CAPITOLO 3: IL TURISMO NELL’ERA DIGITALE
3.2. La migrazione dei generi turistici al web
Dominici afferma che “i sistemi socio-economici si fondano su un complesso di relazioni individuali realizzate attraverso la comunicazione. Da qui il rilievo assunto dal linguaggio nelle sue varie forme” (Vaccina, 2010). Il linguaggio dunque non sta solo alla base dello scambio comunicativo ma rispecchia anche i mutamenti che avvengono nel contesto in cui è inserito. Il contesto attuale, di cui bisogna tener conto per analizzare il linguaggio del turismo nell’era digitale, risulta alquanto complesso e in continua evoluzione: in un mondo che è sempre più connesso e globalizzato, i flussi di
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informazioni e le comunicazioni si sono intensificati in modo esponenziale e questo ha portato a una rapida diversificazione ed evoluzione sia dei testi che dei generi a cui appartengono (Garzone, 2012).
La premessa iniziale che occorre stabilire per affrontare il tema del cambiamento dei generi nell’era digitale prevede uno spostamento dalla tradizionale concezione del genere, in cui il criterio di classificazione più importante è il fine a cui tende, verso un approccio che tenga conto della crescente complessità assunta dalla dimensione discorsiva nella società contemporanea e della conseguente multifunzionalità e intrinseca dinamicità dei generi stessi. Come riportato da Garzone (2007: 18): “although purpose retains the status of a privileged criterion, genre categorization is seen as more a matter of extensive text-in-context inquiry than of a narrow text-based analysis”. Pertanto, accettare questa premessa e quindi interpretare il genere nella sua natura sociale significa interpretarlo “in pragmatic terms as a form of rhetorical action, a standardized discursive response to similar situations that people have to face recurrently” (Garzone, 2012: 22).
Se quindi i generi sono prodotti sociali che appaiono influenzati da una serie complessa di variabili esterne, eventuali cambiamenti o sviluppi del contesto sociale, culturale e storico in cui sono inseriti determineranno dei mutamenti al loro interno. Per quel che riguarda l’ambito qui discusso, il fattore che negli ultimi anni ha portato a un cambiamento sostanziale della comunicazione in generale, e dei generi in cui si divide in particolare, è derivato dalla globalizzazione e dallo sviluppo delle nuove tecnologie. La proliferazione di nuovi mezzi e nuovi ambienti comunicativi ha permesso lo sviluppo di spazi discorsivi e sociali senza precedenti e potenzialmente illimitati. Questi hanno portato con sé metodi comunicativi innovativi e hanno determinato la generazione di nuovi modelli discorsivi strettamente dipendenti dalla comunicazione mediata dal computer e da quella mediata dalla rete. Infatti, sebbene alcuni generi testuali dispongano di copie stampate “tradizionali”, lo scenario in cui sono inseriti e il mezzo sul quale si basano conferiscono loro proprietà uniche (Garzone, 2007: 19). Il concetto di genere è cambiato radicalmente e con l’avanzare degli sviluppi tecnologici, che hanno trasformato la configurazione semiotica degli eventi comunicativi, assume sempre nuove connotazioni. C’è un’evidente relazione diretta tra il mezzo utilizzato per comunicare e le caratteristiche che assumerà l’evento
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comunicativo realizzato: la selezione di un determinato mezzo e gli strumenti che questo mette a disposizione sono fattori importanti che incidono sulla trasformazione delle caratteristiche specifiche di un evento comunicativo. Con il passaggio all’era digitale, i generi migrati al web hanno subito diversi mutamenti; alcuni si sono semplicemente duplicati, producendo due copie uguali dello stesso documento (una cartacea e una digitale), altri migrando al web si sono saputi adattare ed evolvere, sfruttando gli strumenti messi a disposizione dai nuovi mezzi, infine sono nati generi propri di questa nuova era. In ogni caso, data la particolarità di questa nuova generazione di testi, è difficile catalogare i vari generi in base a criteri definiti.
