. Nasce contemporaneamente all’istituzione dell’IAI ed è basato sui principi di cooperazione inter-universitaria. UniAdrion promuove la cooperazione tra Università e Centri di ricerca soprattutto attraverso la realizzazione di iniziative didattiche, come corsi di aggiornamento, master e progetti di ricerca. Le sue strutture didattiche sono caratterizzate da un approccio misto, il quale prevede sia attività di apprendimento frontali (come seminari e summer school) che attività di apprendimento online. Fonte: http://www.uniadrion.net/.