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3 – La Blockchain: tecnologia del futuro (?)

3.1. – Il mondo assicurativo

Grazie all’utilizzo degli smart contract, come esposto nel paragrafo precedente, la tecnologia della Blockchain potrebbe giocare un ruolo importante nel sistema mondiale delle assicurazioni. Basti pensare ai nuovi tipi di assicurazione che stanno emergendo in tutto il mondo,

espressione del nuovo modello di sharing economy202 , che si basano su

una decentralizzazione delle polizze assicurative. Si tratta delle cc.dd. “assicurazioni peer to peer”, i cui esempi più famosi sono la

statunitense Lemonade203 e la tedesca Friendsurence204, il cui modello

di business consiste nel mettere insieme un gruppo di persone che pagano il premio e lo versano in un fondo comune dal quale si attingerà in caso di sinistri; mentre in caso di assenza di incidenti o di avanzo dei fondi raccolti, una somma verrà restituita ai clienti facenti parte di quel gruppo (cash back) oppure possono essere previsti altri vantaggi, per esempio l’utilizzo di tali fondi per il pagamento dei premi successivi. In

Italia sono nate le prime assicurazioni P2P, DarWinsurance205 e

Axieme206. Prendendosi atto della nuova direzione in cui si stanno muovendo le compagnie assicurative, considerandosi i vari progetti

202 La sharing economy è un nuovo modello economico che si fonda su pratiche di

scambio e condivisione di beni materiali, servizi o conoscenze; si tratta di un modello alternativo a quello del consumismo classico, volto a ridurre gli sprechi e diminuire l’impatto ambientale che quest’ultimo ha provocato.

203 https://www.lemonade.com/ 204 https://www.friendsurance.com/ 205 http://darwinsurance.auxledger.com/app/public/ 206 https://www.axieme.com/

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pilota lanciati da queste ultime207, la DLT applicata alla gestione del

rischio delle assicurazioni potrebbe rendere automatici alcuni processi, come quelli di gestione dei reclami, riducendone i costi e la pesante burocrazia, o di esecuzione di pagamenti (tramite smart contract); inoltre ci potranno essere vantaggi dal punto di vista di gestione dei dati e delle informazioni e della loro condivisioni tra varie istituzioni, oltre che dal punto di vista della trasparenza della loro gestione.

Ad oggi esistono alcune startup che hanno sviluppato il loro format di assicurazione P2P utilizzando la blockchain, gli smart contract e creando il proprio token, la propria cripto-valuta di riferimento, ad

esempio BITPARK208, per sviluppare un sistema di assicurazione tra gli

utenti della piattaforma, che saranno in prima persona responsabili del mantenimento e della direzione del servizio stesso.

3.2. – Il sistema finanziario- bancario.

L’interesse del mondo finanziario nei confronti delle nuove tecnologie DLT ha coinvolto anche il sistema bancario; la Blockchain rappresenta uno degli argomenti più discussi dall’industria dei servizi finanziari che si sta muovendo per costruire una rete globale di pagamenti in tempo

reale. Secondo i dati raccolti da Accenture Digital209, che ha

intervistato, tra l’Agosto e il Settembre del 2016, trentadue professionisti del settore bancario in ambito commerciale tra U.S.A., Canada ed Europa, per conoscere il loro punto di vista sul potenziale

207

La svizzera Swiss Re insieme ad un gruppo di assicurazioni, tra le più importanti d’Europa (Aegon, Allianz, Munich Re, e Zurich) hanno lanciato l’iniziativa B3i relativa all’industria dell’assicurazione Blockchain (Blockchain Insurance Industry Initiative B3i) con lo scopo di esplorare il potenziale della DLT per rendere un servizio ai clienti più efficiente, veloce e sicuro. Per approfondimenti vedi

http://www.swissre.com/reinsurance/insurers_and_reinsurers_launch_blockchain_initi ative.html 208 https://bitpark.net/ 209 https://www.accenture.com/it-it/digital-index

