• Non ci sono risultati.

La fase redazionale del progetto: l’antologia

Capitolo 2 – Il progetto “Scritture Giovani”

3. La fase redazionale del progetto: l’antologia

Cuore del progetto “Scritture Giovani” è l’antologia pubblicata da Festivaletteratura che contiene i racconti commissionati agli autori selezionati e tradotti nelle lingue dei festival coinvolti. Anna Lewis riassume efficacemente nella sua intervista il valore del volume: “The anthology is very important as the physical incarnation of the project”150. Questo libro, per i giovani scrittori, è la prima occasione di vedere tradotta una delle loro opere in lingua straniera, è l’opportunità di cambiare la prospettiva sul proprio testo, di scorgere le difficoltà e le bellezze della propria lingua madre. Ogni anno gli organizzatori danno un tema specifico all’antologia e gli autori lo interpretano con i loro racconti.

La decisione di commissionare racconti a tema fu discussa a lungo tra i partner. Ci sono dei forti vantaggi nell’adozione di un leitmotiv, come spiega Alessandro Della Casa: “Ci sembrava che questo avrebbe aiutato molto a comporre l’antologia e a presentarla, […] a dare un carattere di omogeneità alla proposta che facevamo e ci piaceva anche l’idea soprattutto che gli autori dessero un

~ 56 ~

contributo originale”151. Marella Paramatti vede nel tema anche una sfida artistica per i giovani scrittori, molti dei quali non hanno mai lavorato su commissione prima della partecipazione a “Scritture Giovani” - tenendo però sempre in mente che “uno alla fine può dire che un tema è più difficile da sviluppare, non sempre uno riesce a dare il meglio su un tema”152. L’aspetto della qualità del racconto in base al fatto di dover scrivere su commissione è stato criticato daBjarte Breiteig, selezionato per “Scritture Giovani” nel 2003. Breiteig valuta la questione dal punto di vista dell’utilità dell’antologia tradotta per avvicinarsi agli editori all’estero e afferma: “I think it is a drawback that the published story had to be a new one. That makes the quality of the published stories lower than it could have been. Better if every writer got to publish his or her best story already published in their own language. That is also a better way to get in touch with potential publishers”153. Gli organizzatori alla fine decisero di pubblicare lavori su commissione anche per assicurare l’originalità del racconto e per evitare problemi di diritti con gli editori che già avevano pubblicato il racconto nel paese d’origine. Contrariamente a Breiteig altri autori del progetto hanno invece apprezzato il fatto di scrivere su un dato tema, come Tilman Rammstedt: “Ich liebe diese Aufträge und finde es auch viel einfacher mit Aufträgen oder Vorgaben zu arbeiten, seien sie zeitlicher oder inhaltlicher Natur”154. Visto anche il breve tempo a disposizione per la stesura del racconto, per alcuni l’individuazione di un nucleo tematico aiuta, indicando già la strada da seguire. Inoltre questa impostazione del progetto con un tema unico ogni anno trova una motivazione anche nel fatto che gli autori vengano presentati al pubblico durante i festival letterari. Per l’organizzazione dell’evento un tema comune è quindi molto utile. “Così si può discutere su una cosa unica e che coinvolga tutti, perché se tutti scrivono di quello che vogliono poi diventa anche un po’ più complicato da gestire sul palco”155. Anche Florian Kessler, selezionato per “Scritture Giovani” nel 2014, conferma:

151 “Intervista ad Alessandro Della Casa”, p. XXXVI 152 “Intervista a Marella Paramatti”, p. XCV

153 “Intervista a Bjarte Breiteig”, p. XVI

154 Registrazione audio: Festivaletteratura 2003, evento 44, 00:03:00 155 “Intervista a Marella Paramatti”, p. XCV

~ 57 ~

“Ich fand das sinnvoll, weil durch ein gemeinsames Thema der eingeladenen Autoren auch gute Diskussionen über Gemeinsamkeiten und Unterschiede ausgelöst werden können”156. Un argomento comune è estremamente utile per la riconoscibilità del progetto all’interno del programma dei festival.

