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Andrea Caprioli

Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, Roma

La sanità pubblica veterinaria è una branca che si occupa, in un'ottica di prevenzione dei problemi di medicina veterinaria che hanno riflessi sulla salute umana. Nell’ambito delle malattie infettive, il problema principale è costituito dalle zoonosi. Esistono diverse definizioni di zoonosi – il termine viene dal greco ζώον (animale) e νόσος (malattia) – ma la più utilizzata è la seguente: malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo (alcuni aggiungono anche “e viceversa”). Un’altra definizione è quella data nel 2000 dal professor Adriano Mantovani: "danno alla salute e/o alla qualità della vita umana causato da rela- zioni con (altri) animali vertebrati, o invertebrati commestibili o tossici". Questa definizione di zoonosi è molto più ampia e completa della precedente, andando ad includere non soltanto le malattie infettive, ma anche quelle sostenute da tossici e tossine di origine animale, e qualunque altro danno conseguente a interazioni con animali (ad esempio le morsicature dovute ad animali domestici, le punture d’insetto, ecc.).

Le zoonosi sono sempre esistite da quando esiste l’uomo. Riferimenti a malattie comuni agli animali e all’uomo sono già presenti in antichi testi come l’Iliade, i Codici mesopotamici o in Aristotele e oggi si considera che il 60% di tutti gli agenti patogeni per l’uomo abbia un serbatoio animale e che il 75% delle malattie nuove ed emergenti sia di origine animale. L’emergere o il riemergere delle zoonosi è dovuto all'essere lo scambio di microrganismi più o meno pato- geni tra l’uomo e gli animali un fenomeno in continua evoluzione, principalmen- te per due ragioni:

1) la capacità biologica evolutiva molto elevata dei microrganismi. Dobbiamo considerare che i microrganismi hanno un ciclo vitale molto diverso dal nostro e la mutazione e la selezione di nuove specie avvengono rapidamente;

2) le continue modificazioni dell’ambiente in cui avvengono le complesse interazioni tra animali, microrganismi e uomo.

Modalità di trasmissione

Le zoonosi possono essere classificate in vari modi. Uno di questi riguarda meccanismi con cui vengono trasmesse all’uomo, riconducibili sostanzialmente a tre modalità principali: il contatto diretto con gli animali; la trasmissione attra- verso vettori, che sono generalmente artropodi; la trasmissione attraverso gli alimenti. Va sottolineato, tuttavia, che anche questa, come tutte le classificazio- ni, soprattutto se applicate a fenomeni complessi come quelli biologici, non può essere considerata a compartimenti stagni, poiché in realtà numerose zoonosi possono contemporaneamente appartenere a più una di queste classi.

Un esempio di zoonosi trasmessa per contatto diretto è la rabbia, una zoo- nosi nota fin dall’antichità. L’Italia, come molti altri Paesi dell’Unione Europea, è oggi indenne dalla rabbia, come ha spiegato il professore Mantovani. Alcuni Paesi europei, tuttavia, presentano ancora focolai e serbatoi di rabbia silvestre, così detta perché riguarda animali selvatici come le volpi e i chirotteri (i pipistrel- li). Il problema riguarda soprattutto l’Europa orientale, ma anche Paesi a noi vicini come quelli della ex-Iugoslavia, l’Austria e la Germania.

Un’altra zoonosi antica come il mondo è il carbonchio, una malattia causata dal Bacillus anthracis, un batterio sporigeno. Il carbonchio è una malattia grave dei ruminanti che porta alla morte dell’animale. Ha la caratteristica di produrre spore estremamente resistenti che hanno anche dato origine alla leggenda dei campi maledetti: le carcasse abbandonate dei bovini morti di carbonchio diffondevano infatti un numero enorme di spore; queste rimanevano nell’ambiente per anni, riattivando di tanto in tanto il ciclo di trasmissione ad altri animali che pascolavano in quello stesso campo. L’infezione poteva inoltre essere trasmessa all’uomo che entrava in contatto con bovini infetti o con le loro carcasse. Oggi il carbonchio è quasi scomparso nei Paesi industrializzati, ma è tornato alla ribalta negli ultimi anni attraverso una nuova via di trasmissione, definita “diffusione deliberata” o più sem- plicemente bioterrorismo.

Un altro esempio di zoonosi che si trasmettono per contatto diretto sono le der- matofitosi, provocate da funghi microscopici, spesso presenti in modo asintomatico sul pelo degli animali. Tra queste la malattia più nota è conosciuta comunemente con il nome di “tigna”.

