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CAPITOLO 2. LA COMUNICAZIONE MEDIATA DAL COMPUTER

2.1. Definizione e caratteristiche della Comunicazione Mediata dal Computer

2.1.2. Oralità e scrittura

Nell’analisi dei cambiamenti che le nuove tecnologie hanno portato non si può non tener conto degli effetti che queste hanno avuto sulla scrittura. Se fino a poco tempo fa il concetto di scrittura veniva associato alle idee di rigidità e fissità e, forse proprio per questo, aveva perso il suo ruolo di prestigio nell’organizzazione e nella diffusione dei saperi, la diffusione della rete l’ha vista protagonista di una rinascita e di una

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trasformazione epocale che l’ha riportata ad essere il mezzo preponderante nella comunicazione di massa: la maggior parte della comunicazione che avviene via Internet infatti è di tipo testuale o, citando Herring (2001: 612), è un “visually presented language”. Tuttavia non è possibile classificare queste produzioni come appartenenti alla sfera della scrittura intesa nel senso canonico del termine; la definizione di scrittura digitale, infatti, implica una serie di caratteristiche innovative che ne ridefiniscono i parametri, avvicinando i domini dell’oralità e le tempistiche del parlato allo scritto (Pistolesi, 2004: 10). Una delle osservazioni più frequenti sulla lingua di Internet riguarda la sua vicinanza al parlato. Questa sensazione non concerne tanto il canale semiotico, quanto il fatto che alcuni tratti linguistici che consideravamo esclusivi della produzione orale sono ora presenti nei testi scritti. Possiamo trovare una tensione tra “la estabilidad de la escritura y la espontaneidad y lo efímero de la interacción oral”, che comporta la creazione di messaggi ibridi, “en forma de texto pero con clara vocación oral" (Yus, 2001). Più precisamente, gli scambi che avvengono tramite computer hanno tempi di formulazione ed emissione e di risposta nettamente più veloci rispetto agli scambi scritti comuni, tuttavia risultano comunque meno immediati di una comunicazione faccia a faccia. Per descrivere questa nuova tipologia di scrittura, Pistolesi (2004: 30), riprendendo la definizione coniata da Ong di second orality, ha formulato il concetto di “scrittura secondaria”, la quale “[deforma] il codice scritto in direzione della voce e [ispira] le strategie che mirano a reintrodurre la fisicità dell’atto linguistico nel testo scritto”.

La scrittura è entrata in una nuova dimensione dove ha perso la sua rigidità ed è diventata manipolabile e dinamica: i suoi confini si sono ampliati in direzione della voce permettendole di svolgere funzioni effimere e volatili che l’hanno avvicinata al dominio dell’oralità (Pistolesi, 29 aprile 2010), riducendo la distanza tra “escritura material y escritura mental” e quindi permettendo al mezzo di influire sui processi di pianificazione, composizione, e rielaborazione del testo, che si avvicinano sempre di più ai movimenti del pensiero (Pano Alamán, 2008: 20-21).

È altrettanto importante sottolineare come le proprietà linguistiche e i linguaggi utilizzati varino in base al sistema di comunicazione utilizzato, oltre che a seconda del contesto sociale e culturale nel quale la situazione comunicativa è inserita. Le caratteristiche del mezzo, infatti, concorrono a modellare un contesto singolare che deve

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essere tenuto in grande considerazione per capire la natura di questo linguaggio. In questo contesto, le opzioni comunicative dell’utente sono limitate dalla natura dell’hardware necessario per accedere alla rete, i caratteri resi disponibili dalla tastiera determinano la portata produttiva del linguaggio, cioè il tipo di informazione che può essere inviata e le dimensioni e la configurazione dello schermo ne determinano le capacità ricettive, ovvero il tipo di informazione che può essere visualizzata. Vi sono attività linguistiche che questo mezzo può facilitare notevolmente, altre invece che risultano molto limitate: “The evolution of Netspeak illustrates a real tension which exists between the nature of the medium and the aims and expectations of its users” (Crystal, 2001:24).

Per esempio, nell’ambito della CMC asincrona possiamo trovare strutture sintattiche complesse, caratteristica condivisa con lo scritto; le affinità con il parlato, invece, risultano molto più evidenti nella comunicazione sincrona, poiché vanno ricercate nello stile dialogico, caratteristico della comunicazione orale. Possiamo trovare aspetti dialogici anche nelle mail strutturate in forma di domanda-risposta, ma sono più evidenti per esempio nell’IRC (Internet Relay Chat) dove il testo si sviluppa dinamicamente sotto gli occhi dei partecipanti (Baracco, 2002: 261).

Un’obiezione che può emergere è che, essendo lo scambio di informazioni disponibile solo attraverso il canale visivo, gran parte delle caratteristiche tipiche del linguaggio parlato (cinesica, prossemica, prosodia) vengono a mancare. Di conseguenza, i segni linguistici e paralinguistici che servono a decifrare il contesto situazionale di un messaggio non risultano trasmissibili e le funzioni fatica e metacomunicativa vengono drasticamente ridotte: si rischia in questo modo che gran parte del significato vada perso. Ciononostante, gli utenti della rete sono riusciti a elaborare delle strategie per compensare queste mancanze: approfittando delle risorse digitali, la scrittura convenzionale si trasforma per emulare la trascrizione fonetica rendendo la CMC altrettanto espressiva ed efficace. I segni metacomunicativi quindi non scompaiono ma si trasformano in funzione del contesto (Pano Alamán, 2008: 24).

Questo nuovo approccio alla lingua ha cambiato non solo il modo di comunicare via computer, ma anche il modo di intendere la comunicazione in generale e il modo in cui esprimiamo e formuliamo il nostro pensiero. Cercando di superare anche questa dicotomia (orale/scritto), bisogna tener conto che ormai in questo campo la parola

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chiave è “interattività” e che quindi il discorso mediato da computer va inserito in un continuum di registri che sono determinati non solo diamesicamente, ma anche da fattori come il ritmo della conversazione e il modo in cui lo scambio viene costruito in termini di alternanza di turno e negoziazione del discorso. Tutto questo è relazionato alle condizioni di produzione e ricezione del discorso che, a loro volta, dipendono dal grado di familiarità tra gli interlocutori, dagli obiettivi della comunicazione, dal contesto culturale, dalla competenza linguistica e del mezzo posseduta dagli utenti.