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LUCE E AMBIENTE

Nel documento Arredare con la luce (pagine 42-60)

“La maggior parte delle opere d’arte visiva del futuro saranno compito del pittore della luce… avrà la conoscenza scientifica del fisico e la competenza tecnologica del ingegnere accoppiata alla sua immaginazione, alla sua intuizione creatrice e all’intensità delle sue emozioni. È diffi- cile entrare nel dettaglio per ora, ma nei futuri sperimenti, la ricerca nell’ambito della fisiologia

dell’occhio e nelle proprietà fisiche della luce giocheranno una parte importante”. Laszlo Moholy – Nagy.

L’arrivo di nuove tecnologie nell’ultimo periodo del XIX secolo e inizio del XX, ha influenzato in maniera profonda la quotidianità dell’uomo cosi come le sue espressioni artistiche. Nel 1920 dopo alcuni anni in cui gli artisti del nuovo secolo proclamavano una nuova estetica come il futu- rismo, il cubismo, il ready -made, il collage ecc., l’ungherese Laszlo Moholy-Nagy (1895–1946) e altri appartenenti alla Bauhaus influenzati dal cos- truttivismo, ricercarono nel proprio campo della luce vista come un nuovo strumento artistico. Luce e sculture in movimento sono gli elementi dell’opera Light space Modulator (1922-30) ne- lla quale dischi e griglie di metallo sono regolate attraverso un motore. Una luce diretta colpisce continuamente la scultura, producendo intorno all’opera diversi tipi di ombre e riflessi, un es- empio dove Moholy-Nagy associa la luce con l’arte cinetica, concetto che diventerà elemento base delle proposte artistiche contemporanee. Il movimento, dopo di essere interrotto con l’arrivo

della seconda guerra mondiale, appare nuovamen- te negli anni sessanta principalmente con gli inter- venti di Yves Klein, Jean Tinguely e Lucio Fontana, quest’ultimo uno dei personaggi più rappresentativi. L’arte della luce come abbiamo visto ha una storia modesta, e se possiamo dire ‘recente’; le proposte

42 La luce Luce spaziale Lucio Fontana Triennale di Milano 1951

prima menzionate, sono state i primi interventi in cui la luce non è il risultato dell’ interpretazione dell’ artista, bensì, la luce è stata rappresentata come materia prima con cui l’opera è stata realizzata. Nel 1963, alla Green Gallery di New York, Dan Flavin esibisce la sua prima mostra. In questo momento ben pochi artisti, oltre a lui, sono stati così identificati con l’uso di una particolare tec- nica artistica, in questo caso i tubi fluorescenti colorati. Flavin descrive le sue sculture luminose come delle “proposte strutturali”, le cui forme e colori si relazionano allo spazio in cui sono collo- cate. L’artista utilizza pochi colori base, li mescola affiancando neon di lunghezze diverse e lascia allo spazio minimo tra i tubi il compito di creare tonali- tà complementari, giocando sia con la percezione visiva dello spettatore che con le leggi fisiche della luce. Alla fine degli anni sessanta a Los Angeles, California, artisti come James Turrel, Robert Irwin, Dowg Wheeler, e Bruce Nauman, crearono, cosí

44 La luce

Douglas Wheeler , Doug Wheeler DW 68 VEN MCASD 11,

come Flavin, un nuovo modo di fare arte, attra- verso nuovi mezzi artistici per creare ambienti e installazioni di luce focalizzati sulle percezio- ni sensoriali. Questa corrente d’arte california- na fu definita come Light space and movement. Se teniamo in considerazione che questi ar- tisti sono gli esponenti e precursori del Light art, intesa come espressione artistica in cui la luce è stata utilizzata come materia prima ne- lla sua accezione di fenomeno propriamente fisico; la collezione di Giuseppe Panza di Biu- mo è une delle più importanti del arte contem- poranea e soprattutto nel mondo della light art. Giuseppe Panza di Biumo, (1923 – 2010) ha ini- ziato la sua collezione d’arte contemporanea da- lla seconda metà del XX secolo con opere di A. Tàpies e J. Fautrier, rivolgendosi poi all’espressio- nismo astratto (F. Kline, M. Rothko) e alla pop art (R. Lichtenstein, C. Oldenburg, R. Rauschenberg,

