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Di potare le vite e piantare. Capitulo I°. Di coltare li campi e li prati. Capitolo II°. Di seminare lo milio e ’l panico. III°. De seminare lo cece. IIII°.

De seminare le canipe. V°. De seminare la cicera. VI°.

Di coltare le vite nove e vecchie. VII°.

Di coltare l’olive e rosai e di sarchiare le biade. VIII°. Di coltare li orti con loro fructi. VIIII°.

Di tutti li pomi e del vino del melo punico. X°. Di comperare li buoi. XI°.

Di domare li buoi. XII°.

Di cavalli e cavalle e polledri. XIII°. De’ muli e de’ asini. XIIII°.

Delle ape. XV°. Dell’ore. XVI°.

[MARZO]

Di potare le vite e piantare. Capitolo I°.

1. [I.1]In questo mese ‹di› marso dovemo potare le vite nei luoghi freddi, dela qualle cosa avemo tractato suficientemente di febraio. Di questo tempo dovemo innestare la vite, quand’ella digotta la lacrima spessa et non acquiccia. 2. Prende dunque lo nesto della vite bello e sano e netto [I.2] con tre och[i]etti e tallialo dall’una parte overe ambedune, sì come dice alcuno fine alla mirolla, sì che sia come una ceppa, e innestala nella [vite] e legallo col falce et fascialo con loto pieno di pallia [I.3] e, quando verrà lo tempo caldo, sì llo innacqua la sera bellamente. Quando sarà

181 bene cresciuto, sì llo s‹cio›llie perché possa ingrossare.389 3. [I.4] Alcuno le nesta

presso a terra, alcuno infra terra, perché in alto sì prendano malagevolemente. Fino a meço marso potrai ciò fare.390

Di coltare li campi e li prati. II°.

1. [II.1] Nei luoghi freddi dovemo mondare li prati e gardare e rompere e arare li

colli grassi et campi suvicosi.

Di seminare lo millio e ’l panico. III°.

1. [III.1] Lo panico e ’l millio dovemo seminare hora ne’ luoghi caldi e secchi.

Amano terra lieve e bene trita et vengono bene in sabbione et in rena, pur che omore nollo fallisca, però che odiano terra argillosa e seccha. Lo giugero dilla terra vuole cinque staia di seme.391

Di seminare lo cecio. IIII°.

1. [IV.1] Ora dovemo seminare lo cecio rosso e biancho in terra grassa et in cielo

humido et dovemo macerare in acqua un dìe o due ançi che ’l seminamo. Tre mogia ne vuole uno giugero di terra. Dicono li Greci che ’l grande ciecio nasce bene se homo lo tiene uno dìe nell’acqua tiepida et che amano terra maremmana e che viene più tosto se homo lo semina in auptunno.

Di seminare la canapa. Capitolo V°.

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I.2 innestala] innestarla; vite] lez. di B, om. L; sarà] sararà.

390

I.3 nesta] naste; innesta B.

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1. [V.1] Potemo seminare la canape in questo mese di qui alo equinoccio vernale in

quello modo che detto avemo di sopra.

Di seminare la cicera. VI°.392

1. [VI.1] Et dovemo in questo tempo seminare la cicera, la quale non si disguallia

dalla cicerchia se non ch’è più nera e vuole terra lieta. In uno giugero puote seminare quattro moggia o due o tre.

Di coltare le vite nuove e vecchie. VII°.

1. [VII.1] In questo tenpo dovemo lavorare d’intorno la vigna novella non

solamente per trarne l’erba via, [ma] perché lla terra secca non constringa la vita tenera e ciò dovemo fare ciaschuno mese di qui ad octobre.393 2. [VII.2] Nei luoghi freddi dovemo çappare la vigna e palare e legare, ma la novella vite dovemo palare con teneri legami perché non si ricida. Alle grande vite dovemo legare grossi pali e alli minori sottili e dalla parte d’aquilone perché non faccia ombra, e dilongi dala vite meço piè, acciò che possa essere lavorate d’ogni intorno. 3. [VII.3] Alchuno ricide in questo tempo la vite vecchia alto da terra per ristorarla, ma ciò non è bene, però che sovente seccha al sole o alla rogiada la vite che à grande talgliatura. Adunque la ristora e alleva in questo modo: cavala tanto da piè che nodo si paia, possa la ricide sotterra sopra ’l nodo, sì che sole né freddo la possa nuocere a discoperto. Questo farai se lla vite è di buona generatione e pianterai sotterra molto. Se no è sì mellio che tue vi pianti migliore vite. Tutte queste cose che dette avemo farai nei luoghi [caldi] al principio del mese e ne’ freddi da meço ’l mese innansi.394 4. [VII.4] Quando la vite è inferma overo vi secca lo fructo, sì lla cava d’intorno e infondela d’orina vecchia overo vi mecte della cennere dei sarmenti o di quercia intinta col’aceto overa la ricide presso a terra e aiutala col letame e quando germina sì lli lassa le più forte