La scelta del tema avviene in modo democratico tra i festival coinvolti. Come spiega Marella Paramatti, ognuno degli organizzatori propone una serie di parole chiave che poi vengono discusse dal gruppo di lavoro, che ne sceglie una in vista di ciascuna edizione. D’altro canto non esistono criteri prestabiliti e si può proporre qualsiasi parola che possa destare interesse da parte del pubblico. Solo per la dodicesima edizione il tema era abbastanza predefinito: “Sarajevo nel 2014 era scontato perché ricorreva il centenario della prima guerra mondiale”157. Oltre a Sarajevo altre due città sono state selezionate come tema per l’antologia: Casablanca nel 2006 e Gerusalemme nel 2013. Tutte e tre le città possiedono a ogni modo una certa valenza simbolica, ora legata a determinati eventi storici, ora alle religioni o alla cultura pop. Si tratta di luoghi che nella mente del lettore hanno una forma precisa e stereotipata, luoghi che sfidano gli autori a trovare un approccio personale, cambiare la prospettiva più diffusa e rendere visibile aspetti nuovi della città.

Talvolta i temi per le edizioni di “Scritture Giovani” traggono spunto sia dalle tradizioni letterarie che dall’attualità sociale e politica. Con temi come “confini” (2003) o “altrove” (2005) si riflette sulla questione dello spostamento dell’uomo, del sentirsi a casa e sentirsi estraneo, del problema di trovare il proprio posto nel mondo che è da sempre una questione legata alla gioventù e all’identità del giovane artista. “Mostri” (2004) rende attuale un tema presente nella letteratura fin dall’antichità e si concentra sull’investigazione “dei molteplici terrori del mostruoso dentro e fuori di noi, tra sogno e minaccia, orrore e quotidianità”158: gli scrittori sono così in grado di passare dai misfatti della camorra napoletana alla paura per lo strano vicino di casa che rende visibile il mostro nel protagonista

156 “Intervista a Florian Kessler”, p. LXV 157 “Intervista a Marella Paramatti”, p. XCVI 158 “Scritture Giovani - Mostri“, p. 4

~ 58 ~

stesso. Nel 2007, con la raccolta “inquietudine”, si prende invece in considerazione lo stato delle società occidentali, narrando un “sentimento che forse più di ogni altro segna la gioventù e nel contempo questa nostra epoca orfana delle grandi famiglie ideologiche”159. La questione della perdita di orientamento all’interno della società si ripropone con il tema “Why?” nel 2012: “La crisi profonda – non solo economica – che attraversa l’Occidente reclama spiegazioni: why? è la domanda che rimbomba nel vuoto improvvisamente lasciato da modelli sfiniti, da strumenti di interpretazione che sembrano non dire più nulla”160. Ma i temi non sono sempre così critici verso lo status quo dell’Europa: nel 2008, per esempio, l’antologia è incentrata sulla parola “sunshine” e a ciascun autore viene chiesto di dare la propria interpretazione di “quella luce che ci abbaglia o ci illumina, ci dà forza o ci paralizza, ci rallegra o ci violenta”161; nel 2010 è la volta di un tema letterario classico e ricco di suggestioni come “mare”. A oggi i temi più curiosi forse sono “4.00am” (2009), che evoca lo spazio tra il giorno e la notte, e “names” (2011).

L’approccio al tema dipende spesso dalla cultura e dalla formazione di un autore, dalle sue esperienze di vita, magari da viaggi, da storie che ha ascoltato e persone che ha incontrato. Non sempre i temi selezionati risultano di facile lettura, come conferma Paramatti: “Noi per non complicare le cose diciamo sempre che il tema è assolutamente libero”162. Si trovano quindi nelle antologie di “Scritture Giovani” racconti di qualità diverse: sia i pregi letterari che lo spessore culturale variano molto da un autore all’altro. Chi non trova nessun aggancio personale al tema a volte lo svuota di significato, come è successo, per esempio, nel caso dei racconti su “Gerusalemme” (2013) di Felix Stephan e Maarten Inghels: hanno attribuito il nome della città a un albergo dove era ambientato il racconto oppure hanno ambientato un festival a Gerusalemme, che però poteva svolgersi in una città qualunque. Qualora il tema risulti troppo difficile per i selezionati gli

159 “Scritture Giovani - Inquietudine“, p. 2 160 “Scritture Giovani - Why?“, p. 4 161 “Scritture Giovani - Sunshine“, p. 2 162 “Intervista a Marella Paramatti”, p. XCVI

~ 59 ~

organizzatori non possono comunque cambiarlo. I tempi previsti dal progetto sono molto stretti e non permettono una rivalutazione del tema scelto.

