• Non ci sono risultati.

La spiegazione biologica delle nevros

Capitolo II Il modello ecologico

6. L’Esperienza somaestetica

1.1. La spiegazione biologica delle nevros

Nel corso delle sue ricerche Freud concepisce tre differenti punti di vista per l’interpretazione e il trattamento del fenomeno nevrotico: topico, dinamico, economico.

In base al primo, uno schema che intende distinguere e specificare i diversi sistemi che compongono l’apparato psichico secondo una logica di spazializzazione ideale, il disagio è dovuto all’esistenza di fattori inconsci che disturbano l’equilibrio interno premendo dal basso e che sfuggono al campo della coscienza. In base al secondo, ideato su un modello fisico dell’attività psichica e per alcuni aspetti coincidente con la visione topica, l’origine della nevrosi è dovuta a un conflitto tra forze, al mancato soddisfacimento dei bisogni pulsionali rimossi a causa dei meccanismi di difesa oppositi dall’Io. In base al terzo, basato su un modello energetico, l’opposizione tra il desiderio e il divieto al suo soddisfacimento determina la conversione della carica della spinta eccitativa nella tensione che stimola i processi biologici all’origine del sintomo corporeo.

In una prima fase della sua ricerca, il padre della psicoanalisi ricorre alla terapia catartica e all’ipnosi per agevolare l’emergenza della conflittualità nevrotica, ma si scontra di frequente con le resistenze dei pazienti all’eliminazione diretta della rimozione. Elabora, allora, delle strategie che gli consentano di aggirare la censura psichica lavorando sulle manifestazioni derivate dell’inconscio: le libere associazioni e l’interpretazione dei sogni. Nonostante tale sviluppo operativo, tuttavia, il problema delle resistenze individuali alla terapia di parola rimane in alcuni casi un ostacolo inaggirabile, e in generale una questione psicoterapeutica aperta.

Il lavoro di Reich prende le mosse dal confronto con tali limiti curativi, e si sviluppa attraverso un’integrazione dei tre punti di vista freudiani sul fenomeno nevrotico che confluisce in un approccio teorico-pratico complessivo capace di superare più efficacemente le difficoltà evolutive di taluni pazienti. A partire dall’idea dell’identità funzionale tra processi mentali e somatici, tale modello sposta il campo d’indagine dal piano psicologico a quello biologico, specificando la base

organica della nevrosi, chiarendone le unitarie logiche somatiche.

Secondo lo psicoterapeuta austriaco tale forma di disagio non è solamente la manifestazione di un’alterazione del sistema psichico, «in un senso molto più profondo e giustificato è l’espressione

di un disturbo cronico dell’equilibrio vegetativo e della mobilità naturale»299. Non deriva

esclusivamente da conflitti psichici irrisolti e fissazioni infantili, bensì da un’alterazione generale dell’economia energetica del biosistema somatico, da una limitazione della processualità corporea.

L’impatto con episodi traumatici, la dannosità di certe relazioni, e soprattutto, secondo Reich, una morale eccessivamente coercitiva causano irrigidimenti difensivi, l’autoinduzione di processi

inibitori a scopo adattativo che restringono le effettive possibilità organiche, fissano l’organismo a

riorganizzazioni restrittive e lo condannano al mantenimento di un perenne stato di tensione interna, impedendogli la piena e soddisfacente scarica dell’eccitazione accumulata. Il corpo individuale, in questo modo, è incastrato a una conformazione scarsamente flessibile che costituisce nella sostanza la memoria procedurale dell’accaduto spiacevole, la fonte inesauribile di una tensione non totalmente scaricabile, deviata tendenzialmente nella riproposizione della logica operativa dell’episodio scatenante o di dinamiche relazionali abituali.

In questa chiave interpretativa del fenomeno nevrotico, non è sufficiente allo scioglimento dell’ingorgo energetico che il significato recondito del sintomo divenga cosciente. Come

approfondiremo in seguito, perché il ristagno tensivo circolare si interrompa è necessario, invece, un intervento complessivo che integri mediazione linguistica e somaestetica capace di allentare il blocco organico e restituire la capacità perduta di rilasciare completamente l’eccitazione accumulata. Secondo Reich la soluzione dei più importanti problemi psicosomatici coincide col raggiungimento della cosiddetta potenza orgastica, la possibilità di allentarsi in maniera completa e soddisfacente nell’orgasmo, distendersi pienamente nell’attività sessuale genitale perché liberi da forme di restrizione organica che impediscano la totale pulsazione energetica dell’intero corpo. Egli, infatti, riconduce la carica erotica alla cosiddetta energia orgonica dell’organismo, o bioenergia, l’elemento vitale unificante e allo stesso tempo variegato della fisiologia umana, manifestantesi nelle correnti vegetative che attraversano la totalità corporea. In questo senso, dunque, la potenza orgastica coincide con la disinibizione generale delle attività vitali, l’eliminazione degli impedimenti biologici al cambiamento personale, dei fattori organici degli automatismi esistenziali, con l’espressione piena delle possibilità del corpo psichico. Come afferma Reich: «l’esperienza clinica dimostra che la grande forza d’attrazione delle rappresentazioni inconsce e infantili risulta dalla forza dei bisogni sessuali non soddisfatti e che essa conserva il suo carattere di coazione a ripetere solo fino a quando viene impedita la piena possibilità di soddisfare i bisogni sessuali»300. Il principale obiettivo terapeutico dell’analisi, perciò, deve essere condurre il paziente ad una vita genitale appagante, ossia a una processualità energetica libera da barriere organiche. In sostanza, nel corso dei suoi lavori sperimentali Reich scopre di fatto che le resistenze dei pazienti al lavoro analitico non sono semplicemente meccanismi psicologici più o meno consci, quanto piuttosto la manifestazione di impedimenti conformazionali, intime limitazioni organiche

alla possibilità di uno scarto esistenziale.

Da tutto ciò emergono due primi elementi cruciali per la nostra ricerca sulla nevrosi da stasi della coazione a ripetere: la corrispondenza tra rigida riconfigurazione biosistemica e

mantenimento cronico dell’imprinting relazionale che l’ha innescata; la corrispondenza tra cambiamento corporeo ed evoluzione personale.