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VI.RUBR.seminare la cicera] seminare /la cieca/ la cicera.

393

VII.1solamente per] solamente dintorno per.

183 talle. 5. [VII.5] Se lla vite è cincischiata o con sappa o con ferro, sì l’unge con isterco

di pecora o di capra e possa la fascia cola terra e legala. S’ella è magagnata o cincischiata nela radice, sì lla cava d’intorno e mettevi del letame.

Di coltare l’olive e rosai e di sarchiare le biade. VIII°.

1. [VIII.1] In questo tempo dovemo mettere la morchia dolce intorno alle radice

del’olive vitiate. Alcuno vi mecte la pallia delle fave, alcuna bagna lo tronco alle radice d’orina d’omo vecchia e ricalsa d’intorno lo tronco di terra spetialmente in ne’ luoghi secchi.395 2. [

VIII.2] Se ll’oliva non fae fructo, sì lla fora e mettevi dentro due

cavillie di ramo d’altro olivo fructevule over di pino over di quercia e tallia quello che rimane di fuora, overo vi mette dentro una pietra; possa cuopre lo forame [con] loto impalliato. Quando li olivastri, ciò è li polloni del’oliva, son grossi e fronduti sensa fructo, sì ficca nelle radice dele caville. 3. Ora altressì, là uv’è usato, sì si conviene sarchiare le biada un’altra volta. In questo tempo dovemo fare li seminarii che ditti avemo di sopra di febraio per allevare l’olive e li altri arbori come ditto avemo. In principio di questo mese dovemo coltare li rosai.

Di coltare li orti co· lloro fructi. Capitolo VIIII°.

1. [IX.9] In questo tempo incominciamo a coltare li orti. Unde in questo mese di marso dovemo seminare li cardi. Amano terra stercorata e trita, avegna che fructano mellio i· nela grassa, et è bene contra le talpe di piantarle in terra salda. 2. [IX.2] E dèili seminare a luna crescente nella terra aparechiata tutta dinansi e semina l’uno di lunge da l’altro meço piè. Mette lo seme sotto, ficcandolo con tre dita di qua ala palma della mano. E guarda che nolla mette rivolta, ché nascerebbe debile, torti e duri; possa li ricuopre lievemente e mondali del’erba spesso, fin a tanto che seranno grandi e duri et s’è grande secco sì llo inacqua.396 3. [IX.3] Se tu stringerai le punte dele seme, non seranno spinosi. Se tue bagni tre dìe lo seme in oglio laurino o in

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VIII.1luoghi secchi] luoghi /freddi/ secchi.

184 nardo overo in opobalsamo o in sugo di rose o di mastici e poscia le secchi, sì nasceranno di quello sapore lo cui sugo aranno bevuto. Ciascuno anno rimonda d’intorno e mette a terra tutti li rami e li polloni, però che ’l principale avansi mellio. Et dèile invellere quelle cotali rolle d’intorno con alquante dela radice. Quelle che tue vuoli serbare a seme sì rimonda e cuopre, però che llo seme suole perire per lo sole e per la piova.397 4. [IX.4] Contra le talpe giova tenere spesso le gatte nel cardeto; chi vi tiene lo donnule domestiche, chi empie le tane di robrica e di sugo di cocomalo agresto; alcuno fa molte tane d’intorno ai covili dele talpe e così v’entra dentro lo sole e spaventale sì che fugeno; alcune le prende ai lacci di setule. 5. [IX.5] In questo

mese potemo serere ulpico, allio, cipolla, cumella e aneto ne’ luoghi freddi, senape, caulo e malva, amoricea e transpiantare origano et serere latuga, porro, bieta, capparo, col[o]casia, satureia, nastursio, intibo e rafano.398 6. [IX.6] Potemo ser[e]re li

