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7. LA CORRETTA MODALITÀ D’INTERVISTA

7.1 LE TECNICHE DI INTERVISTA

 INTERVISTA COGNITIVA

L'intervista cognitiva (o IC) è una procedura sviluppatasi negli USA per aiutare ufficiali di polizia o altri professionisti ad ottenere

182 DE CATALDO NEUBURGER, L’esame del minore, in DE CATALDO

NEUBURGER, Abuso sessuale di minore e processo penale: ruoli e

responsabilità, Padova, 1997, p. 136.

183

R. BULL, Una corretta modalità d'intervista con minori testimoni nel processo

penale, in G. MAZZONI, La testimonianza nei casi di abuso sessuale sui minori,

Giuffrè, Milano, 2000, pag. 114.

184 L. DE CATALDO NEUBERGER, cit., pag. 136.

185 R. BULL, Una corretta modalità d'intervista con minori testimoni nel processo

penale, in G. MAZZONI, La testimonianza nei casi di abuso sessuale sui minori,

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resoconti più completi ed accurati da parte di un testimone. Questa tecnica è basata su principi psicologici, riguardanti il ricordo ed il recupero d'informazioni dalla memoria ed è stata sviluppata dagli psicologi Ed Geiselman (University of California, Los Angeles) e Ron Fisher (Florida International University) nel 1984, in risposta alle numerose richieste ricevute da parte di ufficiali di polizia e professionisti legali, per ottenere un metodo che migliorasse l'interrogatorio del minore-testimone186.

Questo tipo di intervista si basa su due principi teorici:

1. ci sono numerosi metodi per recuperare dalla memoria un evento, per cui informazioni non accessibili con una tecnica possono esserlo con un'altra;

2. ci sono molteplici parti che compongono una traccia di memoria ed un suggerimento per il recupero effettivo, purché ci sia una sovrapposizione tra esso e l'informazione codificata.

L’intervista si suddivide in varie fasi:

1. FASE PRELIMINARE DI FAMILIARIZZAZIONE: utile a creare un’atmosfera rilassata, per stabilire un rapporto amichevole col il bambino ed ha come obiettivo quello di spiegare al minorenne che cosa effettivamente si voglia da lui, informandolo dei suoi diritti e rassicurandolo.

2. FASE DEL RACCONTO LIBERO: in cui si chiede al minore di raccontare liberamente ciò che ricorda. Durante questa fase si interviene solo per incoraggiare il bambino a continuare il racconto.

186 A. MEMON, “Un'introduzione all'intervista cognitiva come procedura per

interrogare i bambini”, in G. MAZZONI, “La testimonianza nei casi di abuso sessuale sui minori: la memoria, l'intervista e la validità della deposizione”,

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3. FASE DI RITUALIZZAZIONE DEL CONTESTO: si cerca di far rivivere mentalmente, durante l’intervista, il contesto ambientale e lo stato d’animo personale, simile a quello del presunto evento traumatico, chiedendo al testimone di visualizzare il contesto prima di descrivere l’episodio.

4. FASE DI INTERROGATORIO: l’intervistatore dovrebbe cercare di approfondire e chiarire elementi non menzionati dal bambino nel suo racconto libero, chiedendogli di riferire gli eventi, variandone l’ordine di esposizione.

Se si considera il fatto che i risultati di molte interviste hanno indicato che l'intervista cognitiva dà risultati interessanti con adulti, si potrebbe pensare che debba essere utilizzata da tutti coloro che svolgono colloqui con testimoni.

Tuttavia, occorre tenere presente che esistono numerosi problemi187 nell'impiego dell'intervista cognitiva con i bambini.

