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Un prospettico a Roma Per il “maggior bisogno della pittura p(er) la teorica del colore”

prospettico della prima metà del Seicento

4. Un prospettico a Roma Per il “maggior bisogno della pittura p(er) la teorica del colore”

[…] nostre regole, le quali hanno a servire per gente che principiano la professione pittorica, acciò conoscendo la forza della generatione delli colori possino con qualche fondamento colorire e ridurre a perfetione le loro opere (MATTEO ZACCOLINI, De Colori, c. 65r)

4.1. Da Cesena a Roma

Il 5 dicembre 1598 “partì il Papa da Cesena”449 per proseguire la strada del ritorno verso

Roma. Il saluto di Clemente VIII segnava la chiusura del cantiere fastoso ed effimero presso il quale Matteo Zaccolini insieme a molti pittori, decoratori e scultori cesenati aveva fatto il suo debutto. Consumata in breve tempo la trionfale occasione, non restava che saldare gli ultimi pagamenti per opere in gran parte già disfatte. Dalla lettura della Spese Straordinarie si può desumere che il pittore rimase a Cesena fino al dicembre del 1598. Il suo nome scompare definitivamente dalle pagine degli Stati delle Anime di Cesena per essere poi ritrovato nei registri parrocchiali romani almeno dal 1600, quando all’età di circa ventisei anni intraprese il viaggio verso Roma sull’orma dei numerosi colleghi bolognesi ed emiliani450: i primi riferimenti che

ricordano il romagnolo in quella che diverrà la sua “patria di adozione” sono stati rintracciati quasi accidentalmente nella ricostruita biografia di un altro artista, lo scultore vicentino Camillo Mariani (1567-1611)451: le prime tracce utili per documentare la presenza di Matteo Zaccolini a

Roma si credevano ormai perse, finché le intricate frequentazioni con lo scultore vicentino restituirono un prezioso tassello al ritratto di un artista e teorico d’arte rimasto per secoli nell’ombra dei grandi nomi.

449 BCM, ms. 164.32 G, Annali della Città di Cesena cit., (anno 1598), cc. n.n.

450 Per una verifica delle presenze dei pittori bolognesi ed emiliani nei registri degli Stati delle Anime della città di Roma si veda R.VODRET (a cura di), Alla ricerca di “Ghiongrat” cit., in particolare pp. 24-25, pp. 150-151 e pp. 155- 156. A questo proposito si segnala anche il saggio diR.MORSELLI, Bologna “nuova dilettevole Atene”. Considerazioni sui

pittori bolognesi attivi a Roma tra il 1600 e il 1630, in R. VODRET (a cura di), Roma al tempo di Caravaggio (1600-1630),

Milano, Skira, 2012, vol. I, pp. 251-271, in particolare p. 263.

451 M.T.DE LOTTO, Per una biografia di Camillo Mariani cit., pp. 152-165; EAD., Camillo Mariani, in «Saggi e memorie di storia dell’arte», XXXII, 2008, pp. 21-223, in particolare p. 25 nota 60.

Sappiamo infatti che, a partire dalla primavera del 1601, Matteo Zaccolini era residente nella parrocchia di Sant’Andrea delle Fratte, nel rione Campo Marzio452(Fig. 27): qui, “nella strada

Paulina per man destra dal principio della n(ost)ra parrocchia”453 condividevano l’abitazione

“m.ro Dom.ico Camillo Mariano scultore vicentino, Matheo Zoccolino, pittore, ms. Vincenzo Bat.oio pittore”454. Oltre al cesenate, l’abitazione dello scultore offrì quindi ospitalità ad un altro

pittore romagnolo, il riminese Vincenzo Battaglini455. Questi migranti del nord si