melloni longhi l’uno dall’altro due piè in terra molto trita et specialmente in arena. Macera lo seme del mellone tre dìe ne· lacte e nel molso e lasa seccare, poscia le semina: sì saranno dolci. Se tu tieni molti deli seme intra le follie secche dele rose, sì nasceranno odoriferi. 7. [IX.7] Ora dovemo seminare li cocumari in solcho che sono

alti uno piè e larghi tre piè e dovemo lassare tra l’uno solcho e l’altro VII piè di terra dura là u si possano distendere et non volliono essere sarchiati, però che ll’erba lo fa bene. Se macererai nel mulso e nel latte pecorino, sì nasceranno dolci e bianchi. Longhi et tenari doventaranno se tu li levi in alto e metteli sotto uno vagello d’acqua, però che ssi sforseranno di giungere al’acqua. 8. [IX.8] Unge lo seme del’olio sabino e

fregalo con una erba che si chiama culex: sì nascerano li cocumari sensa seme dentro. Alcuno prende una lunga canna forata e mettevi dentro lo fiore del cocumaro con tutta la vetticcella e così diventa lo cocomaro lunghissimo et teme sì l’olio se tue ve lo poni presso si torce come fusse amone. Quandunqua tuona, si volge come avesse paura. 9. [IX.9] Chi chiude lo fiore in uno vagello [di terra, sì diventerà lo

cocomaro di quella forma che sarà lo vagello], o forma d’omo o d’altra forma che abbia; tutto ciò dice Gargillio. Dice Columella se tu ài in terra erbosa e stercorata o robbi o ferolle, ricidele presso terra e fendele con uno stilo di legno e mettevi dentro

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VIIII.3 rami] radi; polloni] pollini.

185 del letame e ficchavi dentro del cocomallo: sì nascerà tale fructo che non temerae lo freddo.399

Di tutti li pomi e del vino e del malo punico. X°.

1. [IX.10] In questo mese presso calende d’aprile dovemo serere li sparagi in terra

grassa, humida e bene trita, tre granella in terra meço piè, e coprire di terra di letame e involgiere l’erbe sovente. Di verno le cuopre di strame e alla primavera le scuopre e così nasceranno li sparagi lo terso anno. 2. [IX.11] Pió tosto li potrai allevare in

questo modo: prende alquante seme di sparagi quante tu puoti con tre dita e ficcale in terra grassa istercorata di po’ meço febraio e ricuoprelo un poghetto lievemente e inde nascerà uno cesto spesso ch’è detto ispongia; ma questa medesma sì tarda troppo et mette a venire due anni. Possa conviene essere tramutati di po’ meço settembre e farà fructo ala primavera. Unde è mellio a comprarli tutti grandi e piantarli nei solchi, se lla terra ène secca, e nele porche se lla terra è humida. Quando tue inacqui li sparagi, sì vi fae discorrere l’acqua per entro, sì che non vi dimori. 3. [IX.12] Lo fructo del primo anno dovemo tractare e rinovellare, perché non si commuova tutto lo cesto; li altri anni dovemo invellere però che, se rimane la radice delo sparago, sì chiude l’occhio al cesto e non puote mettere pió fructo. Fanno in primavera e in autumpno. Serba a seme quello che tti piace e arde le scope dell’altri ciò è mette fuoco in nel cesto e ardelo; possa in del verno vi mette suso lo sterco cola cennere. 4. [IX.13] In questo mese di marso dovemo serere la ruta. Desidera luoghi

verdi e non vuole altro letame che cennere e vuole essere in alto sì che homore non vi covi a piè. Se tue semini lo seme con tucto lo galliolo, sì llo ficca con mano, se tue semini lo seme tratto del galliolo farà pió forte torso, ma verà più tardi. Pianta lo ramuscolo dela ruta con alquanto di buccia nella primavera, sì si prenderà; traspiantala tutta insieme, sì morrà.400 5. [

IX.14] Alcuno fora la fava overo lo galliolo

dela fava e mettevi dentro li ramoscelli dela ruta e così la piantano, acciò che ssì prendano mellio col’altrui forsa; ma sì come dicemmo, quella ch’è fructiva sì prende mellio e avansa e ama essere sotto l’ombra del fico. Nolle dèi lavorare la terra

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VIIII.9 di terra...vagello] lez. di B, om. L.