Come afferma Calvi infatti “[los géneros] se combinan e interactúan entre ellos formando sistemas, colonias, cadenas, etc., con diferentes relaciones de interdependencia. El hibridismo […] suele ser la norma” (2010: 16). Pertanto sarà difficile trovare generi allo stato puro in quanto spesso racchiudono al loro interno testi con funzioni diverse, creati per raggiungere obiettivi diversificati. L’eterogeneità presente anche all’interno di uno stesso genere dipende quindi dall’accostamento di varie strategie testuali, selezionate per assolvere alle molteplici funzioni di un testo. Ciononostante possiamo riscontrare nei nuovi generi web alcune caratteristiche comuni, derivanti dal mezzo in cui sono inseriti (Garzone, 2007: 20-25):
Multimodalità: consiste nell’utilizzo combinato di diverse risorse semiotiche all’interno di un singolo processo comunicativo. Non è una proprietà nuova o esclusiva del web, ma ne rappresenta la caratteristica principale. Se infatti tutte le comunicazioni umane avvengono attraverso l’utilizzo di diversi canali (per esempio un’interazione faccia a faccia prevede l’utilizzo del canale orale, visuale e della prossemica), nel mondo digitale questo risulta ancora più evidente in quanto si ha accesso simultaneamente a una vasta gamma di tecnologie e di strumenti (immagini, audio, video, animazioni) che possono essere combinati, manipolati e utilizzati con molta facilità. Il ricorso a grafiche complesse, l’uso frequente di immagini, fotografie, animazioni e effetti speciali sono tratti caratteristici di qualsiasi genere appartenente al web poiché le diverse combinazioni di questi elementi, e lo sfruttamento delle possibilità offerte da ciascuno, hanno permesso la moltiplicazione delle potenzialità espressive dei testi (Cassany, 2012: 47-48);
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Allargamento del bacino di utenti: ovvero la possibilità offerta dalla comunicazione mediata dal web di mettere in contatto milioni di utenti in tutto il mondo, istantaneamente. Chi scrive un testo che sarà pubblicato in rete è consapevole del fatto che i possibili fruitori di quel testo non saranno solo quelli ai quali è direttamente indirizzato ma anche una serie di utenti non bene identificati che potrebbero imbattersi nel contenuto fortuitamente. In termini discorsivi, l’allargamento globale del bacino di utenti ha avuto un impatto evidente sull’organizzazione del testo: pubblicando un testo in rete non ci si indirizza infatti solo alla comunità virtuale o ai destinatari di riferimento, ma si cerca di coinvolgere anche lettori potenziali, non interessati, che passano di lì per caso. Di conseguenza, il tentativo di attirare l’attenzione di individui sconosciuti comporta l’inserimento di una componente promozionale più o meno in tutte le categorie di testo, anche in quelle tipicamente riservate a cerchie ristrette di esperti. Allo stesso tempo però, la comunicazione mediata dal web offre opportunità per contatti ed espressioni individuali, dato che si rivolge ai suoi utenti individualmente e dà a tutti la possibilità di divulgare opinioni e scambiare pareri. Cassany (2012: 51) afferma che “es como si el campo de juego de la comunicación se hubiera agrandado sin límites: de nuestro entorno inmediato […] pasamos al planeta completo.”;
Ipertestualità: è la caratteristica che più delle altre contraddistingue il web, senza la quale non esisterebbe. Il WWW infatti rappresenta l’interconnessione globale di un numero infinito di ipertesti, ovvero “a series of text chunks connected by links which offer the reader different pathways” (Nelson, 1981: 2). I collegamenti elettronici presenti nei testi digitali permettono di rompere con la linearità tipica dei testi tradizionali (stampati) e di saltare da un contenuto a un altro, seguendo diversi percorsi, in base alle scelte dell’utente. Il lettore quindi ha più iniziativa nel scegliere cosa leggere e in che ordine farlo, e l’autore deve provvedere a creare vari itinerari che si adattino a destinatari differenti.
L’ipertestualità a sua volta comporta una serie di conseguenze che influiscono fortemente sulla struttura di testi, discorsi e generi, quali:
Granularità: consiste nell’insieme delle unità testuali in cui il discorso è segmentato per poter essere mediato e distribuito tramite computer. Un testo
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digitale deve essere suddiviso in varie sezioni, ognuna delle quali rappresenterà un nodo che verrà collegato, tramite un link, ad altri nodi. Questo è quello che viene chiamato grain di un ipertesto, cioè la somma dei segmenti di testo che possono essere visualizzati sullo schermo. Il testo non viene reso accessibile al lettore in un’unica soluzione, ma piuttosto è suddiviso in piccole unità alle quali si accede tramite la navigazione.
Attivazione di diverse modalità di lettura: insieme alla tradizionale lettura lineare, l’ambiente ipertestuale ammette una lettura non lineare che attraverso la navigazione di vari siti, permette all’utente di costruire attivamente il suo percorso spostandosi da un contenuto all’altro.
Intertestualità: secondo la definizione che ne dà Santulli (2012: 277) rappresenta the insertion into a text of pieces taken from other texts and discourses (in the horizontal dimension of quotation) but also the paradigmatic dimension, entailing implicit reference to other texts, which form a recognisable cluster to which the new text ideally belongs.
Già i vecchi documenti disponevano di strumenti intertestuali (citazioni, riferimenti, bibliografia) ma Internet li ha resi più espliciti. I testi si collegano tra loro tramite collegamenti esterni e i lettori saltano da un sito a un altro navigando in questo universo di documenti alla ricerca dei dati desiderati (Cassany, 2012: 46-47); per questo motivo i web designers concepiscono l’architettura di un ipertesto in forme variabili, con diverse opzioni possibili di navigazione.
Co-articolazione e interattività: nel nuovo contesto virtuale l’utente si ritrova nella posizione di poter contribuire materialmente, esercitando il suo diritto di scegliere quale percorso seguire, alla realizzazione dell’ipertesto ogni volta che lo esplora. Le caratteristiche dei generi web, in particolare del Web 2.0, contribuiscono a descrivere il ruolo dell’utente quale co-autore o co-articolatore del discorso; egli infatti ha la possibilità di aggiungere contenuti nuovi (testo, immagini, suoni), creare link e delineare nuovi percorsi. È proprio per questo che il Web 2.0 è anche chiamato web sociale, perché comprende una seconda generazione di applicazioni che favoriscono la partecipazione dinamica di tutti gli utenti. Come afferma Cassany (2012: 56): “las aportaciones de cada individuo se diluyen en un magma global y conceptos como autoría,
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originalidad, creatividad o propiedad intelectual adquieren matices y valores nuevos”.
Tutte queste caratteristiche presenti in tutti i testi che si trovano nel web hanno influito molto anche sul cambiamento avvenuto per i generi del turismo. Possiamo trovare alcuni generi che ora hanno una copia digitale ma che non differiscono dalle loro versioni stampate (cataloghi, brochure, depliant on line). Mentre ci sono generi che migrando al web hanno subito delle trasformazioni, ampliando le loro possibilità comunicative (pagine web istituzionali, guide). Infine ci sono quei generi nati nel web che hanno trovato larga diffusione nell’ambito turistico e in particolare con il Web 2.0 (forum, blog, portali specializzati).