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3. IL FRIULI, LUOGO DI CONFINI E NUOVE FORTIFICAZIONI

3.4 Le principate contee e i territori imperiali

La città di Gorizia venne citata per la prima volta il 28 aprile del 1001, in un documento in cui l'imperatore Ottone III donava il castello di Salcano e la villa

«quae Sclavorum lingua vocatur Gorizia»250 per metà al patriarca di Aquileia, e

per l'altra metà al conte del Friuli Guariento, della famiglia Eppenstein251.

Grazie ad una rete di parentele il possesso della contea di Gorizia passò, all'estinzione della linea degli Eppenstein, ai discendenti della famiglia dei conti di Val Pusteria e Lurngau; i futuri conti di Gorizia e avvocati ereditari del patriarcato di Aquileia. Il conte Meginhard, o Mainardo, figlio dei primi feudatari

della contea, viene citato in un documento aquileiese del 1064252.

La storia dei Conti di Gorizia è fortemente legata al Patriarcato di Aquileia, nella buona e cattiva sorte. I patriarchi, infatti, avendo potere temporale su buona parte del Friuli, rappresentavano una limitazione per quanto riguarda le mire espansionistiche dei Conti.

Nel quadro di questi conflitti, il 21 gennaio 1202, fu stipulato il Trattato di San Quirino, che sancì ufficialmente il riconoscimento ai conti di Gorizia del pieno

possesso dell'area goriziana253.

Dal 1200 l'importanza dei conti di Gorizia nell'ambito dell'impero si accrebbe. Dieci anni dopo, Gorizia ottenne la concessione imperiale di tenere il mercato una volta all'anno in occasione della festa di San Giovanni Battista; sempre a Mainardo II fu concesso il privilegio di battere moneta. Negli stessi decenni, i Conti cominciarono la loro espansione verso l'Istria, mentre si consolidava una convergenza d'interessi tra Tirolo e Gorizia, che si concretizzò con il matrimonio

250

Cfr. T. Miotti, Castelli del Friuli vol. 3, Le giurisdizioni del Friuli orientale e la Contea di Gorizia, Udine, Del Bianco Editore, 1981, p. 223.

251

Il possesso dell'area goriziana restò nelle mani del casato degli Eppenstein finché questa dinastia fu chiamata a governare il ducato carinziano (nel 1090), e quindi si estinse (1122 - 1125).

252

Meginardus de Guriza. Cfr. P. Paschini, Storia del Friuli, quarta edizione, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1990.

253

118 di Mainardo III e Adelaide. Nel 1253, si compì la fusione fra le contee di Gorizia

e del Tirolo; Mainardo III divenne così anche Mainardo I del Tirolo254.

Enrico II, nato nel 1266 e figlio di Alberto II, cercò di concretizzare il sogno di espandere i suoi possedimenti in territorio italiano, contrapponendosi con tutte le sue forze al patriarcato di Aquileia, a tal proposito egli occupò parte della Carnia.

Si alleò quindi con Verona, patteggiando con Cangrande della Scala255 e marciò

verso Treviso e Padova, assoggettando queste città nel 1319256; non riuscì nel suo

intento poiché nel 1323, all'età di 57 anni, passò a miglior vita.

Si annota che nel 1307, Enrico aveva concesso al borgo superiore del castello, il privilegio di città, con autonomia amministrativa.

Contemporaneamente Enrico II riuscì a espandere la sua influenza dall'Istria al Tirolo e dal Veneto all'attuale Slovenia.

Le mire espansionistiche dei conti di Gorizia venivano comunque frenate dai comuni e dalle comunità del Patriarcato, che andavano sempre più aumentando il loro potere e la loro autonomia: Udine, nella prima metà del Trecento riuscì a resistere e a respingere gli assalti dei da Camino e dei conti di Gorizia, mentre Cividale riuscì a mantenere il controllo su Tolmino per molto tempo.

Fra i successori di Enrico II, spiccò in particolare l'azione di Mainardo VII, tesa ad assicurare la sopravvivenza della dinastia, benché nel 1363 i conti fossero stati costretti a cedere il Tirolo agli Asburgo. Nel 1394 Enrico IV, figlio di Mainardo VII, salì al potere e lo mantenne per molto tempo, sino al 1454. Nel 1415, a Costanza, il conte Enrico ricevette dal re Sigismondo d'Ungheria la solenne investitura dei suoi feudi imperiali: la contea di Gorizia con tutti i suoi annessi, la contea Palatina in Carinzia, il tribunale di Flambro in Friuli e la contea di Heunburg.