J. Rosenquist, G. Segal). Successivamente ha ri- volto la sua attenzione prevalentemente al mini- malismo (D. Flavin, D. Judd, S. LeWitt, R. Morris, R. Serra, ecc.), all’arte concettuale (R. Barry, J. Dibbets, J. Kosuth, ecc.) e all’arte ambientale di artisti californiani come Robert Irwin (n. 1928), Maria Nordman (n. 1943), James Turrell (n. 1943), Doug Wheeler (n. 1940), ai quali ha fatto eseguire (1973-76) installazioni permanenti nella settecen- tesca Villa di Biumo presso Varese, dove la sua collezione era presentata a rotazione. Nel 1983 il Museum of Contemporary art (MOCA) di Los Angeles ha acquistato le opere di espressionis- mo astratto e pop art, che sono divenute il nu- cleo iniziale della collezione del museo con 80 opere degli anni cinquanta e sessanta e circa di 70 lavori di 10 artisti californiani degli anni ottanta e Novanta. Dal 1987, oltre a nuove opere di arte ambientale sono entrati a far parte della collezio- ne numerosi lavori di giovani artisti statunitensi ed europei. Tra il 1990 e il 1992, 650 opere di arte Luce e ambiente

minimalista, concettuale e ambientale sono con- fluite nella Solomon R. Guggenheim Foundation di New York; al 1993 risale una nuova donazione al Museum of contemporary art di Los Angeles; negli anni1994-95 il collezionista ha donato circa 200 opere di 18 artisti americani ed europei degli anni Ottanta e Novanta al Museo cantonale d’ar- te di Lugano; Nel 1996 la Villa di Biumo, insieme ad un consistente nucleo di opere rappresentative della collezione, è stata donata al Fondo per l’am- biente italiano (FAI) con 137 opere, in gran par- te eseguite da artisti americani tra gli anni Ses- santa e Novanta, che nel 2000 apre al pubblico. Al Palazzo Ducale di Gubbio sono state in co- modato 50 opere degli anni Ottanta e Novan-

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Robert Rauschenberg Coca - Cola (1958) MOCA - Los Angeles Collezione Panza Veduta giardino Villa Panza

ta, dal dicembre 1998 fino al 2003. Al Pa- lazzo Ducale di Sassuolo sono state date in comodato 37 opere di grandi dimensioni dall’es- tate del 2001 fino al 2011. Al museo d’arte mo- derna di Rovereto in comodato 70 opere dall’ini- zio del 2002, a completamento del nuovo museo. Per quanto riguarda le opere d’arte ambientale che si conservano a Villa Panza, Dan Flavin, James Turrell e Robert Irwin sono gli artisti protagonisti; le opere di queste artisti si trovano nella deno- minata ala dei Rustici della villa; dove il percorso museale in questa area comincia con opere da- ll’artista Dan Flavin. Così descriveva il collezionis- ta la sua raccolta d’opere di Dan Flavin, Robert Irwin e James Turrell: “Nell’ala dei Rustici si trova

la più grande raccolta di installazioni permanenti di Dan Flavin, l’artista americano morto nel 1996, realizzate esclusivamente con tubi fluorescenti di produzione industriale. Il primo gruppo di stanze si affaccia su di una Galleria, volutamente lascia-

ta priva di opere e di fonti di illuminazione arti- ficiale. Successivamente si entra negli ambienti, predisposti negli anni Settanta, che si aprono sul Varese Corridor. Dan Flavin ( Jamaica, New York – New York city, 1933 -1996) è stato l’artista precursore dell’uso della luce, le sue prime opere sono del 1963. Viveva e lavorava a New York. Si differenza sostanzialmente del gruppo di Los An- geles in quanto usa solamente la luce artificiale, prodotta da un manufatto di produzione indus- triale e di uso comune: la lampada fluorescente…. A Biumo vi è un’opera di Irwin che consiste in un’apertura che guarda verso l’esterno, dove si

