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1.7.1) Introduzione

E' stato focus di questo primo capitolo, individuare come gli strumenti informativi interni, rappresentino lo strumento di supporto al top management per lo sviluppo e il sostegno delle decisioni aziendali. Dopo avere descritto il processo decisionale, abbiamo individuato quali sono i principali tools di cui dispone il controllo di gestione per supportare il controllo direzionale, che si concretizzano nella contabilità generale, contabilità analitica e nel budget. L'analisi è poi proseguita andando più nel dettaglio della contabilità analitica con l'analisi dei costi prima e con lo studio dei principali modelli di controllo ( Direct costing, full costing, 35L. Marchi S. Marasca, Controllo di gestione, metodologie e strumenti, Knovita

contabilità per Cdc) dopo.

L'informativa interna, e gli strumenti per il suo sviluppo, rappresentano quindi il core business di questa trattazione.

Per tale motivo si ritiene opportuno concludere questo primo capitolo con un paragrafo incentrato sulle riclassificazioni di bilancio, nello specifico quella di conto economico, che rappresentano degli efficaci strumenti per riordinare le informazioni di natura consuntiva che promanano dal bilancio di esercizio, in modo da avere una diretta evidenza di quelle grandezze, che non vengono richieste a fini civilistici, ma presentano un straordinaria rilevanza informativa ai fine gestionali.

1.7.2) Il Conto Economico Civilistico, cenni introduttivi Il modello di conto economico cui le aziende devono sottostare per

ottemperare agli obblighi normativi richiesti dal legislatore, è quello riportato nell'articolo 2425 del Codice Civile, che per l'appunto prescrive il contenuto del conto economico per le società di capitali ( S.p.a e S.r.l). Si tenga presente che dunque questo documento nasce in qualche modo per promuovere un principio di trasparenza nell'operato aziendale, e quindi, sotto tale profilo, risponde ad una fabbisogno informativo esterno.

L'articolo 2423 del codice civile, individua pertanto le caratteristiche inderogabile che il bilancio di esercizio deve presentare in termini di informativa:

“Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio , costituito dallo stato patrimoniale [ 2424 ], dal conto economico [ 2425 ], dal rendiconto finanziario e dalla nota integrativa [ 2427 ].

veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio.

Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari necessarie allo scopo. ...”

Quanto appena affermato, non vuole assolutamente depauperare il bilancio della sua portata informativa, quanto piuttosto far comprendere come, per scopi informativi squisitamente interni (non solo volti alla valutazione consuntiva dell'andamento della gestione, ma anche ad un'indagine più analitica di specifiche aree piuttosto che strategie o decisioni alternative ecc...), possa risultare più funzionale allo scopo, un modello che individui talune grandezze atte a rispondere a fabbisogni informativi diversi rispetto a quelli che guidano la struttura civilistica.

La struttura che emerge dal dettato normativo,è una struttura scalare in cui le voci sono classificate per Natura, ovvero in base al tipo di fattore produttivo cui il costo o ricavo è correlato. La struttura si presenta così composta:

 Valore della produzione

 Costi della produzione

 Proventi e Oneri finanziari

 Rettifiche di Valore di Attività Finanziarie

 Componenti Straordinarie

Quindi le componenti di reddito sono suddivisi per aree, seguendo tale ordinamento: Area caratteristica, finanziaria, straordinaria, tributaria.

Vediamo qui alcune considerazioni sullo strumento che sottolineano alcune carenze informative:

 La gestione atipica viene totalmente assorbita dalla gestione gestione caratteristica.

 La differenza tra le classi A ( valore della produzione) e B ( Costi

della produzione) non rappresenta il risultato della gestione caratteristica perché entrambe gli aggregati presentano componenti di natura non ordinaria es A5 Altri ricavi e proventi (es plusvalenze, sopravvenienze ecc...)

 Nella gestione finanziaria sono compresi dividendi da partecipazioni

che in realtà, meglio afferiscono all'area atipico-patrimoniale.

 Le svalutazioni di immobilizzazioni e le rettifiche di valore delle

attività finanziarie dovrebbero essere inserite nella gestione straordinaria.

Sulla base delle su esposte considerazioni, sembra opportuno riportare le riclassificazione di conto economico adottate in azienda; verrà individuato per ciascuna delle seguenti, il fabbisogno informativo cui la struttura si ripropone di rispondere, e gli eventuali limiti che essa supera rispetto al modello classico.

