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2. IL SISTEMA ITALIANO

2.4 LEGISLAZIONI SUI RIFIUTI IN EUROPA E IN ITALIA

Nel contesto europeo, le prime normative in materia di rifiuti risalgono alla fine del secolo scorso. Il primo segnale di avvio alla regolamentazione della gestione dei rifiuti si ebbe al vertice di Parigi nel 1972 dove venne lanciato un primo programma di azione che fissava il quadro della politica comunitaria dell’ambiente. Riguardo i rifiuti, 3 furono le direttive in materia:

- la 442 del 15 luglio 1975 sui rifiuti in generale (75/442/CEE);

- la 406 del 6 aprile del 1976, relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili (76/406/CEE);

- la 319 del 20 marzo 1978, sui rifiuti tossici e nocivi (78/319/CEE).

La direttiva 75/442/CEE rappresenta non solo il primo testo dettagliato sulla nozione di rifiuto e sulla sua gestione, ma anche il punto di riferimento per le successive evoluzioni normative comunitarie in tema. Ad essa si devono la definizione di rifiuto, la nozione di smaltimento ed i principi di gestione dei rifiuti. Essa stabilisce che “il Rifiuto è qualsiasi sostanza ed oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’obbligo di disfarsi secondo le disposizioni nazionali vigenti”. È però generalmente ammesso che la riforma determinante per l’ambiente è costituita dall’entrata in vigore dell’Atto Unico Europeo nel 1987; da allora le misure comunitarie si fondano su di una base giuridica esplicita e sono stati definiti gli obiettivi e i principi fondamentali dell’azione della Comunità Europea in campo ambientale:

- Il principio di Prevenzione e di Correzione della fonte di inquinamento; - Il principio del “Chi inquina paga”;

- Il principio in virtù del quale le esigenze connesse alla tutela dell’ambiente costituiscono una componente delle altre politiche della Comunità.

Negli anni ’90, cominciò ad avvertirsi la necessità di una più efficace modalità di gestione dei rifiuti e dell’adozione di misure che, oltre che a provvedere al loro smaltimento e recupero, ne limitassero la produzione, promuovendo tecnologie pulite e l’impegno di

51 prodotti riciclabili e riutilizzabili; questo portò alla modifica delle normative di base del 1975 e del 1978. Si susseguirono quindi le direttive:

- 91/156/CEE sui rifiuti in generale. Afferma la necessità di una revisione terminologica ed esplicativa dei rifiuti; con essa, inoltre, è stato creato un Catalogo europeo dei Rifiuti (CER) che rappresenta un elenco delle tipologie dei rifiuti, organizzato prevalentemente sulla base del loro processo di formazione, allo scopo di identificare in modo univoco i rifiuti in ambito comunitario;

- 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi. Essa ha introdotto norme supplementari e più severe, volte a ravvicinare le legislazioni degli Stati membri sulla loro gestione soprattutto in materia di controlli;

- 94/62/CEE sui rifiuti di imballaggio, la Packaging and Packaging Waste (PPW) Directive. Essa presentava nuove regole e strategie: ha imposto obiettivi ambiziosi (per il recupero e il riciclaggio) per i vari stati membri, anche se limitata ai soli paesi che già avevano politiche in materia di rifiuti da imballaggio.

Nell’aprile 2006 la direttiva 2006/12/Ce ha abrogato la precedente direttiva quadro 91/156/Cee, riproducendone i contenuti essenziali, mentre la direttiva 75/439/Cee e la 2006/12/Ce sono state abrogate dalla più recente direttiva 2008/98/Cee. Essa mira a politiche efficaci di prevenzione dei rifiuti, ad incoraggiare il riutilizzo e il riciclaggio, nonché a proteggere l’ambiente e la salute umana; questi obiettivi devono essere raggiunti dagli stati membri attraverso misure di prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero ed infine smaltimento.

In Italia la normativa in materia di gestione dei rifiuti è stata introdotta in un testo legislativo solo dal d.P.R. 915/1982 il quale recepiva la direttiva generale 75/442/Cee, la direttiva 76/503/Cee relativa allo smaltimento dei PCB e PCT, e la 78/319/Cee relativa ai rifiuti tossici e nocivi. Fino a quel momento, i primi accenni normativi al problema dell’inquinamento da rifiuti risalgono ad epoca antecedente alla nascita della Repubblica e si identificano nella legge del 20 marzo 1941, in materia di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Questa legge era riferita ai soli rifiuti di origine urbana e in modo particolare all’aspetto economico; nonostante ciò, comprendendo

52 l’importanza della gestione dei rifiuti e della protezione dell’ambiente, si qualificarono i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento. Il d.P.R. 915/82 andava a coprire alcune lacune normative sopperendo alle diffuse pratiche di abbandono incontrollato di rifiuti e classificando i rifiuti in urbani, speciali, tossico/nocivi. Ma è solo successivamente che ci fu un vero salto di qualità in materia, prima con il Decreto Legislativo del 5 Febbraio 1997 o Decreto Ronchi, e poi in seguito con il Decreto Legislativo del 3 Aprile 2006. Il Decreto Ronchi è una vera e propria legge quadro del settore emanata in attuazione delle direttive europee 91/156/Cee (sui rifiuti), 91/689/Cee (sui rifiuti pericolosi) e 94/62/Cee (sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio); in esso, il capitolo riguardante il sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio ha il fine di prevenirne e ridurne l'impatto sull'ambiente ed assicurare un elevato livello di tutela ambientale. Con tale disciplina viene stabilito che il costo della gestione degli imballaggi è a carico dei Produttori e degli Utilizzatori, i quali a loro volta aderiscono al CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi). Un’importante innovazione apportata dal D. Lgs.22/97 è l’istituzione della TARIFFA al posto dell’attuale Tassa sui rifiuti solidi urbani (TARSU). In pratica si passa dal sistema basato sulla tassazione delle superfici occupate, al pagamento di una vera e propria tariffa per la gestione dei rifiuti urbani, basata sulla reale produzione di rifiuti a cura del soggetto produttore. Nel Decreto Legislativo del 3 Aprile 2006, attualmente vigente e noto come Testo Unico Ambientale, c’è la riformulazione dell’intera legislazione sull’ambiente e la suddivisione delle tematiche in sei parti; quella riguardante la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati è la quarta.

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