186 d’intorno, ma invellere l’erba con mano. Teme d’essere toccata da femina non monda. 6. [IX.15] Da questo mese fine a tutto octobre dovemo serere lo coriandro. Ama terra grassa, ma sì nasce nella magra. Quanto lo seme è pió vecchio, tanto è milliore. Dilectasi in humore e viene bene con qualunqua herba sia seminato. 7. [IX.16] In questo mese dovemo seminare la succha. Ama terra grassa, humida,

stercorata e trita. Lo seme che nasce nella testa dela succha sì ingenera le sucche lunghe e sottile; lo seme del ventre fa le sucche pió grosse; lo seme del fondo sì lle fae alte. Se homo sotterra lo seme cola pianta di sotto, da che cominciano a cresciere sì lle sosterrà con alcuna cosa. Quella che vuoli serbare a seme lassala stare nel succhaio fine ch’è bene matura, possa pone lo seme a seccare al sole e al fummo, se no si averebbe infracidare. 8. [IX.17] In questo mese dovemo serere la bietola in qualunqua terra che sia pur ben colta e non desidera essere stercorata né sarchiata da ch’ella, una volta è allevata, si multiplica tanto con suo seme che apena la può l’omo riciettare. Ora dovemo serere lo serpillo e per piante o per seme vecchi che sono milliore. Se tue pianti o semini presso dell’acqua, sì averai a frondire mellio. In questo tempo è bene serere aniso in terra lieta, ma in tutte terre viene bene se homore o sterco l’aiuta. 9. [X.1] In questo mese di marso overo d’aprile, nei luoghi temperati,

dovemo serere lo melo punico; nei luoghi caldi e secchi di novembre. Ama terra cretosa, magra, ma sì viene in terra grassa e vuole caldo paese. E avegna che ssi possa serere e colle radici e in molti modi, nel melo che tue prendi verrano grosso come uno manico e longo uno braccio e aguaglia bene dall’uno capo e dal’altro. Ungelo di sterco porcino e mettelo nella tana cosìe a schiço. E mette tre petrelle nella pianta di sotto, sì non si fenderanno le poma che farae, overo le ficca sotterra con uno mallio. 10. [X.2] Se prende lo ramo del’albore possa ch’è germinata, sì prende mellio.

E guarda che non ponghi quello di sopra di sotto. S’è inacquato spesso sì diventa acetoso, però che la secchessa li dà dolcessa e abondansa; ma se fusse troppo grande secco, sì si conviene inacquare. [X.3] Coltalo d’intorno in primavera e in autumpno.401 11. Se fa le pome acetose, sìe infonde le cime del’arbore con alquanto lasero trito e

distemperato col vino, overo ficca nela radice uno conietto di legno. Alcuno sotterra ale radice alga marina e tali sono che vi mescolano lo sterco dello asino e del porco. Se non ritiene lo fiore, sì mette l’orina vecchia dell’omo e altretanta acqua e mescola

187 e mette ale radice tre volte l’anno, ad uno arbore ne basta amphora; overo vi mette la morca dolce o mette l’alga ale radici e bagnala due volte lo mese, overo cinge lo troncho del’arbore quando fiorisce overo d’uno arco di piombo overo del cuoio del serpente.40212. [X.4] Se lle poma crepano, sì mette una pietra per meço la radice

del’arbore, overo semina o pianta la squilla d’intorno al’arbore. Ritorce le poma coli tenaci sì come prendono nell’arbore, sì si serbano tutto l’anno sensa corruptione. Se l’arbore è vermignoso, unge le radice col fele del bue, sì morrano inmantenente. E se tu radi a terra li vermi con uno raditoio di rame, malagievulemente averanno giamai a nascere, o tue bagna li vermi col’orina del’asino mescolata colo sterco del porco, sì morrano. Gitta spesso la cennere con lesciva a piè di questo arbore, sì se ne ralegra molto e diventa più fructevule. 13. [X.5] Dice Martiale se tue metterai tre anni ale radice di questa arbore la terra creta e la terra argilla mescolandovi la quarta parte gesso, sì farà le granella bianche ed ei medesmo dice: prende una pentola di terra e sotterala presso di questo arbore e piegavi dentro uno dei rami col fiore e legalo bene a uno palo che non possa risallire e cuopre bene lo vagello che acqua non vi possa intrare e quando verrà l’auptunno sì vi troverai dentro le poma grandissime. 14. [X.6]