1.7.3) I modelli di Conto Economico riclassificati

L'obiettivo generale delle riclassificazioni di conto economico consiste nella possibilità di individuare delle grandezze che siano maggiormente esplicative dello stato di salute dell'azienda e più in generale, l'attitudine dell'azienda a remunerare in misura congrua le risorse produttive impiegate. “... il denominatore comune a tutti i modelli di riclassificazione del conto economico è individuabile nella loro forma scalare con l'esposizione, in sequenza dei dati suddivisi in aggregati parziali di valori considerati

particolarmente significativi per gli scopi di analisi perseguiti, in modo che partendo dai ricavi di vendita e considerando la successione dei cosi e dei risultati intermedi di vario tipo si pervenga, alla fine al risultato di esercizio”36.

Si tenga presente che non esiste uno schema di conto economico in assoluto preferibile, ma si dispone di varie alternative, ciascuna in grado di focalizzarsi su talune grandezze che garantiscono alla fine, una migliore comprensione del dell'andamento economico del sistema aziendale.

Gli schemi maggiormente utilizzati per la riclassificazione del conto conomico sono essenzialmente tre:

 a Costo del Venduto

 a Valore Aggiunto

 a Margine di Contribuzione

Comune agli schemi riportati, è la separazione della gestione caratteristica da quella extra-caratteristica (tipicità della Co.An). Si consideri a tal proposto, che spesso la redditività aziendale è fortemente influenzata da componenti che poco hanno a che fare con il core business dell'attività, ergo, al fine di analizzare l'effettiva bontà della gestione d'impresa risulta utile scorporare tali elementi.

Ciò consente, come vedremo, di poter valutare meglio le strategie aziendali. Per finalità di chiarezza nel prosieguo del capitolo, verranno definiti gli elementi tipizzanti la gestione caratteristica ed extra-caratteristica e le sue varie componenti:

Gestione Caratteristica: essa riguarda le operazioni di acquisto dei fattori

36 R. D'Alessio, V. Antonelli, Analisi di Bilancio, Seconda edizione , Maggioli Editore,

produttivi, vendita, trasformazione e commercializzazione di prodotti e servizi, in generale comprende tutte quelle operazioni strettamente correlate all'oggetto sociale, all'attività e alla natura svolta dall'impresa.

Dalla sintesi della gestione caratteristica si può evincere un primo risultato estremamente importante, il Risultato Operativo, che indica il grado di redditività dell'attività tipica aziendale, indipendentemente dal modo con cui essa si finanzia.

Gestione Extra-caratteristica: Per converso essa è composta da tutti quei

fattori che influenzeranno il risultato operativo, modificandone quindi il valore, ma rimanendo esterni all'attività tipica. Le gestioni atipiche si riassumono nelle seguenti componenti:

 Gestione Finanziaria: Rientrano qui tutte le operazioni (proventi e

oneri) di natura finanziaria ovvero tutte le operazioni di impiego di fondi e di riscossione finanziamenti, nonché i proventi promananti da partecipazioni e altre attività finanziarie

 Gestione Accessoria: rientrano qui tutte le operazioni ( proventi e

oneri) svolte per amministrare componenti patrimoniali non complementari con l'attività tipica.

 Gestione straordinaria: comprende tutti quei componenti economici

positivi e negativi derivanti da eventi casuali, e non ricorrenti, in generale tutte quelle operazioni aventi natura eccezionale ed imprevedibile ( soravvenienze, plusvalenze, ecc..)

 Gestione Fiscale: Comprende le imposte di competenza relative al

reddito di esercizio.

Tale classificazione, si focalizza sul costo del processo produttivo e, il criterio di classificazione delle componenti di reddito è per destinazione funzionale ovvero guardando agli ambiti funzionali ai quali il fattore produttivo è destinato. Fondamentale per procedere con tale riclassificazione, è la possibilità di suddividere,o meglio di disporre di informazione, sulla allocazione delle componenti di reddito per area funzionale, dati che ovviamente non sono esposti nel bilancio. Di fatto, l'esposizione dei valori di costo per area funzionale è possibile se l'analista dispone di informazioni provenienti dalla contabilità analitica.

Quando l'impresa presenta la necessità di predisporre un conto economico di questo tipo, per facilitare il lavoro dovrà implementare un modello di controllo che consenta una agevole allocazione, già in fase di rilevazione, delle voci di costo e di ricavo tra le aree suddette. Si riporta qui sotto uno schema di conto economico a costo del venduto:

Valore della produzione + Ricavi

+/- Variazione delle rimanenze + Rettifiche per costruzione in economia

- -

Costo del Venduto + Materiali impiegati

+ MOD

+ Lavorazioni esterne + Ammortamenti industriali +Manutenzioni

+ altri costi industriali

= =

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