Il racconto commissionato non ha una lunghezza minima, ma prevede un massimo di 10 cartelle redazionali. “Fissiamo un massimo per due motivi: per una questione di budget, perché questo incide poi su costi di traduzione e stampa del libro, e per avere delle misure che non siano troppo diverse fra loro”163, spiega Paramatti. Inoltre anche su questo aspetto del lavoro esercitano una grande influenza i tempi stretti di realizzazione del volume, generalmente tradotto in appena un mese poiché deve essere pronto prima dell’inizio del festival di Hay, in tarda primavera.

Dal 2005 al 2013 era presente un autore di un paese ospite oltre ai paesi dei festival coinvolti. Per motivi di mancanza di fondi nel 2014 “Scritture Giovani” aveva solo partecipanti dei tre paesi dei partner. Per l’edizione 2015, invece, si riuscirà a tornare alla vecchia formula con l’Irlanda come ospite. La scelta del paese, al pari di quella del tema, avviene dopo una discussione di gruppo degli organizzatori. A volte ci sono contatti con altri festival letterari o con altre istituzioni dedicate alla promozione letteraria che possono suggerire la scelta dell’autore. Se non esistono contatti il paese viene selezionato per altri motivi, dopodiché “qualcuno ci deve segnalare l’autore e questo, normalmente, viene fatto tramite gli istituti di cultura che già supportano i nostri festival quando abbiamo autori della loro nazionalità”164, spiega Paramatti.

Il lavoro più impegnativo legato alla preparazione del progetto è la selezione degli autori. “Scritture Giovani” non è un concorso che pubblica un bando a cui rispondono gli scrittori, ma un progetto che seleziona l’autore in autonomia fra tutte le offerte del mercato. Ogni festival coinvolto è responsabile per la scelta dell’autore del proprio paese. I criteri di selezione sono pochi: l’autore deve avere meno di 32 anni, aver pubblicato almeno un libro (senza contare testi apparsi in antologie o online) e il suo lavoro non deve ancora essere stato tradotto. La

163 Ivi, p. XCVII 164 Ivi, p. XCVIII

~ 60 ~

decisione di definire “giovane” uno scrittore con non più di 32 anni è stata complessa, come spiega Marella Paramatti: “Decidere l’età di un giovane autore non è facile, perché 35 anni ci sembravano già troppi, ma 29 ci sembravano magari pochi. Oltre al fatto che nei diversi paesi ci possono essere anche delle differenze su che cosa è ‘giovane’”165. Alla fine si decise di stabilire la soglia di ammissione ai 32 anni con la flessibilità di arrivare a 33 anni compiuti prima della partecipazione ai festival. La seconda condizione è che l’autore abbia pubblicato qualcosa: ovviamente, prosegue Paramatti, ciò non significa ricorrere al self- publishing, ma “pubblicare con un vero editore un libro normalmente in distribuzione”166. Per il tipo di pubblicazione non c’è una regola che precisa se devono aver scritto narrativa, anche se nell’antologia poi parteciperanno con un racconto. I selezionati prima del progetto pubblicano in gran parte romanzi o poesie, alcuni anche racconti e Florian Kessler (2014) era stato selezionato per un libro di saggistica. Quindi non solo il tema, ma anche la forma del testo per alcuni può essere un’esperienza nuova, come racconta, per esempio, Jemma L. King. La poetessa all’inizio aveva capito di dover scrivere un poema di 10 cartelle e pensava: “Oh my God, that is a huge poem! How an I going to do this?” per poi avvicinarsi alla forma del racconto. Il fatto di scrivere un racconto per lei personalmente è stato molto positivo e l’ha preparata per intraprendere il lavoro sul suo primo romanzo167.

