L’implementazione della metodologia al caso di studio ha messo in luce alcune criticità nell’applicazione del modello, che necessitano di alcuni approfondimenti.
La prima criticità riguarda la tipologia di risposta alle domande delle checklist. Come visto la metodologia impone solo due possibili valorizzazioni, ovvero “SI” o “NO”. Questa valutazione binaria penalizza però un certo numero di domande che possono avere una risposta positiva e/o negativa anche, se in maniera parziale. Nel tentativo di tener conto anche di questi casi si è tenuta traccia delle domande che potevano avere una valutazione parzialmente positiva e/o parzialmente negativa. Queste rappresentano, per il caso in oggetto, circa il 9% delle domande applicabili. E’ bene sottolineare però che ai fini del calcolo dell’IPESHE le domande valutate parzialmente sono state considerate alla pari delle negative. Questo perché l’IPESHE prevede esclusivamente una valutazione binaria e quindi le valutazioni parziali sono state considerate comunque negative. La seconda criticità, come già illustrato, riguarda la necessità di valutare sia alcune domande, che alcuni indicatori, come non applicabili. La non applicabilità delle domande e degli indicatori, ha però importanti effetti anche nel calcolo dell’IPESHE, i cui pesi attribuiti alle checklist e agli indicatori dipendono dalla loro numerosità. Per il caso in oggetto si è deciso di escludere dal calcolo dell’IPESHE le domande e gli indicatori non applicabili, ma l’esigenza di inserire anche questa possibile valutazione, evidenzia la necessità di una personalizzazione e di un adattamento delle diverse checklist e degli indicatori del MIMOSA alla specificità dell’azienda. Tale personalizzazione potrebbe rendere difficoltoso il raffronto tra imprese differenti che hanno domande/indicatori inapplicabili diversi tra loro. Di conseguenza la metodologia dovrà approfondire i criteri per la valutazione delle domande/indicatori non applicabili o eventualmente depurare le checklist da quelle domande che non hanno valenza generale ed eventualmente rivedere la modalità di calcolo di alcuni indicatori.
Un’ulteriore criticità rilevata riguarda l’impossibilità di verificare il livello di oggettività delle risposte date alle checklist. Le risposte fornite infatti, soprattutto quelle ottenute attraverso l’intervista diretta, potrebbero essere falsate dalla soggettività dell’interlocutore o del valutatore stesso. Per ovviare a tale criticità si potrebbero corredare le risposte fornite a ciascuna domanda, con alcune evidenze che ne giustifichino le risposte date. Tali evidenze, quali ad esempio:
- documentazioni, - registrazioni,
consentirebbero di valutare la qualità delle risposte fornite e di migliorarne il grado di oggettività. Ad esempio, a prova di una risposta positiva alla domanda “E’ attuato il controllo dei DPI?” si potrebbe fornire come evidenza l’applicazione periodica di una specifica checklist elaborata dalle associazioni di categoria, piuttosto che l’applicazione di checklist elaborate al proprio interno sulla base di linee guida nazionali/internazionali. Sarà il valutatore stesso a dare un giudizio sulla qualità delle evidenze raccolte, anche confrontandole ai riferimenti acquisibili dal contesto e dal settore. E’ per questo che la metodologia dovrebbe definire anche i criteri da adottare per esprimere un giudizio oggettivo sulle evidenze.
Come ben si comprende, le possibili evidenze che un’azienda potrebbe fornire a corredo di una stessa domanda, potrebbero essere molteplici e differenti tra loro, anche in relazione alla tipologia del sistema di gestione che ogni impresa intende adottare e dagli obiettivi che vuole perseguire. In merito a questo lo stesso MIMOSA delinea l’esistenza di diverse classi di sistemi di gestione, perché diverso può essere il fine che ogni azienda pretende dall’implementazione del proprio, che può andare dalla semplice conformità legislativa, al perseguimento del miglioramento continuo. Il MIMOSA distingue in sintesi le seguenti classi di sistemi di gestione:
- SGSSL di derivazione dal d.lgs. 81/08
- SGSSL elaborati da enti normativi tecnico-scientifici nazionali ed internazionali - SGSSL di derivazione del d.lgs. 231/01
Prendendo spunto da queste tre classi la metodologia MIMOSA dovrebbe introdurre e specificare tre diverse prospettive di analisi per la valutazione dell’impresa, che sono:
- la prospettiva (obbligata) della conformità legislativa (analisi di SGSL di derivazione dal d.lgs. 81/2008);
- la prospettiva del miglioramento continuo (analisi di SGSL elaborati SGSL elaborati da enti normativi tecnico-scientifici nazionali ed internazionali);
- la prospettiva della prevenzione dei reati (analisi SGSL di derivazione dal d.lgs. 231/2001).