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della DLT210, l’interesse delle banche in questa nuova tecnologia è

molto elevato. Nove dirigenti su dieci hanno espressamente dichiarato che la banca che dirigono sta attualmente esplorando l’utilizzo della tecnologia Blockchain; la maggior parte sono ancora nelle prime fasi di sviluppo, solo poche hanno lanciato attività prototipali (Proof-of- Concept). L’ambito di maggiore interesse del settore bancario riguarda i bonifici infragruppo, mentre rimesse transfrontaliere, pagamenti corporate e bonifici esteri interbancari stanno ricevendo meno attenzione.

I benefici attesi dai dirigenti sono legati a minori costi operativi, maggior rapidità, meno errori e opportunità di nuovi ricavi. Per gli intervistati sarà necessario costruire una rete globale per permettere di trasformare il sistema dei pagamenti su larga scala, con precisa indicazione di diritti, obblighi e controlli chiari e trasparenti per permetterne il funzionamento, oltre che offrire un rapido ed efficiente processo per l’adesione dei nuovi clienti. Inoltre la rete dovrà essere aperta anche agli operatori non finanziari, che dovranno essere considerati alla pari di quelli finanziari, essendo la tecnologia basata su nodi paritari. Chiaramente servirà molto lavoro per definire le regole di funzionamento, quelle di adesione e per creare le basi di una rete di tal sorta e superare la fase di discussione.

Oltre al problema di creare una rete efficiente sono evidenziate altre criticità, come la necessità di un insieme di esperti e professionisti in grado di supportare tale cambiamento (considerato che gli utenti non sono in possesso delle conoscenze necessarie per comprendere realmente l’argomento), oppure il problema tutt’altro secondario della sicurezza. Per risolvere queste criticità l’unica via possibile è

210 https://www.accenture.com/t00010101T000000Z__w__/it-it/_acnmedia/PDF-

35/Accenture-Blockchain-How-Banks-Building-Real-Time-Global-Payment- Network.PDFla=it-IT#zoom=50

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individuata nella cooperazione tra le banche; il sistema potrà funzionare solo se verrà adottato da tutti.

3.3. – Digital Base Money (DBM).

Nel Gennaio 2017, durante la cerimonia d’addio per Pentti Hakkarainen, vicegovernatore della Suomen Pankki, la banca di Finlandia, Yves Mersch, membro del Comitato esecutivo della BCE, ha

tenuto un discorso, disponibile sul sito della BCE stessa211, analizzando

la prospettiva per la BCE di adottare una forma di moneta digitalizzata (“Digital Base Money: an assessment from the ECB’s perspective”). Questo discorso è la prova che anche le istituzioni europee si stanno muovendo per essere tra i protagonisti della rivoluzione digitale chiamata Blockchain, altro significativo argomento a favore di chi sostiene che questa tecnologia sarà dirompente come lo è stato il computer o l’internet.

In questo discorso si prende atto di come le nuove tecnologie stanno trasformando il modo in cui si scambiano informazioni e il modo in cui si scambia il denaro, essendo il denaro già digitalizzato da tempo (ad esempio, trasferimenti di depositi bancari effettuati elettronicamente o pagamenti con moneta elettronica). Nello specifico il membro del Comitato Esecutivo della BCE vuole focalizzare l’attenzione su un tipo di moneta digitale definito “Moneta Digitale della Banca Centrale (Central Bank Digital Currency) o Digital Base Money (DBM), avente due caratteristiche: 1) come le banconote in circolazione, DBM è un credito nei confronti della BCE; 2) a differenza delle banconote, è digitale. Ovviamente, esistono già tipi di monete digitali di questo tipo, nel senso che le banche commerciali e altre istituzioni sono titolari di crediti nei confronti della BCE sotto forma di depositi che movimentano digitalmente, ma l’argomento in questione è finalizzato ad estendere

