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4. PERFORMANCE DEL COSTO DI PRODOTTO NELLE AZIENDE

4.3. La questione dell’attribuzione dei costi “

Altro aspetto importante per la redazione della contabilità industriale o analitica riguarda l’attribuzione ai prodotti di tutti gli elementi di costo sostenuti oppure imputare ai medesimi solo una parte di tali costi (Carbonara, Petrizzelli). Si tratta cioè di determinare i “costi pieni” di prodotto oppure i “costi parziali” di prodotto in relazione al numero di elementi di costo considerati nella determinazione, cioè, rispettivamente, in tutto o in parte le spese che vengono sostenute; ciò in relazione ai fini che l’ impresa intende perseguire. A tale scopo si rivela opportuno classificare i costi che si sono sostenuti (Carbonara, Petrizzelli). in base al criterio per “area funzionale”, come nel caso seguente: produzione; amministrazione; marketing; ecc.. All’interno di ciascuna di queste è possibile procedere al controllo delle attività dei singoli centri di responsabilità.

In base alla contabilità analitica, dovendo attribuire ai vari prodotti solo una parte delle spese complessive sostenute, i costi parziali per la loro individuazione richiedono maggiore impegno. Tanto che essi possono essere determinati secondo criteri diversi: “costo primo”, “costo industriale” e “costo variabile” (Carbonara, Mantesso, Petrizzelli).

Il costo primo di un prodotto deriva dalla somma dei costi diretti senza alcuna imputazione di costi indiretti (Mantesso) e quindi ha il vantaggio, come già rilevato in precedenza, di essere “oggettivo” (Petrizzelli) in quanto non richiede la ripartizione dei costi generali; è un direct cost (Trojano). È costituito dai valori attribuiti ai consumi di materie prime e agli utilizzatori di mano d’opera diretta (Trojano).

Il costo industriale si stabilisce aggiungendo ai costi delle materie prime e del lavoro gli elementi risultanti dalla ripartizione dei costi indiretti che sono parte integrante del processo di trasformazione. Si ottiene, dunque, aggiungendo al costo primo una quota di costi generali imputati direttamente secondo vari possibili criteri (Trojano). Il costo variabile (direct costing), infine, va inteso come costo direttamente proporzionale alle quantità prodotte non imputando i costi fissi considerati come costi di periodo (Mantesso).

Per quanto riguarda il costo pieno (full costing) si considerano tutti i costi oltre il livello industriale. Invero “il costo complessivo trova scarsa applicazione, poiché nella prassi si rinuncia quasi sempre ad imputare alcune voci di costo relative all’area amministrativa, finanziaria, tributaria, commerciale, di ricerca, ecc., che potrebbero essere imputate solo con criteri molto grossolani, ovvero senza rispettare il nesso causale con l’ oggetto di costo” (Mantesso).

Tuttavia la loro determinazione si rende necessaria qualora si dovesse risalire al costo tecnico-economico, cioè nel caso di calcoli di convenienza economica comparata, ovvero quando si deve scegliere tra alternative che comportano impieghi di capitale per tempi e impieghi diversi (Trojano). In questo caso si deve provvedere alla determinazione del costo complessivo aggiungendo al costo industriale una quota di costi a imputazione indiretta (costi comuni e generali) di amministrazione e vendita, una quota di oneri finanziari e una quota di oneri tributari (Trojano). Al costo numerario complessivo così determinato occorre aggiungere quote riferibili agli oneri figurativi (il profitto normale per l’imprenditore, compenso questo che può essere integrato con le

111 attribuzioni per la funzione di direzione tecnica, per interessi sul capitale proprio dell’impresa) per risalire al costo tecnico-economico, ovvero alla configurazione di full cost più completa (Trojano). La determinazione dei costi figurativi si attua attraverso il confronto con supposti prezzi correnti di mercato o altro modo congetturale ritenuto espediente; in altre parole, ricorrendo al “costo opportunità” (o costo economico).

Per una annotazione indicata allo scopo, di seguito ci riferiamo a Trojano.

