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Capitolo II Il modello ecologico

3. La disciplina Somaestetica:

«È possibile che i nostri corpi funzionino meglio se li ignoriamo che se cerchiamo consapevolmente di guidarne il funzionamento? […] Senza una critica coscienza somatica, come potremmo correggere le cattive abitudini e migliorare il nostro somatico uso di noi stessi? […] Se la filosofia resta legata alla massima del “conosci te stesso” come, allora, potremo conoscere meglio i nostri sé somatici, le nostre sensazioni e le nostre condotte? Se la filosofia è analogamente legata allo scopo dell’automiglioramento e della cura di sé, il potenziamento delle competenze della consapevolezza somatica potrebbe permettere forme migliori di controllo e direzione del nostro comportamento, della gestione o riduzione del dolore, e una più feconda moltiplicazione delle forme di piacere? […] Come combinare una consapevolezza critica del corpo con le esigenze di una fluente spontaneità dell’azione? Esistono speciali principi e metodi d’introspezione somatica per migliorare la coscienza del corpo e per far quindi uso di questa potenziata consapevolezza ai fini di una migliore cognizione e prestazione sensomotoria? […] La coscienza del corpo non è altro che un termine difficile per denotare la coscienza riflessiva che la mente ha del corpo come oggetto esterno, oppure esistono forme effettivamente corporee di soggettività, intenzionalità e consapevolezza?»258

Queste sono soltanto alcune delle questioni da cui scaturisce la riproblematizzazione della dimensione corporea a opera della Somaestetica, che Shusterman definisce come «lo studio critico, migliorativo dell’esperienza e dell’utilizzo del proprio corpo come sede di fruizione estetico- sensoriale (aìsthesis) e di automodellazione creativa»259. «Uno studio migliorativo dell’uso del nostro corpo nelle attività percettive, cognitive, dell’azione, dell’espressione estetica, e dell’automodellamento etico, che insieme costituiscono ricerca umanistica, creazione artistica e la globale arte di perfezionamento della nostra umanità attraverso una vita migliore»260.

258 Shusterman R., Coscienza del corpo, op. cit. pp.23-24. 259 Shusterman R., Estetica pragmatista, op. cit., p.220.

Questa recente proposta di integrazione dell’estetica filosofica costituisce un articolato progetto di coltivazione e affinamento della coscienza corporea, una vasta esplorazione della fenomenologia somatica capace di sintetizzare argomenti di riflessione teoretica e strumenti di sperimentazione pratica primariamente finalizzati all’evoluzione individuale. Ispirato al paradigma del pragmatismo americano, infatti, Shusterman concepisce la Somaestetica come un’autentica disciplina, nel doppio senso di “campo di apprendimento” e di “forma di addestramento corporeo”.

Essa si configura come un variegato sistema filosofico che racchiude in una struttura teorica coerente e dinamica diverse modalità di consapevolezza, comprensione e coltivazione somatiche, e si articola in tre dimensioni fondamentali: analitica, pragmatica, pratica.

La somaestetica analitica ha un carattere essenzialmente descrittivo, teoretico, e ha la finalità di racchiudere e integrare produttivamente al suo interno una vasta gamma di studi e riflessioni sul corpo, di creare un campo multiprospettico capace di evidenziarne quanti più aspetti possibili e restituirlo alla sua intrinseca complessità. Essa abbraccia argomenti che vanno dalle tradizionali questioni di filosofia della mente, ontologia ed epistemologia in merito al rapporto corpo-mente e al ruolo dei fattori somatici nella coscienza e nell’azione, all’analisi genealogica, sociologica e culturale di Foucault, o degli studi di Pierre Buordieu e Judith Butler, che evidenziano il rapporto tra soma e potere, mostrando come quest’ultimo possa incidere sulla formazione del corpo e possa usarlo come strumento del proprio mantenimento. Include gli studi storici ed antropologici su norme, concezioni e pratiche corporee di una singola cultura, o dedicati all’analisi comparativa delle visioni e delle pratiche somatiche di due o più culture differenti, così come i lavori delle scienze biologiche e cognitive. Fornisce un quadro teorico unitario in cui trovano posto discipline e pratiche apparentemente molto distanti l’una dall’altra, come la cosmetica, l’anatomia, le arti meditative e marziali, la fisiologia, l’alimentazione, la kinesiologia, la psicologia, o le neuroscienze.

