• Non ci sono risultati.

Linguaggio del turismo come linguaggio per fini specifici

CAPITOLO II Il linguaggio del turismo e la guida turistica

2.2 Linguaggio del turismo come linguaggio per fini specifici

Molti linguaggi, considerati sottoinsiemi della lingua comune, vengono impiegati in determinati ambiti professionali. Gli studiosi hanno cercato di dare a questi linguag- gi una definizione ben precisa, che gira attorno al concetto della loro specializzazio- ne, utilizzando espressioni come lingua speciale, linguaggio specialistico, lingua specializzata ecc.; ma ognuna di queste differisce dalle altre a seconda del punto di osservazione.

Calvi attribuisce il linguaggio del turismo alla categoria di linguaggi per fini specifi- ci, ovvero quei linguaggi che si differenziano dalla lingua comune in quanto sottosi- stemi autonomi dotati di proprie regole e convenzioni per quanto riguarda aspetti linguistici quali il lessico, la morfosintassi ecc., e aggiunge che:

44

el lenguaje del turismo se caracteriza por una gran variedad temática y una formación de léxico especifico bastante limi- tada; su inclusión entre los LFE1, por lo tanto, resulta viable si renunciamos a una concepción de los mismos basada en el léxico para adoptar un enfoque centrado en el discurso, te- niendo en consideración las funciones del acto comunicativo y los factores situacionales. (2006: 19)

Da qui si evince che per studiare il linguaggio del turismo come un linguaggio spe- cialistico bisogna distaccarsi da un’analisi volta a comprendere il linguaggio in quanto tale (langue), avvicinandosi alla pratica testuale (parole), ovvero all’uso vero e proprio della lingua. Quest’ultima, infatti, dipende direttamente dall’industria del turismo di per sé stessa, poiché sono gli attori che vi operano a dare vita alla comu- nicazione turistica.

Calvi afferma inoltre che la pratica testuale dei linguaggi per fini specifici si svilup- pa su due dimensioni: quella verticale e quella orizzontale. La dimensione verticale indica il “grado” di specializzazione del linguaggio. In altre parole, si passa da un linguaggio più “scientifico”, quando la comunicazione avviene tra esperti di un de- terminato settore, fino ad arrivare a un linguaggio divulgativo, quando lo specialista rivolge la sua intenzione comunicativa verso un elemento esterno al settore di spe- cializzazione. Tra questi due livelli se ne trova un terzo, che corrisponde al linguag- gio utilizzato per la comunicazione tra esperti e aspiranti esperti (per esempio il lin- guaggio utilizzato da un professore “esperto” di medicina e l’allievo, semi-esperto, aspirante medico). La dimensione orizzontale, invece, è legata alla componente te- matica, ovvero all’insieme delle conoscenze tipiche di un determinato ambito pro- fessionale o, come lo definisce la studiosa, “il sapere condiviso dagli esperti”. Su questo piano, i linguaggi per fini specifici si caratterizzano per una tendenza alla monosemia, la cui portata dipende direttamente dal grado di specializzazione del linguaggio. Per quanto riguarda il linguaggio del turismo, però, la dimensione oriz- zontale occupa una posizione di secondo grado, poiché gran parte della produzione

1 La sigla LFE viene utilizzata da Calvi per indicare lenguajes para fines específicos, ovvero i linguaggi

45

di lessico specifico non avviene direttamente al suo interno, ma ha luogo a priori e in modo indiretto nei linguaggi specializzati che lo compongono. (2006: 9-14).

Come si può dedurre dalla definizione di turismo data a inizio capitolo e da quanto esposto nei paragrafi precedenti, il turismo si presenta come un dado dalle numerose facce, rappresentate dalle altrettanto numerose aree tematiche che appartengono ai diversi settori culturali e professionali coinvolti nella creazione e commercializza- zione del prodotto turistico. In questo contesto, la necessità da parte degli operatori turistici di trovare un connubio tra queste aree tematiche, porta inevitabilmente a una manifestazione di tipo linguistico che, a seconda dell’intenzione comunicativa, può assumere le caratteristiche e le forme (testi scritti od orali) più varie. Le numerose aree tematiche di cui sopra possono essere generalmente ascritte alle due funzioni principali del linguaggio del turismo, ovvero la promozione del prodotto turistico e la sua descrizione.

Tornando per un attimo alla dimensione verticale dei linguaggi per fini specifici esposta in precedenza, possiamo individuare quali solo i diversi livelli comunicativi all’interno del settore turistico. Sul livello maggiormente specializzato si sviluppa la comunicazione tra gli operatori del settore, in ambito quasi esclusivamente commer- ciale, che ha come oggetto tutto ciò che è funzionale al prodotto turistico da destina- re al cliente finale (ad esempio, biglietti aerei, prenotazioni d’albergo ecc.). Il livello meno specializzato, invece, è quello della comunicazione tra gli operatori turistici e i destinatari finali (turisti), e può avvenire in modo diretto o indiretto. La comunica- zione turistica diretta, prevalentemente orale, avviene nei luoghi del turismo, come le agenzie di viaggio, gli hotel e siti di interesse turistico, in cui operano soggetti come gli albergatori o le guide turistiche2. La comunicazione indiretta è quella che

avviene attraverso un mezzo intermedio. Su questo tipo di comunicazione si svilup- pano le due funzioni principali del linguaggio turistico introdotte in precedenza: quella promozionale e quella descrittivo-informativa. La prima ha ovviamente come scopo quello di promuovere il prodotto turistico, sia da parte degli operatori com-

