CAPITOLO 2: Le Rivoluzioni Colorate
2.3 La Rivoluzione Arancione
Le elezioni presidenziali del 21 novembre 2004 in Ucraina videro la sfida t
ra Victor Yushchenko,
primo ministro dal 1991 al 2001 e leader del partito109P. Fazzi, Le Rivoluzioni Colorate in Eurasia: Georgia, Ucraina e Kyrgyzstan, Cambio, Rivista sulle
trasformazioni sociali, Vol.7, 2007, Torino, Open Acess, op.cit.pg 116.
110M. Dobbins, Post-Rose Revolution georgia: how democratization went wrong - and why authoritarianism also
may have backfired, n.9, Konstanz, 2013, Euxeinos, pg.15.
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Nostra Ucraina, la cui figura era emersa durante le elezioni parlamentari del 2002, e Victor Yanukovich, primo ministro uscente, leader del ''Partito delle Regioni'' da lui fondato nel 1997. Il primo voleva guidare il paese verso gli Stati Uniti e l’Europa ed era interessato a migliorare la democrazia e a far crescere l’economia; il secondo era visto come il continuatore di Kuchma, favorevole a un rafforzamento dei rapporti con la Russia, senza interesse per riforme che migliorassero il sistema democratico, e in aperta antitesi con il nazionalismo dell’Ucraina Occidentale112
. In Ucraina infatti la parte a ovest era vicina alla Europa Occidentale, mentre la parte a est era maggiormente legata alla Russia113. Lo scontro tra i due candidati si basava sulla diversità dei modi con cui essi volevano affrontare le manovre economiche e politiche del paese. In primo luogo Viktor Yushchenko era un sostenitore della politiche neo-liberiste che aveva saputo applicare sia quando era stato presidente della Banca Nazionale dell’Ucraina negli anni 1993 e 1997 (creando la valuta nazionale e istituendo un sistema bancario commerciale moderno), sia quando era stato primo ministro ( riuscendo ad abbassare la inflazione che aveva colpito il paese e difendendo la valuta nazionale a seguito della crisi finanziaria russa nel 1998); Yanukovic era invece il rappresentante del Clan Donbass (nome della omonima regione comprendente il Bacino del Donbass confinante con la Russia), e
112
D. O. Beachan, A. Polese, What Happened to the Colour Revolutions? Authoritarian Responses from Former Soviet Spaces , in JOURNAL OF INTERNATIONAL AND AREA STUDIES Volume 17, Number 2, 2010, Dublin city University, op.cit.pg. 40
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sosteneva l'idea di costruire un capitalismo nazionale ucraino, dando il compito di gestione degli investimenti esteri agli industriali oligarchi ucraini, in modo che questi investimenti potessero essere di profitto solo per le grandi industrie ucraine.
Vi era poi la questione degli oligarchi a dividere i due candidati. L’obiettivo di Yushchenko era quello di mettere fine al loro dilagante potere politico ed economico, diversamente da Kuchma che li sosteneva ( era membro del Clan di Dnipropetrovisk).
Un altro motivo di contrasto era dato dal diverso orientamento del sistema politico ucraino, caratterizzato dalla contrapposizione tra est e ovest. Yushchenko non apparteneva a nessun clan e cercò sempre di conciliare le diverse istanze politiche della regioni sud-orientale e centro occidentali. Yanukovich invece appariva come un uomo di compromesso, attraverso il quale i clan avrebbero preservato il loro potere114.
Infine molto diverso era l'approccio della questione etnico-linguistica. Secondo un censimento del 2001 la maggioranza dei cittadini (77,8%) apparteneva al gruppo etnico ucraino, seguito dal gruppo russo (17,3), mentre il restante 5% era costituito da altre minoranze. Il 67% aveva dichiarato l’ucraino propria lingua madre e il 29,6% aveva dichiarato lingua madre il Russo115. La tolleranza tra
114R. M. Dromundo, State-Building in the Middle of Geopolitical Struggle.The cases of Ukraine, Moldova and
Pridnestrovia, Stuttgat Ibidem, 2018, op,cit. Pg, 221.
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madrelingua ucraini e russi era sempre stata alta nonostante la divisione fosse netta, facilmente riconoscibile e corrispondente alla frattura est-ovest. Questo equilibrio fu messo in discussione durante le elezioni perché i nazionalisti della parte occidentale spingevano a ricreare una identità ucraina e ad eliminare gli elementi socio culturali ereditati dalla Russia. Tutta la campagna elettorale fu condotta in maniera fraudolenta per favorire Yanukovich. Come era già accaduto nel 1999, Kuchma minacciò e corruppe parte delle strutture amministrative per manipolare i risultati delle elezioni che avrebbe (come poi dimostrarono le indagini delle ONG ) comunque vinto 116.