Festivaletteratura affida il compito della ricerca dei giovani talenti in parte alla consulente Simonetta Bitasi, che collabora da anni anche alla programmazione del festival. Fin dalla nascita del progetto, Bitasi ha sempre consigliato degli autori; nei primi anni anche Carla Bernini e Luca Nicolini del Comitato Organizzatore furono particolarmente attivi nella ricerca di possibili partecipanti. Dal 2007 invece Bitasi è ufficialmente incaricata per la ricerca dello scrittore italiano per il progetto e fa una prima scrematura dei titoli di autori al di sotto dei 32 anni reperibili sul mercato: a tal fine controlla i cataloghi delle case editrici, partecipa

165 Ivi, p. XCVI 166 Ibidem

~ 61 ~

alle fiere del libro e legge ogni sorta di recensioni. Un’attenzione particolare viene prestata alle piccole case editrici che spesso pubblicano esordienti. Luca Nicolini nota che “fra i grandi [editori] c’è relativamente poco, non rischiano, in genere prendono autori quando già hanno dato qualcosa in qualche altra edizione”168. Inoltre Simonetta Bitasi preferisce gli autori delle piccole case editrici perché hanno più bisogno di promozione: una delle finalità di “Scritture Giovani” è anche quella di attrarre eventuali editori esteri per l’acquisto dei diritti. Se un giovane scrittore viene pubblicato da un’importante casa editrice, presumibilmente questa si occuperà già da sé della vendita dei diritti, mentre le piccole case editrici, con meno personale e meno visibilità sui media, non godono delle stesse opportunità per promuovere i propri autori. Non meno rilevanti, talvolta, sono le reti informali: alla consulente di Festivaletteratura arrivano spesso segnalazioni di amici e conoscenti che lavorano nell’editoria e anche qualche autocandidatura. Le opere vengono selezionate con criteri poco specifici, come spiega Nicolini. Simonetta Bitasi presta tanta attenzione alla qualità della scrittura in cerca di un “vero scrittore”, e ciò si riconosce “da un lessico ricco, dal tipo della costruzione della frase che uno sceglie, da come ha organizzato il romanzo o il racconto, nella descrizione dei personaggi”169. La storia raccontata dal giovane scrittore viene ritenuta secondaria: “La scrittura è assolutamente più importante della storia, senza alcun dubbio”170. L’autore perfetto è poi quello che riesce a combinare le due cose: “originalità delle storie raccontate e anche una grande capacità di utilizzo delle parole, anche in modo originale, in modo diverso”171. Per rendere però più oggettiva la selezione, Bitasi si confronta con lettori diversi, aiutata in ciò dalla continua esperienza di coordinatrice di gruppi di lettura. Spesso decide di far leggere un testo a un lettore abituale di narrativa italiana contemporanea, senza però esplicitare la finalità dell’operazione per non influenzarlo. Tante opere vengono lette anche da Marella Paramatti attenta soprattutto, come Bitasi, alla

168 “Intervista a Luca Nicolini”, p. LXXXVIII 169 “Intervista a Simonetta Bitasi”, p. XI 170 Ibidem

~ 62 ~

lingua. Paramatti però ha un importante criterio in più: “Deve essere leggibile”172. Si dà più peso alla qualità della scrittura che alla storia perché all’interno del progetto l’autore deve scrivere su un tema dato, che forse non produrrà una storia favolosa, ma che consentirà con sufficiente approssimazione di stabilire la qualità dell’autore. Inoltre racconta Paramatti che “rispetto a quello che leggi e rispetto al racconto che arriva ci sono delle volte che siamo rimasti spiazzati”173. Alla fine Simonetta Bitasi sceglie i due o tre libri migliori e li presenta a Carla Bernini e Luca Nicolini che prendono la decisione finale. Per Nicolini conta non solo la qualità della scrittura, ma anche la capacità di raccontare una storia, che secondo lui manca a tanti giovani scrittori italiani174. Oltre alle qualità artistiche Bitasi e Paramatti cercano di selezionare un autore che sappia esprimersi in inglese. La conoscenza della lingua è importante perché all’Hay Festival e anche a Berlino non ci sono interpreti a disposizione degli autori del progetto e gli scrittori devono svolgere l’evento in inglese. Inoltre, come sottolinea Paramatti, è importante soprattutto “perché poi fra i ragazzi si può più o meno creare un gruppo forte di scambio e amicizie”175.

Il processo di ricerca e selezione dura circa un anno. L’autore selezionato viene contattato da Festivaletteratura verso la fine di novembre dell’anno precedente alla sua presentazione ai festival. Non è mai successo che uno scrittore abbia rifiutato la partecipazione a “Scritture Giovani”. Si cerca poi di incontrare l’autore di persona per verificare la sua padronanza della lingua inglese, per capire eventuali problemi organizzativi e nel caso cercare di mediare oppure scegliere un autore alternativo. Come spiega Bitasi: “Se ho due a pari merito che sono bravi tutti e due, però uno è strano, non sa parlare e non esce di casa, e l’altro è una persona tranquilla… a parità guardi anche quello”176.

