Capitolo 2: Il contesto legislativo I principali interventi europei, italiani e regionali in tema
2.2 Le principali norme UE per l’imprenditoria femminile
Gli obiettivi principali delle istituzioni europee in materia sono quelli di garantire la possibilità a tutte le donne di intraprendere la loro attività imprenditoriale. Questo viene realizzato mediante una serie di aiuti finanziari e una serie di interventi normativi ad hoc179.
Esiste lo “Small business act”.
Come evidenzia la Commissione europea:
“Stabilisce una serie di principi pensati per incoraggiare lo spirito imprenditoriale nell’Unione europea (UE) e la crescita delle piccole imprese180”. Come già analizzato
precedentemente, per le istituzioni europee è importante creare un’economia europea forte per poter competere nei mercati internazionali. Per fare ciò, l’Unione ritiene fondamentale lo sviluppo delle piccole e medie imprese e la creazione di nuove imprese e per questo è stato creato lo Small business act.181.
178 EIGE (2015), L’indice sull’uguaglianza di genere. Principali conclusioni, Ufficio delle pubblicazioni
dell’Unione europea, Lussemburgo pp 12-29
http://eige.europa.eu/sites/default/files/documents/MH0213275ITC.pdf
179 Unioncamere (2016), Le politiche e i programmi europei a sostegno dell’imprenditoria femminile,
Unioncamere, Roma
http://asbl.unioncamere.net/index.php?option=com_content&view=article&id=194&Itemid=166
180 Commissione europea (2008), Uno Small Business Act per le PMI europee, Gazzetta ufficiale dell’Unione
europea, Bruxelles http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=URISERV%3Aet0001
181 Commissione europea (2013), Le politiche dell’Unione europea: imprese, Ufficio delle pubblicazioni
ufficiali dell’Unione europea, Lussemburgo https://europa.eu/european- union/file/486/download_it?token=GvMTeHS7
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La Commissione UE ha inserito in questo atto anche una serie di obiettivi per le imprese femminili dando incentivi alle donne per creare le loro imprese. L’Unione vuole far nascere lo spirito imprenditoriale anche nelle donne che hanno conseguito una laurea. L’obiettivo più importante risulta però essere quello relativo allo scambio di informazioni tra i Paesi membri in relazione alle modalità di promozione dell’imprenditoria femminile: l’Ue ha come scopo quello di stimolare la collaborazione tra gli Stati per far sì che l’imprenditoria femminile si diffonda all’interno di tutta l’Unione e che sia regolata con una normativa omogenea.
Nel 2010 è stata emanata una direttiva (2010/41/UE, sull’applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un’attività autonoma e che abroga la direttiva 86/613/CEE del Consiglio) a favore delle donne imprenditrici che prevede per loro un avvicinamento ai diritti previsti per le donne dipendenti: le lavoratrici autonome, le coniugate o conviventi coadiuvanti nella gestione di un'impresa familiare potranno beneficiare dello stesso diritto al congedo di maternità spettante alle lavoratrici dipendenti182.
Nel 2011 sono state adottate dal Parlamento europeo due risoluzioni d'iniziativa su:
- donne e direzione delle imprese: con questo intervento il Parlamento europeo incarica la Commissione europea di vigilare sulla presenza delle donne nella direzione dell’impresa. Non solo è stata richiesta questa attività di monitoraggio, ma è stato richiesto un intervento nel caso in cui vengano registrate delle inefficienze sul tema da parte degli Stati membri. Uno degli interventi fa riferimento all’inserimento delle quote rosa. Per quote rosa si intende una percentuale di presenza femminile all’interno di strutture pubbliche o private che deve essere garantita. L'obiettivo da raggiungere è del 30% di rappresentatività femminile entro il 2015 e del 40% entro il 2020183;
- imprenditoria nelle piccole e medie imprese: con questo intervento il Parlamento europeo vuole evidenziare l’importanza che le donne imprenditrici hanno nel mondo delle Piccole e medie imprese. Come già affermato nel primo capitolo, le donne prediligono la piccola dimensione per operare nel mondo imprenditoriale. Inoltre, il Parlamento vuole mettere in luce i problemi incontrati delle imprenditrici nel raggiungimento dei loro obiettivi all’interno dei singoli Stati e individua delle linee guida da utilizzare per risolverli e far sì che le donne possano raggiungere il loro scopo di diventare imprenditrici. Oltre a questo, per migliorare l’accesso delle donne al business networking e alle tecnologie ICT (information and communication technology), il Parlamento chiede agli Stati membri di garantire e incentivare l’ingresso delle donne nelle locali Camere di commercio, nei gruppi d'interesse e nelle organizzazioni industriali che costituiscono la comunità imprenditoriale principale,
182 Unioncamere (2016), Le politiche e i programmi europei a sostegno dell’imprenditoria femminile,
Unioncamere, Roma
http://asbl.unioncamere.net/index.php?option=com_content&view=article&id=194&Itemid=166 183 Unioncamere (2016), Le politiche e i programmi europei a sostegno dell’imprenditoria femminile,
Unioncamere, Roma
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per poter sviluppare le loro capacità imprenditoriali e diventare così più competitive sul mercato.184.
Un altro importante aspetto è quello contenuto nel: “Regolamento generale di esenzione
sugli aiuti di stato” (2014).
Grazie a questo intervento sono diventate più snelle e semplificate alcune pratiche burocratiche. In linea generale l’UE non ammette gli aiuti di Stato se non in alcune categorie indicate dal Consiglio. Con questa nuova normativa, gli Stati membri potranno concedere aiuti di maggiore entità in un maggior numero di settori rispetto a quanto precedentemente previsto. In questo modo potranno essere ridotti gli oneri amministrativi e i tempi di attesa185. Questo ha permesso di concedere finanziamenti
agevolati alle imprese femminili:
“Gli Stati membri possono concedere sussidi fino a 1 milione di euro a donne imprenditrici che detengono almeno il 51% del capitale. Gli aiuti riguardano i primi 5 anni di attività e possono arrivare fino al 15%186.”
Oltre a questo, un programma di finanziamento importante è il: “COSME 2014-2020”. Esso ha come obiettivo quello di finanziare le PMI nelle fasi di avvio e crescita. Le PMI, come già evidenziato, sono la dimensione maggiormente utilizzata dalle imprese femminili. Un obiettivo importante è quello di creare un contesto economico che consenta loro di svilupparsi. Il COSME è stato approvato nel 2013 ed ha una dotazione di 2,298 miliardi di euro. I finanziamenti sono così suddivisi:
- migliorare le condizioni quadro per assicurare la competitività e la sostenibilità delle imprese dell'UE;
- promuovere l'imprenditorialità tra soggetti specifici come le donne;
- migliorare l'accesso delle PMI ai finanziamenti sotto forma di capitale proprio e di debito;
- migliorare l'accesso ai mercati nell'UE e su scala mondiale187.