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Buy out Vs Replacement Vs Benchmark

Fatturato Ebitda

121 CONCLUSIONE

Con questa tesi di laurea si è cercato di studiare il fenomeno del private equity sotto due punti di vista: quello dell’investitore e quello dell’impresa.

Siamo partiti dalle imprese innovative e start up, che presentano le maggiori problematiche di finanziamento; in seguito, abbiamo visto che il rapporto che si crea tra questi due soggetti è una relazione che non si basa solamente sul mero finanziamento; quindi per far si che ci siano dei benefici da entrambe le parti, c’è un equilibrio che deve essere mantenuto, tra ciò che è conveniente per l’impresa e ciò che è conveniente per l’investitore.

La convenienza nell’investitore è data perlopiù dal tasso IRR che descrive le performance e il rendimento interno del fondo, e ovviamente più l’IRR è maggiore negli anni e più nuovi investitori sono attratti dal fondo stesso e dal track record del fondo e più investono il proprio capitale.

Il livello di questo tasso non è determinato a priori, ma diventa maggiore grazie alla crescita dell’impresa che è stata scelta per l’ investimento, ed è questa relazione la chiave di tutto; ogni fase della scelta del private equity risulta fondamentale (capitolo 2), come è fondamentale il modo in cui l’azienda si approccia e si impegna a farsi conoscere e a farsi migliorare, anche se ha a che fare con un soggetto estraneo, ma che ha la stessa convenienza che ha l’imprenditore che il deal vada nel verso giusto. Quindi ci siamo soffermati su questo tipo di rapporto e grazie ai dati presenti su AIFI abbiamo potuto constatare che seppur la nostra nazione sia ancora molto banco-centrica, i fondi di Private Equity stanno spingendo sugli investimenti, attraverso un aumento del valore delle operazioni che migliora in maniera massiccia dal 2012.

Per confermare la ripresa del Private equity in Italia ci si è soffermati inizialmente sul primo studio condotto da Pricewaterhouse Cooper, che ha analizzato 55 aziende che tra il 2005 e il 2015 sono state partecipate da Private equity e che hanno effettuato il disinvestimento sempre in quel periodo.

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Tale studio aveva analizzato che per una durata di partecipazione che andava dai 5 ai 7 anni, le aziende partecipate da Private equity avevano totalizzato performance superiori nei confronti di alcuni dati macroeconomici e, in relazione a ricavi, occupazione ed Ebitda, ad alcuni benchmark di riferimento.

Successivamente, scopo della nostra relazione era quello di capire se anche con un holding- period di 3 anni, e quindi minore rispetto allo studio portato avanti da PwC, le performance delle imprese partecipate, raggruppate in un campione di 29 aziende, era lo stesso superiore al PiL italiano, all’occupazione italiana e alle performance del benchmark.

Il risultato è stato positivo, ed ha evidenziato che la partecipazione di un investitore istituzionale all’interno dell’azienda, anche per il periodo minimo di detenzione delle quote, apporta dei benefici in termini di fatturato, e quindi di maggior vendite da parte dell’azienda stessa, e in termini di maggior occupazione e di Ebitda.

Questo risultato può migliorare sia l’azienda stessa in termini di creazione di valore per gli azionisti e sia per una maggiore competitività con le aziende rivali: tutto questo implica a sua volta che il private equity ha la possibilità in tempi più brevi di disinvestire le proprie quote e di ricavare un guadagno in conto capitale (capital gain).

I due studi hanno confermato l’apporto utile di questo tipo di capitale e sono di buon auspicio, anche se naturalmente vanno considerati i tassi di crescita calcolati: e dentro c’è chi realmente ha avuto una crescita costante nel periodo e chi invece no.

Più in generale, l’analisi che abbiamo realizzato può essere la dimostrazione che il private equity porta competenze. I fondi di Private equity hanno spinto l’acceleratore sugli investimenti negli ultimi anni, questi purtroppo ancora concentrati al Nord (come è stato possibile vedere da tutti gli studi citati).

La difficoltà nel futuro resta di proporsi alle imprese come finanziamento alternativo alle banche. Un capitale di rischio come quello dei fondi di private equity, abbiamo visto dai dati, che può funzionare e per l’Italia è urgente aumentare le dimensioni delle imprese tramite canali di finanziamento alternativi

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quali private equity, venture capital e private debt, per una competitività maggiore a livello europeo, mondiale.

125 BIBLIOGRAFIA

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 AIFI, Alcune domande e risposte sul come e perché investire in fondi di Private Equity, 2008

 Caruso, Annalisa ; Palmucci, Fabrizio ; Zambelli, Simona (2006) Lo sviluppo e la crescita delle PMI in Italia: apertura del capitale di rischio e servizi di corporate banking. In: Finanza e Industria in Italia ROMAIDEA06, 28-29 settembre 2006, Roma, Università di Roma "La Sapienza".

 Caselli Stefano, “ Private Equity and Venture Capital in Europe-markets, techniques and deal”, Oxford, UK, Elsevier, 2010.

 Carlotti Matteo,” TECNICHE DI PRIVATE EQUITY - III EDIZIONE Il fondo, le SPAC e l'origination. L'investimento. La gestione e il disinvestimento.”

 European Private Equity and Venture Capital Association, Glossary.  Glenn Hubbard and Bruce Petersen (1988), “Financing Constraints and

Corporate Investment”, Brookings Papers on Economic Activity 1, 141- 195 and Duchin

 Glenn Hubbard and Bruce Petersen (1988), “Financing Constraints and Corporate Investment”, Cfr. Fazzari, S.

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 Guerini Studio “Private equity e venture capital. Manuale d’investimento nel capitale di rischio”, Milano, 2008 (IV ed).

 Oguzhan Ozbas and Berk. A. Sensoy, “Costly external finance, corporate investment, and the subprime mortgage credit crisis”, Journal of Financial Economics, Vol. 97, Issue 3, (2010), pp. 418-435)

 Private Equity and Venture Capital in Europe-markets, techniques and deal, Oxford, UK, Elsevier, 2010

 Rocco Corigliano, “Banca e impresa in Italia: caratteri evolutivi del relationship lending e sostegno dello sviluppo.”

127 SITOGRAFIA  http://www.aifi.it/pubblicazioni/  http://www.borsaitaliana.it/borsa/Cagr  http://www.ecb.europa.eu  www.fi.camcom.gov.it/investimenti_nel_capitale_di_rischio  http://www.ipsoa.it  http://www.istat.it  http://www.privateequitymonitor.it/  http://www.pwc.com/it/it.html  https://it.wikipedia.org/wiki/Private_equity