L’ISTITUZIONE DEL CENTRO DI IMPRENDITORIALITA’ DIFFUSA
3.5 Il locus del Centro di Imprenditorialità Diffusa: gli spazi industriali dismess
Come più volte ribadito nelle pagine precedenti, considerando che serve un luogo per favorire incontri e collaborazioni tra imprese e per agire da stimolo nell’ecosistema im- prenditoriale, occorre chiedersi quali spazi utilizzare evitando altro consumo di suolo. E apposito articolo della legge istitutiva del CID dovrà contenere esplicito riferimento al ricorso a spazi industriali dismessi. A tal proposito, considerando che a marzo 2018, con l’avvio della XVIII legislatura, è decaduto il disegno di legge 1836/2015 - volto a favo- rire la riconversione e riqualificazione delle aree industriali dismesse definite come aree che “riguardano specifiche aree territoriali a vocazione industriale di rilevanza regionale o nazionale soggette a diffuso o totale abbandono produttivo”292 - e tenuto conto che su
tale provvedimento la Conferenza delle Regioni, con parere del 24/9/2015, si era espres- sa dando priorità alle riconversioni con finalità produttiva, a parere di chi scrive bisogna individuare la cornice di riferimento esaminando la normativa regionale che contiene esplicito riferimento, fermo restando che alcune regioni hanno già legiferato in merito293.
fondate sulla capacità di costruire un confronto tra parti sociali, rappresentanti delle diverse categorie di investitori e associazioni di categoria, per dare un comune denominatore a cantieri di riforma altrimenti destinati a rimanere incompiuti. Nell’attuale contesto l’innovazione nei sistemi finanziari e industriali è una strada necessaria. Ma non è una strada semplice. Occorre recuperare la capacità di fare sistema. Fon- te: http://robertogualtieri.it/2019/01/18/come-liberare-i-650-miliardi-di-investeu/
291 Comunicato Stampa Regione Marche del 27/7/2018 in Conferenza delle Regioni:
http://www.regioni.it/dalleregioni/2018/07/27/marche-consolidamento-del-sistema-regionale-delle- garanzie-alle-imprese-nasce-per-aggregazione-il-piu-grande-confidi-delle-marche-572269
292 Disegno di Legge 1836/2015 Misure per favorire la riconversione e la riqualificazione delle aree indu-
striali dismesse:http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/45431.pdf
293 FOSSATI S., LATOUR G., Dalle regioni un aiuto alla rinascita dei capannoni in Sole 24 Ore,
8/3/2018 per normative regionali: Emilia-Romagna (LR 24/2017), Lazio (LR 7/2017), Umbria (LR 1/2015), Friuli Venezia Giulia (LR 44/2017). Per le Marche la normativa riconducibile al tema: LR 22/2009 e smi (c.d. Piano Casa) all’art.1, si applica anche ad edifici industriali ma più in termini di am- pliamenti che di variazione di destinazione d’uso. All’art.6 si tratta anche la riduzione del contributo di costruzione. http://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/leggirm/leggi/visualizza/vig/1623 Per comple- tezza si riporta anche la LR 22/2011 sulla riqualificazione più orientata a parti di città che a singoli edifici
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Per quanto riguarda il caso Marche non si ha un’apposita normativa regionale dedicata, pertanto occorre partire da quelle normative che vi fanno esplicito riferimento. Ai fini del presente studio per il tema degli spazi industriali dismessi si può ricorrere alla se- guente normativa regionale: LR 20/2003 e LR 25/2018. Per quanto riguarda la LR 20/2003 “Testo unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi alla pro- duzione” l’art. 11, co° 2m, specifica: “Sono concessi contributi alle PMI industriali e ar- tigiane per l'acquisto, il recupero e la riattivazione di siti industriali dismessi”; per quan- to riguarda la LR 25/2018, in seguito all’approvazione il 10 luglio 2018 della relativa proposta di legge 150/2017, l’art. 6 (Laboratori dell’innovazione - FabLab) stabilisce che: “La regione promuove la conclusione di specifici accordi con i Comuni nonché con le associazioni di categoria e di impresa e con le associazioni culturali e cooperative ter- ritoriali, per realizzare i laboratori di fabbricazione digitale, di seguito denominati FabLab, che permettano di sviluppare idee innovative e di realizzare prodotti altamente personalizzati e creativi attraverso le nuove tecnologie digitali. 2. Attraverso gli accordi, i soggetti di cui al comma 1 possono concedere, in comodato d’uso o comunque a titolo agevolato, alle imprese, singole o aggregate o a enti riconosciuti, gli immobili disponibi- li, inutilizzati o dismessi, per realizzare FabLab, anche quali nuovi luoghi di lavoro e socializzazione, ai fini dello sviluppo e della rivitalizzazione economica e sociale dei territori e dei centri urbani con particolare riferimento alla riqualificazione delle aree in- dustriali dismesse o inutilizzate”.
