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4. PERFORMANCE DEL COSTO DI PRODOTTO NELLE AZIENDE

4.2. La suddivisione per competenze dei costi analitici “

Per avere una visione dettagliata delle specifiche operazioni che si svolgono nell’azienda e al fine di individuare le attività redditizie da quelle decisamente antieconomiche, l’impresa può ricorrere alla contabilità dei costi (costi industriali o contabilità analitica o contabilità economica) (Petrizzelli).

In funzione degli scopi operativi richiesti alla contabilità analitica (industriale), i costi sostenuti da un’impresa sono distinti in (Petrizzelli):

a) costi diretti e costi indiretti; b) costi variabili e costi fissi;

c) costi controllabili e costi non controllabili.

Per quanto riguarda i costi diretti e i costi indiretti, la distinzione si basa sulla possibilità o meno di «misurare oggettivamente il consumo di fattore produttivo» (Petrizzelli). Così si parla di costi diretti quando si ha misurazione oggettiva del fattore produttivo impiegato moltiplicando la relativa

108 quantità per un prezzo di scambio unitario (Mantesso) e sono specificamente riferiti a un prodotto o a un centro. Tali costi (denominati anche costi speciali) sono quindi relativi a fattori specifici impiegati per l’ottenimento di un solo oggetto di costo per il cui ottenimento sono stati sostenuti (Mella).

I costi indiretti invece vengono attribuiti a un prodotto o a un centro in base a una ripartizione secondo un criterio soggettivo dei valori generali relativi all'azienda nel suo complesso (Petrizzelli), in quanto una misurazione oggettiva del consumo per ciascun oggetto non è possibile (Mantesso). Infatti, i costi indiretti (o 'con imputazione indiretta') sono ripartiti tra più oggetti di calcolo con criteri soggettivi che possono basarsi sui volumi (quantità prodotte, quantità di materie prime utilizzate, ore di lavoro impiegate, ecc.) o sulle attività necessarie alla produzione (numero prelievi da magazzino, numero controlli di qualità) (Trojano).

I costi indiretti (denominati pure costi comuni) vengono sostenuti per “fattori di struttura”, vale a dire per i fattori acquisiti per costituire la struttura produttiva nel cui ambito gli oggetti di costo sono ottenuti, quali i macchinari, gli impianti, ecc.(Mella).

La ripartizione dei costi indiretti può avvenire “su base unica” o “su base multipla”. Nel primo caso il totale dei costi indiretti viene ripartito in proporzione a una sola quantità nota (Petrizzelli), classicamente la mano d’opera diretta (Mantesso). oppure numero di esemplari (nel nostro caso numero di vasi) dello specifico prodotto (tipo di pianta); nel secondo caso il totale di costi indiretti viene diviso in “classi omogenee”, applicando a ciascuna un diverso criterio di ripartizione (ore di mano d’opera diretta ).

Il tipo “su base multipla” porterebbe invero a procedimenti risultanti più attendibili rispetto a quello “su base unica”, in quanto rispetta maggiormente il nesso causale tra oggetto di costo e volume d’impiego del fattore produttivo. Occorre tenere presente che la ripartizione dei fattori indagati in comune per ottenere diversi oggetti di costo deve avvenire secondo una “procedura di riparto” (Mella) di costi indiretti (o costi comuni) nello spazio e/o nel tempo3; se il riparto riguarda costi comuni nello spazio (esempio un mezzo è attrezzato per ottenere contemporaneamente diversi prodotti) il processo di riparto si realizza secondo “imputazione”, mentre se il riparto attiene i costi comuni nel tempo (esempio una macchina è utilizzata per ottenere diversi prodotti in successione in epoche diverse) il “'processo di riparto” si ottiene mediante ammortamento (Mella). Infine, è importante evidenziare la questione della relatività della distinzione fra costi diretti e costi indiretti

3 Utile in questo caso la distinzione tra costi congiunti e costi connessi.

La significatività dei risultati, infatti, è fortemente collegata alla ripartizione dei costi congiunti e dei costi connessi, che risulta determinante allorché nell'azienda è elevata la presenza di:

• Produzione congiunta tecnicamente, cioè prodotti legati fisicamente tra loro, ovvero con rapporti quantitativi immodificabili (nel caso di costi congiunti);

• Produzione congiunta economicamente, cioè prodotti legati tra loro da vincoli economici "con rapporti quantitativi anche modificabili" (costi connessi).

