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Le garanzie collaterali

IL RAZIONAMENTO DEL CREDITO

3.1.5 Le garanzie collaterali

R f(x)dx = −K f (R) + Xa  R f(x)dx.

Per capire questa equazione basta intuire che man mano che R si avvicina ad Xa, il valore del termine di destra diminuisce progressivamente, in quanto f(x) > 0. Esisterà quindi un valore di R che massimizza la derivata precedente. Quando si supera tale valore ottimale, i payoff attesi del creditore diminuiscono al crescere del payoff promesso, come nel caso precedente.

3.1.4 La natura del problema

Nei casi che abbiamo analizzato in precedenza il creditore applica un unico prezzo a rischi diver-si, quindi in equilibrio si ritrova un pool di rischi diversi. Il creditore è nella stessa condizione dell’acquirente delle auto usate del modello di Akerlof, che paga lo stesso prezzo per beni con carat-teristiche diverse. La soluzione ottimale sarebbe prezzare il rischio di ciascun credito separatamente, stabilendo un tasso specifico, legato alle caratteristiche individuali del debitore e degli investimenti che quest’ultimo intraprende. Si tratta però di una soluzione estremamente onerosa, che comporta l’acquisizione di una notevole mole di informazioni. Una possibile alternativa è quella di prevedere delle clausole nel contratto volte a migliorare la selezione dei debitori, basandosi su variabili che è possibile osservare e che sono strettamente correlate alla capacità del debitore di mantenere i suoi impegni. Nel caso del credito al consumo, ad esempio, è prassi comune quella di prezzare il rischio sulla base dei redditi del debitore, e in genere i creditori offrono una somma che non supera una soglia critica del rapporto fra debito e reddito oppure fra reddito e onere del debito. Nel caso dei pre-stiti alle imprese, il rischio viene prezzato in rapporto a criteri quali gearing o leverage (misurati da rapporti come il debt to equity,debt to assets, o debt to earnings before interest tax and depreciation). È inoltre possibile introdurre specifiche clausole nei contratti debito, dette covenants volte a ridurre i rischi che il debitore assume. Un’altra possibile soluzione è quella di ridurre quanto più possibile il costo che il creditore deve sopportare se l’esito degli investimenti che il debitore intraprende è in-soddisfacente. Uno dei sistemi più efficaci è quello di richiedere al debitore di fornire delle garanzie collaterali.

3.1.5 Le garanzie collaterali

L’utilizzo di garanzie collaterali è molto frequente e permette di ridurre in modo considerevole i rischi del creditore e quindi i problemi di asimmetrie informative. Le garanzie migliori vengono fornite da asset il cui valore rimane relativamente stabile nel corso del tempo, ad esempio gli immo-bili, che sono la tipica garanzia di molti crediti a lungo termine, come i mutui. Perché le garanzie siano efficaci è però necessario che esista una legislazione molto sviluppata nel definire i diritti di proprietà, in modo da poter tutelare opportunamente i creditori. Ad esempio devono esistere un effi-ciente catasto pubblico e delle procedure rapide per rendere esecutivi i diritti del creditore. Inoltre il sistema giudiziario deve essere molto efficace nel risolvere i conflitti che inevitabilmente si generano quando il creditore esegue la riscossione coattiva del bene immobile del debitore insolente. In gene-rale le tipiche garanzie collaterali fornite da immobili, non permettono di eliminare completamente i problemi di asimmetria informativa alla base dl razionamento del credito. Tali garanzie sono infatti molto efficaci nel ridurre i problemi di adverse selection, in quanto i soggetti più rischiosi non sono in grado di fornire garanzie, tuttavia non permettono di eliminare i problemi di moral hazard, e in

certi casi possono addirittura renderli peggiori.15 Gli immobili dati a garanzia, infatti, tipicamente rimangono nella disponibilità del debitore, il quale dal momento in cui si rende conto di essere in-solvente ha un incentivo ad azzerare immediatamente i trasferimenti alla controparte, ad utilizzare il bene per un tempo quanto più lungo possibile, ostacolando le procedure di escussione del bene e a non sostenere alcun costo per la manutenzione del bene. Problemi simili si verificano anche quando il bene dato a garanzia è un bene mobile, come spesso avviene per il credito al consumo, ad esempio nel caso delle automobili o degli elettrodomestici. Le garanzie collaterali quindi sono solo un soluzione parziale del problema e anch’esse per essere efficaci devono essere supportate da meccanismi di reputazione. Nei paesi anglosassoni esistono degli appositi istituti, i credit bureau che tengono traccia della storia dei rapporti di credito dei diversi consumatori, rendendoli pubblica-mente disponibili. In questo caso l’inadempienza contrattuale rende l’accesso al credito molto più costoso e difficile per periodi di tempo anche molto lunghi. Infine si possono dare a garanzia anche assets il cui valore è maggiormente volatile, ma deve trattarsi di assets abbastanza liquidi, che pos-sono essere veduti sostenendo costi di transazione modesti, come ad esempio le azioni, che vengono frequentemente date in pegno a garanzia del prestito. Ma naturalmente queste garanzie vengono in genere applicate a prestiti a breve termine che possono essere rinegoziati di frequente.

