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L’origine dei Consultori familiari e Dgr 215/2010 in Veneto

CAPITOLO 3: La funzione di supporto alla genitorialità I nuovi servizi della cura e d

3.2 L’origine dei Consultori familiari e Dgr 215/2010 in Veneto

L’interesse politico e culturale che nel corso degli anni si è sviluppato attorno a tematiche relative alla famiglia ed alle relazioni familiari, ha determinato la nascita di Servizi dedicati e specialistici per la presa in carico delle famiglie. E’ con legge n.405 del 29 luglio del 197519 che vengono istituiti i Consultori Familiari, quali Servizi finalizzati all’assistenza, al sostegno ed alla consulenza nei riguardi dell’individuo e della famiglia, intesa come nucleo portante della comunità locale. L’idea è stata quella di creare su tutto il territorio nazionale un servizio pubblico dedicato alle famiglie, fino ad allora inesistente, se non sotto forma di iniziative gestite da alcune associazioni volontaristiche, operanti da qualche decennio.

Vengono valorizzate tutte le componenti dell’essere umano: mentali, psicologiche, sociali e relazionali; l’approccio di presa in carico non è più esclusivamente di carattere sanitario ma diventa globale, anche in riferimento ai nuovi principi di centralità del soggetto ed universalità del diritto alla salute, intesa non soltanto come buona condizione fisica, ma come benessere generale della persona20.

Oltre al benessere del singolo, si comincia a parlare di benessere della famiglia, ossia condizione di equilibrio funzionale risultante dall’insieme delle interazioni tra i vari fattori nel gruppo familiare. È all’interno della famiglia che si creano relazioni primarie fondamentali per una crescita armonica dei minori, determinando le basi del loro sviluppo affettivo e psicofisico. Il posto che il bambino occupa nella famiglia deriva nello stesso tempo dall’immaginario parentale (il bambino che i genitori fantasticano sin da prima del concepimento), ma anche dal modo in cui il bambino reale si modella su questo immaginario considerando le sue specifiche caratteristiche21. Essere genitori comporta capacità di riadattare i rapporti di coppia in riferimento al nuovo nato, essere in grado di rispondere in modo adeguato alle esigenze ed ai bisogni del figlio, favorire lo sviluppo sociale e stimolare lo sviluppo cognitivo del bambino. Si può quindi comprendere la complessità della funzione

19 Legge 405 del 1975 “Istituzione dei Consultori Familiari”. 20

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come “stato di completo benessere fisico,

psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”, viene considerata un diritto e come tale si pone alla base

di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone.

21 D. Marcelli, Psicopatologia del bambino, quinta Edizione Italiana a cura di Adriana Guareschi Cazzullo,

parentale, mestiere impossibile, secondo Freud22, a causa della molteplicità delle sue sfumature.

Il Consultorio Familiare nasce proprio a partire da queste premesse, che si sono diffuse, nel corso degli anni, tra gli studiosi di psicologia, pedagogia e sociologia, ed hanno contribuito alla realizzazione di Servizi che offrono informazione ed orientamento alle famiglie sulle risorse del territorio in relazione alle diverse aree della fragilità e sostegno delle competenze genitoriali, supportando l’armonico sviluppo delle relazioni familiari e della coppia, nonché i rapporti tra genitori e figli e monitorando la salute della donna in gravidanza, del neonato e del bambino nella prima infanzia.

La Regione Veneto, in applicazione a quanto disposto dalla legge nazionale n. 405/1975, varò la legge Regionale 28/197723 sulla istituzione dei Consultori Familiari. Le basi di tali Servizi sorgono dalla consapevolezza che il benessere dell’individuo e della famiglia è il risultato di un equilibrio dinamico tra fattori sanitari, psicologici, sociali ed affettivi.

L’attuale grande trasformazione della società e degli stili di vita nell’ambito della famiglia, induce a ritenere che, piuttosto che perseguire una ulteriore specializzazione dei servizi in una logica di continua parcellizzazione dei bisogni, debba essere valorizzato, sostenuto, ricomposto il luogo in cui le persone crescono e vivono, luogo che è dato dalle famiglie e dalla comunità del territorio. Pensare al benessere del bambino e “vedere” la famiglia, i genitori, significa riconoscere che il diritto del bambino a vivere “nel migliore dei modi possibili”, è un diritto relazionale: è sì un diritto soggettivo, ma che si realizza all’interno di una struttura relazionale, in cui sono rilevanti non solo le persone fisiche, ma anche le relazioni di interdipendenza che le uniscono24. Si fa strada l’idea che per una presa in carico globale, risulta necessario un approccio sistemico-relazionale, per il quale tutte le relazioni che si creano all’interno del nucleo familiare e all’interno della comunità sono determinanti per la formazioni della singola personalità.

