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La caratteristica del sistema politico nelle zone rural

Le zone rurali sono molto importanti per il partito comunista cinese, perché le risorse naturali e le risorse umane. Con queste risorse il partito comunista è riuscito a conquistare il potere del tutto paese. Con queste risorse Mao Zedong sperò di realizzare il comunismo in breve periodo. La modernizzazione della Cina si è basata sul sacrificio delle zone rurali.

Il partito comunista cinese e lo stato, il nuovo élite locale e i contadini sono i tre attori del movimenti di massa. Il partito controlla e mobilita i contadini attraverso le tecniche politiche; il nuovo élite locale gioca un ruolo di intermediario; i contadini sono subordinati allo stato, però resistono ogni tanto alla violazione eccessiva dello stato per proteggere i propri interessi. Lo stato, gli élite e i contadini, hanno formato insieme il carattere unico e complesso della vita politica rurale.114

Con i gruppi del lavoro come i mezzi, il partito comunista cinese è riuscito a controllare le zone rurali. Il partito ha costruito gradualmente una rete dell’organizzazione sulla tutta società rurale che ha coinvolto quasi tutti i popoli rurali. In tutti i villaggi e tutte le brigate ci sono i filiali del partito o i gruppi del partito, ci sono le associazioni dei contadini, dei giovani e delle donne, c’è anche la milizia. Anche se c’era già una struttura organizzativa perfetta, il partito mandava lo stesso i gruppi di lavoro per effettuare e guidare il movimento di massa. Quasi tutti i movimenti di massa nelle zone rurali erano sotto la direzione dei gruppi di lavoro. I gruppi del

lavoro sono le agenti del potere statale nelle comunità rurali, il loro lavoro principale era quel di effettuare la volontà dello stato, invece di soddisfare il bisogno dei contadini. Con i gruppi di lavoro, il partito ha rafforzato la comunicazione con le comunità rurali, poteva attuare i piani e le politiche nelle zone rurali. I gruppi del lavoro erano l’intervento diretto dello stato alla vita politica dei villaggi, hanno cambiato la struttura del potere dei villaggi di base. Durante i movimenti di massa, i gruppi del lavoro avevano il potere supremo nelle zone rurali, potevano superare le organizzazioni del potere di base a mobilitare i contadini, e in qualche situazione, potevano anche riorganizzare o sciogliere queste organizzazioni sotto l’aiuto dei contadini. Invece le organizzazione di base che dovrebbe essere responsabile non riuscivano a funzionare.

Prima della rivoluzione agraria, le élite locali erano i veri padroni delle zone rurali. I gentiluomini locali e i grandi proprietari terrieri erano responsabili degli affari rurali, erano le autorità tradizionali, il potere statele invece era raramente intervenuto. La posizione di queste autorità non era dall’autorizzazione dello stato, ma era collegata con la ricchezza e il grado dello studio.115 Ma nella riforma

della società rurale sotto la direzione del partito comunista, il potere statale ha avuto un’espansione inaudita, le autorità tradizionali locati sono state eliminate. I poteri di base sono passati alle nuove élite politiche, cioè ai membri del partito e ai quadri locali, la legalità del loro potere era dall’autorizzazione del partito. Grazie alla ridistribuzione obbligatoria delle risorse, le nuove élite hanno ottenuto la nuova identità, però non avevano le risorse rare da cambiare con lo stato, quindi non avevano la possibilità di negoziare con lo stato come le élite vecchie.116 Le nuove élite locali dovevano

lavorare per mantenere o migliorare la loro posizione, però i criteri non erano i contributi agli affari locali, invece erano i gradi della

115 Fei X, Opere di Fei Xiaotong, vol.4, Beijing, Qunyan Publishing House, 1999, p.120 116 Tao D, Chen M, Partecipazione politica della Cina contemporanea, Hangzhou,

fedeltà al partito e i gradi dell’attuazione della volontà statale. Ma il partito non credeva molto a essi, anche se loro erano i membri del partito, preferiva a controllare direttamente con i gruppi del lavoro, quindi ha danneggiato gravemente la propria attività.

Per i popoli rurali invece, appena dopo la “liberazione” dallo sfruttamento e dall’oppressione dalla società vecchia, sono stati organizzati in un’altra rete dell’organizzazione del partito comunista, avevano un forte subordinamento organizzativo allo stato. Fin dalla rivoluzione agraria, il partito ha stabilito molte organizzazione di base a livelli diversi, ha sostituito il clan tradizionale con l’organizzazione di massa dell’unica ideologia, ha rafforzato il controllo dei contadini. Per ogni villaggio, nel centro erano le élite politiche di base che sono state chiamate “i membri del partito e i quadri”; un po’ fuori erano le “masse di base” cioè i poveri contadini; e poi erano le “masse ordinarie” chi erano i contadini medi; le persone che non erano del nessun gruppo, erano i nemici di classe, erano i bersagli da lottare, per esempio i proprietari terrieri, i contadini ricchi, le spie e i controrivoluzionari.