Dice ancora: chi ungerà lo tronco ansi che germini di sugo di cucomallio e di prochacchia egualmente mescolato insieme, sì farà di molte poma. E dicesi che si dui rami di questo arbore sono commossi insieme, sì si prenderanno. Puotesi inestare solamente in sé medesmo e non in altro arbore alla fine, ma, sì tosto come l’arbore è riciso, sì si vuole inestare perché non secchi quel poco che à d’omore. 15. [X.7]

Queste mele puniche sì [si] serbano: chi inpiccia lo picciùlo loro e apiccale ad una ad una, altramente colliele tutte intere e mettele nell’acqua marina overo muria bulliente. Di po’ trei dì le secca al sole, sì che non demorino la nocte al sereno, possa l’apende in luogo freddo et quando le vuoli usare sì lle macera nell’acqua dolce uno dìe; [X.8] dicesi che queste cotali sono come fusseno ricente e fresche. Altramente

metteli nella pallia sì che non tocchi l’una l’altra, overo le ficca per li picciòli in una buccia longa e cavala e mettela giaccione in una fossa, sì che le pome stieno pendente, ma non tocchi la terra.403 16. Alcuno le veste d’argilla e falle seccare e possa l’apende in luogo freddo; [X.9] alcuno sotterra uno scrignio al sereno lo quale

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X.11lasero trito]lez. diB,lassactotuto L (cfr. lat. modicum laseris cum vino tritum);del’arbore

quando] delarbore e quando.

188 sia meço d’arena e collie le poma con ramoscelli e fficale in nelle rame overo nei sambuchi, possa ficcha sì quelle nell’arena dentro nello scrigno che le poma non si tocchino insieme né non tocchino l’arena, ansi pendano sopra essa alte quatro dita. Questo medesmo potrai fare sotto tetto in una fossa con arena. [X.10] Alcuno l’apende

in una arcarella che sia ben chiusa che non v’entri lo vento; alcuno le mette in uno vagello pieno d’orço sì che non si tocchino insieme e lassa lo vagello discoperto. 17. Di pome granate potrai fare vino in questo modo: prende le granella ben mature e monde e amassale e colale. Possa fà bollire quello sugo lentamente tanto che torni a meço; quando serà rafredato, sì ’l mette in vagelli impeciati e ingessati. Alcuno non chuoce quello sugo, ansi mette per ciascuno staio di sugo una libra di mele e mescolalo bene insieme, possa lo serba nei detti vagelli. 18. [X.11] In questo mese di marso potemo serere lo cedro in molti modi, ciò è per seme e per ramo, per talla, per glaba, ciò è per massa, o bastone d’uno braccio. Lo cedro ama terra rada, aere e cielo caldo e humore continuo. Se tu lo vuoli serere per granella, sì farai così: colta bene la terra adentro due piei e mescolerai della cenere e fà belle porcarelle basse e strecte, sì che possi mettere l’acqua per li solchi da tucti parti. Possa cava le tane uno palmo con mano e mettevi dentro tre granella di cedro coniuncte insieme cole puncte di sotto e ricuoprele e inacquale ogne dìe e se l’acqua serà sì verrano li cedri più tosto. [X.12] Quando seranno nati, sì ronca sempre l’erba d’intorno e da che averanno tre anni sì lli potrai tramutare.404 19. Se tue vuoli ponere ramo, nollo sottomettere pió d’uno piè, perché non infracidi. Piantare per glaba sì è più convenevule, la quale dè essere grossa una brancata e longa uno braccio e rimondala di tutti li pungilioni, ma guarda che non tocchi le gemme né nolli corrompi neiente. [X.13] E fà che la talliatura dele teste sia ben netta e pulita, possa unge le teste di letame di bue o tue le ’nvolge in acqua marina overo in argilla bene menata e così le pianta nella terra colta. 20. La terra da piantare puote essere pió sottile e pió colta che la clabba e dè rimanere sopra terra due palmi, ma la gamba dè essere tutta fitta sotterra. Li cedri non desiderano magiore spatii tra l’uno e l’altro che li altri arbori, né non volliano essere congiunti con altri arbori. [X.14] Amano luogo caldo, ma che sia humoroso molto e

spesialmente maremano. Chi vuole nudrire in luogo freddo, sì pianti da meriço e difendali dal freddo chiudendo e coprendo di verno colo strame. 21. [X.15] La talla e