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LA DIMENSIONE AMBIENTALE

Grafico 1.11 – Andamento dell’occupazione in agricoltura Soggetti dipendenti e indipendent

2. L’ANDAMENTO DELLE PERFORMANCE AZIENDAL

2.3 LA DIMENSIONE AMBIENTALE

Per il 2012 i dati forniti dalla rete contabile RICA indicano mediamente una spesa media annua di fertilizzanti per ettaro di superficie coltivata di circa 160 Euro, mentre si ferma a 120 Euro per ettaro la spesa mediamente sostenuta sia per l’acquisto di fitofarmaci, che di acqua ed energia (elettricità e combustibili); vale la pena segnalare come in valore assoluto la spesa unitaria, espressa in Euro per ettaro, sia piuttosto contenuta, quale conseguenza della considerazione di tutta la SAU aziendale e non solo di quella a cui è indirizzata effettivamente la spesa.

L’ammontare della spesa varia notevolmente soprattutto in relazione all’ordinamento produttivo: nel Grafico 2.10 spicca l’ortofloricoltura per il notevole impiego di tutti i mezzi tecnici, mentre i granivori presentano una spesa elevata per energia e acqua destinata all’allevamento di avicoli e suini; in entrambi i casi i valori sono elevati anche perché queste aziende si caratterizzano per una superficie aziendale limitata. Al di sopra della media nazionale figurano anche le coltivazioni arboree, per l’uso di fertilizzanti e di fitofarmaci.

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Grafico 2.10 – Spesa per energia, fertilizzanti e fitofarmaci, per OTE (Euro/ettaro di SAU)

Fonte: BD RICA 2012

La spesa unitaria per mezzi tecnici risulta essere il doppio della media per le aziende di grandi dimensioni, mentre risulta del tutto confrontabile per le altre dimensioni aziendali. Questo significa che esiste un limite per il contenimento della spesa per mezzi tecnici, senza compromettere la corretta conduzione dei processi produttivi agricoli.

Grafico 2.11 – Spesa per energia, fertilizzanti e fitofarmaci, per circoscrizione, Zona svantaggiata e dimensione economica (Euro/ettaro di SAU)

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Nel periodo considerato si osserva la tendenza ad un incremento della spesa dei mezzi tecnici di produzione (Grafico 2.12), più evidente per i fertilizzanti, nonostante il freno della congiuntura economica sfavorevole che ha comportato un suo contenimento, registrato fino al 2010.

Grafico 2.12 – Andamento della spesa per energia, fertilizzanti e fitofarmaci (Euro/ettaro di SAU)

Fonte: BD RICA 2008-2012

Tale aumento, tuttavia, sembra essere il frutto degli importanti rialzi dei prezzi registrati negli ultimi anni, trascinati anche dal rincaro dei prodotti energetici cui sono strettamente legati, piuttosto che di aumenti quantitativi. Esaminando, infatti, le quantità di fertilizzanti distribuite per unità di superficie13 (Grafico 2.13) dalle aziende agricole presenti nella RICA si registra una diminuzione significativa dei quantitativi riferiti al dato medio nazionale, valutata in un -4% per l’azoto, -2% per il fosforo e -8% per il potassio.

13 La scheda aziendale comunitaria (Regolamento di Esecuzione (UE) n. 385/2012 della Commissione, del 30 aprile 2012) che sarà adottata a partire dall’esercizio contabile 2014, attribuisce una maggiore rilevanza agli elementi correlati all'ambiente. Il recepimento di questi aspetti è stato anticipato al 2011 nella RICA italiana.

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Grafico 2.13 – Quantità distribuite di Azoto, Fosforo e Potassio (Kg/ettaro di SAU)

Fonte: BD RICA 2012

Le quantità unitarie di fertilizzanti utilizzate nei processi produttivi (sempre Grafico 16) variano notevolmente in relazione agli ordinamenti produttivi praticati e l’ortofloricoltura risulta senza dubbio l’orientamento più esigente, con quantitativi notevolmente superiori alle quantità medie nazionali. Nella distribuzione di fertilizzanti, è interessante osservare come, fatta salva una naturale variabilità, le quantità distribuite siano sostanzialmente uniformi tra le aziende appartenenti a diverse classi dimensionali, a testimonianza della scarsa influenza delle caratteristiche strutturali sulle scelte agronomiche14.