254

Cfr. C. Czoernig (von), Gorizia. La Nizza Austriaca. Il territorio di Gorizia e Gradisca, Vol. II, Gorizia, Cassa di Risparmio di Gorizia, 1987; L. Pillon, R. Kusterle, Gorizia Millenaria, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2005.

255 Signore di Verona ( * 1291, † Treviso, 1329), fu figlio di Alberto I, associato nel 1308 alla signoria del fratello Alboino, con questo fu nominato vicario imperiale per Verona da Enrico VII nel 1311. Per la conquista di Vicenza, tolta ai padovani, fu impegnato in due guerre vittoriose, nel 1312-1314 e nel 1317-1318, che costrinsero il comune di Padova a ricorrere alla signoria di Iacopo da Carrara e quindi a quelle di Enrico di Gorizia e Ulrico di Valse, duca di Carinzia.

256

119 Venezia, intanto, nel 1420 abbatteva definitivamente il quasi millenario patriarcato di Aquileia, estendendo i suoi possedimenti nel Bellunese e in prossimità dell'Isonzo.

Nei medesimi anni, la città di Gorizia assunse una spiccata importanza militare e tutto il borgo del castello venne racchiuso da mura; in contemporanea, però, la crescita della cittadina si arrestò bruscamente e il numero degli abitanti regredì vertiginosamente a causa delle continue guerre contro la Serenissima, le carestie e l'ondata di peste257.

Nel 1424, Enrico IV e il fratello dovettero presentarsi a Venezia, quali eredi dei feudi friulani di Gorizia, e dunque obbedienti alla Serenissima.

Nel 1455 il conte Giovanni estese i diritti civici e di mercato anche al borgo che si trovava ai piedi del colle del castello e, man mano che le invasioni turche si diradavano, e gli accordi economici e di non belligeranza con Venezia producevano i loro frutti, l'intera economia della città riprese e si sviluppò.

Il 12 aprile 1500, il conte Leonardo di Lurngau (seu di Gorizia-Tirolo), che aveva

sposato Paola Gonzaga, morì senza eredi nel castello di Bruck, presso Lienz258,

cedendo prima della sua morte agli Asburgo il territorio di Cormons e, come volontà testamentarie, prevedendo la devoluzione di tutti i feudi alla Casa

d'Austria. Questa lotta fu il pretesto per l'origine della Lega di Cambrai259, che

impegnò Venezia in una lotta durata sei anni.

A un certo punto Massimiliano I d'Asburgo, pur avendo rinforzato le difese della

cittadella, nel 1508 ne perse il possesso essendo stata conquistata da Venezia260.

Seppur per breve tempo, il possesso da parte della Serenissima, implicò una modernizzazione delle fortificazioni; tra le varie modifiche apportate venne anche abbattuto il mastio dell'XI secolo. Il dominio veneziano sul castello e la cittadella durò assai poco, se solamente tredici mesi dopo, gli austriaci riuscirono a

257

C. Morelli di Schonfeld, Istoria della Contea di Gorizia, Vol. I, Gorizia, Paternolli, 1855-1856.

258

Cfr. C. Czoernig (von), Gorizia. La Nizza Austriaca. Il territorio di Gorizia e Gradisca, Vol. II, Gorizia, Cassa di Risparmio di Gorizia, 1987; C. Morelli di Schonfeld, Istoria della Contea di Gorizia, Vol. I, Gorizia, Paternolli, 1855-1856.

259

Lega contro la Repubblica di Venezia, formata il 10 dicembre 1508 da Papa Giulio II, a cui aderirono Luigi XII di Francis, Massimiliano I del Sacro Romano Impero, Ferdinando II d'Aragona, Alfonso I d'Este, Carlo III di Savoia e Francesco II Gonzaga.

260

120 impadronirsi di nuovo della piazzaforte con l'aiuto dei francesi, vincendo nella nota battaglia di Agnadello.

Dal momento in cui, la contea di Gorizia con i territori annessi, entrarono a far parte dei diretti domini dell'Impero, vi fu una definizione anche delle cariche amministrative e degli organi preposti al loro adempimento.

Figura 24. Veduta della città e del castello di Gorizia, M. Zeiller, Topographia Provinciarum Austriacarum,

Styriae, Carinthiae, Tyrolis etc., 1679.

A capo della contea vi era un capitano, alla cui dipendenza vi erano dei capitani subalterni residenti a Tolmino e Plezzo; il capitano di Gorizia governava quindi su un territorio suddiviso in feudi e città che possedevano un consiglio cittadino come Gorizia, Cormons, Gradisca e Aquileia.

Si ricorda comunque che già sotto il dominio dei Conti, una certa organizzazione amministrativa e politica vigeva grazie agli Stati Provinciali, sia pure con funzioni

ridotte e non sempre normate261.

