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I PROCESSI PRODUTTIVI BIOLOGICI E CONVENZIONALI *

7.5 Le leguminose

7.5.1 Le tecniche colturali per le leguminose

Per ogni leguminosa considerata nello studio il numero di processi indagati per ciascuna tecnica di coltivazione è stato dell’ordine di una decina di osservazioni.

I dati raccolti (tab. 7.26) confermano il carattere fortemente estensivo della coltivazione della lenticchia, che richiede un numero limitato di operazioni colturali e di impiego di lavoro, sia umano che meccanico, a cui si contrappone un profilo molto più intensivo dei restanti legumi esaminati, in particolare del fagiolo destinato al consumo fresco, ma anche del pisello, che richiedono un maggior numero di operazioni colturali. Nello specifico, la raccolta dei legumi destinati al consumo fresco avviene in più passaggi successivi, a seconda del grado di maturazione del legume, con la conseguenza di un ampliamento del numero delle operazioni colturali da eseguire, nonché dei fabbisogni unitari di lavoro, che vanno ben oltre le 200 ore per ettaro.

Tabella 7.26 - Impiego di manodopera e meccanizzazione per le leguminose

Processi esaminati

n. medio operazioni

n. medio ore macchina

n. medio ore uomo

CV/processo

FagioloFr_bio 10 14,8 48,7 245,4 516,3

FagioloFr_conv 12 15,6 13,7 231,0 231,0

FagioloSec_bio 10 8,4 20,5 45,5 412,1

FagioloSec_conv 10 10,8 17,1 59,4 296,1

Lenticchia_bio 9 5,7 4,8 7,4 413,9

Lenticchia_conv 9 5,8 7,7 19,2 509,1

Pisello_bio 10 12,8 24,5 85,4 238,5

Pisello_conv 10 12,6 27,5 25,4 287,1

Fonte: dati progetto SABIO

Se il confronto viene riferito alla tecnica produttiva, pressoché per tutte le specie considerate la conduzione convenzionale richiede un numero superiore di operazioni, quale diretta conseguenza dell’esecuzione dei trattamenti fitosanitari, assenti invece nella tecnica biologica.

Tuttavia, non necessariamente la tecnica convenzionale richiede un maggior impiego di lavoro, uomo o macchina che sia, e dai dati analizzati non emergono dati incontrovertibili e sicuri. Nel determinare il fabbisogno di lavoro, piuttosto, sembra giocare un ruolo importante la tipologia di prodotto, destinato al consumo fresco o secco, come pure l’eventuale ricorso a pratiche agronomiche non sempre

comprese in maniera sistematica nell’ambito della tecnica produttiva. Più precisamente, la presenza di operazioni quali ad esempio l’irrigazione, pratica facilmente meccanizzabile e da effettuarsi in più interventi, conduce ad un aumento dell’impiego di lavoro macchina che, insieme a quello richiesto per i trattamenti fitosanitari, innalza il fabbisogno di lavoro meccanico nella tecnica convenzionale;

al contrario, nella tecnica biologica sono le operazioni eseguite manualmente, perché non eseguibili con prodotti chimici, quali per esempio la scerbatura o la defogliatura, ad innalzare il fabbisogno lavorativo, in questo caso umano. In entrambi i casi, inoltre, possono essere previste o meno pratiche colturali quali l’allestimento di sostegni o il posizionamento dei gocciolatori per l’irrigazione che possono far variare il fabbisogno di lavoro.

7.5.2 I risultati produttivi ed economici delle leguminose

Fatta eccezione per la lenticchia, per tutti gli altri legumi analizzati è evidente la superiore produttività della tecnica convenzionale, tanto più visibile quanto più aumenta il grado di intensificazione della tecnica produttiva.

Tabella 7.27 - Risultati produttivi delle leguminose

Osservazioni Superficie Resa di cui coltura prod. princ. reimp. e autoc. Vendite

n. ha ql ql ql

FagioloFr_bio 10 15,1 24,62 0,39 24,23

FagioloFr_conv 12 26,3 72,71 0,21 72,50 FagioloSec_bio 10 19,6 15,32 0,55 14,77 FagioloSec_conv 10 11,4 21,22 0,03 21,19