Le organizzazioni di massa del partito comunista cinese avevano la differenza sostanziale con la società tradizionale rurale e con i gruppi di autonomia della società urbana moderna. Queste organizzazioni di massa sono state impostate dalle forze amministrative statali, erano le organizzazioni della propaganda, della mobilitazione e dell’azione, erano gli agenti della volontà statale. Per lo stato, l’esistenza delle organizzazioni potevano ridurre il costo del sistema del controllo della società rurale. Dentro il sistema dominate, le risorse politiche, economiche, sociali e culturali sono concentrati dallo strato basso allo strato centrale, ciò ha portato una relazione sociale del subordinamento personale.117 I contadini

non avevano l’autonomia, non avevano le risorse da negoziare con il partito.

117 Sun L, “Stato, élite e popoli della Cina prima e dopo la riforma”, Chinese Social Sciences Quartrly,

Un obbiettivo importante del governo delle zone rurali era quel di potere favorire la mobilitazione dei popoli a partecipare alla “guerra popolare” e l’utilizzazione piena delle risorse rurali, le organizzazione di base dovrebbero essere responsabili a questo obbiettivo. Ma al partito invece piaceva ad utilizzare il modo del movimento di massa che sotto la direzione dei gruppi del lavoro a effettuare la sua volontà. Nel breve periodo, movimento di massa poteva aiutare efficacemente il partito a mobilitare i contadini, effettuare le politiche, governare le campagne. Ma dopo il movimento, le organizzazioni locali che hanno già perso la capacità a funzionare non riuscivano a controllare le zone rurali, quindi il partito doveva lanciare continuamente i nuovi movimenti per mantenere il sistema politica rurale.

La rivoluzione deve essere uno strumento della riforma sociale invece lo scopo, la vittoria della rivoluzione deve essere l’inizio della modernizzazione invece la fine. Ma in Cina, i dirigenti come Mao Zedong ha lanciato delle serie della rivoluzione per “evitare la burocrazia che danneggerebbe la potenza rivoluzionaria, per proteggere lo scopo rivoluzionario e la vita rivoluzionaria”.

118Durante la “rivoluzione culturale”, i contadini hanno partecipato

profondamente alla lotta politica, ma questa partecipazione non ha formato un sistema dell’autonomia che basa sulla responsabilità e sui diritti dei cittadini. Il movimento di massa del partito comunista cinese ha portato il lungo stagnamento della modernizzazione politica della Cina.

Nella Cina di oggi, il sistema politico, economico e sociale ha subito molti cambiamenti, il movimento di massa non gioca più il ruolo importante nella vita politica. Ma la tradizione della utilizzazione del movimento di massa come un mezzo ad effettuare la volontà del partito non è mai finita, esistono ancora tanti tipi dei movimenti politici di massa. Il partito comunista in realtà non è

rinunziato al pensiero della “rivoluzione culturale”. La situazione per la Cina a diventare uno stato della democrazia e della norma di legge non è ottimista. Capitolo 4 La riflessione della rivoluzione culturale

Per molti cinesi di oggi, la “rivoluzione culturale” come una catastrofe del paese in realtà è stata dimenticata gradualmente. Nel manuale della storia, i contenuti della storia della “rivoluzione culturale” sono solo in poche pagine. Per i giovani cinesi, la “rivoluzione culturale” è solo un sostantivo senza il significato. Le vittime odiano la “rivoluzione culturale” perché odiano i banditi “rivoluzionari”; le guardie rosse hanno scelto di stare in silenzio; il partito comunista ha terminato la discussione sulla “rivoluzione culturale” anche se sono rimasti tanti problemi non chiari. In Cina di oggi, manca proprio la riflessione sulla rivoluzione culturale. Anche se le persone chi hanno negato completamente la “rivoluzione culturale”, l’hanno solo disprezzata, invece di avere una riflessione seriamente. Al contrario, l’immaginazione romantica e il cosiddetto significato positivo della “rivoluzione culturale” si stano rafforzando. Alcune persone povere chi non sono i beneficiari della riforma di Deng Xiaoping hanno ancora la nostalgia del periodo di Mao; i giovani chi sono insoddisfatti della società immaginano un’altra

“rivoluzione culturale”, perché credono al suo significato “positivo” dell’anti-burocrazia, e della distruzione della stratificazione sociale; degli intellettuali di sinistra pensano anche ci sia un significato dell’illuminazione della “rivoluzione culturale”. Tutti questi fenomeni ideologici sono i risultati della mancanza della riflessione. Ora il partito comunista ha negato completamente e ufficialmente la “rivoluzione culturale”, ha declinato la propria responsabilità e ha dato la colpa alla “banda dei quattro”.119 Il partito non vuole né

spiegare né affrontare una verità che all’inizio del movimento quasi tutti i cinesi l’hanno sostenuto. Le persone erano così fanatiche a partecipare alla “rivoluzione culturale”, perché c’erano una stretta connessione con i propri interessi. I dirigenti del partito di oggi non vogliono riconoscere gli “interessi” e le “voglie” dei popoli durante la “rivoluzione culturale” perché erano contro la burocrazia e contro la diseguaglianza, perché c’era una grave contraddizione tra il governo e i popoli. Mao Zedong invece, non solo li ha ammessi, ma anche li ha utilizzati per lanciare una “guerra popolare” contro i suoi nemici.120

Attraverso la “rivoluzione culturale”, il partito comunista ha realizzato la potenza e il potere distruttivo della “guerra popolare”, ma credono ancora di potere controllarla e comandarla. Tuttavia, una volta che la “guerra popolare” sia fuori controllo, ci sarebbe un disastro per la Cina.

4.1 Alcune domande sulla rivoluzione culturale