Si ritiene quindi di considerare, nell’ambito di tale cornice, i “progetti di riconversione e riqualificazione” che la regione Marche potrebbe adottare, d’intesa con i comuni rica- denti nel proprio territorio.
Inoltre sarebbe utile procedere con il censimento degli spazi inutilizzati e riservare par- ticolare attenzione alle aree di crisi industriale complessa, anch’esse conseguenza di una crisi da considerarsi epocale. Se infatti già “negli anni Settanta del secolo scorso il legi- slatore nazionale si preoccupava di predisporre interventi di ristrutturazione e di ricon- versione industriale, solo in tempi più recenti si è riscontrata l’esigenza di prevedere in- terventi di riqualificazione di aree di crisi industriale volti a raggiungere e garantire un
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riequilibrio tra attività industriale e tutela della salute e dell’ambiente”294. Inoltre la stes-
sa dottrina precisa che: “sebbene il legislatore nazionale utilizzi ancora oggi strumenti di tipo tradizionale a sostegno dell’industria (incentivi, sussidi, ecc) i tempi paiono maturi per operare un ripensamento affinché la riqualificazione delle aree di crisi industriale possa, essa stessa, essere considerata occasione e strumento di salvaguardia non solo della ripresa dell’attività industriale ma anche delle dinamiche sociali che insistono sui territori coinvolti, creando, o ripristinando, un circuito virtuoso tra iniziativa economica e società. Un nuovo modo, in definitiva, di intendere l’intervento pubblico che apre a nuove prospettive di indagine e a nuovi studi per il diritto dell’economia”295.
Dal punto di vista sociologico l’area di crisi complessa è riconducibile al luogo cosid- detto faglia: “nel terremoto del cambiamento epocale appaiono così luoghi faglia che segnalano dove i confini producono rotture nella profondità delle forme di convivenza. Non ci resta che operare nel costruire luoghi soglia ove fare rammendo delle lacerazioni territoriali e sociali dell’epoca che viene e guardare a quei luoghi ove si delineano tracce di comunità che viene”296.
Nel caso delle Marche, dal punto di vista normativo, il decreto del Ministro dello Svi- luppo Economico di febbraio 2016, definisce area di crisi complessa il territorio della Val Vibrata-Valle del Tronto e la conseguente costruzione del piano di riconversione, riqualificazione industriale (PRRI) da predisporre insieme ad Invitalia (Agenzia tecnica del MISE), gestore dell'intervento. A questo deve aggiungersi anche la DGR 657 del 21/5/2018 avente ad oggetto: “Presentazione dell'istanza per il riconoscimento del di- stretto pelli-calzature quale "area di crisi industriale complessa” con conseguenti effetti
294 Così BERTARINI B., cit., Premessa, pag. XIV: “In relazione a tale nuova prospettiva pare possibile
intravedere un percorso volto al futuro, verso un nuovo cammino normativo, che gradualmente lo Stato moderno sta intraprendendo, teso a predisporre interventi pubblici che massimamente considerino gli ef- fetti, non solo economici, indotti dall’industria sulla società. Il nuovo contesto regolatorio sulla riqualifi- cazione industriale, che sarà oggetto della presente analisi, permette forse di immaginare nel prossimo fu- turo nuovi strumenti tesi a costruire un nuovo e diverso rapporto tra pubblici poteri, attività economica produttiva e società?”. DE ANGELIS M., cit., pag. 9: “E’ cosa nota che il diritto alla salute costituzio- nalmente garantito sia un dirizzo condizionato: ad esempio è condizionato dalle scelte politiche; è condi- zionato dalla disponibilità delle risorse finanziarie; è condizionato dai sistemi di gestione dei servizi che al diritto danno attuazione. Il diritto alla salute, dunque, si presenta come ua situazione giuridica articolata intorno alla quale confluiscono interessi di diversa portata e sensibilità e la cui soddisfazione si inquadra oggi in uno scenario economico e normativo complesso, caratterizzato da profonda crisi.”