Lenticchia_bio 9 92,7 5,61 1,06 4,56

Lenticchia_conv 9 36,6 5,00 2,03 2,97

Pisello_bio 10 6,1 14,31 0,00 14,31

Pisello_conv 10 32,8 23,70 0,00 23,70

Fonte: dati progetto SABIO

L’intensificazione produttiva è per esempio possibile, per il fagiolo fresco, attraverso il ricorso alla tecnica dell’irrigazione e a più sostenute fertilizzazioni: il risultato è il raggiungimento di livelli produttivi quasi tre volte superiori nella tecnica convenzionale rispetto alle rese conseguibili con il metodo di coltivazione biologica (tab. 7.27). Nelle coltivazioni finalizzate all’ottenimento della granella

secca la tecnica appare meno spinta ed il differenziale produttivo, pur rimanendo a favore del convenzionale, si riduce notevolmente fissandosi tra il 40 ed il 60% in più delle rese in biologico. Considerazioni a parte merita la lenticchia, coltura già definita adattabile ad ambienti marginali, a cui non vengono riservate particolari cure colturali e per la quale non si registrano differenze significative tra i livelli produttivi delle due tecniche.

Anche per queste coltivazioni la destinazione principale delle produzioni è, naturalmente, la vendita; solo per la lenticchia una piccola porzione del prodotto è destinato al reimpiego in azienda, quasi essenzialmente come semente. Questa coltura, che sembra distinguersi dal panorama delle leguminose sinora considerato, presenta più i caratteri di una coltivazione inserita tra le colture delle aziende biologiche al fine di migliorare l’avvicendamento, magari facendola precedere alla coltivazione dei cereali autunno-vernini: si osservi a tal proposito la forte preponderanza delle superfici biologiche, rispetto a quelle convenzionali (tab. 7.27).

Le quotazioni raggiunte dalle produzioni, secondo i dati raccolti dall’indagine svolta e presentati in tabella 7.28, sono di livello ragguardevole. Per tutte le produzioni il prezzo rilevato per i prodotti biologici è sempre, ed anche significativamente, superiore al prezzo del prodotto convenzionale. Il differenziale più elevato si riscontra in corrispondenza del fagiolo fresco, dove si registra quasi il raddoppiamento del prezzo (+90%), sicuramente da ricondurre alla maggiore attenzione posta dai consumatori nell’approvvigionarsi di prodotti vegetali freschi.

Indicativo è anche l’incremento rilevato per i legumi secchi biologici, in particolare per la lenticchia.

Tabella 7.28 - Vendite e ricavi per le leguminose

Prezzo di vendita

Differenziale di prezzo

Vendite prod.

princ.

Premi e sovvenzioni

PLV

%

FagioloFr_bio 215,0 91,0 5.210,26 331,00 5.541,27 FagioloFr_conv 112,6 8.162,58 28,52 8.191,11 FagioloSec_bio 278,0 18,8 4.105,84 622,25 4.728,09 FagioloSec_conv 234,0 4.958,84 105,48 5.093,32 Lenticchia_bio 402,2 47,8 1.832,83 810,70 2.643,53 Lenticchia_conv 272,2 809,68 383,23 1.192,91 Pisello_bio 167,0 23,2 2.389,64 192,76 2.582,40 Pisello_conv 135,5 3.210,84 0,00 3.210,84 Fonte: dati progetto SABIO

La tabella 7.28 mostra anche il valore della produzione, considerando accanto al valore delle produzioni anche quello relativo al sostegno di cui godono le leguminose da granella, sia proveniente dalle organizzazioni di mercato, che dalle politiche a supporto delle produzioni biologiche.

I valori più elevati si riscontrano per il fagiolo, in particolare per quelli destinati al consumo fresco. La risultante delle rese più elevate e del livello sostenuto dei prezzi conduce la produttività del fagiolo fresco a superare abbondantemente gli 8.000 euro, distanziando sensibilmente le analoghe produzioni biologiche, ferme a 5.500 euro circa per ettaro.

Più bassi i valori delle produzioni dei legumi secchi, i quali, fatta eccezione per le lenticchie, confermano livelli superiori in corrispondenza delle produzioni convenzionali. Per la lenticchia, viceversa è la conduzione biologica a presentare un livello produttivo più elevato, grazie soprattutto al cospicuo livello dei prezzi della granella, dato che, come indicato, non esistono differenze significative in ordine al livello delle rese.

Quando dal valore della produzione si passa a sottrarre i costi per giungere al reddito ottenuto, il quadro sopra delineato presenta alcune variazioni (tab. 7.29).