In primo luogo, i bambini più piccoli (di sei-sette anni) hanno maggiore difficoltà a comprendere le tecniche di ricordo proposte dalla forma dell'intervista cognitiva, sviluppata per soggetti adulti. In secondo luogo, nei bambini l'impiego di tale tecnica può accrescere il numero di confabulazioni ed errori. In terzo luogo, tale procedura può anche determinare un aumento nelle caratteristiche delle richieste poste ai minori, per cui essi tendono ad aumentare le risposte date, solo per far piacere all'intervistatore. Un quarto argomento è costituito dal fatto che il successo di questa tecnica dipende largamente dall'abilità dell'intervistatore nello spiegare in modo adeguato ai bambini intervistati le tecniche da usare. Infine, l'uso efficace di tale intervista dipende dalla capacità dell'intervistatore di costruire un rapporto con il bambino.

187 A. MEMON, Un'introduzione all'intervista cognitiva come procedura per

interrogare i bambini, in G. MAZZONI, La testimonianza nei casi di abuso sessuale sui minori: la memoria, l'intervista e la validità della deposizione,

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Malgrado alcuni ricercatori ritengano che l'intervista cognitiva applicata ai minori-testimoni sia in grado di aumentare la completezza del loro racconto, sono ancora aperti alcuni importanti interrogativi, fra cui l'esatta individuazione dell'età del bambino cui sottoporre questa tecnica con successo: ci sono studi, ad esempio, che indicano negli otto anni il limite inferiore sotto il quale l'intervista non darebbe risultati soddisfacenti.

La differenza tra “l'intervista cognitiva” e quella “ graduale” o (Step-

wise interview) consiste nel fatto che, in quest'ultima, vengono

impiegate semplici tecniche in fasi distinte l'una dall'altra, partendo dalle notizie più generali fino a quelle più specifiche, utilizzando domande poco inducenti e cercando di intervenire il meno possibile; nell'intervista cognitiva, invece, vengono utilizzate speciali tecniche mnemoniche per ottenere un maggior numero d'informazioni188. Attualmente, però, chi svolge colloqui o interviste con testimoni minori dovrebbe utilizzare l'intervista cognitiva, solo quando abbia raggiunto un pieno livello di comprensione di questa procedura complessa: se non ha una tale familiarità con la tecnica è molto meglio seguire le fasi dell'intervista strutturata.

“STEP-WISE INTERVIEW”- (INTERVISTA GRADUALE)

Una procedura rappresentativa del metodo proposto dal

Memorandum of Good Practice 189 pubblicato nel 1992, che gli psico-giuristi considerano idonea a raggiungere buoni risultati e che è raccomandata e seguita dai maggiori esperti del settore (anche se

188 R.E. GEISELMAN, R.E. FISHER et al., Eyewitness memory enhancement in

the cognitive interview, in American Journal of psychology, 99, 1986, pp. 386-401.

189

Memorandum of Good Practice, documento contenente le linee direttive da

utilizzare affinché il racconto di un minore, dal vivo o videoregistrato, possa essere utilizzato nel contesto giudiziario. Questo importante documento, pubblicato nel 1992,dà indicazioni sulle modalità che devono essere seguite nell'intervistare un minore, sulla strutturazione dell'intervista, sulle condizioni necessarie perché un tribunale possa accettare l'ammissione di una videoregistrazione e sulle norme legali che devono essere rispettate affinché possa valere come prova

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purtroppo, non ancora attuata in ogni realtà italiana), è la cosiddetta

Step-Wise Interview o "Intervista Graduale", elaborata dal Prof.

Yuille, un esperto canadese in testimonianza infantile, in collaborazione con psicologi, operatori sociali, polizia e pubblici ministeri.

Questa procedura combina la conoscenza più aggiornata in tema di psicologia evolutiva con le tecniche di memoria che possono aiutare il minore a ricordare e riferire gli eventi collegati ad un episodio di abuso sessuale190. Il suo scopo è quello di:

 ridurre al minimo le interviste;

 ridurre al minimo il trauma dell'investigazione per il bambino;

 massimizzare la quantità di corrette informazioni ottenibili dal bambino;

 minimizzare il rischio di contaminazione che l'intervista può avere sulla memoria che il bambino ha dell'evento;

 garantire e poter dimostrare l'integrità e la correttezza del processo investigativo e consentire un controllo di "qualità" della valutazione conclusiva.