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Le debolezze del tessuto associativo dei cittadini immigrat

Grafico 2.1 Alunni stranieri Cni in Lombardia per aree di provenienza

7. Gli immigrati e le loro associazioni in Lombardia Un aggiornamento del monitoraggio

7.2 Le debolezze del tessuto associativo dei cittadini immigrat

Si è detto, nel paragrafo introduttivo, delle grandi potenzialità che le associazioni di immigrati hanno all’interno del tessuto sociale lombar- do, in primis ma non esclusivamente come strumento per una sempre migliore integrazione dei cittadini stranieri presenti nella regione. Tut- tavia tali potenzialità risultano ancora largamente inespresse, a motivo principalmente della fragilità che sembra contraddistinguere buona parte delle associazioni di immigrati presenti sul territorio nonché il tessuto associativo nel suo complesso.

Un primo indicatore di tale fragilità è dato dalla grande frammen- tazione di questo stesso tessuto associativo. Come suggerito dai dati presentati nel paragrafo precedente, i cittadini stranieri, anche appar- tenenti a una medesima nazionalità, spesso si raccolgono attorno a numerosi gruppi di piccole dimensioni, disperdendo così risorse e competenze. Tra le cause di questa frammentazione spicca senz’altro la natura fortemente personalistica che caratterizza molte realtà associa- tive, le cui fortune sono spesso legate al corso dell’esperienza migrato- ria del proprio promotore: tutt’altro che rari, a proposito, sono i casi di associazioni che hanno cessato o drammaticamente ridotto la propria attività una volta che il leader abbia fatto ritorno al paese di origine. Occorre poi sottolineare come spesso le associazioni di immigrati ven- gano utilizzate – e talvolta create – dai propri promotori al fine di otte- nere visibilità e prestigio tra i connazionali e nella società più in gene- rale, quando non addirittura per tentare una carriera politica o la con- quista della leadership all’interno del proprio gruppo nazionale; il tut- to, non di rado, in competizione con i responsabili di altre associazioni.

Come giustamente sottolineato da Pepe (2009: 21), quindi, non è detto che l’impegno degli immigrati in ambito associativo sia dettato preva- lentemente da motivi di carattere altruistico o solidale; molto spesso, alla sua radice, vi è invece un desiderio di distinzione e di autoaffer- mazione.

Un ulteriore indicatore di questa fragilità è la caducità delle asso- ciazioni di migranti dovuta principalmente, come richiamato poco so- pra, al fatto che queste sono spesso espressione dell’impegno di un singolo. A tal proposito vale la pena sottolineare che, dall’inizio dell’attività di monitoraggio promossa dall’Orim, siano già ben 85 i gruppi (pari al 16,0% di quelli che sono stati complessivamente censiti) che, dopo essere stati mappati, sono stati successivamente cancellati dal database in quanto non più esistenti. Di queste 85 realtà, 10 erano promosse da cittadini del Perù, 9 delle Filippine, 5 del Marocco, 4 della Costa d’Avorio e 4 del Senegal.

Accanto a tali considerazioni, va però sottolineato come ben 207 (pari al 47,2%) delle associazioni mappate possano ormai vantare un’esperienza almeno decennale e 45 (pari al 10,3%) addirittura ven- tennale. Un numero sempre più consistente di associazioni di immi- grati sta quindi diventando una presenza stabile in molteplici contesti territoriali. Stabilità che costituisce un requisito indispensabile per po- ter immaginare l’avvio o il consolidarsi di progetti significativi di col- laborazione con le istituzioni e le altre realtà locali.

Proseguendo nell’analisi delle fragilità che caratterizzano il tessuto associativo immigrato, si segnala come soltanto il 10,9% dei gruppi mappati – pari a 48 realtà – utilizzi personale retribuito. Allo stesso modo, indicatore delle ridotte capacità organizzative che sovente ac- compagnano tale fragilità, è il fatto che soltanto poco più di un quarto delle associazioni studiate (il 27,1%) sia dotato di un proprio sito inter- net o di una propria pagina web. Non sono poi rare le associazioni che, negli ultimi anni, hanno chiuso o hanno smesso di aggiornare il pro- prio sito: la gestione di un sito internet, al di là delle competenze tecni- che, spesso peraltro molto contenute, richiede infatti una continuità di impegno che solo un numero ridotto di associazioni è in grado di ga- rantire. Un’analisi delle pagine web delle associazioni di immigrati presenti in Lombardia sarà oggetto di un approfondimento specifico nel corso della prossima annualità del monitoraggio.

La lettura dei fattori di fragilità e debolezza delle associazioni di immigrati può poi proseguire prendendo in considerazione le risposte date dai loro rappresentanti a una domanda volta a indagare i proble- mi principali che queste stesse realtà si trovano ad affrontare. Tali ri- sposte, espresse in forma libera e aggregate solo successivamente per macrocategorie, sono riportate nella tabella 7.5.

Tabella 7.5 - Problemi principali delle associazioni. Valori assoluti e per- centuali

V.a. %

Mancanza di risorse economiche 244 61,6

Sede adeguata, strumenti e strutture 225 56,8

Dialogare e avere rapporti con le istituzioni e altre realtà locali 84 21,2 Difficoltà a coinvolgere gli immigrati e a promuovere le iniziative 46 11,6 Mancanza di risorse umane, tempo da dare all’associazione 32 8,1

Burocrazia, comprensione delle leggi, amministrazione 19 4,8 Difficoltà a realizzare progetti specifici 17 4,3

Partecipazione a bandi, accesso a finanziamenti pubblici 15 3,8 Ostilità, incomprensione da parte della società locale 14 3,5

Mancanza di competenze specifiche 10 2,5

Altro 46 11,6

La somma dei valori percentuali è maggiore di 100 perché era possibile fornire più risposte. 38 casi mancanti.

Fonte: elaborazioni Orim, 2014

La lettura di questa tabella mostra come i due problemi dichiarati più frequentemente dai responsabili delle associazioni – congiuntamente in ben 132 casi – siano la carenza di risorse economiche (61,6%) e la mancanza di una sede o comunque di spazi e locali adeguati alle esi- genze delle associazioni stesse (56,8%). Altri problemi segnalati fre- quentemente sono poi la necessità di un maggiore e migliore dialogo con le istituzioni e le altre realtà locali (21,2%) e, con percentuali ancora inferiori, la difficoltà a promuovere le proprie iniziative e a coinvolge- re i cittadini immigrati (11,6%) e la mancanza di tempo e di risorse umane a disposizione dell’associazione (8,1%). Tornando però al pro- blema segnalato con maggiore frequenza, vale a dire la mancanza di risorse economiche, si può aggiungere come i soggetti intervistati lo indichino sovente come il fattore principale che causa e spiega la debo- lezza delle associazioni nonché la loro incapacità di mettere in atto azioni continuative e di ampio respiro. A ben vedere, tuttavia, la ca- renza di risorse economiche è sì causa ma sovente anche conseguenza della debolezza delle associazioni di immigrati, che talvolta non pos-

siedono le competenze necessarie per accedere a fonti di finanziamenti che pure il territorio metterebbe a disposizione. A tal proposito, appa- re ancora essenziale, per un pieno sviluppo delle potenzialità che con- traddistinguono le realtà studiate, il supporto sia delle istituzioni locali sia di altri soggetti riconducibili alla cosiddetta società civile.