295 BERTARINI B., cit., pag. XV.
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sulle imprese che vanno ad insediarsi su questi territori297. Bisogna inoltre ricordare an-
che l’elenco dei comuni ricompresi nella DGR 210 del 19/2/2018 avente ad oggetto: “approvazione schema di accordo di programma tra il MISE, Invitalia e la regione Mar- che per l'attuazione di interventi di riconversione e riqualificazione produttiva ex L. 181 /89 nei territori delle aree di crisi non complessa ex DGR 1500/2016 e decreto diretto- riale MISE 19 dicembre 2016” 298. In base a tale normativa l’art 3 prevede che, per con-
seguire le finalità di cui al comma 1, il MISE si impegna a promuovere e sostenere ini- ziative imprenditoriali in grado di contribuire al recupero e consolidamento di attività esistenti e creare nuove opportunità di sviluppo per le specializzazioni produttive”299.
Per concludere, tra gli esempi per un tentativo di rinascita all’interno di aree industriali, vi è il caso di Ascoli Piceno300. Trattandosi di area di crisi complessa, con elevato tasso
di disoccupazione, alla quale aggiungere i danni del terremoto 2016-2017, segnali di questo tipo sono confortanti ma richiedono una forte leadership e guida pubblica. Si po- trebbe, attraverso la legge regionale istitutiva del CID, concedere una corsia preferenzia- le ai punti di forza locali, a partire dal settore agroalimentare, per crescere più rapida- mente innescando un meccanismo tale per cui aziende storiche/familiari possono funge- re anche da veicolo brand di territorio. Contemporaneamente bisogna lavorare su tutte le categorie di imprese – PMI, nuove imprenditorialità, start up innovative, PMI innovati- ve – coinvolgendole, sotto la guida pubblica, in una progettualità di sistema dove tutti i soggetti, a partire da quelli citati nel piano Industria 4.0 possono trovare occasione per
297 Si veda DGR 263 del 20/3/2017 avente ad oggetto: “Individuazione bacino dei lavoratori da ricolloca-
re e/o beneficiari delle azioni di Politica Attiva del Lavoro previste dal PRRI nell'area di crisi complessa Val Vibrata-valle del Tronto, definita dal Decreto 10/2/2016 del Ministro dello Sviluppo Economico http://www.norme.marche.it/Delibere/2017/DGR0263_17.pdf e DGR 657 del 21/5/2018 avente ad ogget- to: “D.L. 83/2012, art. 27 e Decreto attuativo del MISE 31/01/2013, art. 1, comma 3 e 4 - Presentazione dell'istanza per il riconoscimento del distretto pelli-calzature quale "area di crisi industriale complessa” in: http://www.norme.marche.it/Delibere/2018/DGR0657_18.pdf; anche DGR 656 del 21/5/2018 relativa a: POR MARCHE FESR 2014-2020 - Asse 3 OS 7 - Azione 7.1 O NC "Sostegno alle start up, sviluppo e continuità d'impresa nelle aree di crisi" - Parziale modifica Prot. Segr. della DGR n. 561 /2017” in:
http://www.norme.marche.it/Delibere/2018/DGR0656_18.pdf
298 Per approfondimenti si rimanda a evento promosso da Regione Marche, in collaborazione con Invitalia
e Ministero dello Sviluppo Economico: “#Legge 181 Marche: legge 181/89 l’incentivo per il rilancio del- le attività imprenditoriali nelle aree di crisi non complessa delle Marche”, Ancona, 13/2/2019.
299 DGR 210 del 19/12/2018 avente ad oggetto: “Approvazione schema di Accordo di Programma tra il
MISE, Invitalia e la Regione Marche per l'attuazione di interventi di riconversione e riqualificazione pro- duttiva ex L. 181 /89 nei territori delle aree di crisi non complessa ex DGR 1500/2016 e decreto diretto- riale MISE 19 dicembre 2016” http://www.norme.marche.it/Delibere/2018/DGR0210_18.pdf
300 DE MARCO F., Capannoni abbandonati, qualche cancello si riapre, spiragli di ripresa, Cronache
Picene, 6/6/2018: https://www.cronachepicene.it/2018/05/08/capannoni-industriali-chiusi-e-abbandonati- qualche-cancello-si-riapre-spiragli-di-ripresa-le-foto/35999/
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collaborare ed attingere anche a risorse dedicate. In questo modo, partendo da un caso concreto, si può dimostrare come capacità progettuali e visione imprenditoriale dell’ente pubblico siano cruciali per il successo del modello organizzativo proposto301.