«La contabilità analitica, industriale, gestionale, può essere tenuta a costi diretti (direct costing) e/o a costi pieni (full

costing).

La determinazione a direct costing imputa ai prodotti (processi) i costi variabili e i costi fissi specifici, appunto perché considerati costi di prodotto. Quindi è un costo parziale di tipo “oggettivo” in quanto riferito ai soli costi variabili. L’opportunità di utilizzazione nel caso di decisioni di breve periodo.

La determinazione a full costing imputa a un determinato prodotto i costi diretti e indiretti, quindi mirato alle varie configurazioni di costo, cioè, “costo primo”, “costo industriale”, “costo complessivo” e “costo economico-tecnico”. Si utilizza per decisioni di lungo periodo.

In particolare;

Costo primo: si riferisce all’insieme dei costi specifici imputati direttamente. Si annoverano i valori attribuiti ai consumi

di materie prime e alla mano d’opera diretta. È un tipo di costo “oggettivo” poiché non richiede la ripartizione di costi generali; è un direct cost (costo diretto);

Costo industriale o costo di produzione: si consegue sommando al costo primo una quota di costi generali di produzione

imputati direttamente in base a diversi criteri. Si utilizza per la valutazione dei prodotti finiti, dei prodotti in corso di lavorazione, dei semilavorati;

Costo complessivo: si realizza aggiungendo al costo industriale quota parte di costi generali di amministrazione e

vendita, di oneri finanziari e di oneri tributari. È considerato un full cost (costo pieno) e viene utilizzato per calcolare la redditività della produzione in esame;

Costo economico-tecnico: si ottiene addizionando al costo complessivo quote riferibili agli oneri figurativi (compensi

spettanti all’imprenditore, interessi di computo sul capitale proprio investito). Si tratta quindi della configurazione di

full cost più completa. Viene utilizzato nelle determinazioni di convenienza economica comparata, ovvero allorché si

pongono alternative che comportino impieghi di capitale per tempi e impieghi differenti».

Inoltre, c’è da considerare che unitamente ai costi numerari e ai costi figurativi si possono avere i costi nominali, che fanno capo a quelle produzioni interne dotate di utilità anche per altri processi produttivi nell’azienda stessa, (in quella florornamentale, si ricorda il caso delle piante allevate per la propagazione, dei residui di potatura, per miscugli di substrato, ecc.). I costi nominali vengono anch’essi determinati al costo opportunità.

La formazione dei costi nominali e più ancora i costi figurativi, per la complessità che manifestano possono dare luogo a incertezze tanto da fare risultare tali costi a volte più elevati dei costi numerari.

Incertezze spesso dipendono dai componenti che sono di molteplici tipi, che riguardano i consumi di erogazione d’esercizio (costi di esercizio) nell’annata agraria di riferimento e le immobilizzazioni tecniche e immateriali (economiche e finanziarie) in conto capitale in uso per più cicli di produzione (costi poliennali).

112 pertinenza in comune a processi di realizzazione di più prodotti (Torquati), quali immobilizzazioni per i quali l’impresa ha sostenuto notevoli costi di acquisto (terreno, magazzini, ecc.) e di relativa installazione (apprestamenti di protezione, impianti fissi di irrigazione, mezzi per la movimentazione interna, ecc.), e per questo sono stati prima e saranno susseguentemente adibiti ad altri processi (costi periodici).

Altri vari elementi e/o fattori possono instaurare nel breve andare incertezze nei componenti elementari di costo, di conseguenza nella determinazione dei costi di produzione di un prodotto. In mancanza di regole uniformi, possono essere cause di incertezze, fattori interni all’azienda, quali la diversificazione di strategie gestionali adoperate fra imprese, il ricorso a metodi di coltivazione differenti nella produzione di piante ornamentali della stessa specie o di specie differenti realizzate nella stessa azienda, e fattori esterni all’azienda, come le condizioni congiunturali di mercato dei mezzi produttivi e dei prodotti, nonché gli avversi imprevisti andamenti climatici.