• Non ci sono risultati.

lettera scritta sotto mentite spoglie ad un frontespizio identificato

Nella terza lettera che apre il De Colori790 [cc. 4r-9r] Zaccolini mette in risalto il dinamismo

culturale, scientifico e artistico del suo Ordine. Celandosi dietro all’emblematico pseudonimo di “Ardente Tizzarello Stampatore”791, l’autore segnala la sua opera “Alli Reveren(di) Padri Chierici

Regolari” nella speranza di vederla presto alle stampe. La presente dedicatoria obbliga però una riflessione più ampia, una lettura che riesca a trascendere il tono encomiastico e celebrativo, per ritrovare lo spirito di apertura della religiosità teatina verso le scienze naturali, ambito nel quale si inseriscono le ricerche sul colore del nostro fratello laico. Questi fogli rappresentano in realtà un’originale nonché inedita presentazione della cultura teatina. Una premessa scritta dallo stesso Zaccolini per riconoscere i giusti meriti a quei fratelli conversi che, come lui,

dottamente con una naturale fi-|losofia semplicemente sanno cavare il male, come l’ape o pecchie, non | da’ fiori792, ma dalle più basse cose e vili esercitij del monast(er)o, havendo l’|occhio ai refettorij a vestiarij, alle scarparie, e cucine, le quali per | ordin(ament)o sogliono arrecare non poco horrore in altri, ma in voi e nella v(ost)ra | relig(ion)e sogliono alcun ricetto l’otio, solo si attende da poi a discorsi filosofici | col discorso dell’intelletto esaminando la Natura in atto pratico con l’|esperienza, senza la quale, nelle naturali, poco o nulla se ne può have-|re certa cognitione793.

La lettera getta nuova luce sul valore spirituale delle arti liberali e sulla dignità delle arti meccaniche, esercitate con devozione dai religiosi conosciuti nei monasteri teatini di Roma e Napoli. Egli sostiene che è proprio nel “minimo stato di laici”794 che “va dimorando il colmo

della vita attiva”795, poiché

790 “Alli Reveren(di) Padri Chierici Regolari”: BLF, ms. Ashb. 12121, M.ZACCOLINI, De Colori cit., cc. 4r-9r.

791 “Delle p(ie)tà v(ost)re | Oblig(atissi)mo servo nel Sig(no)re | Ardente Tizzarello Stampat(o)re”: Ivi, c. 9r. Gli studiosi hanno identificato in questa rima finale lo pseudonimo con cui Zaccolini firma la lettera indirizzata ai Padri Superiori (C.PEDRETTI, The Zaccolini Manuscripts cit., p. 44 nota 11; J.BELL, Cassiano dal Pozzo’s copy cit., p. 106 nota 14).

792 Il modo in cui Zaccolini utilizza il paragone delle “api o pecchie” per presentare la sua ricerca filosofica ricorda la pagina che introduce il Trattato De Colori degl’occhi di Simone Porzio, famoso commentatore dei testi di Aristotele. Nell’edizione tradotta in volgare da Giovan Battista Gelli vengono sottolineati i fondamenti filosofici della ricerca di Porzio, colui che insegnò a seguire “il Dogma di Aristotele, senza però disprezzare le sentenze degli altri scrittori ma cavando di quelle, nella guisa che fanno l’Api da ciascun fiore”: S.PORZIO, Trattato De Colori degl’occhi dello eccellentissimo filosofo M. Simone Portio napoletano, Tradotto in volgare per Giovam Batista Gelli, In Fiorenza, appresso Lorenzo Torrentino,

1551, p. 4. Considerando l’orientamento filosofico di Zaccolini e, in particolare, l’interesse per il tema trattato, il riferimento testuale fa pensare che il teatino conoscesse gli scritti aristotelici sul colore e sul funzionamento dell’occhio grazie ad alcune traduzioni e ad alcuni commentari di Simone Porzio, autore dell’edizione latina del pseudo-aristotelico De Coloribus, trattato di cui parleremo in modo specifico nel prossimo capitolo.