211

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agli operatori non bancari, fin’anche alle famiglie, la possibilità di possedere conti presso la Banca Centrale. Non si tratta di nient’altro che di un nuovo tipo di metodo di pagamento elettronico, che si aggiunge a quelli che si sono diffusi ampiamente negli ultimi anni e che stanno soppiantando il contante (carte di credito, di debito o prepagate), ed il cui sviluppo potrebbe essere reso possibile dalle nuove tecnologie emergenti, tra le quali la DLT. Per questo il Comitato esecutivo si interroga sull’opportunità di sviluppare tale strumento per assolvere al proprio mandato progettando un nuovo genere di “moneta” che possa aumentare l’efficienza del sistema bancario, creare nuove opportunità per i cittadini, senza dimenticare i compiti di assicurare la stabilità finanziaria dell’eurozona.

I punti cardine da tener sempre presenti in sede di studio sono: 1) la sicurezza tecnologica; 2) l’efficienza; 3) la neutralità tecnologica; e 4) la libertà di scelta degli utenti tra i vari mezzi di pagamento.

Vengono ipotizzati due tipi diversi di DBM a seconda sella struttura e del funzionamento:

- Account-based DBM, ossia sotto forma di depositi presso la BCE e i cui trasferimenti sono effettuati tramite scritturazioni, a debito e a credito, nei singoli conti (come avviene oggi per i depositi delle banche commerciali). La BCE sarebbe coinvolta come terza parte garante dei trasferimenti e come soggetto che effettua le loro registrazioni. In questo caso gli operatori non bancari dovrebbero aprire un conto presso la Banca Centrale.

- Value-based DBM, cioè moneta il cui utilizzo sia basato sul suo valore senza coinvolgere i conti degli utenti. I trasferimenti avvengono direttamente tra acquirente e venditore, senza coinvolgimento della Banca Centrale nella fase di registrazione; solo la fase dell’emissione e del ritorno finale sono registrati. In questo caso gli utenti necessiterebbero di un portafoglio elettronico da utilizzare per ricevere

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ed effettuare pagamenti (la somma dovrà essere addebitata al portafoglio elettronico del pagatore ed accreditata in quello del beneficiario).

Entrambe le soluzioni sono praticabili, con le dovute differenze dal punto di vista della tecnologia richiesta e delle caratteristiche del servizio, che sarebbero ovviamente diverse.

In relazione al modo di reperimento di DBM un approccio semplice e diretto sarebbe quello di permettere agli operatori non bancari di convertire depositi in banche commerciali in DBM al tasso di 1 a 1. La previsione di tassi di cambio differenti (positivi o negativi) potrebbe influire sulla quantità di moneta e sull’efficacia delle politiche monetarie e, allo stesso tempo, potrebbe aumentare e ridurre l’attrattività di questo strumento; per questo tale aspetto è da valutarsi con estrema attenzione.

Altra questione analizzata è quella relativa alla remunerazione dei detentori non bancari di DBM. Una opzione potrebbe essere di remunerarli al tasso dei depositi presso la Banca Centrale, cioè al -0,4%; a questo tasso la domanda per DBM sarebbe bassa, ma in situazioni normali, di tasso positivo potrebbe rischiare di attrarre troppa domanda. Altra opzione sarebbe di remunerare la detenzione di DBM allo 0%, ma anche questa scelta non è esente da rischi di politica monetaria.

In ultima analisi si ritiene che la dimensione tecnologica del DBM potrebbe basarsi sulla tecnologia di registro distribuito DLT; ma prima di utilizzare tale tecnologia la BCE deve valutare bene i rischi e i benefici che ne deriverebbero, non potendosi permettere di effettuare errori tecnologici che avrebbero dei risvolti catastrofici dal punto di vista reputazionale. Quindi, oltre agli effetti economici di tale scelta, si dovrebbero valutare con estrema attenzione quelli relativi alla sicurezza ed all’efficienza operazionale del sistema.