Il candidato tedesco viene selezionato direttamente da Ulrich Schreiber. Il direttore artistico del festival di Berlino si informa sui giovani talenti attraverso i

172 “Intervista a Marella Paramatti”, p. XCIX 173 Ivi, p. XCIX

174 Cfr. “Intervista a Luca Nicolini”, p. LXXXVIII 175 “Intervista a Marella Paramatti”, p. XCVIII 176 “Intervista a Simonetta Bitasi”, p. XIII

~ 63 ~

canali e le riviste di settore, studia i cataloghi degli editori e parla con altri autori: la scrittrice selezionata per l’edizione 2015, ad esempio, era stata scoperta dall’ilb attraverso una segnalazione di Clemens Setz (selezionato per “Scritture Giovani” nel 2010). Per Ulrich Schreiber l’unico criterio per la selezione dell’autore è la sua qualità letteraria177.

Peter Florence si occupa invece della selezione per l’Hay Festival cercando sempre di privilegiare autori gallesi: “The inclusion of a Welsh participant firmly establishes that Hay Festival is in Wales, there are of course many contributing factors to the choice of the particpant which is done on merit and considered talent not necessarily just on ‘Welshness’”178. Il direttore artistico si informa in modo simile agli altri responsabili per la selezione degli autori attraverso pubblicazioni del settore editoriale e tramite il contatto diretto con editori, giornalisti e addetti ai lavori dell’editoria gallese. La concentrazione su scrittori gallesi cerca di portare questa letteratura vivacissima ma poco nota al di fuori dai confini nazionali, “into the wider international community, to engage with new audiences, bringing an old language to the attention of a new world, and making it a valid and important voice in the chorus of voices that deserve to be heard”179.

Dopo la fase di selezione, i contatti con l’autore italiano passano a Marella Paramatti, che lo segue per tutta la durata del progetto, accompagnandolo anche all’Hay Festival. Paramatti è inoltre responsabile del coordinamento generale della rassegna, del contatto con gli altri festival, con i traduttori e con Corraini Edizioni. Agli autori viene spiegato il tema e tutto lo svolgimento di “Scritture Giovani”, come pure il fatto che hanno tempo fino a metà febbraio per scrivere il racconto. “Vengono pagati per la stesura del racconto, dipende dagli anni e dagli sponsor, siamo andati da un minimo di 600€ a un massimo di 1000€”180. Dopo la prima stesura del racconto gli autori selezionati collaborano con un editor. Nei primi anni l’editing veniva fatto per Festivaletteratura da Stefano Tettamanti,

177 Cfr. “Intervista a Ulrich Schreiber”, p. CXVI 178 “Intervista a Lyndy Cooke”, p. XVII 179 Ibidem

~ 64 ~

dipendente di un’agenzia letteraria. Alcuni autori hanno chiesto di poter lavorare sui propri racconti con lo stesso editor che ha curato la loro precedente pubblicazione. Per esempio, il racconto di Laura Fidaleo del 2013 venne curato da Chiara Valerio che aveva partecipato a “Scritture Giovani” nel 2007 e che oggi è responsabile della collana “narrativa.it” della casa editrice Nottetempo, dove è uscito il primo libro di Fidaleo. Negli ultimi anni l’editing spesso è stato fatto da Simonetta Bitasi.

Le tempistiche per l’organizzazione e realizzazione del progetto, come accennato, sono molto strette. Dalla scelta del paese ospite, del tema e dell’autore indicativamente a fine novembre, alla consegna del racconto a febbraio, passano soltanto due mesi. Il tempo per gli autori quindi è molto breve per la scrittura del racconto e la revisione con l’editor. L’ex “Scritture Giovani” Flavio Soriga (2003) riflette sul problema del poco tempo e dell’effetto sulla qualità del racconto in questi termini: “credo che la maggior parte di noi abbia lavorato più sulla lingua che sulla struttura, perché in dieci giorni non puoi strutturare troppo”181. Per la traduzione dei racconti viene dato un mese al massimo e verso metà marzo il progetto passa dai grafici di Corraini Edizioni e va in stampa: i volumi devono infatti essere stati stampati per l’inizio dell’Hay Festival, nella seconda decade di maggio. I libri vengono spediti non solo ai festival partecipanti ma anche agli