793 BLF, ms. Ashb. 12121, M.ZACCOLINI, De Colori cit., c. 4r.

794 BLF, ms. Ashb. 12122, M.ZACCOLINI, Prospettiva del Colore cit., c. 1v (BELL, p. 284). 795 BLF, ms. Ashb. 12121, M.ZACCOLINI, De Colori cit., c. 4r.

ognuno con | una certa gara a più potere si affatica di spendere il talento ri-|cevuto dalla liberaliss(im)a mano dell’Onnipotente Iddio, con si gran copia // [4v] che non vi è arte alcuna meccanica, che quivi non si ritrova. Poiché | alcuni sono eccellenti musici, diligenti ricamatori, disegnatori | altri intendenti delle gnomoniche fesseno varij horologij solari, per ogni | verso in ogni clima, et altri intagliatori, nel legno dolce, et altri co(n) | più acuti scarpelli, rintuzzando nei più duri sassi scolpissero sta-|tue che molto rassembrano al vivo, et altri di più bassa carata, atten-|dendo alle cose di squadro, pare che si vogliono uguagliare a quelli | che ne tortuosi fogliami vanno intrecciando mille bizzarrie diver-|se796.

Nessun sapere viene escluso, nemmeno gli studi scientifici che dovevano essere legati “ad una fervida pietà e vita interiore”797. La conoscenza, dunque, arricchisce la vita spirituale di tutti i

confratelli

litte-|rati, et intendenti nella teorica dei pianeti, e nelle pratica della sfera | che anche più oltra si estendono nelle mathematiche, nella geometria, | nell’aritmetica e nella prospettiva. Altri sono architetti valen-|ti, altri pittori universali, et altri in legno, altri con stucchi fan-|no di bellissime et ornatissime statue, altri compongono et altri – riferendosi a se stesso – filosofando intorno alle naturali cercano problematicamente le ra-|gioni occulte della natura componendo libri per dare in luce delle stampe798.

Oltre a questi,

altri possedendo il discorso dell’istorie antica o moderna, ne | trattano così sicuramente, come che fussero in atto in quei successi. | Altri poi così bene sanno le ragioni di stato e il modo del vi-//[5r] vere politico […]. Alcuni di questi sono in ogni pro-|fessione versati, che perciò vi sono dei tessitori di drappi, di così esqui- |sito lavoro, che pare che la dotta Aragne non ci habbia che fare. Altri | poi mollificando il ferro vanno con tortuosi nodi d’indissolubil fortezza | tessendo graticolati, e con maggior esquisitezza di questi si vi veggono ore-|fici e gioiellieri, che intrecciando con smalti l’innanellati catene d’eccelen-|te vaghezza rendono in libertà i portatori di queste, quivi si vede il | fabbro, l’agricoltore, il ferraro, il libraro, i stagnatori così eccell(en)ti | nel risaldare che parono più tosto formatori di Natura che restaurat(o)ri | delle cose separate. Vi sono miniatori universali, come in carta pergame-|na, in legno, in pietra, in tela et in vetro. Altri che sono semplicisti hanno | così intiera cognitione delle piante, fiori, erbe, con le virtù loro, che pare | più non s’habbia che fare Discoride799 competendo dimostrono di gar-| reggiare anche con Aristotile, Teofrasto800 et altri famosi di questi […]. Alcuni si dilettano di medicina, altri di chirurgia, questi di notomia, e quelli di | ligamenti de nervi, et attaccamenti dell’ossa nella fabrica | dell’huomo, altri sono profumieri, che con compositioni rendono fragan-|za odorosa nei luoghi sacri, altri poi si dilettano delle meteora et | altri di

796 Ivi, c. 4r-4v.

797 B.MAS C.R., La spiritualità teatina, in «Regnum Dei», VII, 1951, pp. 3-18. 798 BLF, ms. Ashb. 12121, M.ZACCOLINI, De Colori cit., c. 4v.

799 Si fa qui riferimento agli scritti di farmacopea erboristica raccolti da Discoride nel suo trattato De Materia Medica, cfr. L.Y.BECK, Pedanius Dioscorides of Anazarbus. De materia medica, Hildesheim, Olms-Weidmann, 2005.

800 In questo caso, invece, Zaccolini rimanda ai noti trattati di botanica di Teofrasto, in particolare all’Historia

Plantarum (TEOFRASTO, La Storia delle piante di Teofrasto, Volgarizzata e annotata da Filippo Ferri Mancini, Roma, Ermanno

Loescher e C., 1901) e al De causis plantarum (THEOPHRASTUS, De causis plantarum, edited and translated by B.

fisionomia, quivi si vedono legisti oratori. […], così anche vi è il dominio | di tutte le lingue, perché chi la francesa, chi spag(no)la, e chi la todes-|ca, altri hanno l’hebrea, quelli la greca, e questi la latina”801.

