• Non ci sono risultati.

2.3) LE RAGIONE DEGLI INVESTIMENTI DEL PRIVATE EQUITY

La ragione principale che spinge gli investitori verso il private equity è la ricerca di rendimenti più elevati rispetto a quelli di altri strumenti finanziari più tradizionali disponibili sul mercato. Il sovrarendimento è giustificato non solo dalla maggiore rischiosità che caratterizza gli investimenti in private equity, ma anche da altri aspetti quali:

- elevata illiquidità: gli investitori non possono uscire facilmente dall’investimento prima della scadenza del fondo;

- bassa correlazione con i mercati azionari e obbligazionari: rappresenta un efficace strumento di diversificazione del portafoglio per l’investitore istituzionale;

- discrezionalità: la componente gestionale fornisce un ampio potere decisionale nelle scelte strategiche assunte.

Sono diverse le teorie economiche che sono state utilizzate in letteratura per spiegare gli investimenti di private equity. Tra queste troviamo la teoria dei costi di transazione, la teoria dei contratti e la teoria dell'agenzia.

Partiamo dalla teoria dei costi di transazione21, che spiega come gli investimenti

di private equity servono ad abbattere alcuni dei costi che si presentano nella conclusione di importanti transazioni. Secondo la teoria, l'investimento di private equity offre risorse sotto forma di capitale proprio all'impresa evitando il costo che dovrebbe sostenere se l'impresa si quotasse in un mercato di borsa. Questa teoria mira a mettere in luce l'efficienza degli investimenti. La teoria dei contratti, invece, sottolinea gli aspetti contrattuali degli investimenti di private equity. Secondo questa teoria, la stesura di un buon contratto serve per selezionare le imprese migliori che sono presenti nel mercato. La teoria si focalizza sui diritti di controllo che vengono riconosciuti contrattualmente agli investitori istituzionali e sposta l'attenzione sugli aspetti legali22

21 Oliver Williamson,1987

84

dell'investimento. La teoria dell'agenzia 23si basa sui problemi di agenzia che si possono verificare prima, durante e dopo l'investimento, ovvero i problemi legati ad asimmetrie informative, selezione avversa e azzardo morale (che abbiamo già visto nel primo capitolo).

Investire quindi nel mercato dei private equity può essere un azzardo ma talvolta, attraverso delle decisioni puntuali e precise si rivela una tipologia di investimento molto redditizia.

Le opportunità di sviluppo sono duplici e riguardano entrambi le parti coinvolte; ci sono opportunità di crescita importanti da parte delle PMI che decidono di utilizzare questo tipo di finanziamento, e opportunità che possono riguardare l’investitore che andremo a vedere di seguito.

Un primo vantaggio che l’investitore ha è quello, come dicevamo in precedenza di un sovrarendimento24 che le altre attività finanziare non si possono permettere:

investire in strumenti finanziari prevede un guadagno di gran lunga minore rispetto all’investimento da parte di un soggetto nell’economia reale. Questi dati provenienti da AIFI e borsa italiana descrivono che i rendimenti dei fondi IRR (internal rate of return) si attestano nel 2016 al +17,2% e conferma la bontà dello strumento di investimento, specie alla luce di quanto offerto dal mercato azionario, con l’indice Ftse Mib che lo scorso anno ha guadagnato circa il 3%, e da quello obbligazionario, con i rendimenti dei titoli di Stato che sono prossimi allo zero e in precedenza addirittura negativi.

Altro beneficio per il private è quello di poter differenziare, attraverso questo tipo di investimento, le varie attività presenti in portafoglio, con altre attività che possono essere discrepanti tra di loro: quella di investire nell’economia reale e in una realtà aziendale può essere un opzione per differenziare le attività presenti in portafoglio con l’obiettivo finale di diversificare il rischio o per compensare un momento poco redditizio dei mercati finanziari.

Altro elemento importante è il fatto che attraverso l’investimento del private equity sia ancora possibile avere rendimenti positivi seppur l’attuale contesto

23 Jensen & Meckling,1976

85

macroeconomico italiano non sia dei migliori, attraverso l’investimento in eccellenze italiane e puntando su fattori come l’internalizzazione, innovazione tecnologica e lancio di nuovi prodotti sul mercato.

Il private equity inoltre, attraverso i propri obiettivi di rendimento, ha un importante impatto sociale: l’internalizzazione ad esempio è un buon metodo per far crescere le nostre PMI e per aumentare l’occupazione;

Il lancio di nuovi prodotti e lo sviluppo di nuove tecnologie crea una posizione di eccellenza del nostro paese nel mondo, attraendo a sua volta anche investitori e quindi capitali esteri.

L’utilizzo di denaro per investimenti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biogas), crea un impatto sociale positivo sia nel breve che nel lungo periodo con e energie rinnovabili che la fanno da padrona.

Oltre a tutti questi elementi che possono spingere il finanziamento delle PMI italiane, altro importante fattore per lo sviluppo di tali imprese è quello di attrarre, come abbiamo precedentemente detto, capitali dall’estero; per fare questo, oltre all’appeal e ai prodotti innovativi delle nostre società, una pedina importante da muovere è quella in materia fiscale ed è proprio con la legge di bilancio del 2017 che è stata introdotta la flax tax, che ha come obiettivo quello di attrarre ed incentivare il trasferimento di capitali e della residenza in italia degli high net worth individual,attraverso una tassa unica da pagare di 100.000€ per chi ha grosse fortune all’estero; addirittura dopo la brexit il governo italiano ha inoltre deciso di tassare solo per il 50% della loro retribuzione i manager che si trasferiranno in Italia.

86