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I principali interventi della Regione Toscana per l’imprenditoria femminile e per le

Capitolo 2: Il contesto legislativo I principali interventi europei, italiani e regionali in tema

2.5 I principali interventi della Regione Toscana per l’imprenditoria femminile e per le

La Regione Toscana è da sempre attenta al fenomeno della discriminazione di genere. Questo viene richiamato anche nel suo nuovo Statuto, deliberato nel 2004 ed entrato in vigore nel 2005, all’art 4 nelle finalità principali dove si trova:

“Il diritto alle pari opportunità fra donne e uomini e alla valorizzazione della differenza di genere nella vita sociale, culturale, economica e politica, favorendo un’adeguata rappresentanza di genere nei livelli istituzionali e di governo e negli enti pubblici235

Nella proposta del Programma Regionale di Sviluppo 2016/2020236 si evidenzia come il

problema della disparità di genere sia ancora presente sia in Toscana che in Italia:

231 World Economic Forum (2016), The Global Gender Gap Report 2016, World Economic Forum, Ginevra http://reports.weforum.org/global-gender-gap-report-2016/

232 Przybyszewska A. (2013), Entrepreneur determinants vs. Motive underlying women’s entrepreneurship

Finance and Accountancy for Sustainable Development Sustainable Finance nr.302 pp 137-145

233 Matera B. (2015) Relazione sui fattori esterni che rappresentano ostacoli all’imprenditoria femminile

europea http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A8-2015-

0369+0+DOC+XML+V0//IT ,

http://www.europarl.it/it/nostro_ufficio/newsletter_epio/nl_2016/nl_1_2016/matera_impr_femm.html

234 Parlamento europeo Ufficio d’informazione in Italia (2016) Fattori esterni che rappresentano ostacoli

all’imprenditoria femminile europea

http://www.europarl.it/it/nostro_ufficio/newsletter_epio/nl_2016/nl_1_2016/matera_impr_femm.html 235 Consiglio Regionale della Toscana (2014), Statuto della Regione Toscana

http://www.regione.toscana.it/regione/statuto

236 Giunta Regione Toscana (2016), Programma regionale di sviluppo 2016/2020 http://www.regione.toscana.it/-/prs-2016-2020-la-proposta-della-giunta-regionale

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“Parlare dello stereotipo di genere, che vede la donna come principale soggetto di riferimento per i lavori di cura afferenti la famiglia, e vederlo ancora come uno dei principali ostacoli che in Toscana, e più in generale in Italia, si frappongono all’accesso, al mantenimento e al miglioramento della posizione lavorativa dipendente o autonoma delle donne, è purtroppo ancora una questione attuale. Infatti sembrerebbe che la crisi abbia fortemente inciso sugli stili di vita e sul livello di benessere del nostro Paese, ma non sul superamento dello stereotipo legato al genere”.

A seguito di ciò, per dimostrare nel concreto la volontà di raggiungere la parità di genere, sono stati realizzati degli interventi sul tema.

La Regione Toscana ha infatti stipulato una serie di Protocolli d’intesa con le principali banche operanti nella Regione per la promozione ed il consolidamento del sistema imprenditoriale toscano.

Lo strumento del Protocollo di Intesa rappresenta uno strumento strategico per la Regione, offrendo la possibilità di concordare con il sistema creditizio operante in Toscana le forme di collaborazione più utili ad accompagnare le imprese in un contesto economico notevolmente complesso. Il primo Protocollo di Intesa è stato sottoscritto il 12 novembre 1999. Ad esso, nel luglio 2001, si è affiancata la Convenzione "Investire in Rosa", strumento specificatamente ideato per lo sviluppo di imprese femminili. Nel 2014 il protocollo è stato rinnovato e prevede dei fondi specificatamente dedicati a sostegno all’imprenditoria giovanile, femminile e dei lavoratori già destinatari di ammortizzatori sociali, che vedremo successivamente237.

A livello legislativo la Regione ha emanato la legge regionale n.16/2009 cittadinanza di genere: con questa la Regione Toscana cerca di raggiungere degli obiettivi legati alla parità di genere in molti ambiti della vita. Fra questi si ricorda la parità di genere nella vita sociale, culturale ed economica. Le politiche in tema di parità devono inoltre essere correlate alle politiche pubbliche regionali riguardanti temi importanti come l’istruzione, le politiche economiche, la sanità, la formazione e la comunicazione. La Regione cerca di promuovere l’eliminazione degli stereotipi associati al genere, di sostenere l’imprenditorialità femminile, garantire la conciliazione e l’armonizzazione tra i tempi dedicati alla famiglia e dedicati al lavoro, promuovere l’equità da un punto di vista retributivo e una maggiore partecipazione delle donne nel processo decisionale e politico, cercare di raggiungere la pari indipendenza economica fra donne e uomini anche in attuazione degli obiettivi del Consiglio europeo di Lisbona: "Verso un'Europa dell'innovazione e della conoscenza" del Marzo 2000238.