48 La luce Varese corridor Dan Flavin Villa Panza 1976

La luce e ambiente

Particolari del corridoio nell’ala dei rustici a Villa Panza con l’opera Varese Corridor spenta.

vede la vita della vegetazione; il cielo e la luce che si riflette sui muri che dividono la stanza, bian- ca è vuota, creano una situazione dove la nostra presenza acquista un significato diverso da quello abituale; diventiamo consapevoli della nostra vera natura, diversa da quella coinvolta nelle necessità quotidiane. Sempre a Biumo vi è anche un lungo corridoio diviso a metà da un velario; a prima vista esso sembra la continuazione del muro, qualcosa di solido. Guardando con più attenzione si vedo- no ombre penetrare attraverso il velario. Il ‘muro’ diventa quindi trasparente, quasi inesistente. È la relatività delle nostre impressioni, dei nostri giudizi che si dissolvono a una più profonda conoscenza. Diventa una immagine del nostro desiderio di an- dare otre il limite invalicabile. Non vi è una certez- za definitiva. Vi è sempre qualcosa di più vero… In quanto le opere di James Turrell: “In questo modo sono state realizzate dall’artista tre stanze: una con la visione del cielo attraver- so la lunetta in fondo al corridoio del primo piano.

52 La luce

Adiacente su lato sinistro vi è la stanza quadrata con l’apertura zenitale e, prima, sempre a sinistra la stanza rettangolare con un lucernario che rice- ve la luce del giorno corretta da alcune lampade fluorescenti debolmente colorate. In questa terza stanza protagonista è la luce e non il cielo. Per Tu- rrell questa distinzione è inesistente: luce e cielo sono la stessa cosa. L’artista è un manipolatore della luce naturale come quella artificiale, entram- be sono una emissione di pura energia. Ma vi è una grande differenza: la luce artificiale ha una unica o poche lunghezze d’onda e quindi un solo colore o pochi colori, quella diurna una grande ricchezza di lunghezze d’onda quindi di colori, che noi vedia- mo biacchi. Per questa ragione la luce è la cosa più bella esistente in natura e, secondo la teoria della relatività di Einstein, creatrice della mate- ria. Non è un caso se le opere de James Turrell sono un mondo di vedere la natura nella sua realtà più assoluta: il cielo e la luce. Entrambi manifes- tazioni dell’esistenza dell’universo che si perde

La luce e ambiente

Varese Scrim Robert Irwin 1973

Solomon R. Guggenheim Museum, New York,

Panza Collection

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nel mistero del suo inizio; la grande esplosio- ne che ha creato il tutto. Pura energia senza forma che ha creato una quantità di innume- revole di forme. L’incognita dell’esistenza.”...

Virga James Turrel 1974

Solomon R. Guggenheim Museum, New York,

Panza Collection

- De Ponte, S., 1996. Architetture di luce: luminoso e sublime notturno nelle discipline progettuali e di produzione estetica. Gangemi.

- Bisson, M., Boeri, C. and Calabi, D., 2009. Light art. Maggioli Editore. - Kepes, G. and Chiaia, F.R., 1990. Il Linguaggio Della Visione. Deda - Sedlmayr, H., 2009. La luce nelle sue manifestazioni artistiche. Aesthetica. - Katz, D., 1999. The World of Colour. Routledge.

- Dell’Osso, R., 2008. L’architettura della villa. Maggioli Editore.

- Magnifico, M., Dina, L.B. and Fondo per l’ambiente italiano, 2000. Villa Menafoglio Litta Panza e la collezione

CAPIToLO 2

ARREDAMENTO

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