I risultati delle elezioni del 31 Ottobre 2004 videro la parità tra Yushchenko e Yanukovich rendendo necessario un secondo turno. I brogli continuarono anche durante questa fase. Uno dei fattori decisivi per la vittoria di Yanukovich fu la falsificazione dell’affluenza (nella sua regione natale, dove i sostenitori di Yushchenko erano stati tenuti fuori dalle commissioni elettorali, l’affluenza arrivò al 97% e il voto favorevole fu pari al 96,2%). Quando la Commissione elettorale centrale proclamò Yanukovich vincitore delle Presidenziali con il 49,46% dei voti contro il 46,61% di Yushchenko, cominciò la Rivoluzione Arancione con migliaia di persone che scesero in piazza per protestare contro il risultato ritenuto falsato117. I risultati confermavano tra l'altro
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M. Cilento, La democrazia (in)evitabile, lezioni del mondo post-sovietico, Milano, EGEA, Vol.1, 2013, pg. 89.
117 Il nome viene dal colore usato durante la campagna elettorale di Yushchenko e non aveva alcun significato
ideologico, né per i rivoluzionari né per Yushchenco stesso che all’inizio avrebbe voluto utilizzare i tradizionali colori ucraini, blu e giallo, ma poi per non dare una impronta nazionalistica, scelse l'arancione
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la precisa demarcazione tra l’est e il sud che erano a favore di Yanukovich e l’ovest e il nord a favore di Yuschenko. Non appena i seggi furono chiusi, Yushchenko chiamò a raduno in piazza Maidan a Kiev, un numero ristretto di persone per contestare gli esiti preannunciati dagli exit poll. Inaspettatamente, accorsero quasi 30.000 persone che aumentarono la mattina successiva quando furono diffusi dei volantini che erano stati fatti stampare da alcuni volontari, già sulla base degli exit poll che dichiaravano Yushchenko vincitore. Le persone continuarono ad aumentare nei giorni successivi manifestando sempre in maniera estremamente pacifica. La Corte Suprema Ucraina accettò di esaminare il ricorso fatto da Yushchenko e dichiarò irregolare il secondo turno decidendo che venisse ripetuto il 26 dicembre: questa volta Yuschchenko vinse con il 51,99%.Yanukovich fece ricorso e impugnò i risultati elettorali facendo ritardare la proclamazione del nuovo presidente al 23 gennaio 2005, dopo che la Corte Suprema chiuse le indagini e dichiarò che i risultati non erano stati truccati 118.
Un ruolo fondamentale nella rivoluzione ucraina fu quello, come era già accaduto durante la Rivoluzione delle Rose, degli studenti che diedero vita a movimenti di giovani attivisti, come quello chiamato PORA (E’ l’ora). Questo movimento di protesta era sua volta suddiviso in ''Blak Pora'', vicino ai movimenti “Ucraina senza Kuchma” e “Per la verità” del 2001, e “Yellow
che era un colore neutro unito alla slogan “Tak! Yushchenko “(SI! Yushchenko)
A. Aslud, M. Mcfaul, Introduction: Perspectives on the Orange Revolution, disponibile su https://carnegieendowment.org/files/AslundIntr1.pdf
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Pora”, guidato da Vladislav Kaskiv, che unitosi al partito “Riforma e all'Ordine del Partito”, crearono il blocco “PRP-PORA” 119
.Le due componenti comunque durante le proteste, intervennero insieme coordinate da Roman Bezsmertnyl che si ispirava ovviamente ai movimenti simili della Georgia e della Serbia, Kmara e Otpor.
Decisivo fu il ruolo che ebbe Internet per la comunicazione di notizie, l’informazione sull’ organizzazione dei cortei e delle occupazioni per le proteste, e la divulgazione di immagini e video120: numerosi furono i siti web che sostennero Yuschchenko e criticarono Yanukovich mentre il governo che appoggiava quest’ultimo, sperò di vincere con il solo aiuto delle televisioni. Per quanto riguarda l’alterazione dei voti, l’uso di internet fu fondamentale perché attraverso la pubblicazione degli exit poll, spinse gli ucraini una volta prodotte le prove che le elezioni erano state falsificate, a protestare favorendo anche la raccolta di fondi per la campagna elettorale, attraverso l'utilizzo di carte di credito121 a favore di Yushchenko (Yanukovich poteva contare invece sui finanziamenti messi a disposizione dal Presidente Kuchma, provenienti direttamente dalle casse dello Stato, su quelli provenienti dagli enti locali delle regioni orientali e su quelli dei ricchi imprenditori che pagarono parte delle
119 Enciclopedia Universale Garzanti, L'opera che fa il punto sul mondo che cambia, Milano, Garzanti Editore
Spa, pg. 612.
