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La guerra imperialista degli anni 1914-1918

Nel documento Impaginato e pubblicato da M 48 (pagine 92-96)

C OME LO SVILUPPO DEL CAPITALISMO CONDUCA ALLA RIVOLUZIONE COMUNISTA

29. La guerra imperialista degli anni 1914-1918

Per l’esercito, la flotta,

pagamento degli interessi rubli 40,14 Per l’istruzione pubblica rubli 2,86

Per l’agricoltura rubli 4,06

Per l’amministrazione, la giustizia, la diplomazia, le

ferrovie, il commercio, l’industria, le finanze, ecc.

rubli 51,94

Totale rubli 100,00

Per l’esercito e la flotta rubli 53,80 Per il pagamento degli

interessi dei prestiti e l’ammortizzazione del

debito pubblico

rubli 22,50

Per i servizi pubblici rubli 23,70

Totale rubli 100,00

La politica imperialista delle grandi Potenze doveva tosto o tardi condurre ad un conflitto. È evidente che le origini della guerra mondiale sono da ricercarsi nella politica brigantesca di tutte le grandi Potenze.

Soltanto un pazzo può ancora credere che la guerra sia scoppiata perché i Serbi uccisero il principe ereditario austriaco o perché la Germania aggredì il Belgio. Agli inizi della guerra si discusse molto per colpa di chi essa fosse scoppiata. I capitalisti tedeschi sostenevano naturalmente che la Germania era stata aggredita dalla Russia, ed i capitalisti russi strombazzavano a tutti i venti che la Russia era stata aggredita dalla Germania. L'Inghilterra pretendeva condurre la guerra per la difesa del piccolo Belgio così duramente colpito. Anche la Francia si vantava di combattere nel modo più disinteressato e generoso per l’eroico popolo belga. E la Germania e l’Austria dicevano di combattere per tener lontane dai loro confini le orde dei cosacchi e di condurre una guerra santa di difesa.

Tutto ciò non era altro che una menzogna ed un inganno teso alle masse lavoratrici. La borghesia doveva ricorrere a questo inganno per spingere i suoi soldati al macello. E non fu la prima volta che la borghesia si servì di questo mezzo. Noi abbiamo visto più sopra come i baroni dei grandi trusts introducessero ali dazi per poter condurre, attraverso lo sfruttamento dei propri connazionali, la lotta per i mercati esteri in condizioni privilegiate. I dazi erano quindi per essi un mezzo offensivo. La borghesia invece protestava di dover difendere “l’industria nazionale”. La stessa cosa avvenne con la guerra. La natura della guerra imperialista, che doveva asservire il mondo al dominio del capitale finanziario, consisteva appunto nel fatto che tutti erano aggressori.

Oramai queste cose sono fuori dubbio. I lacchè dello zar affermavano di essere sulla “difensiva”. Ma quando la rivoluzione d’ottobre aprì i cassetti segreti dei Ministeri si poté constatare, in base a documenti, che sia lo Zar che il signor Kerenski conducevano la guerra, in accordo con gli Inglesi e Francesi, per annettere Costantinopoli, depredare la Turchia e la Persia e per strappare all’Austria la Galizia.

Gli imperialisti tedeschi sono stati pure smascherati. Basta ricordare la pace di Brest-Litovsk, le invasioni dei Tedeschi nella Polonia, nell’Ucraina, nella Lituania e nella Finlandia. Anche la rivoluzione tedesca ha portato

alla luce parecchio ed ora sappiamo, in base a documenti sicuri, che la Germania era entrata in guerra con intenti annessionisti, con la speranza di poter conquistare nuovi territori e nuove colonie.

Ed i nostri generosi alleati? Anch’essi sono ora smascherati. Dopo aver strangolato la Germania con la pace di Versailles, dopo averle imposto 125 miliardi di indennità, dopo averle tolto tutta la flotta, tutte le colonie, quasi tutte le locomotive, nessuno crederà più alla loro generosità. Essi depredano anche la Russia del Nord e del Sud. Anch’essi hanno condotto una guerra di rapina.

I comunisti (bolscevichi) previdero tutto ciò già prima della guerra. Ma se allora ci credettero soltanto pochi, ora non vi è più persona sensata che ne dubiti. Il capitale finanziario è un rapace e sanguinario brigante, qualunque sia la sua origine, sia egli russo, tedesco, francese giapponese od americano.