Dopo l'inizio del XVI secolo, si vedrà una loro stabilizzazione che porterà alla definizione dei tre ceti in cui erano divisi: il clero, i patrizi e i non nobili; questi ultimi a loro volta erano suddivisi in quelli delle città e quelli dei borghi rurali.

261

Si veda a tal proposito: Coronini di Cronberg R., Fastorum Goritiensium, lib. I, Typis Josephi Kurtzböck, Univer. Typograph, Viennae, 1769.

121 I diritti degli Stati Provinciali, oltre alla riscossione dei tributi comprendevano l'amministrazione della giustizia alla presenza del capitano o di un suo sostituto. Tali organi amministravano per conto dell'arciduca e dell'imperatore in certe circostanze, anche gli interventi sulle strutture fortificate delle città o sull'edilizia civile.

Nel primo secolo della dominazione austriaca, la città non subì notevoli espansioni, tranne che per le sporadiche costruzioni di edifici ascrivibili alla

nobiltà fra cui i palazzi delle famiglie: Cobenzl262, Edling, Egk263, di Colloredo,

della Torre, Lantieri e Coronini Cronberg.

Si dovrà attendere la metà del XVI secolo per scorgere una decisa ripresa dell'espansione cittadina.

Gorizia, centro di cultura e di commerci dei territori a sud, facenti parte dell'Austria Interna, dovette assistere alle lotte sui suoi territori in concomitanza con la Guerra di Gradisca che fra il 1615 e il 1620 circa vide provata tutta la popolazione e l'economia, non aiutata dalle ristrettezze economiche in cui

versavano gli Asburgo264.

Le problematiche dal punto di vista economico costrinsero la Casa d'Austria a erigere Gradisca a contea, staccandola nel 1647 da Gorizia e infeudandola con il titolo principesco alla famiglia degli Eggenberg. La casata si estinse nel 1717 e in tale circostanza Gradisca e il territorio annesso andarono a costituire le contee di Gorizia e Gradisca.

Le crisi economiche, come detto, vennero superate nel corso della prima metà del XVIII secolo, con l'istituzione del porto franco di Trieste e la nuova politica mercantile.

262

Famiglia nobile a cui, nel 1586, venne affidato il feudo di Stanjel e che ebbe numerosi rapporti con la contea di Gorizia e con i Vintana.

263

Famiglia nobile che venne ascritta al patriziato degli Stati Provinciali nel 1535, al momento della fusione, per via matrimoniale, con la famiglia degli Ungrispach, dalla quale ereditò i feudi e il predicato. Alcuni esponenti della famiglia ricoprirono importanti incarichi a Gorizia: Giorgio von Egk fu capitano di Gorizia, Giovanni fu feldmaresciallo, Magno fu assessore al tribunale, Bonaventura divenne comandante di cavalleria e Giuseppe von Egk fu commissario imperiale. Cfr. C. Czoernig (von), Gorizia. La Nizza Austriaca. Il

territorio di Gorizia e Gradisca, Vol. II, Gorizia, Cassa di Risparmio di Gorizia, 1987.

264

122 La città di Gorizia svolse un ruolo di appoggio ai commerci triestini divenendo un punto di transito e smistamento delle merci in viaggio verso l'Austria e i territori dell'impero. Nel 1752, la città, divenne anche sede della nuova arcidiocesi che era nata dallo smembramento del patriarcato di Aquileia.

La contea di Gorizia, quale organismo strutturato e riconosciuto dall'autorità imperiale cessò di esistere verso la fine del XVIII secolo a causa della riforma

giurisdizionale dell'imperatrice Maria Teresa265 e di suo figlio Giuseppe II266.

265

Maria Teresa d'Asburgo (* Vienna, 13 maggio 1717, † Vienna, 29 novembre 1780), duchessa regnante d'Austria, re apostolico di Ungheria, regina regnante di Boemia, Croazia e Slavonia, duchessa regnante di Parma e Piacenza, duca di Milano e Mantova e inoltre granduchessa consorte di Toscana e imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I.

266

Giuseppe Benedetto Augusto Giovanni Antonio Michele Adamo Davide d'Asburgo - Lorena (* Vienna, 13 marzo 1741, † Vienna, 20 febbraio 1790), fu imperatore del Sacro Romano Impero e duca di Milano e Mantova, associato al trono con la madre Maria Teresa dal 1765 e da solo dal 1780, dopo la morte di lei.

123

Figura 25. Carta politica che rappresenta la situazione dell'Italia del Nord e degli Stati limitrofi all'epoca della creazione della contea di Gorizia (1202 circa).

124

4. SOPRALLUOGHI E RELAZIONI. LE FORTEZZE NELLA CONTEA