In generale è un campo d’indagine dedicato a un’approfondita analisi della sensibilità e della condotta umane, nonché della loro fondamentale funzione di costruzione della realtà antropica.

La somaestetica pragmatica, invece, ha un carattere prescrittivo rispetto all’esercizio di specifiche pratiche di miglioramento corporeo e si occupa della loro analisi comparativa. Essa offre alcuni utili criteri operativi per classificarle ed evidenziarne le principali caratteristiche. Uno dei metodi di categorizzazione è la distinzione tra pratiche olistiche o atomistiche da un lato, e pratiche somatiche dirette verso di sé e dirette verso altri dall’altro. Quelle olistiche, ad esempio lo yoga,

considerano la persona come un tutto integrato, in contrasto con ogni divisione corpo-mente, e mirano a creare o ripristinare un’armonia somatica generale; le atomistiche invece, come la chirurgia, si concentrano sul trattamento o la cura di singole parti del corpo. Quelle verso di sé invece, ad esempio il bodybuilding, includono tutte quelle pratiche e discipline di intervento diretto sul proprio corpo; mentre quelle dirette verso altri implicano la presenza di una figura specializzata che somministra una determinata pratica, come il massoterapeuta, oppure guida l’altro nell’esperienza di una certa disciplina, come accade nel Metodo Feldenkrais. Va comunque sottolineato che questo criterio distintivo non è affatto rigido ed esclusivo, in quanto esistono delle pratiche che rientrano in entrambe le categorie: discipline come le diete o il bodybuilding sono orientate verso sé, ma possono anche essere motivate dal desiderio di attrarre maggiormente gli altri; similmente, discipline dirette ad altri come lo Shiatsu, possono essere fonte di grande beneficio anche per chi le pratica. Un ulteriore criterio di classificazione è l’articolazione della somaestetica pratica in tre sottocategorie: rappresentazionale, esperienziale, performativa. La prima si occupa di tutte quelle discipline somatiche (ad esempio la cosmetica) che focalizzano maggiormente l’attenzione sull’apparenza esterna; la seconda tratta di tutte quelle che lavorano sull’esperienza interna e mirano a renderla migliore e più acuta percettivamente, come le pratiche asiatiche dell’hata yoga e della meditazione Zen, e le terapie occidentali del Metodo Feldenkrais e della Bioenergetica; la terza, invece, riguarda quelle che si dedicano alla forza, alle abilità e alla salute corporee (come le arti marziali). Anche in questo caso, non si tratta di distinzioni rigide, ma di indicazioni orientative. Nella pratica di molte delle discipline citate, infatti, le tre dimensioni risultano intimamente integrate e distinguibili solo a livello concettuale.

La somaestetica pratica consiste nel concreto esercizio delle discipline di evoluzione somatica, in senso sia rappresentazionale, sia esperienziale che performativo, e rappresenta certamente il contributo pragmatico più significativo e innovativo di Shusterman all’estetica in generale, considerato il disinteresse per l’attività effettiva di quelli che definisce «i filosofi accademici del corpo»261.

Ai fini della nostra ricerca abbiamo scelto la disciplina somaestetica perché:

- ha portato al centro del dibattito contemporaneo il corpo in carne e ossa, affermandosi come punto di riferimento filosofico a nostro avviso imprescindibile per un discorso sull’organismo umano e la sua concretezza materica plasmabile;

- propone un modello antropologico convergente e proficuamente integrabile, soprattutto al livello dell’effettiva pratica, al paradigma ecologico precedentemente delineato, che riteniamo funzionale al nostro studio sulle radici biologiche della coazione a ripetere; - ha un’importante validità metodologica, in quanto coerente campo d’indagine teorico-

pratico che fornisce gli strumenti operativi per una trattazione omogenea dello specifico argomento in esame, a partire da una molteplicità di approcci disciplinari;

In tal senso, procederemo adesso ad evidenziare i più importanti contributi di somaestetica analitica, pratica e pragmatica al nostro lavoro argomentativo.