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D. O. Beachan, A. Polese, What Happened to the Colour Revolutions? Authoritarian Responses from Former Soviet Spaces , in Journal of International and area studies Vo. 17, Number 2, 2010, Daublin city University, op.cit.pig. 39.
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spese della campagna elettorale, in cambio di future agevolazioni da parte del governo)122. Benchè il governo avesse a disposizioni le più importanti televisioni e testate giornalistiche del paese, l’opposizione riuscì ad avere il sostegno di alcuni giornali indipendenti come il settimanale Zerkalo Tyzhnia e a mandare qualche suo esponente su Canale 5, che divenne la voce della rivoluzione arancione123.
Fondamentale fu il supporto della società civile che seppe accompagnare l’opposizione in una resistenza non violenta: insieme furono capaci di resistere alle pressioni, non rispondere alle provocazioni, avvicinare le persone chiave del regime, e assicurarsi una perfetta cooperazione124.
Dopo le elezioni, i tre partiti principali che erano il "Partito Nostra Ucraina" che faceva capo a Yushchenko, il "Partito Blocco della Timoshenko", entrambi della coalizione arancione, e il "Partito delle Regioni" che Yanukovich aveva fondato nel 1997, si scontrarono di continuo e fecero parte del governo ciclicamente con coalizioni diverse: ciò ha reso sicuramente instabile il sistema ma al tempo stesso ha garantito che non ci fosse un unico partito egemone. Nel Partito delle Regioni coloro che non accettavano il governo arancione trovarono sempre un candidato in cui riconoscersi e ciò impedì che la colazione arancione
122 T. Kuzio, Everyday Ukrainians and the Orange Revolution, il documento è disponibile su
http://www.taraskuzio.com/books6_files/chapters-carnegie.pdf
123A. Aslud, M. Mcfaul, Introduction: Perspectives on the Orange Revolution, op.ct. disponibile su
https://carnegieendowment.org/files/AslundIntr1.pdf
124D. O. Beachan, A. Polese, What Happened to the Colour Revolutions? Authoritarian Responses from Former
Soviet Spaces , in Journal of international and area studies , Vol.17, Number 2, 2010, op.ct.pg. 43, Daublin city University
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controllasse tutto il sistema politico che così si mantenne sempre bipartitico; la presenza nella stessa coalizione arancione dei due partiti Nostra Ucraina e Blocco della Timoshenko, fece in modo che non ci fosse mai un unico partito egemone neppure all'interno di questo schieramento. Il sistema dunque, benchè instabile a causa dei continui cambi di governo, era più democratico rispetto al periodo precedente e, infatti, gli indicatori di alcune ONG, valutarono l’Ucraina più libera passando nella valutazione da 4 a 3 e poi nel 2006 a 2. I governi arancioni adottarono una politica estera orientata all’approfondimento delle relazioni con l’Unione Europea, accelerando i processi di cooperazione politica e liberalizzazione mentre i rapporti con Mosca si inasprirono. Nel gennaio 2005, vi fu una ufficiale mozione del Parlamento Europeo il quale, con 467 voti a favore, dichiarava la volontà di avviare nuove relazioni con l'Ucraina più integrata. Tra i principali sostenitori dell’ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea vi era la Polonia125. Inoltre la Costituzione del paese fu emendata per limitare il potere della Presidenza, trasformando la forma di governo da presidenziale a semipresidenziale: il potere di nomina sarebbe stato attribuito al primo ministro e questo non sarebbe più stato destituibile senza un voto del Parlamento.
La coalizione arancione tuttavia non riuscì mai a porsi come quell’alternativa nuova con cui si era proposta ai cittadini, anche a causa degli
125M. Beunderman, Blow to Kiev as Brussels closes door to further enlargement, 9 Novembre 2005, disponibile su https://euobserver.com/enlargement/20289
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scandali che travolsero alcuni suoi membri, e il paese rimase profondamente diviso tra le regioni orientali russofone e quelle occidentali pro-Occidente126.