La leishmaniosi è un classico esempio di zoonosi trasmessa da vettori. Tale malattia, sostenuta da un protozoo che ha nel cane il serbatoio principale, viene tra- smessa da un animale all'altro, ma anche all'uomo, tramite la puntura di pappataci, insetti simili a zanzare (Figura 1). La leishmaniosi una volta era confinata nelle aree costiere del Sud Italia, ma negli ultimi dieci anni si è diffusa in tutto il Paese, pro- babilmente a causa dei cambiamenti climatici che hanno causato un innalzamento della temperatura e una maggiore diffusione degli insetti vettori. La diffusione è stata anche favorita dai fenomeni di randagismo e dalle condizioni socio-economi- che che si riscontrano nelle periferie degradate di alcune città. La malattia è molto diffusa nei cani, ma fortunatamente non si trasmette frequentemente all’uomo e riguarda soprattutto i soggetti con difese immunitarie ridotte. Infatti l'aumento delle fasce di popolazione immunocompromesse, fattore che favorisce il riemergere di zoonosi antiche, è dovuto sia alla diffusione dell’infezione da HIV, sia all’aumento dell’uso di farmaci immunodepressivi per evitare il rigetto nei trapianti, o per curare sindromi allergiche, autoimmuni o altre patologie. Inoltre, molti bambini, almeno se paragonati a quelli di una o più generazioni fa risultano oggi immunodepressi per tutta una serie di fattori ambientali e genetici che ancora si sta cercando di appro- fondire. Come conseguenza molte malattie, un tempo considerate poco importanti o di scarso impatto, oggigiorno stanno riemergendo, proprio perché è la popolazione a essere diventata più sensibile.

Un altro problema emergente, sempre nel campo delle zoonosi trasmesse da vettori, è l’encefalite da virus West Nile. Si tratta di una malattia endemica in Africa settentrionale, dove è sempre esistita, con un ciclo che vede negli uccelli il prin- cipale animale serbatoio e in diverse specie di zanzare il vettore di trasmissione.

Il ciclo può coinvolgere anche i mammiferi, soprattutto il cavallo e occasionalmente anche l’uomo. Alcuni anni fa questa malattia è stata introdotta da uccelli migratori in Nord America dove si è diffusa molto rapidamente, provocando numerosi casi di encefalite nell’uomo. Questa diffusione è stata probabilmente favorita dall’assenza di copertura immunitaria nelle popolazioni di quelle zone, che storicamente non avevano mai avuto contatti con questo virus.

Abbiamo poi le zoonosi trasmesse da alimenti: sono particolarmente importanti, spesso non tanto per la loro gravità sul singolo individuo, ma in quanto episodi isola- ti possono coinvolgere anche migliaia di persone. Tra queste annoveriamo infezioni piuttosto comuni come le salmonellosi. Un classico esempio è la Salmonella ente- ridis. Ha come serbatoio principale il pollo e si trasmette all’uomo principalmente attraverso il consumo di uova o di alimenti a base di uova crude contaminate (Figura 2). Un altro importante microrganismo trasmesso con gli alimenti è l'Escherichia coli O157. Ha come serbatoio l’intestino dei ruminanti, in particolare i bovini, per i quali non è assolutamente patogeno, rendendo difficile la diagnosi d’infezione negli ani- mali. Questo batterio può contaminare le carcasse quando l’animale viene macel- lato e da lì la carne (Figura 3), oppure il latte durante la mungitura e può provocare negli esseri umani una forma enterica particolarmente pericolosa, perché questo microrganismo produce una potente tossina attiva anche a livello sistemico.

Infine seguendo una classificazione in realtà un po’ scolastica, vi sono malattie come ad esempio la brucellosi, che colpisce i ruminanti e che viene trasmessa all’uomo sia per contatto diretto con materiale infetto, principalmente invogli fetali e placente di ani- mali che abortiscono nell'allevamento, sia con gli alimenti, principalmente latte e latticini; oppure la malattia della febbre Q, sostenuta da un batterio, la Rickettsia che può essere trasmessa sia attraverso le zecche, sia per contatto diretto, sia attraverso gli alimenti.

Figura 1 - Vie di trasmissione della leishmaniosi. I pappataci sono vettori del protozoo Leishmania, i cani i principali serbatoi

Zoonosi trasmesse da vettori