Al fine di considerare le prospettive, la metodologia dovrebbe introdurre le seguenti due specificazioni nelle checklist/indicatori:
- Specificazione n. 1: una distinzione delle domande delle checklist/indicatori di MIMOSA che concorrono alla valutazione di ognuna delle tre prospettive;
- Specificazione n. 2: una caratterizzazione, per ogni domanda/indicatore e per ogni prospettiva, delle tipologie di evidenze che l’impresa potrebbe produrre per poter valutare una risposta positivamente.
In questo modo ogni domanda del MIMOSA potrebbe contemplare una triplice risposta, una per ogni prospettiva indagata, perché diverse sono le registrazioni/evidenze a supporto delle risposte fornite.
Ciò significa che la risposta ad una medesima domanda potrebbe essere positiva per una prospettiva, ma negativa per un’altra e viceversa, ottenendo tre diversi gradi di copertura delle risposte valutate positivamente, e quindi tre valori dell’IPESHE, uno per ogni prospettiva di valutazione.
Un’ultima criticità da considerare riguarda l’approccio dell’“Intervista diretta” utilizzato per rispondere ad alcune domande delle checklist. Come detto, attraverso questo approccio le domande sono state somministrate a diversi interlocutori in azienda, individuati sulla base degli argomenti di afferenza.
Ad esempio per le checklist relative al tema “Valutazione dei rischi” si è fatto riferimento perlopiù al RSPP, mentre per il tema relativo all’“Impegno diretto dell’azienda nella gestione degli obiettivi” ci si è riferiti al Datore di Lavoro.
Alcune domande, che per gli argomenti trattati potevano riferirsi ad una rosa di più interlocutori, sono state rivolte a soggetti diversi. Inoltre un certo numero di risposte ottenute tramite intervista, sono state messe a confronto con le evidenze raccolte sul campo attraverso sopralluoghi. Tali sopralluoghi sono stati condotti in due officine aziendali al fine di ricercare evidenze sia sulle misure di prevenzione e protezione in relazione ad alcuni rischi specifici debitamente selezionati (rischio rumore, meccanico e chimico), sia ai controlli su alcune macchine ed attrezzature vagliate a campione.
Le interviste a più interlocutori così come la raccolta delle evidenze durante i sopralluoghi hanno rilevato alcune discordanze nelle risposte fornite. Queste infatti possono essere affette dalla percezione dell’interlocutore (grado di soggettività) e nel contempo dipendere da evidenze riscontrate sul campo (grado di oggettività).
In caso di discordanze tra risposte fornite ad una stessa domanda ottenute da interviste a soggetti diversi (ad es. al Datore di Lavoro e al RSPP), la valutazione attribuita alla domanda, utile al calcolo dell’IPESHE, ha seguito la seguente scala di priorità: Datore di lavoro, RSPP, Dirigente, altro personale (es. sistemi informativi e personale). Nel caso invece di discordanze tra risposta ottenuta da intervista con le evidenze raccolte sul campo, la valutazione attribuita alla domanda e quindi la risposta utilizzata per il calcolo dell’IPESHE si riferisce al dato ricevuto tramite intervista. E’ da notare che, estendendo tutte le domande attraverso interviste a più interlocutori debitamente selezionati, così come ampliando la raccolta delle evidenze sul campo a tutti i temi degli elementi
chiave, si potrebbero ottenere diversi risultati nell’applicazione del modello, per tale ragione sarebbe opportuno che la metodologia fornisse dei criteri stringenti sulle modalità di somministrazione delle domande.