3.2 L’OFFERTA DI CREDITO

L’analisi condotta nelle sezioni precedenti, ha illustrato le ragioni per le quali le variazioni del tasso di interesse non necessariamente conducono ad unico equilibrio stabile, in cui eccessi di domanda e di offerta sono nulli. In particolare l’offerta di credito può non rispondere ai rialzi del tasso come l’offerta di altri beni (ad esempio le sedie), risponde agli aumenti del prezzo di mercato. Tuttavia le condizioni illustrate sono solo condizioni necessarie, ma non anche sufficienti per avere una curva di offerta backward bending, come quella di Figura 3.1 e quindi perché vi sia la possibilità che si verifichino equilibri con razionamento. In primo luogo è infatti necessario che il credito sia scarso, perchè l’aumento dei tassi determini la situazione illustrata in Figura 3.12. Se ad esempio infatti il

Payoff del creditore

Numero discreto di gruppi di debitori r r Continuum di gruppi di debitori r’

Figura 3.12 Tasso di interesse e offerta di credito.

credito viene erogato da un intermediario che beneficia di potere monopolistico e che per qualche ragione può a sua volta ottenere credito illimitato ad un costo costante (come entro certi limiti av-viene per le banche centrali), l’intermediario non aumenta mai i tassi al di sopra del livello critico, ma tuttavia soddisfa tutta la domanda a quel tasso. La sua curva dei costi marginali, che determina la curva di offerta, diventa infinitamente elastica in corrispondenza del tasso critico e il credito non è mai razionato. La forma della curva di offerta dipende quindi dalle caratteristiche specifiche dei creditori.

È abbastanza semplice mostrare che una curva backward bending, come quella illustrata in Figura 3.12, può verificarsi molto facilmente quando a fornire credito sono singoli individui. Concedere un prestito, per un singolo agente, implica rinunciare a delle risorse scarse che è costoso ottenere. La microeconomia descrive normalmente i consumatori attraverso delle funzioni di utilità concave, che riflettono il principio dell’utilità marginale decrescente e questa assunzione formale sembra essere abbastanza supportata dall’evidenza empirica e sperimentale, e raramente viene messa in discussio-ne. Se questa rappresentazione delle scelte di consumo è sensata, diventa evidente che rinunciare a consumare una quantità sempre maggiore delle proprie risorse comporta dei costi marginali sem-pre maggiori. Questo implica che la quantità di risorse offerte ad altri soggetti cresce solo se la remunerazione per il sacrificio cresce. La curva di offerta di credito di un individuo è quindi una funzione crescente del payoff atteso, e quando il pay off diminuisce al crescere del tasso, il credito viene razionato.16 In generale quindi è lecito presumere che il credito fornito da singoli individui sia severamente razionato, per via dei costi informativi che è necessario sopportare. I singoli agenti saranno disposti a prestare solo a tassi molto onerosi, in quanto sopportano rischi elevati che possono controllare in modo molto limitato e solo dietro la prestazione di ampie garanzie reali, possibilmente supportate da sistemi coercitivi molto efficaci in caso di inadempienze. Questi creditori vengono però spesso identificati come usurai, quando i tassi che applicano, o i sistemi che adottano per ri-scuotere le garanzie, vanno contro i principi legali o morali della comunità in cui operano e questo rende inefficaci i meccanismi di reputazione e generalmente illegali tali contratti.

I contratti di debito permettono di effettuare degli scambi in condizioni di incertezza che sareb-be difficile attuare con altre forme contrattuali. In particolare essi permettono di effettuare scambi intertemporali, rendendo credibili le promesse del debitore. Questi scambi sono estremamente im-portanti perché permettono di fare effettuare gli investimenti agli agenti che hanno maggiori capacità e conoscenze, mentre in loro assenza gli investimenti possono essere effettuati solo dagli agenti che detengono il risparmio. I potenziali benefici che generano sono quindi molto ampi. Lo sviluppo di sistemi di regole e istituzioni che facilitano questi rapporti sono quindi fondamentali per la cresci-ta economica.17 Lo sviluppo di queste istituzioni è un processo lungo e complesso. Nel prossimi capitoli vedremo come i potenziali benefici che derivano dall’estendere questi scambi spingono al-cuni agenti a specializzarsi nell’analisi delle informazioni rilevanti e a diventare intermediari fra risparmiatori e investitori. Mostreremo come questi servizi vengono forniti in modo maggiormente efficace da imprese specializzate, le banche. Tali organizzazioni non eliminano i costi informativi, quindi non possono eliminare completamente il razionamento del credito. Ma sviluppando nuove tecniche contrattuali, nuovi sistemi organizzativi e fornendo simultaneamente servizi di carattere diverso, permettono di allargare l’accesso ai servizi di credito ad una platea sempre più ampia di soggetti, al punto che alcune specifiche categorie di attività rischiose spesso sono soggette solo a fenomeni molto limitati di razionamento.18

16Va però sottolineato che l’evidenza empirica disponibile mostra che l’elasticità del risparmio rispetto al tasso di interesse è molto bassa.

17Si veda per esempio Levine (1997).

18Ad esempio Berger and Udell (1992) presentano dei risultati empirici che supportano la tesi che le imprese industriali degli Stati Uniti non siano soggette ad un razionamento del credito generalizzato. Essi infatti analizzano simultaneamente i crediti ordinari concessi dalle banche e i commitment loan, aperture di credito per un ammontare massimo predefinito che il debitore può utilizzare a suo piacimento, scoprendo che l’erogazione di credito ordinario non si discosta molto da quella dei commitment loan, che per definizione non sono soggetti a razionamento.

IL RUOLO DELL’INTERMEDIAZIONE