Oltre a ciò, nel 2010 è stato siglato il Patto per l’occupazione femminile239 che prevede una

serie di iniziative volte a favorire l’occupazione di particolari categorie di donne. Le categorie sono le seguenti:

- ultra trentenni;

237 Regione Toscana (2008), Imprenditoria femminile in Toscana: analisi dei dati relativi alle garanzie offerte

alle imprenditrici attraverso il Protocollo di Intesa Regione-Banche http://www.regione.toscana.it 238 Regione Toscana (2009), Legge Regionale n.16/2009 “Cittadinanza di genere”

http://www.regione.toscana.it/-/legge-regionale-n-16-2009-cittadinanza-di-genere-

239 Regione toscana (2010), Patto per l’occupazione femminile http://www.regione.toscana.it/-/patto-per-l- occupazione-femminile

57 - sopra i 45 anni, con figli o disabili;

- collaborazione fra le agenzie per il lavoro e gli enti pubblici per favorire la formazione delle donne;

- iniziative volte a sostenere e incoraggiare l’imprenditoria femminile;

- favorire modalità organizzative che permettano la conciliazione del tempo fra impegni privati e professionali.

Nel 2012 è stato rinnovato il Piano regionale per la cittadinanza di genere 2012-2015. Esso contiene quattro obiettivi importanti:

1. Eliminazione degli stereotipi associati al genere promuovendo e valorizzando altresì la condizione femminile e diffondendo il principio di pari opportunità fra donna e uomo, con particolare riferimento alle giovani generazioni. Promuovere la partecipazione femminile alla vita politica ed istituzionale. Per realizzare questo obiettivo sono stati identificati alcuni target specifici: il più importante fra questi è favorire l’equa distribuzione delle responsabilità familiari uomo-donna, responsabilizzando entrambi i generi e non solo quello femminile nella realizzazione di attività legate alla cura dei figli e dei familiari. 2. Costruire un sistema di azioni specificatamente volte alla conciliazione vita-lavoro attraverso iniziative che valorizzino le esigenze che emergono dal territorio ed affidando a tal fine alle Province un ruolo di promozione e coordinamento.

3. Sostenere l’imprenditorialità e le professionalità femminili cercando di raggiungere l’obiettivo della pari indipendenza economica fra donne e uomini; per realizzarlo è stato definito un target: promuovere la qualificazione professionale e manageriale delle lavoratrici e delle imprenditrici al fine di favorire la più ampia scelta professionale delle donne, anche attraverso l’avvio e la gestione competente della propria attività e soprattutto per essere in grado di rispondere alle richieste del mercato sempre più dinamico ed esigente. 4. Integrare le politiche per la cittadinanza di genere, oltre che negli strumenti normativi e nelle attività di programmazione, attraverso il coordinamento delle competenze delle strutture interne e l’integrazione di risorse proprie con altre risorse (comunitarie, nazionali, locali ecc.) e la definizione del bilancio di genere e la sua promozione ai sensi dell’art. 13 della l.r. 16/2009240.

È stato poi creato un Fondo di garanzia della Regione a “Sostegno all’imprenditoria giovanile, femminile e dei lavoratori già destinatari di ammortizzatori sociali241”. Tale Fondo

fa parte del progetto “Giovani Si” previsto dal Programma regionale di sviluppo 2011/2015. Questo è stato possibile grazie al Protocollo di Intesa fra la Regione Toscana e le banche aderenti. Con questo Fondo vengono date, da parte della Regione, garanzie per i finanziamenti a fronte di investimenti per:

- la costituzione e l’espansione di imprese giovanili;

- la costituzione e l’espansione di imprese giovanili con potenziale di sviluppo a contenuto innovativo;

240 Regione Toscana (2012), Piano regionale per la cittadinanza di genere 2012-2015 http://www.regione.toscana.it

241 Regione Toscana (2014), Sostegno all’imprenditoria giovanile, femminile e dei lavoratori già destinatari di

ammortizzatori sociali http://www.regione.toscana.it/-/sostegno-all-imprenditoria-femminile-e-giovanile-e- ai-lavoratori-con-ammortizzatori-sociali

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- la costituzione ed espansione di imprese femminili;

- la costituzione di imprese da parte di lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali. Per potervi accedere devono essere presenti determinati requisiti:

i) la titolare dell’impresa deve essere donna;

ii) i rappresentanti legali e almeno il 50% dei soci, che detengono almeno il 51% del capitale sociale, ad esclusione delle società cooperative, devono essere donne. Il capitale sociale deve essere interamente sottoscritto da persone fisiche;

iii) i rappresentanti legali e almeno il 50% dei soci lavoratori che detengono almeno il 51% del capitale sociale delle società cooperative devono essere donne242.