Così, nel primo caso non e’ possibile ottenere un prodotto senza contemporaneamente produrne un altro, ciò invero risulta assai difficile nelle aziende florornamentali, dove l’offerta realizzata è infatti il risultato di processi di produzione privi di vincoli tecnici.

Tuttavia, nelle aziende florornamentali multi- output, l’offerta può essere considerata congiunta poiché si ha convenienza a realizzare processi “associati”. Si tratta di convenienza economica a svolgere alcune fasi comuni per giungere a prodotti diversi. che risultano di fatto provvisti di vincoli economici. Quindi un’offerta a costi associati o connessi tra i vari prodotti realizzati.

109 in quanto la procedura di attribuzione all’una o all’altra tipologia di classificazione di costi è strettamente correlata all’ampiezza dell’oggetto di costo considerato (prodotto o centro di costo) e alla possibilità di correlare i costi a esso (Mella), così, considerando l’oggetto di costo una delle molteplici produzioni ottenute in un ciclo produttivo (periodo amministrativo) da un’impresa pluriprodotto (tipica è l’azienda florovivaistica) la classe dei costi indiretti si applica maggiormente atteso che si renda necessario considerare indiretti anche i costi dei fattori comuni nello spazio, oltre che nel tempo (Mella).

Cosicché, con riferimento all’azienda florovivaistica con dotazione di una molteplicità di strutture produttive, volendo procedere alla determinazione del costo del prodotto secondo il metodo per centri di responsabilità, la ripartizione dei costi indiretti può realizzarsi ricorrendo all’uno o all’altro tipo di ripartizione predetti, in relazione al nesso funzionale struttura-centro da caso a caso.

Passando ai costi variabili e ai costi fissi la distinzione si basa sul grado di variabilità di questi costi al variare del volume produttivo. Variando il volume produttivo varia in proporzione l’entità dei costi variabili (la variabilità invero può essere proporzionale progressiva, digressiva o regressiva) invece in funzione di una determinata capacità produttiva restano sostanzialmente immutati i costi fissi (Mantesso), che vengono anche denominati costi di struttura o costi di periodo (Mella). Ciò, come noto, è valido per il breve periodo, poiché sul tempo lungo i costi sono tutti variabili.

Riguardo i costi controllabili e ai costi non controllabili, la distinzione viene fatta nel caso in cui l’oggetto di analisi non è l’azienda nel suo complesso (Mantesso, Petrizzelli), pertanto, tale classificazione è praticabile allorché l’analisi viene condotta a livello dei centri di costo (Petrizzelli). In particolare, nel caso in cui tali unità organizzative sono affidate a un referente responsabile delle decisioni assunte all’interno del centro (o centro di responsabilità) si riscontrano i predetti costi che possono essere influenzati in maniera significativa dalle iniziative del referente stesso (costi controllabili) ovvero da quest’ultimo non influenzabili (costi non controllabili), comunque influenzabili da un livello più alto della struttura organizzativa aziendale (Petrizzelli). La determinazione dei soli costi non controllabili nei centri di responsabilità consente di valutare il grado di efficienza economica della gestione (Mantesso).

Infine, nell’ambito della classificazione dei costi è opportuno integrare la distinzione sopra effettuata con i costi parametrici, discrezionali e vincolati (Mantesso).

Appartengono alla prima tipologia i costi riguardanti la quantificazione, a priori e in modo oggettivo, delle risorse necessarie per realizzare un’unità di prodotto, come nel caso della mano d’opera e delle materie prime. Nel caso di mancanza di parametri tecnici si parla di costi discrezionali ed essi vengono determinati in base a valutazioni soggettive. I costi vincolati si riferiscono a decisioni e scelte effettuate in passato, ne sono un esempio gli ammortamenti.

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