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Laddove tale studio dovesse fornire risposte positive e il sistema possa essere costruito in maniera assolutamente sicura, oltre che più efficiente, sarebbe auspicabile introdurre un tale mezzo alternativo al denaro contante, mantenendosi intatta la libertà di scelta dei cittadini su quale strumento usare a proprio piacimento.

Le istituzioni europee hanno l’occasione di decidere se assistere come spettatori al progresso tecnologico (di fronte alla proliferazione di valute virtuali basate sulla Blockchain), oppure adottare un approccio costruttivo di gestione di quest’ultimo, senza dimenticare le esigenze primarie di sicurezza e sostenibilità (potrebbe essere questo lo strumento adottato dalla BCE in risposta alle cripto-valute, così da incanalarne gli aspetti positivi ed eliminandone quelli negativi).

Questo discorso relativo al DBM può rappresentare l’inizio di un percorso verso l’utilizzo di una nuova tecnologia che promette tanto, ma che deve ancora dimostrare di poter mantenere tante e tali promesse.

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Conclusione

A conclusione di questa analisi risulta abbastanza evidente la confusione che l’assenza di una regolamentazione precisa comporta in relazione alle cripto-valute.

Riassumendo, queste ultime sono considerate in maniera diversa a seconda dell’ambito di riferimento: si nota come le svariate fonti analizzate sottolineino la differenza tra valute virtuali e valute fiat e come la BCE, nell’ultimo parere fornito, evidenzi come sia preferibile riferirsi a queste come mezzi di scambio piuttosto che come mezzi di pagamento, anche se, in relazione al trattamento fiscale, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea le ha considerate come mezzi di pagamento e ha ritenuto applicabile la disciplina relativa alle valute tradizionali (ai fini dell’esenzione dal pagamento dell’ IVA).

Analizzandosi la disciplina dei mercati finanziari in Italia, si evince come allo stato del diritto attuale le valute virtuali non possano rientrare nella categoria degli strumenti finanziari (a differenza della normativa vigente in Germania), e, analizzandosi la disciplina antiriciclaggio, come queste vengano definite alla stregua di rappresentazioni di valore e i prestatori dei servizi in valute virtuali siano inseriti tra gli operatori non finanziari.

In relazione al diritto societario, invece, le valute virtuali vengono considerate come conferimenti in natura, mentre in sede di redazione del bilancio di esercizio viene effettuata una distinzione a seconda dell’attività svolta dalla società che le detiene, potendo essere considerate come magazzino (per le società la cui attività ha come finalità quella di detenere cripto-valute per rivenderle a prezzi maggiorati e ottenere profitto), mentre per chi le utilizza come mezzo di scambio o di investimento debbano considerarsi come “Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni”.

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È innegabile come questa analisi faccia emergere esigenze di tutela dei consumatori, dei risparmiatori e del mercato non troppo diverse da quelle che fondano la riserva di attività nell’ambito dei mercati finanziari, considerandosi anche la nuova forma di reperimento di capitali costituita dall’ICO e i sempre più forti legami con i mercati finanziari e con il risparmio in generale; esigenze di tutela rese ancora più importanti dalla complessità della materia e dalla diffusa scarsa conoscenza, da parte degli investitori non professionali, sui rischi e sulle caratteristiche di questi strumenti.

Gli Smart Contracts, invece, sono ancora in uno stato embrionale di studio e progettazione, quindi la loro diffusione e regolamentazione sarà legata agli sviluppi e alle implementazioni che la ricerca farà emergere. Per quanto riguarda, invece, la DLT il discorso è diverso poiché risulta essere una tecnologia sulla quale stanno convergendo investimenti e sforzi ingenti, in quanto risulta essere la vera rivoluzione dirompente apportata dal progetto di Nakamoto dal punto di vista della gestione dei dati. In futuro vedremo se le aspettative saranno confermate o disattese, anche se i presupposti perche la Blockchain diventi la tecnologia del futuro ci sono tutti.

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