E celebrando gli “eccellenti grammatici” e coloro che “eccellentem(en)te formono caratteri antichi | e moderni usati da’ Latini, da’ Toscani, e da Greci, da’ Hebrei, da | Caldei et Arabici”802,

Zaccolini, sempre sotto mentite spoglie, accenna ad “alcune lettere scritte delle quali non si possono leggere | se non per refrazione risguardando alle imagine dei caratteri dentro | alli specchi, o per l’acqua”803. A questo punto occorre fare una precisazione. Di tutta questa lettera,

gli studiosi si sono soffermati quasi esclusivamente su quest’ultimo passo, poche righe che lasciano tuttavia intendere la dimestichezza dell’autore nel leggere la scrittura a rovescio di Leonardo da Vinci. Ciò è stato confermato da Cassiano dal Pozzo, il quale ricorda che Zaccolini, avendo consultato alcuni scritti autografi del celebre trattatista, ne era rimasto così affascinato che “prese a scrivere in quella maniera” 804. Sfortunatamente, però, i manoscritti originali del fratello

laico sono andati perduti e, con questi, anche le prove della sua abilità nella tecnica della scrittura speculare. Eppure, rileggendo con attenzione quell’unica copia un tempo conservata tra i volumi dei “Mathematici” della libreria dal Pozzo805, troviamo la conferma di ciò che nella dedicatoria

viene fatto solamente intuire: nel volume Descrittione dell’Ombre, Matteo Zaccolini dichiara esplicitamente che, a causa della difficoltà nell’esporre il tema della proiezione delle ombre, si è trovato costretto ad abbandonare la scrittura a rovescio. Infatti,

p(er) non capire p(er) | il verso del Libro, ci ha forzato di scriver | anche p(er) altro verso dal no(st)ro costume incomin-|ciato, e tanto maggiormente, che la figura si | trova di già essere stata descritta da Noi | si come anche n abbiamo descritte in q(ues)ta | guisa altri tre seguenti esemplari. Dove che | perhora no(n) ritrovandomi comoddità di | fare altre figure nuove di quelli con minor | grandezza, acciò potessero capire per il verso | del Libro mi son risoluto di tornar a scri-|vere p(er) il verso in q(uest)a guisa, benchè l’esem- |plare stia collocato p(er) l’altro verso[…]806.

Gli autografi, in parte scritti a rovescio, erano conservati nella Biblioteca della Casa di San Silvestro a Monte Cavallo, l’istituto in cui professò il trattatista. L’originaria collocazione era nota

801BLF, ms. Ashb. 12121, M.ZACCOLINI, De Colori cit., c. 4r-4v. 802 Ivi, c. 5v

803 Ibidem.

804 Come precisa Cassiano dal Pozzo, Zaccolini “havea visto molte cose da quello scritto con carattere alla rovescia, così il d(ett) Matteo s’assuefece a quella ragione di scrivere”: Nota di Cassiano dal Pozzo contenuta nel ms. Montpellier

H. 267 già pubblicata in C.PEDRETTI, The Zaccolini Manuscripts cit., p. 42. Sul ruolo di Matteo Zaccolini nella diffusione degli scritti di Leonardo si vedano ID., Studi Vinciani. Documenti cit., pp. 257-263; ID., The Zaccolini

Manuscripts cit., pp. 39-53; E.CROPPER, Poussin and Leonardo cit., pp. 573; J.BELL, Color and Theory in Seicento Art cit., vol. I, pp. 54-66;EAD., Cassiano dal Pozzo’s copy cit., pp. 103-125; EAD., Zaccolini and Leonardo’s Manuscript cit., pp. 183- 193; EAD., Zaccolini and the Trattato cit., p. 127-146; E.CROPPER,C.DEMPSEY, Nicolas Poussin. Friendship cit., pp. 145-

174.