È quindi ridicolo sostenere che in una guerra imperialista uno degli imperialisti sia colpevole e l’altro no, oppure che questi imperialisti siano gli aggressori e gli altri si trovino in difesa. Tutto ciò era stato escogitato per imbottire i crani degli operai.

In realtà tutti aggredirono in prima linea i piccoli popoli coloniali, tutti pensarono di depredare il mondo intero e di asservirlo al capitale finanziario del proprio paese.

Questa guerra doveva diventare una guerra mondiale. Quasi tutto il mondo era diviso fra le grandi potenze, collegate fra di loro da una comune economia mondiale. Nessuna meraviglia quindi se la guerra divampò in quasi tutte le parti del mondo.

L'Inghilterra, la Francia, l’Italia, il Belgio, la Russia, la Germania, l’Austria-Ungheria, la Serbia, la Bulgaria, la Rumenia, il Montenegro, il Giappone, l’America, la Cina ed una dozzina di altri piccoli Stati vennero attratti nel vortice sanguinoso. Il miliardo e mezzo di uomini che popolano la terra dovettero direttamente od indirettamente subire le dolorose conseguenze della guerra, che un piccolo gruppo di delinquenti capitalisti aveva loro imposto. Il mondo non aveva mai visto eserciti così giganteschi, come quelli che vennero messi in campo; né armi micidiali né una simile potenza del capitale hanno riscontro nella storia. I capitalisti inglesi e francesi non costrinsero soltanto i propri connazionali a farsi uccidere per i loro interessi, ma anche i popoli coloniali. I predoni

civili non si peritano neppure di impiegare dei cannibali per i propri fini di dominazione e sfruttamento. E tutto ciò viene mascherato colle ideologie più nobili.

La guerra del 1914 ebbe i suoi precedenti nelle guerre coloniali, come la campagna delle potenze “civili” contro la Cina, la guerra americano-spagnola, la guerra russo-giapponese del 1904 (per il possesso della Corea, di Porto Arturo, della Manciuria, ecc.), la guerra italo-turca nel 1911 (per il possesso di Tripoli), la guerra del Transvaal al principio del secolo XX, nella quale la democratica Inghilterra strangolò le due repubbliche boere. Vi fu una serie di situazioni internazionali in cui i conflitti fra le singole potenze minacciarono di sboccare in una guerra micidiale. La spartizione dell’Africa per poco non provocò una guerra fra la Francia e l’Inghilterra (episodio di Fascioda), poi fra la Germania e la Francia (per il Marocco). Gli antagonismi fra Inghilterra e Russia nell’Asia centrale minacciarono di degenerare in un conflitto armato fra questi due paesi.

Già al principio della guerra mondiale si delineò nettamente l’antitesi di interessi fra l’Inghilterra e la Germania per la supremazia nell’Africa, nell’Asia Minore e nei Balcani. Le contingenze politiche determinarono l’alleanza dell’Inghilterra colla Francia, che voleva strappare l’Alsazia-Lorena alla Germania, e con la Russia, che pensava di fare i suoi interessi nei Balcani e nella Galizia. L'imperialismo americano intervenne solo più tardi, poiché esso speculava sull’indebolimento delle potenze europee.

Le potenze imperialiste si servono per i loro loschi fini, oltre che del militarismo, anche della diplomazia segreta, che opera con trattati segreti e intrighi, senza però rifuggire da assassini, attentati, ecc. I veri obiettivi della guerra imperialista erano appunto contenuti in questi trattati segreti, stipulati fra l’Inghilterra, la Francia e la Russia da una parte e fra la Germania, l’Austria, la Turchia e la Bulgaria dall’altra. L'assassinio del principe ereditario d’Austria non avvenne certamente all’insaputa della diplomazia dell’Intesa. Ma anche la diplomazia tedesca non se ne dolse.

Un imperialista tedesco scrisse in merito: «Noi dobbiamo considerare come una vera fortuna che la grande congiura antitedesca sia scoppiata in seguito all’assassinio del principe ereditario austriaco prima del termine stabilito. Due anni più tardi la guerra sarebbe stata per noi molto più difficile». Gli imperialisti tedeschi sarebbero stati capaci di sacrificare un proprio principe pur di provocare la guerra.

Nel documento Impaginato e pubblicato da M 48 (pagine 92-96)