La legislazione in merito all’istituzione dei Consultori Familiari, infatti, ha assimilato tale concetto, prevedendo per la prima volta gruppi pluridisciplinari di operatori, in coerenza con il principio della globalità dell’intervento assistenziale sanitario, recepito anche dalle norme per l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale e delle Unità Locali Sanitarie (legge 833 del 23 dicembre 197825). Il Consultorio Familiare diventa l’unico servizio a carattere sociale e

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Sigmund Freud (1856-1939) è stato un neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi.

23 L.R. Veneto n. 28 del 25 marzo 1977 “Disciplina dei Consultori Familiari”. 24 Cfr. nota n. 3, p. 73.

25 Legge quadro n. 833 del 23/12/1978 “Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”- tale riforma sanitaria ha

sanitario rivolto alla famiglia, nella sua interezza e nella sua evoluzione, definito all’interno dei compiti gestionali delle Unità Locali Sanitarie (ULS).

La ULS, prevista dalla legge di riforma sanitaria, assume nel Veneto la denominazione di ULSS (Unità Locale Socio Sanitaria)26, in quanto ad essa è attribuita, oltre alle competenze in materia sanitarie, la competenza su tre materie ad elevata integrazione sociale e sanitaria: Disabilità, Consultori Familiari, Dipendenze. Per la gestione di tali servizi ad elevata integrazione sociale e sanitaria, è previsto il trasferimento di fondi dai Comuni alle ULSS, è costituita la pianta organica degli operatori sociali dell’ULSS, distinta dalla pianta organica degli operatori sanitari ed è attivata la figura del Coordinatore dei Servizi Sociali.

A seguito delle successive riforme sanitarie degli anni ’9027, le ULS, diventano Enti strumentali delle Regioni, acquisiscono carattere di Aziende dotate di personalità giuridica, al fine di migliorare la qualità attraverso il contenimento dei costi. I Servizi consultoriali si inseriscono all’interno delle A.Ulss quali servizi territoriali che operano nell’ambito del Distretto, in riferimento all’area Materno-Infantile, Adolescenza, Famiglia.

La regione Veneto con D.G.R 392/2005 e successiva D.G.R. 215/2010 ha approvato gli atti di indirizzo e le linee guida dei Consultori Familiari del territorio.

In particolare, la D.G.R. 215/2010, oltre a ribadire e richiamare finalità di prevenzione e promozione a fianco del sostegno e della cura, introduce l’idea di un Consultorio Familiare quale “Servizio relazionale”, che fluttua continuamente tra diversi livelli di rappresentazioni

che riguardano ora la relazione genitoriale, ora la relazione filiale, ora la relazione di coppia, ora la relazione del singolo, in un complesso di scambio di relazioni interne ed esterne della famiglia. Viene pertanto ribadito un nuovo modello di intervento, che tende a

sostenere e non patologizzare, adottando una prospettiva di rete, solidarietà, mutuo-aiuto, reciprocità e che intervenga a sostegno della normalità e non solo in particolari situazioni di crisi. Nelle linee guida regionali, viene infatti ribadito la necessità di un nuovo modello

welfare (dal welfare state al welfare community), che implica un lavoro da farsi con le persone e con le famiglie, a partire dalle loro risorse e competenze, in una logica promozionale ancora prima che ripartiva (senza però negare la necessità di quest’ultima), una logica, cioè, che metta in secondo piano l’intervenire secondo una prospettiva

territorio il servizio sanitario nazionale, affidandone la gestione alle ULS (Unità Locali Sanitarie), ente strumentale dei comuni; ha posto al centro del sistema socio-sanitario la persona, nella complessità e nella globalità delle sue esigenze; ha superato la parcellizzazione degli interventi per categorie; ha sottolineato l’importanza della prevenzione; ha istituito il Distretto sanitario, quale articolazione del territorio dell’Unità Sanitaria Locale.

26 Legge Regione Veneto n. 55 del 1982 “Norme per l’esecuzione delle funzioni in materia di assistenza

sociale”.

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discendente e privilegi una prospettiva ascendente, che aiuti le persone a porsi come attori, protagonisti dell’intervento se hanno delle risorse, non utenti, destinatari passivi di esso.

In risposta a tali principi ed alla complessità dei bisogni delle famiglie, i Consultori Familiari sono andati nel tempo sempre più specializzandosi verso la creazione di gruppi di lavoro specifici, con operatori dedicati, proprio per creare interventi il più possibile personalizzati e definiti.

Sono stati implementati diversi percorsi e servizi specialistici, che trattano in modo qualificato e circoscritto aree d’intervento specifiche (maternità, adolescenza, coppia). Tra questi ritroviamo anche i servizi Spazio Neutro, dedicati alla relazione genitore-figlio in caso di forte contrasto tra i genitori, tale da determinare condizioni di rischio per il minore.

3.3Diritto di visita e di relazione: nascita delle attività Spazio Neutro nel contesto