Tabella 7.29 - Costi e reddito operativo per le produzioni leguminose (dati a ettaro)

Fertilizzanti Difesa Altri costi Manodopera Reddito Operativo

€ €

FagioloFr_bio 265,87 47,6 1.355,38 2.147,17 1.725,26 FagioloFr_conv 96,15 41,0 1.050,19 2.021,60 4.982,17 FagioloSec_bio 322,58 0,00 1.385,18 397,71 2.622,61 FagioloSec_conv 70,41 67,6 1.602,38 519,94 2.833,02 Lenticchia_bio 0,00 0,00 324,81 64,92 2.253,80 Lenticchia_conv 0,00 116,7 337,42 167,64 571,18 Pisello_bio 204,67 32,5 1.066,22 635,38 643,65 Pisello_conv 96,01 21,9 535,91 222,02 2.334,99 Fonte: dati progetto SABIO

Per il fagiolo fresco, l’impiego di fertilizzazioni più costose nella tecnica biologica, ma anche di maggiori spese per l’irrigazione, la conservazione e naturalmente per la certificazione, allargano il divario con la tecnica convenzionale, in termini di redditività; nemmeno il maggior impiego di manodopera utilizzata per

la raccolta di un più abbondante raccolto riesce a ridurre il differenziale di reddito tra le due tecniche, dato che anche la tecnica biologica richiede molta manodopera per l’esecuzione di alcune pratiche altrimenti gestite con prodotti chimici (per esempio diserbo). Una differenza di redditività a favore della tecnica convenzionale si riscontra anche per il pisello, in cui la maggiore incidenza degli altri costi (per lo più riconducibili alle fasi di lavorazione e commercializzazione del prodotto), in aggiunta ai più alti costi della manodopera, aumentano la forbice tra le due tecniche.

Discorso diverso si registra per il fagiolo secco, per il quale la maggiore incidenza degli altri costi (meccanizzazione, lavorazione del prodotto, ecc.) e dei costi di manodopera avvicina molto la redditività nelle due tecniche considerate, che raggiungono livelli del tutto comparabili. La lenticchia, anche in termini di redditività, conferma le migliori prestazioni del processo biologico, che non richiedendo interventi di fertilizzazione100 né di difesa, e quindi meno manodopera, rafforza la sua superiorità in riferimento alla tecnica convenzionale.

Tabella 7.30 - Canali di vendita delle leguminose

Fagiolo fresco Fagiolo secco Lenticchia Pisello Totale bio conv bio conv bio conv bio conv Vendita diretta in azienda 7 3 6 3 3 2 7 6 37 33%

Vendita diretta on line 0 0 0 0 0 0 2 0 2 2%

Dettaglio specializzato bio 2 0 1 0 2 0 1 0 6 5%

Dettaglio non specializzato 2 0 2 2 1 2 0 2 11 10%

Grossista specializzato bio 1 0 5 0 3 0 5 0 14 13%

Grossista non specializzato 2 6 2 2 1 4 0 1 18 16%

Associazione di produttori 0 1 0 0 0 1 0 0 2 2%

Cooperativa trasformazione 0 1 0 1 1 0 0 2 5 4%

Cooperativa di vendita 0 3 0 0 1 1 0 0 5 4%

GDO 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1%

Industria specializzato bio 0 0 2 0 0 0 0 0 2 2%

Industria non specializzato 0 0 0 1 0 0 0 0 1 1%

Altre forme 1 0 3 1 0 0 2 1 8 7%

Totale 15 14 21 10 12 10 18 12 112 100%

Fonte: dati progetto SABIO

100 I rilievi aziendali effettuati non hanno registrato l’impiego di fertilizzanti e dunque di spese per fertilizzazione della lenticchia, in entrambe le tecniche produttive.

È interessante rilevare come per i legumi all’incirca la metà delle rilevazioni svolte indichino la vendita diretta come canale di commercializzazione dei prodotti anche attraverso la vendita a dettaglio. Si tratta di prodotti da sempre presenti nell’alimentazione tradizionale, e dunque in quella mediterranea, per i quali viene evidentemente preferito dai consumatori un loro approvvigionamento direttamente in azienda. Ciò è tanto più vero se si limita l’analisi alle sole produzioni biologiche, che privilegiano appunto questi canali diretti di vendita: in questo caso si va dal 50% di pisello e lenticchia, fino a quasi il 75% per il fagiolo fresco. Ben più ridotto, a differenza di quanto rilevato per i cereali, è il ricorso alla vendita al grossista o a cooperative/associazioni di produttori, che interessano nel complesso un 40% delle vendite di legumi del campione esaminato.