805 ASR, 30 Notai Capitolini, not. Palumbus Perellus, ufficio 25, vol. 419, c. 236v . Si veda il capitolo 1.1. 806 BLF, ms. Ashb. 12124, M.ZACCOLINI, Della Descrittione dell’Ombre cit., c. 51v.

non solo a Cassiano dal Pozzo807 ma anche a Giovan Pietro Bellori che, ancora nel 1664808,

ricorda tra i volumi di questa libreria “alcuni trattati del celebre Matematico, et Prospettico pittore, il P. F. Matteo Zoccolini, l’un della prospettiva lineale, l’altro de’ colori con li disegni, et altri Commenti sopra Euclide, et Sfera del Sacrobosco di sua mano scritti a rovescio, come usava Leonardo da Vinci”809.

Oltre a queste testimonianze, già note agli studiosi che in questi anni si sono occupati di ricostruire la storia di questo Trattato di Prospettiva, vorrei segnalare un inedito riferimento bibliografico che non solo conferma l’originaria collocazione, ma aggiunge qualche dettaglio in più sui manoscritti autografi di Zaccolini810. Nel 1640 l’inedito trattato venne infatti citato

nell’opera di un erudito filologo e studioso di etruscologia del Seicento, incuriosito dalla particolare grafia: prima ancora di Giovan Pietro Bellori, il teologo Leone Allacci, dotto bibliotecario della Vaticana, aveva fatto circolare la notizia che nella libreria “in monte Quirinali, apud Religiosissimos S. Sylvestri Patres”811, erano conservati i manoscritti del valente prospettico

teatino,

in Theorematis subtilissimis, et praecipuè, quae umbras ac colorum naturam, et radios petractant […] sed inversis literis descripsit, ea ratione, ut nonnisi speculo, litterae illae agnoscerentur, vel legentur. Ut characteribus illis tam absurdis visu, licet in speculo pulcherrimis, quasi rebus antiquis…812.

Queste brevi ma preziose citazioni ci consentono di valutare e, nel contempo, valorizzare, il patrimonio culturale dei padri teatini, un sapere trasmesso attraverso i volumi della loro “copiosissima Libreria”813, frequentata anche dal loro più celebre studioso di prospettiva, il pittore

807 Cassiano dal Pozzo dichiara infatti che il fratello scrisse “diverse opere che si conservano nella libreria de PP. Theatini a S. Silvestro a Monte Cavallo e sono con i seguenti titoli. Il p(rim)o int(itolat)o Prospettiva Lineare divisa in 100 capitoli. Il 2° della descrittione delle ombre prodotte da corpi opachi rettilinei. Il 3° intit(olat)o Prospettiva De Colori diviso in 13 Trattati. Il 4° int(itolat)o Prospettiva del colore divisa in 17 Trattati”: Nota di Cassiano dal Pozzo contenuta nel ms. Montpellier H. 267 (già pubblicata in C.PEDRETTI, The Zaccolini Manuscripts cit., pp. 41-42).

808 G.P.BELLORI, Nota delli musei cit. 809 Ivi, pp. 113-114.

810 L.ALLATII, Animadversiones in antiquitatum etruscarum fragmenta ab Inghiramio edita, Pariis Apud Sebastianum Cramoisy Typogrephum, MDCXL, pp- 140-142.

811 Ivi, p. 140. Il presente riferimento è stato ritrovato seguendo la nota bibliografica riportata da Gio. Pietro de’ Crescenzi nel suo libro del 1648, opera in cui Zaccolini viene ricordato tra i soggetti più illustri del monastero di San Silvestro a Monte Cavallo: “Il pennello e la penna di Matteo Ciccolini da Cesena fratello laico Teatino hanno alle sue lodi obbligato un erudito di questi giorni, poiché con bizzarria di linee, e cn(n) scherzi dell’arte dipinge, e scrive in modo, che sovente l’occhio inganna nell’ingegnosa disposizione dell’ombre, de’ lumi, delle lontananze. Ha in luce di quest’arte un libro: et è da lui con istupore di Roma non men felicemente praticata, che fosse già da Zeusi, o da Parrasio, che sapevano ingannare, e con l’uve dipinte i volanti dell’aria, e co(n) veli ombreggiati gli uomini istessi”: G. P.DE’CRESCENZI ROMANI, Presidio Romano, overo della milizia ecclesiastica et delle religionisi cavalleresche, come claustrali, libri

III… Con la vita di molti huomini santi, E le memorie di Persone infinite, per Lettere e per Armi qualificate ... Aggiuntevi le memorie di molte Illustri Famiglie... di Gio. Pietro de’ Crescenzi Romani, nobile piacentino, Piacenza, Per Gio. Antonio Ardizzoni, 1648,

Libro Secondo, p. 35.