I volumi di acqua per uso irriguo sono quantificati nella RICA, in media, in circa 1.900 m3/ettaro, con variabilità elevate in ordine agli indirizzi produttivi (Grafico 2.14). Le aziende specializzate nell’allevamento bovini appaiono quelle più utilizzatrici della risorsa idrica, necessaria per la produzione dei foraggi nella misura media di 2.350 m3/Ha, magari anche in secondo raccolto. Più elevati della media sono anche i fabbisogni registrati per l’ortofloricoltura, con quasi 2.100 m3/Ha, il cui utilizzo, tuttavia, risulta comunque non eccessivo anche in corrispondenza di un indirizzo colturale molto intensivo, anche a ragione dell’adozione di sistemi di irrigazione a basso consumo (microirrigazione) capaci di economizzare i volumi d’adacquamento, assolutamente prevalenti nelle serre e in analoghi sistemi di protezione delle coltivazioni.

14 È bene segnalare che le quantità di fertilizzanti presentate in questa analisi sono sottostimate per effetto della considerazione di tutta la superficie aziendale e non solo di quella effettivamente concimata; elaborazioni più precise richiederebbero di riferire le quantità di elementi nutritivi alle singole coltivazioni, ma tali elaborazioni esulano dagli obiettivi del presente lavoro.

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Grafico 2.14 – Consumo unitario di acqua irrigua (m3/Ha)

Fonte: BD RICA 2012

Che la disponibilità della risorsa irrigua sia un fattore produttivo essenziale per il conseguimento di risultati economici soddisfacenti è evidente soprattutto in determinati contesti territoriali dove la scarsa disponibilità di questa preziosa risorsa può compromettere il naturale ciclo vegetativo delle coltivazioni. Le superfici che possono essere irrigate nel sud Italia richiedono volumi irrigui notevoli e con quasi 3.200 m3/Ha ben superiori a quanto richiesto in altre aree del Paese. Il consumo di acqua per irrigazione, a sua volta, è strettamente correlato all’incidenza della superficie irrigata su quella totale aziendale destinata a usi agricoli.

Per ciò che concerne la pressione esercitata dagli allevamenti sulle componenti ambientali, viene analizzato il carico di bestiame, espresso in Unità di Bestiame Adulto – UBA – per unità di superficie coltivata (Grafico 2.15), dato che una presenza eccessiva di animali rispetto alla vegetazione naturale, oltre a determinarne una drastica riduzione, conduce anche al degrado della cotica erbosa e ad un elevato costipamento da calpestio (compattazione del suolo).

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Grafico 2.15 – La pressione degli allevamenti: carico di bestiame (UBA/Ha)

Fonte: BD RICA 2012

Prendendo a riferimento il carico massimo di 2 UBA/Ha ammesso dal regolamento comunitario 1804/99 sulla zootecnia biologica, il dato medio nazionale desumibile dalla RICA indica un carico piuttosto contenuto e limitato a 0,6 UBA/Ha. Solo in corrispondenza dell’ordinamento granivoro, che come anticipato assume i caratteri propri di allevamenti industriali intensivi, si raggiungono valori elevati di 13,7 UBA/Ha15. Date le caratteristiche strutturali di queste aziende, generalmente di elevate dimensioni economiche, sono proprio le aziende grandi a presentare i valori più elevati di carico di bestiame. In tutte le altre situazioni i valori registrati dalla rete contabile mostrano in generale un carico di bestiame abbastanza ridotto. Anche l’allevamento di erbivori non evidenzia nel dato medio (1,4 UBA/Ha) situazioni di particolare criticità, che tuttavia potrebbero emergere da una disaggregazione su base territoriale o per tipologia aziendale.

15 Per migliorare la rappresentazione dei dati, il dato dell’ordinamento granivoro non è rappresentato nel Grafico 17.

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3. LE POLITICHE AGRICOLE COMUNITARIE: L’ATTUAZIONE NEL