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2. COSTRUIRE LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

2.5 LE RELAZIONI SOCIO-SANITARIE INTERNAZIONALI

La strategia regionale per il confronto europeo internazionale risponde all’obiettivo di migliorare la competitività del SSSR, in un contesto europeo dove Regioni e Stati membri sono sempre più interdipendenti. In questa prospettiva l’attenzione alle politiche di salute pubblica e di welfare dell’Unione Europea (UE), l’attenzione all’integrazione del SSSR con le aree transfrontaliere, lo sviluppo dell’innovazione e della ricerca in campo biomedico e nella e-health permetteranno alla Regione di saper competere con i migliori sistemi socio-sanitari internazionali, a tutto vantaggio della qualità dei servizi erogati.

L’importanza strategica di procedere in questa direzione è anche motivata dal saper rispondere alle sfide sorte dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (2007), che profila una UE fondata sui valori comuni, quali la solidarietà e la sicurezza, attraverso la Carta Fondamentale dei Diritti volta a stabilire meccanismi di solidarietà e di migliore protezione della salute dei cittadini europei. In particolare, le azioni in materia di salute intraprese a livello comunitario generano un valore aggiunto alle misure adottate dai singoli Stati membri, soprattutto nel settore della prevenzione delle malattie. Viene, inoltre, riconosciuto il valore ed il ruolo imprescindibile delle Regioni e delle Città, rafforzando il ruolo del Comitato delle Regioni, organo rappresentativo delle Regioni europee.

La necessità di rafforzare, in un quadro strategico unitario, viene altresì ribadita nel Libro bianco “Un impegno comune per la salute: Approccio strategico dell’UE per il periodo 2008-2013” e nel Programma “Europa 2020”.

L’opportunità di una maggiore integrazione tra i Sistemi Sanitari europei e dei Paesi dell’OCSE, nel rispetto del principio di sussidiarietà e delle caratteristiche culturali regionali e locali, rappresenta sicuramente un importante traguardo per l’UE ed offre stimoli per quelle Regioni, come il Veneto, dotate di un sistema sanitario efficiente. L’apertura ed il confronto con le migliori esperienze socio-sanitarie europee ed internazionali sono, dunque, di particolare importanza oggigiorno, a fronte di sfide sempre più complesse, quali ad esempio l’invecchiamento della popolazione, la mobilità dei cittadini e dei pazienti, l’emergenza di nuove epidemie e le possibili conseguenze sulla salute legate ai cambiamenti climatici.

L’opportunità di proseguire nella strategia regionale di integrazione della Sanità veneta in Europa e di internazionalizzazione delle politiche ed azioni socio-sanitarie appare evidente sotto tre diversi profili.

- Il nuovo ruolo che a livello europeo la salute pubblica e la protezione sociale hanno assunto nel complesso sistema di attuazione delle altre politiche comunitarie. Secondo questa logica i nuovi programmi socio-sanitari e di ricerca per il periodo 2008-2013 sono finalizzati a far sì che la salute e le politiche sociali possano svolgere un ruolo chiave nel realizzare il potenziale europeo di prosperità, solidarietà e sicurezza. Migliorare e mantenere in buona salute i cittadini europei permetterà di dare attuazione alla Strategia di Lisbona ed alla soluzione di alcune delle principali sfide sulla salute e sul welfare che l’Europa ha di fronte. Tali sfide vanno di pari passo con quelle legate alle sempre più frequenti emergenze sanitarie internazionali, ed alle vecchie e nuove epidemie per il controllo delle quali è nato il nuovo Regolamento sanitario internazionale dell’OMS.

- La rilevanza assunta dal livello regionale nella gestione dei sistemi socio-sanitari negli Stati federali, le cui esperienze ed il cui ruolo sono stati definitivamente acquisiti come buone pratiche operative e riconosciuti dalla Commissione Europea nel nuovo documento Health Strategy 2008-2013.

- I risultati operativi ottenuti nel periodo 2000-2010 dal piano di azione attraverso cui la strategia regionale è stata messa in pratica mediante:

a) l’investimento di risorse regionali per migliorare la conoscenza degli strumenti di finanziamento europei in materia di salute pubblica e affari sociali, che hanno consentito la realizzazione, in collaborazione con le Aziende ULSS venete, di un numero considerevole di progetti cofinanziati dalla Commissione Europea; b) l’attiva partecipazione della Regione Veneto alle reti europee di Regioni, tra cui

l’Osservatorio Europeo sui Sistemi e sulle Politiche Sanitarie;

c) la migliore interazione con le istituzioni europee e con le Agenzie specializzate delle Nazioni Unite, promuovendo a tutti i livelli il modello di sistema socio-sanitario in uso nel Veneto.

La Regione intende, quindi, favorire attraverso il nuovo PSSR:

- il pieno riconoscimento delle prestazioni con i Sistemi Sanitari degli Stati dell’UE, conformemente ai contenuti della Direttiva 2011/24/UE concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera;

- l’internazionalizzazione delle strutture appartenenti al SSSR attraverso la formazione del personale sanitario e sociale dipendente, la partecipazione anche attraverso le Aziende ULSS, l’Azienda Ospedaliera di Padova e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, l’Istituto Oncologico Veneto (IOV), ai programmi ed ai progetti finanziati dalla Commissione Europea, nonché partecipando sia alle attività transfrontaliere con Carinzia e Slovenia o bilaterali con altre regioni europee, la presenza nelle reti tematiche europee ed internazionali di settore, mirando a far dialogare la dimensione territoriale ed operativa del SSSR con la visione internazionale e multicentrica dell’UE, dell’OMS e delle altre Agenzie internazionali di settore;

- il miglioramento del livello di informazione e di conoscenze sulle opportunità derivanti dalla collaborazione con la Commissione Europea, l’OMS e le Agenzie internazionali in modo da consentire al SSSR di essere informato per tempo sulle iniziative europee ed internazionali, al fine di partecipare alla formazione delle politiche europee, utilizzando le migliori esperienze presenti in Veneto e, al tempo stesso, attuando le politiche di salute suggerite dall’OMS e dalle altre Agenzie specializzate;

- il miglioramento del management delle progettualità europee e la loro integrazione con le attività istituzionali del SSSR in modo da migliorare l’impatto dei finanziamenti comunitari e sviluppare know how, ricerca ed innovazione utili anche al sistema economico veneto;

- lo sviluppo di partnership con altre regioni italiane al fine di implementare progetti di ricerca su innovazione e qualità delle cure in un’ottica di collaborazione più ampia e rappresentativa con le Agenzie internazionali e la Commissione Europea; - l’ampliamento ed il coordinamento della partecipazione delle Aziende ULSS,

dell’Azienda Ospedaliera di Padova e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, dell’Istituto Oncologico Veneto (IOV) e delle strutture regionali ai programmi comunitari di azione in materia socio-sanitaria, sociale e di ricerca scientifica in campo biomedico, nonché a quelli di cooperazione sanitaria internazionale decentrata offerti dal Ministero degli Affari Esteri e dalle Agenzie specializzate delle Nazioni Unite e dell’UE;

- l’attuazione completa, anche a livello europeo, del decentramento politico-amministrativo attraverso la partecipazione diretta del livello regionale alle politiche ed al processo decisionale dell’UE in materia di politiche di sanità e sociale, nonché delle politiche dell’OMS e delle altre Agenzie Internazionali, anche nella piena attuazione dell’art. 5 della L. n.131/2003 (Legge La Loggia).