812 L.ALLATII, Animadversiones in antiquitatum cit., p. 141.

che dipinse le pareti di questa sala con ripiani di libri finti tra “ornamenti di palle e mascheroni”814.

Per avere un’idea del patrimonio librario dei padri di Monte Cavallo, conviene riprendere la testimonianza scritta nel 1698 dall’abate Bartolomeo Piazza815, il quale loda la biblioteca degna “di

così gran Casa, e di così illustri abitanti”816. La pregiata raccolta raccoglieva infatti i volumi che

Papa Paolo IV Carafa, il fondatore dell’ordine, donò al convento: da quel lascito, racconta Carlo Bartolomeo Piazza,

se ne fece una numerosa Biblioteca fornita di buoni e scelti autori; massimamente in diverse materie legali, lasciati eziandio in originali non stampati dal celebre Giurisconsulto Criminale Prospero Farinacci, quivi pur sepolto. Accrebbe poi notabilmente la medesima libreria Michele Ghislerio Ebbreo prima poi fattosi Cristiano, indi Religioso di questa Religione […] e come che egli era versatissimo nella lingua Ebrea, Caldea, Greca e Latina; come apparisce nelle sue opere date alla luce sopra la Cantica, e altri Libri della Sacra Scrittura, non solo acquistò a questa Biblioteca molte Sagre Biblie di molto presso per le diverse impressioni et esposizioni con altra varietà di libri eruditi. Fu poi successivamente accresciuta con libri moderni de i migliori scrittori, con un indice esattissimo, e comodissimo, così ben ordinato che ha servito di esemplare a molte celebri Librerie di Prelati, di Cardinali et altri Personagij messo fino alle stampe per pubblico uso dal P. Fabiano Genovese della Congregazione dell’Oratorio […] Ne mancano altri preziosi Manoscritti di varij Scrittori in ogni genere di Scienze; in modo che per l’esquisita cura, che se ne tiene, e per la facilità di trovarli, e per la buona disposizione et ordine, e per la molteplicità de i Libri può paragonarli di splendore a qualsivoglia altra celebre Libreria di Roma. […] Osserva il Bellorio, essere in questa celebre Libreria molti libri manoscritti antichi in pergameno con miniature, e caratteri d’oro, tra quali alcune opere di S. Gregorio et alcuni Trattati del celebre Matematico, e Prospettico Pittore P. Matteo Zoccolini; l’uno della Prospettiva linerare; l’altro dei colori, et altri dissegni de i Commenti d’Euclide e Sfera del Sacrobosco di sua mano scritto a rovescio, come usava Leonardo da Vinci817.

Oltre a ripetere ciò che Bellori aveva già scritto a proposito di questi trattati, in questa pagina viene citato il nome del padre a cui venne affidata la gestione della Libreria proprio negli anni in cui Zaccolini risiedeva nel monastero di Monte Cavallo. Si tratta di padre Michele Ghislieri (1563- 1646)818, dotto studioso di Sacre Scrittore tenuto in molta considerazione dalla sua Congregazione

ma anche dai “Letterati e de’ suoi giorni, e de’ susseguenti”819. Nel corso del primo ventennio del

Seicento padre Ghislieri seguì in prima persona gli acquisti e le donazioni, contribuendo ad

814 G.BAGLIONE, Le vite de’ pittori cit., p. 317.

815 C.B.PIAZZA, Eυσεβολόγιον, Eusevologio romano cit., capo XXV, p. CLIII. 816 Ibidem.

817 Ivi, capo XXV, pp. CLIII-CLIV.

818 Su Padre Michele Ghislieri si veda la biografia redatta da A.F.VEZZOSI C.R., I scrittori de’ Cherici Regolari cit., vol. I, pp. 391-397. Per un aggiornato profilo biografico si veda F.CRUCITTI, ad vocem “Ghislieri Michele”, in Dizionario Biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. LIV, 2000, p. 62.

818 A.F.VEZZOSI C.R., I scrittori de’ Cherici Regolari cit., vol. I, p. 392. 819 Ibidem.

accrescere le raccolte della biblioteca820. È noto, infatti, l’interesse e gli sforzi dei teatini

nell’incrementare e custodire le preziose librerie per le quali “spendono assai”821: ciò è rivelato

dallo storiografo teatino Giambattista Del Tufo che, nella sua Historia delle Religione del 1609, ricorda come i padri, “con molta prontezza e liberalità, impiegano l’istesse limosine così in servigio delle lor Chiese e del Culto Divino come ne’ libri per le comuni librerie”822.