“accomodarono”, nel senso più stretto del termine, in casa dell’artista vicentino. Cosa che invece non capitò all’allievo veneziano Carlo Saraceni poiché, sebbene le fonti ricordino quando intorno al 1598456 si trasferì a Roma sotto la guida di Camillo Mariani, il suo nome non compare tra gli

ospiti della sua casa457. Ad ogni modo nella trama di quest’ordito si accavallano nomi, si intessono

incontri, frequentazioni e legami nati da interessi comuni che, in questo specifico caso, avvicinano i due giovani conoscenti del Mariani: ciò che accomuna le ricerche di Matteo Zaccolini a quelle di Carlo Saraceni è proprio l’attrazione per i valori cromatici, atmosferici e luministici del paesaggio. Il loro presunto legame può assumere una particolare rilevanza, visto che fu proprio il cesenate a sperimentare un metodo per riprodurre le apparenze cromatiche della natura, affrontando nello specifico il problema della resa atmosferica della lontananza, questione centrale dell’indagine paesistica saraceniana458.

452 P.HOFFMAN (a cura di), Guide Rionali di Roma. Rione IV, Campo Marzio, Parte Prima, Roma, Fratelli Palombi, 1981, pp. 14-16.

453 ASVR, Sant’Andrea delle Fratte, Stati delle Anime, vol. 34 (1600-1601), c. 76r. Scorrendo le liste degli abitanti della stessa parrocchia registrati tra il 1600 e il 1601 si rintracciano altri cesenati, come “GiovanBatta da Cesena” (c. 56v) e “A man destra rivolta per la istessa strada paulina nella Piazza della Trinità nel Palazzo di Ambrosio il S. Conte Giuseppe da Cesena” (c. 77r.).

454 ASVR, Sant’Andrea delle Fratte, Stati delle Anime, vol. 34 (1600-1601), c. 76r (già pubblicato in M.T.DE LOTTO, Per

una biografia di Camillo Mariani cit., p. 160 Appendice doc. 3). Per una verifica della presenza dei pittori citati nei

registri degli Stati delle Anime romani si veda R.VODRET (a cura di), Alla ricerca di “Ghiongrat” cit.: Camillo Mariani p.

165 e scheda nr. 329 a p. 252, Vincenzo Battaglini p. 155 e scheda nr. 2145 a p. 521, Matteo Zaccolini scheda nr. 1587 a p. 435.

455 Ibidem, p. 155 e scheda nr. 2145 a p. 521.

456 V.MARTINELLI,Le date di nascita e dell’arrivo a Roma di Carlo Saraceni, pittore veneziano, in «Studi Romani», VII, 1959, pp. 679-684. Le date di nascita (1579 ca.) e del trasferimento a Roma (1598-1599 ca.) di Carlo Saraceni vennero verificate da Maria Giulia Aurigemma che integrò le notizie già note con alcuni documenti inediti rintracciati nei registri degli Stati delle Anime della parrocchia di S. Marcuola a Venezia, cfr. M.G.AURIGEMMA, Carlo Saraceni, un Veneziano a Roma, in G.CAPITELLI,C.VOLPI (a cura di), Caravaggio e il Caravaggismo dal corso di storia dell’arte moderna I tenuto da Silvia Danesi Squarzina, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Lettere e Filosofia, Istituto

di Storia dell’Arte, 1995, pp. 117-138. Per un profilo biografico più aggiornato si rimanda al catalogo della prima mostra monografica dedicata a Carlo Saraceni lo scorso 2013, cfr. EAD.(a cura di), Carlo Saraceni 1579 - 1620. Un veneziano tra Roma e l’Europa, Catalogo della mostra (Roma, Palazzo di Venezia, 29 novembre 2013 - 2 marzo 2014),

Roma, De Luca, 2013.

457 M.T.DE LOTTO, Per una biografia di Camillo Mariani cit., p. 155; R.VODRET (a cura di), Alla ricerca di “Ghiongrat” cit., scheda nr. 356 alle pp. 255-256.