Ovviamente la sede operativa e legale deve essere nella Regione Toscana e devono essere realizzate certe tipologie di attività. Per identificare tali attività si fa riferimento a quelle della classificazione ATECO Istat 2007:

B – Estrazione di minerali da cave e miniere C - Attività manifatturiere

D – Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

E – Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento F – Costruzioni

G – Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli H – Trasporto e magazzinaggio

I – Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione J – Servizi di informazione e comunicazione M – Attività professionali, scientifiche e tecniche

N – Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese Q – Sanità e assistenza sociale ad esclusione di:

86.1 Servizi ospedalieri

R – Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento ad esclusione di:

92 Attività riguardanti le lotterie, le scommesse, le case da gioco

S – Altre attività di servizi, ad esclusione di: 94 Attività di organizzazioni associative243

2.5.1 Istituzioni della Regione Toscana e delle Provincie

Come si è appena descritto, la Regione Toscana è molto attenta alla realizzazione degli interventi sul tema delle pari opportunità. Per svolgere queste attività sono però necessarie alcune istituzioni che vengono di seguito elencate:

- Commissione regionale delle pari opportunità: è un organismo autonomo di tutela e garanzia istituito presso il Consiglio regionale. Determina l'attuazione

242 Regione Toscana (2014), Sostegno all’imprenditoria giovanile, femminile e dei lavoratori già destinatari di

ammortizzatori sociali http://www.regione.toscana.it/-/sostegno-all-imprenditoria-femminile-e-giovanile-e- ai-lavoratori-con-ammortizzatori-sociali

243 Regione Toscana (2014), Sostegno all’imprenditoria giovanile, femminile e dei lavoratori già destinatari di

ammortizzatori sociali http://www.regione.toscana.it/-/sostegno-all-imprenditoria-femminile-e-giovanile-e- ai-lavoratori-con-ammortizzatori-sociali

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dell'uguaglianza tra i generi e rimuove gli ostacoli che costituiscono per le donne fattori di discriminazione diretta e indiretta. Con l'obiettivo di promuovere condizioni di piena parità tra uomini e donne, svolge attività di monitoraggio e indagine, favorisce la raccolta e la diffusione di informazioni, gli interventi di assistenza e consulenza, elabora progetti, sollecita l'attivazione di centri culturali e ricreativi, organizza iniziative e reti di coordinamento244.

- Consigliera regionale e provinciale di parità: la Consigliera ha una specifica competenza ed esperienza in materia di lavoro femminile, di normative sulla parità e pari opportunità nel mercato del lavoro. Partecipa ai tavoli di partenariato locale ed ai Comitati di sorveglianza; è componente delle Commissioni di pari opportunità del corrispondente livello territoriale245.

- Comitato unico di garanzia: con compiti similari ai Comitati a livello nazionale246.

Lavora per prevenire e battere le discriminazioni dovute non soltanto al genere, ma anche all’età, alla disabilità, all’origine etnica, alla lingua, alla razza, e, per la prima volta, all’orientamento sessuale. Una tutela che comprende, il trattamento economico, le progressioni in carriera e la sicurezza e viene estesa all’accesso al lavoro247.

A livello provinciale si trovano le Commissioni Provinciali per le pari opportunità, il Referente di parità e i Consiglieri di parità. Oltre a ciò, presso le Camere di commercio sono presenti i Comitati per l’imprenditoria femminile248.

244 Commissione regionale pari opportunità della Toscana

http://www.consiglio.regione.toscana.it/cpo/default.aspx?nome=commissione

245 Regione Toscana Consigliera Regionale di Parità http://www.regione.toscana.it/-/consigliera-regionale-di- parita

246 Regione Toscana Comitato Unico di Garanzia http://www.regione.toscana.it/-/comitato-unico-di-garanzia 247 Crisafulli M. (2016), Compiti e funzioni della Consigliera di Parità, Regione siciliana Assessorato al lavoro,

Messina http://web-old.unime.it//__content/files/201602020954174_slides_CRISAFULLI_1_.pdf

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