Il ruolo di padre Ghislieri rappresenta, quindi, un prezioso riferimento per indagare il contesto culturale in cui si inserisce anche l’opera del fratello laico Zaccolini. Per avere qualche informazione in più sulla libreria frequentata dal prospettico, era necessario proseguire la ricerca documentaria tenendo conto anche del nome di questo bibliotecario. Ciò a permesso di rintracciare nell’Archivio di Stato di Roma un inedito fascicolo in cui sono elencati alcuni

Libri comprati dal P(ad)re D. Michele Ghislieri con(n) licenza del M(ol)to R(everen)do P(ad)re Generale da denari cavati dall’opera, che egli stampò sopra Gieremia Profeta, Quali poi da lui stesso furono posti nella Libraria Comune di S. Silvestro in Monte Cavallo”823.

Un documento prezioso vista la tragica fine del patrimonio teatino durante l’occupazione napoleonica824.

820 A questo proposito si ricorda che Padre Michele Ghislieri fu anche il confessore del giureconsulto romano Marzio Milesi (1570 ca.-1637), raffinato erudito e amante d’arte che nel 1637 lasciò in eredità al monastero di Monte Cavallo “omnes antiquos et modernos manoscriptos codices qui reperiuntur in mea bibliotheca” ma anche “omnia numismata antiqua et moderna et monetas et omnes lapides literata exculptas et omnem aliorum antiquitatem suppellectilem” ed infine “omnes libros qui placuerint D. Michaeli Gislerio qui iam sint in biblioteca Santi Silvestri”: ASR, 30 Notai Capitolini, notaio Angelo Giustiniani, uff. 11 (già 30), vol. 156 (testamenti dal 1628 al 1644), cc. 494r e segg. Il documento conserva infatti l’“Indice delli libri delli P.P.” (cc. 971r-975v ), ovvero l’elenco dei volumi scelti personalmente da Padre Ghislieri per la biblioteca teatina. Alla carta 972r segue inoltre l’“Inventario dell’anticaglie […] consegnate alli R.R. di S. Silvestro di M(on)te Cavallo in Virtù del testamento di esso sig. Martio”. Sugli interessi culturali di Milesi e per alcune indagini sulle sue raccolte librarie e artistiche si vedano G.FULCO, Ammirate l’altissimo

pittore”: Caravaggio nelle rime inedite di Marzio Milesi, in «Ricerche di Storia dell’Arte», 10, 1980, pp. 65-90; L.

SPEZZAFERRO, Il testamento di Marzio Milesi: tracce per un perduto Caravaggio, in «Ricerche di Storia dell’Arte», 10, 1980,

pp. 91-99.

821G.B. DEL TUFO, Historia della Religione cit., p. 391. 822 Ivi, p. 236.

823 Il fascicolo intitolato “Libri comprati dal P(adre) D. Michele Ghislieri de denari cavati da corpi dell’opera sua sopra Gieremia havuti dal mercante che la fece stampare secondo le conventioni tra loro” è conservato presso l’ASR,

Corporazioni religiose maschili, Chierici Regolari Teatini di Sant’Andrea della Valle, b. 2140, fasc. 102 “Chiesa, Arredi Sacri,

Libri” (anni 1559-1864), cc. n.n.

824 Dopo l’occupazione napoleonica della casa teatina di S. Silvestro al Quirinale (1798), la direzione dell’ordine venne definitivamente trasferita a Sant’Andrea della Valle, cfr. F.AUDREU C.R., I teatini dal 1524 al 1974. Sintesi storica, in «Regnum Dei», XXX, 1974, p. 24. Più recentemente padre Bartolomeo Mas, responsabile dell’archivio

Generale Teatino, ha pubblicato nel sito ufficiale dell’ordine teatino una breve sintesi della travagliata storia dei teatini tra il 1789 al 1821, B. MAS C.R., I Teatini durante l’invasione napoleonica, pubblicato in www.teatini.it http://web.archive.org/web/20101213135310/http://www.teatini.it/ [consultato il 3 gennaio 2012]. Dopo il 1870 il