458 L’ipotesi del legame tra Matteo Zaccolini e Carlo Saraceni, suggerita dai documentati contatti con Camillo Mariani, è stata discussa da chi scrive nella tesi di laurea specialistica dedicata all’indagine paesistica saraceniana, cfr. F.GUIDOLIN, La natura e il suo linguaggio: viaggio pittorico attraverso i paesaggi di Carlo Saraceni, Tesi di Laurea Specialistica,

Camillo Mariani potrebbe aver giocato un fondamentale nella carriera artistica di Zaccolini e non si esclude che sia stato proprio lui a introdurre il prospettico nel panorama artistico capitolino. Maria Teresa De Lotto non ha mancato di notare la vicinanza dei cantieri in cui questi due artisti si trovarono a lavorare negli anni della loro residenza a Sant’Andrea delle Fratte459: nel 1601,

quando ancora lo scultore completava le statue in stucco per la chiesa di San Bernardo alle Terme, Matteo Zaccolini era impegnato a dipingere gli ornamenti nella chiesa situata proprio lì di fronte, quella intitolata a Santa Susanna. A questo punto tornano utili alcuni dati emersi nel corso di un’attenta verifica degli Stati delle Anime della parrocchia di Sant’Andrea delle Fratte: anche se nel 1599460 il cesenate non compare ancora in casa del Mariani, nei registri del 1600 nei pressi

della “Strada di S.to Andrea sino alla fine della strada felice”461 viene registrato un “Mattheo

Pittore M.o”462, molto probabilmente identificabile con il nostro Matteo Zaccolini dal momento

che, in quegli anni, l’unico pittore residente in quella zona a chiamarsi così era proprio lui463.

Figura 27: Giovanni Maggio, Veduta di Roma 1625, particolare, incisione.

Martina Frank, Anno Accademico 2008/2009. I risultati di tale ricerca sono stati discussi nella relazione presentata al Convegno Internazionale di Studi La storia Dell’Arte a Venezia ieri e oggi: duecento anni di studi (Venezia, Ateneo Veneto, 5-6 novembre 2012), F.GUIDOLIN, La diligentia prospettica degli scorci dipinti da “Carlo Venetiano”. Suggestioni e conferme

nella letteratura artistica del Seicento, in X.BARRAL IALTET,M.GOTTARDI (a cura di), La storia Dell’Arte a Venezia ieri e

oggi: duecento anni di studi, in «Ateneo Veneto», CC, 2013, pp. 321-331. La proposta di accostare questi nomi per

valutare le possibili suggestioni delle teorie di Zaccolini sulle ricerche condotte contemporaneamente da Saraceni nell’ambito del dipingere paesi è stata avanzata anche da Maria Giulia Aurigemma nel saggio che introduce il recente catalogo della mostra, cfr. M.G.AURIGEMMA, I nuovi orizzonti di Carlo Saraceni, in EAD. (a cura di), Carlo Saraceni 1579 - 1620. Un veneziano tra Roma e l’Europa, Catalogo della mostra (Roma, Palazzo di Venezia, 29 novembre 2013 - 2 marzo 2014), Roma, De Luca, 2013, pp. 1-29 in particolare pp. 3-4.

459 M.T.DE LOTTO, Per una biografia di Camillo Mariani cit., p. 156.

460 ASVR, Sant’Andrea delle Fratte, Stati delle Anime, vol. 33 (1598-1599). La mancanza de registri che vanno dal 1602 al 1606 non consente di verificare la presenza del pittore in casa di Camillo Mariani dopo il 1601. Sulla consistenza dei registri parrocchiali di Sant’Andrea delle Fratte e per una precisazione sulle annate mancanti si veda R.VODRET (a cura di), Alla ricerca di “Ghiongrat” cit., p. 537.

461ASVR, Sant’Andrea delle Fratte, Stati delle Anime, vol. 34 (1600-1601), c. 1r. 462 Ivi, c. 3v: “C. Mattheo Pittore M.o”.

463 La verifica incrociata delle citazioni è stata effettuata partendo dall’“Elenco cronologico degli artisti nominati nei registri parrocchiali” pubblicato in R.VODRET (a cura di), Alla ricerca di “Ghiongrat” cit., pp. 542-543.

4.2. Un prospettico per Baldassarre Croce. Dagli ornamenti alle prospettive nelle storie di