• Non ci sono risultati.

LA METODOLOGIA UTILIZZATA PER LA CLASSIFICAZIONE DELLE AREE RURAL

Grafico 1.11 – Andamento dell’occupazione in agricoltura Soggetti dipendenti e indipendent

1. L’ANALISI DELLE DIFFERENZE TERRITORIAL

1.1. LA METODOLOGIA UTILIZZATA PER LA CLASSIFICAZIONE DELLE AREE RURAL

Per la classificazione, la DG Agri propone – ma non impone - una sua definizione delle tipologie di aree a livello di Unione, lasciando agli Stati membri la possibilità di definirne una propria. La metodologia comunitaria proposta si basa su un metodo di classificazione delle unità amministrative per grado di ruralità messo a punto dall’OECD (1993) e, nella sua versione rivisitata dall’Eurostat in vista della nuova programmazione, prevede due fasi. La prima fase identifica le aree urbane e rurali utilizzando la densità di popolazione e facendo riferimento a una suddivisione del territorio nazionale in celle di un chilometro quadrato; la seconda fase classifica per grado di ruralità le unità amministrative di livello NUTS 3 (in Italia le province), sulla base della quota di popolazione rurale. Una provincia si definisce rurale quando tale quota è superiore al 50%.

44

Considerato che questo metodo non consente, nel caso Italiano, di cogliere adeguatamente le differenze interne alle province, generalmente rilevanti, e che l’Italia già dispone di una propria metodologia consolidata nel corso della programmazione 2007-2013, per la nuova fase si è proceduto con l’aggiornamento dei dati utilizzati nel PSN, senza alterarne il metodo.

L’adozione del metodo PSN 2007-2013 a livello nazionale utilizza come base di riferimento il livello comunale e individua quattro macro-tipologie di aree: a) Aree urbane e periurbane, b) Aree rurali ad agricoltura intensiva e specializzata, c) Aree rurali intermedie, nel cui ambito rientrano aree diversificate ma spesso con situazioni di contesto che ne frenano l’evoluzione, d) Aree rurali con problemi di sviluppo.

L’aggiornamento delle aree si è svolto in due step: la prima fase di classificazione del territorio; una seconda fase di aggiustamento sulla base di un processo di affinamento della

classificazione a livello regionale.

L’aggiornamento della classificazione del territorio nazionale, che è stato curato da INEA, ha seguito il metodo PSN, basato su indicatori semplici (densità abitativa e incidenza della superficie agro-forestale) calcolati per zona altimetrica in ciascuna provincia (dunque per aggregati di comuni). Rispetto al passato l’analisi si è arricchita tenendo conto delle aree forestali1, una variabile importante per la definizione del rurale che ha consentito di migliorarne la stima.

In particolare, come per il passato, sono stati isolati dall’analisi i comuni-capoluogo di provincia con densità oltre 150 abitanti per km2 e con una superficie rurale (in % della superficie complessiva) inferiore al 75% ; si tratta dei maggiori centri urbani, in cui l’agricoltura ha un peso residuale e dove si concentrano le principali attività extra-agricole e buona parte dei fenomeni di urbanizzazione. Questo gruppo di comuni può rappresentare, a livello nazionale, le “aree urbane in senso stretto” ed è stato escluso dalle successive elaborazioni, volte a individuare una più spinta articolazione del rurale, così da evitare eccessive distorsioni.

I rimanenti comuni sono stati riclassificati, in ciascuna zona altimetrica provinciale, sulla base di indicatori di densità abitativa e di peso delle superfici agro-forestali (superficie rurale) sulla superficie territoriale totale, individuando come rurali i comuni con valori di densità sotto i 150 ab./kmq o di superficie rurale sopra i due terzi della superficie territoriale totale. Sono state quindi identificate:

- le aree prevalentemente urbane (popolazione comuni rurali < 15% popolazione totale);

- le aree significativamente rurali (popolazione comuni rurali > 15% e < 50%

popolazione totale):

1 Per i dati sulle superfici agro-forestali si è fatto riferimento ad elaborazioni Sin-INEA su dati Agrit-Popolus 2010 (Mipaaf).

45

- le aree prevalentemente rurali (popolazione comuni rurali > 50% popolazione totale).

Il calcolo dell’incidenza della popolazione dei comuni rurali sulla popolazione totale è stato effettuato non a livello provinciale (come nella metodologia OCSE), bensì per zona altimetrica in ciascuna provincia (pianura, collina o montagna).

Successivamente le aree definite rurali (significativamente rurali e prevalentemente rurali) sono state ulteriormente distinte in base al peso della popolazione che vive nei centri superiori a 150 abitanti per Kmq. Se questi centri pesano per oltre il 50% della popolazione totale allora l’area è stata definita “rurale urbanizzata”, per la presenza di centri densamente popolati. In questa fascia rientrano zone che presentano un’agricoltura forte (ad esempio le zone di pianura nell’Italia settentrionale. Inoltre, sono stati inclusi nel gruppo “rurale urbanizzato” anche quei centri urbani-capoluogo di provincia, qualora la superficie rurale occupi un peso rilevante nel territorio (oltre il 75% della superficie territoriale totale).

L’applicazione del metodo sopra descritto ha portato all’individuazione di 12 tipi di aree,

derivanti dall’incrocio delle tre zone altimetriche (montagna, collina e pianura) per le quattro categorie di base (prevalentemente urbane; rurali urbanizzate; significativamente rurali; prevalentemente rurali).

Le 12 categorie di aree così ottenute sono state riaggregate nelle 4 più sopra menzionate: a) Aree urbane e periurbane, b) Aree rurali ad agricoltura intensiva e specializzata, c) Aree rurali intermedie, d) Aree rurali con problemi di sviluppo.

La seconda fase di affinamento della mappatura a livello regionale ha comportato la verifica della classificazione delle aree A,B,C, D con le Regioni e le Province Autonome. In questa fase sono stati effettuati limitati aggiustamenti, quali ad esempio, lo spostamento di alcuni comuni tra le categorie C e D, sulla base di dinamiche recenti in termini di spopolamento e abbandono dei terreni agricoli. Si e proceduto, inoltre, a verificare quanto le deroghe concesse dalla Commissione in merito alla classificazione di alcuni comuni per la passata programmazione fossero compatibili con la mappatura 2014-20.

A livello regionale, se ritenuto necessario ai fini della programmazione, possono essere adottate articolazioni più dettagliate delle macro-aree A, B, C e D. Tuttavia tale ulteriore livello di dettaglio, qualora previsto dalle regioni, va specificato nel PSR.

1.2. LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE AREE RURALI ITALIANE