2 I testi orali non sono oggetto di studio del presente elaborato, ma interessante è lo studio condotto da

46

merciali che traggono beneficio dalla vendita diretta dei propri beni o servizi, sia da parte delle istituzioni che traggono beneficio dall’indotto turistico sviluppato sul proprio territorio da parte degli stessi operatori commerciali (Rodríguez Abella, 2012: 115-126) (Suau Jiménez, 2012: 143-153). Per quanto riguarda invece la fun- zione descrittivo-informativa, essa ha lo scopo di fornire al turista le conoscenze ne- cessarie per rendere completa l’esperienza turistica. Queste due funzioni non vanno considerate in modo esclusivista, come se una escludesse l’altra; al contrario, i testi del turismo nascono proprio dalla commistione tra le due, nonché da una vastissima serie di altre variabili. Questa stretta relazione è presentata come segue da Calvi, la quale si sofferma anche sul genere testuale oggetto di questa tesi:

[…] la industria del turismo debe atender a una ingente de- manda de información, independientemente del sistema de valores en el que se asiente. De ahí que se produzca una am- plia variedad de textos (folletos, páginas web, guías turísti- cas, revistas especializadas) que combinan, en distintas pro- porciones, objetivos promocionales y tarea informativa. El emisor de este tipo de comunicación puede ser una agencia, alguna institución receptora, el equipo redaccional de una re- vista o el autor de una guía. En este último caso, la función informativa es dominante, sin que se pueda descartar la fina- lidad persuasiva, centrada en la fuerza de seducción del lugar turístico o en la transmisión de determinados valores: todas las guías turísticas, en mayor o menor medida, comunican una visión del mundo y del viaje. (2006: 22-23)

Se ormai abbiamo identificato con sufficiente chiarezza quali sono i soggetti che emettono il messaggio turistico, ci resta da delineare il profilo del suo destinatario. Chiaramente, si tratta del turista, ma l’utilizzo di questo termine non è sufficiente se confrontiamo le numerose combinazioni di interessi e preferenze che vanno a costi- tuire nel complesso la domanda (e, di conseguenza, l’offerta) turistica. Spetta però agli operatori turistici il compito di identificare il profilo specifico adeguato al quale rivolgere la propria intenzione comunicativa relativa a un determinato prodotto. Stando alle premesse precedenti sulla comunicazione dirette e indiretta, ne consegue che il tipo di linguaggio che caratterizza la comunicazione avviata dall’operatore nei confronti del turista subisce importanti variazioni a seconda del contesto comunica- tivo. Se, per esempio, il contesto è quello di una comunicazione diretta in cui i par-

47

tecipanti interagiscono nello stesso momento e nello stesso luogo (o meta-luogo, come nel caso di una chiamata telefonica), il turista tende a essere considerato mag- giormente come cliente nella sua accezione “commerciale”, senza un’attenta cura all’aspetto divulgativo. All’opposto, nella comunicazione indiretta il linguaggio di- vulgativo diventa fondamentale. Calvi afferma che una delle caratteristiche principa- li del linguaggio turistico divulgativo, sia di tipo promozionale sia di tipo informati- vo, è quella del coinvolgimento del (futuro) turista. Per ottenere tale coinvolgimento è giocoforza adottare delle strategie linguistiche apposite. Tra quelle più efficaci sempre Calvi ne identifica due in particolare. La prima è quella di evitare l’uso del termine turista per identificare colui che, di fatto, è un turista, preferendo in sua vece termini come escursionista, pellegrino, viaggiatore o visitatore. La ragione d’essere di questa strategia va ricercata probabilmente nell’associazione automatica che, nell’immaginario collettivo, collega il turista al turismo come fenomeno di massa, del quale sono evidenti i lati negativi. Una seconda strategia è quella che Calvi de- scrive come segue:

[o]tra estrategia peculiar de la comunicación turística, muy evidente tanto en los mensajes promocionales como en la comunicación de tipo informativo, consiste en crear un espa- cio ideal que engloba a emisor y destinatario. El turismo re- mite a la idea del desplazamiento hacia un entorno diferente del habitual: de ahí que se procure implicar al interlocutor en el texto, dándole la ilusión de encontrarse directamente en el destino turístico, mediante una serie de recursos lingüísticos entre los que destaca el uso del nosotros inclusivo, utilizado a menudo en las descripciones de itinerarios. (2006 :24)

Personalmente ritengo che molto di quanto detto finora per quanto riguarda il fun- zionamento del linguaggio del turismo si possa riassumere nelle tre strategie comu- nicative principali individuate da Agorni (2012: 11-12):

➢ individuazione del destinatario e delle sue aspettative e produzione del messaggio in funzione delle sue caratte- ristiche. Per esempio, mediante l’adozione di strategie discorsive di inclusione del destinatario nel discorso, che consistono nell’uso di un linguaggio prescrittivo o di formule partecipative che costruiscono una sorta di con- divisione dell’esperienza turistica […];

48

➢ elaborazione di strategie testuali specifiche […], ca- ratterizzate dalla presenza più o meno accentuata di forme persuasive all’interno di profili informativi o descrittivi;

➢ massiccia presenza di dinamiche intra- o intercultura- li. Il linguaggio del turismo […] mira alla rappresen- tazione delle identità culturali ed è ricco di elementi culturalmente specifici che devono essere “tradotti” nel corso dell’esperienza turistica. Si noti anche una presenza significativa di stereotipi.

Documenti correlati