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La destinazione delle risorse nei PSR 2014-

Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2014 (pagine 117-120)

Fonte: elaborazioni INEA su dati regionali

17 I commenti e i dati riportati nel presente paragrafo fanno riferimento ad una indagine condotta a metà luglio 2014 presso 13 Regioni la cui programmazione era in fase di conclusione.

5% 23% 13% 32% 14% 10% 3% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% Priorità 1 - Innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali

Priorità 2 - Potenziare la redditività e la competitività dell'agricoltura Priorità 3 - Organizzazione della filiera alimentare e gestione del rischio Priorità 4 - Ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura Priorità 5 - Uso efficiente delle risorse e economia a basse emissioni di carbonio Priorità 6 - Inclusione sociale, riduzione della povertà e sviluppo economico zone rurali AT

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Un assetto strategico non troppo differente da quello 2007-2013 (grafico 2.2). Volendo fare un puro esercizio di confronto, visto che l’attuale programmazione non finalizza in maniera diretta misure e priorità rispetto alla passata che vedeva le misure rigidamente collegate agli assi, emerge che il 36% delle risorse è destinato a misure riconducibili al vecchio asse 1 dei PSR, il 45% all’asse 2, circa il 10% alle politiche territoriali di cui agli assi 3 e 4, il 3% all’assistenza tecnica. I nuovi PSR sembrano orientarsi in maniera più diretta alle misure agroambientali, diminuiscono le risorse per la competitività, anche se in questo caso va tenuto conto di quelle destinate alle priorità 1 innovazione che, perlopiù, mirano alla competitività aziendale, calano quelle per le politiche territoriali (priorità 6).

Grafico 2.2 – La destinazione delle risorse nei PSR, confronto 2007-2013 e 2014-2020

Fonte: elaborazioni INEA su dati regionali

Passando dalle priorità alle focus area (FA), le scelte regionali si chiariscono e restituiscono strategie meglio definite che, da una parte, rispondono alla strategia tracciata dall’Accordo di partenariato, dall’altra ai fabbisogni d’intervento individuati nei singoli PSR. La focus area privilegiata in termini di attribuzione risorse (16%) è la “2.a” tesa a favorire la competitività delle aziende agricole in termini di rinnovamento strutturale e diversificazione produttiva (figura 2.3). Le tradizionali debolezze del settore agricolo italiano vengono messe al centro della strategia di azione dei PSR. Se a questa risorsa associamo anche il 7% di budget finanziario riservato alla focus area 2.b – ricambio generazionale e l’12% alla 3.a relativa alle filiere agoalimentari è evidente come l’indirizzo programmatico tenda a rivolgersi al rafforzamento della competitività settoriale. Questo in un momento di crisi che vede le imprese agroalimentari sempre meno capaci di investire in processi di rinnovamento.

L’attenzione dedicata all’argomento filiere agroalimentari è fortemente caldeggiata dall’accordo di partenariato che ne fa uno degli interventi strategici per la competitività settoriale e trova ampia risposta nei PSR che prevedono interventi e strumenti specifici:

4% 41% 41% 12% 2% 5% 36% 45% 10% 3% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50%

Priorità 1 Priorità 2 e 3 Priorità 4 e 5 Priorità 6 AT

2007-2013 2014-2020

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progetti integrati di filiera, cluster e reti di impresa, associazioni di produttori, filiere corte, filiere no-food, cooperazione tra piccoli produttori per la messa in comune di processi produttivi. In alcune Regione gli strumenti di integrazione tra gli attori della filiera diventano la modalità privilegiata di attuazione degli interventi a favore della competitività.

Tra le focus area più direttamente indirizzate ai temi ambientali, i PSR tendono a privilegiare la 4.a – biodiversità destinando ad essa il 15% delle risorse. La FA in questione è associata alle tradizionali misure agroambientali dei PSR su cui tende a concentrarsi la politica agroambientale regionale. In questo senso va segnalato, l’introduzione di premi per pratiche agricole innovative (per es. agricoltura conservativa) e il sempre più scarso ricorso alle indennità compensative che, generalemnte vengono riservate alle imprese in zone montane viste le evidenti ripercussioni in termini di conservazione oltre che della biodiversità anche dell’attività agricola. Il 12% delle risorse dei PSR va alla focus area 4.b risorse idriche intervento a metà tra azione per la competitività e strumento per l’uso efficiente delle risorse naturali Anche in termini di migliore utilizzo delle risorse si tende a privilegiare interventi aziendali che puntino all’efficienza di utilizzazione del capitale fisico e nello stesso tempo impattino sulla conservazione delle risorse naturali. Stentano invece a trovare spazio le focus area su cui vanno ad incidere le misure forestali, segno di una generale difficoltà di queste misure ad inserirsi nei PSR, in parte a causa di un sistema di programmazione non semplice, condizionato dall’adozione di Piani di pianificazione specifici e disciplinato in regime di aiuto di stato.

Le risorse destinate alla lotta ai cambiamenti climatici (priorità 5) sono frammentate tra le 5 focus area previste dalla priorità. Tra queste, quella con più risorse è la 5.b a cui va il 3% del budget.

La 6.b, focus area cui è riconducibile l’approccio Leader raccoglie il 7% delle risorse totali e il 67% di quelle destinate alla priorità 6. Gli interventi più tipicamente socioeconomici della politica di sviluppo rurale privilegiano l’approccio integrato previsto dal Leader, uno strumento ormai consolidato della politica di sviluppo rurale.

E’ altrettanto evidente che, nonostante l’Accordo di partenariato sottolinei la necessità strategica di interventi integrati territoriali, i PSR manifestano una certa prudenza per questa tipologia di azioni che non solo è testimoniata dalle risorse finanziarie direttamente destinate a Leader (praticamente le stesse della passata programmazione), ma vede pochissime regioni scegliere l’approccio plurifondo previsto dal reg. 1303/13 sui Fondi strutturali, preferendo l’intervento tradizionale ad una strategia di integrazione tra politiche che avrebbo potuto riportare nell’intervento per le aree rurali un approccio basato sulla sperimentazione e l’innovazione che è venuto a mancare in questa fase di programmazione. I temi dell’innovazione (1.a) raccolgono il 2% delle risorse. Su questa focus area e in generale sulla priorità 1 va osservato che è intesa come trasversale a tutto il PSR. Molte Regioni hanno preferito non riservare ad essa risorse specifiche ma spalmare gli interventi nelle altre priorità. Tutti i PSR prevedono le operazioni collegabili al PEI, nello stesso tempo si legge una certa prudenza in termini di risorse ad esse destinate, probabilmente riconducibile alla novità dello strumento e all’esigenza di avere indirizzi nazionali in merito.

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Nel documento Rapporto sullo stato dell'agricoltura. 2014 (pagine 117-120)