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Tra luci e ombre, le differenze all’interno della rete SPRAR

Capitolo 4. La Sicilia, terra di frontiera

4.3. L’accoglienza alle porte d’Europa

4.3.4. Tra luci e ombre, le differenze all’interno della rete SPRAR

Durante il triennio in corso 2014-2016, la regione Sicilia si trova al primo posto in Italia per numero di progetti SPRAR. Su un totale nazionale di 21.814 posti per 430 progetti, questa regione conta 4.924 posti per 97 progetti, con la partecipazione di 80 Enti locali titolari di progetto.

La Figura 7. mostra in modo inequivocabile il divario che separa la Sicilia dalle altre regioni, ad eccezione del Lazio che si avvicina molto per quanto riguarda il numero di posti totale (4.819) ma non il numero di progetti (37).

Figura 7. Composizione di base della rete SPRAR, triennio 2014-2016

Dal 2014 le attività di monitoraggio e assistenza tecnica dei progetti SPRAR sono di competenza dei Tutor territoriali, operatori del Servizio Centrale che risiedono direttamente nei territori in cui svolgono la loro attività lavorativa.

Precedentemente il suddetto compito veniva svolto da operatori che dalla sede di Roma si spostavano per far visita ai progetti. Successivamente, il bando per il triennio 2014- 2016 ha notevolmente allargato la rete SPRAR, passando da 3.000 a circa 18.000 posti disponibili, aumentando considerevolmente la mole di lavoro. A fronte del cambiamento, per offrire un servizio di monitoraggio e assistenza che fosse comunque qualitativamente meritevole, si è deciso di avvicinare il Servizio Centrale ai singoli progetti prevedendo figure di riferimento territoriale.

Da luglio 2015 in Sicilia il numero dei Tutor è aumentato arrivando a tre, un numero relativamente consistente se paragonato con il Nord Italia dove un solo Tutor è responsabile di tre regioni.

Maria Elena Calabrese è da un paio d’anni che ricopre il ruolo di Tutor dei progetti SPRAR della zona orientale della Sicilia, in particolare nelle province di Catania, Messina e Siracusa per un totale di trentuno progetti. Attraverso il suo lavoro e la sua esperienza è stato possibile individuare alcune caratteristiche dei progetti della regione, senza la pretesa di rappresentare in modo esaustivo la realtà.

In Sicilia il panorama del sistema SPRAR si presenta variegato. Le cause possono essere molteplici e di seguito ne vengono descritte alcune.

Una delle cause di difformità è il territorio all'interno del quale si inseriscono i progetti. Il contesto con le sue caratteristiche quali, ad esempio, la conformazione, la posizione geografica o la dimensione può essere fonte di opportunità o motivo di limiti per il progetto. Non esiste però una regola universale su quale sia il profilo ottimale per la realizzazione di un progetto di successo. Considerando, ad esempio, le dimensioni del territorio, è opinione diffusa che un Comune grande offra maggiori opportunità in termini lavorativi e di integrazione, eppure non è sempre vero. Si trovano territori di grandi dimensioni che non producono buoni risultati dal punto di vista dell'integrazione perché la tipologia del centro non è adeguata, o la cittadinanza non è sensibile al tema e quindi non crea condizioni favorevoli all’accoglienza. D’altro canto, ci sono territori più piccoli che hanno meno da offrire in termini di opportunità ma nonostante ciò hanno prodotto ottimi risultati, come è successo a Canicattini Bagni, un paese dell'entroterra

siciliano che conta circa 7.000 abitanti, dove una rifugiata è stata assunta nell'asilo nido comunale. Per questo sarebbe di fondamentale importanza un’analisi preliminare del territorio da parte dei promotori del progetto in modo tale da programmare azioni volte a sfruttarne le risorse.

Gli esiti sono spesso determinati dal tipo di collaborazione che si crea tra Ente locale ed ente gestore. Tra tutti, è questo uno degli elementi principali di differenza all’interno della rete SPRAR. L'Ente locale, titolare del progetto, ha un ruolo fondamentale e dovrebbe essere una presenza costante e attiva. La città di Catania rappresenta un punto di eccellenza a riguardo, con un Ente locale presente e collaborativo. Segni concreti dell’impegno preso sono visibili nella presenza di un'assistente sociale del Comune incaricata esclusivamente allo SPRAR e nella piena disponibilità degli spazi comunali per la realizzazione delle attività del progetto.

D'altra parte si trovano realtà opposto, dove l'ente gestore redige il progetto in completa autonomia per poi presentarlo all'Ente locale completo di indicazioni e scadenze per la partecipazione al bando. Che l'Ente locale deleghi gran parte del lavoro all'ente gestore è un rischio comune quando, al contrario, dovrebbe giocare un ruolo da protagonista, ponendosi come interlocutore con la realtà cittadina e come coordinatore dei servi territoriali. Questa collaborazione rappresenta una delle caratteristi principali del Sistema di protezione, fondamentale per la realizzazione degli obiettivi di autonomia e integrazione in favore dei richiedenti e titolari di protezione internazionale.

Un’ulteriore causa di varietà è la tipologia stessa del centro di accoglienza. Il Manuale Operativo SPRAR non riporta indicazioni rigide rispetto alle strutture utilizzabili, prevedendo sia appartamenti che centri di medie e grandi dimensioni. Tuttavia le caratteristiche proprie di ogni tipologia creano delle differenze non trascurabili che riguardano una pluralità di fattori. Innanzitutto una struttura di grandi dimensioni deve affrontare una quantità di spese inferiori, sia in termini economici che gestionali. Inoltre, ben più importante, è lo stile di vita che viene riprodotto: in centri di grandi dimensioni si mettono in atto pratiche maggiormente standardizzate rendendo più difficile la promozione dell'autonomia individuale. Un esempio molto diffuso in strutture di questo tipo è la questione dell’alimentazione: i beneficiari lamentano spesso di essere costretti a mangiare cibo autoctono e di non essere liberi di cucinare ciò che preferiscono e che allo stesso tempo rappresenta un legame importante con la propria terra. In Sicilia sono numerosi i centri di medie e grandi dimensioni. L'accoglienza diffusa, che consiste nello

smistamento dei beneficiari, a gruppi di una decina, in appartamenti dislocati nei diversi quartieri della città, è ancora poco praticata e la preferenza per i grandi numeri sembra avere la meglio. Le cause risiedono sia nel vantaggio economico che ne deriva, sia nella frequenza quasi quotidiana degli arrivi via mare che comporta pressanti richieste di accoglienza.

I Tutor territoriali nel loro lavoro di valutazione hanno il compito di considerare gli elementi che causano differenze tra i progetti e le relative cause. Allo stesso tempo è opportuno sottolineare che il monitoraggio viene realizzato in un ottica di formazione in loco e non di controllo o punizione.

Per concludere questo quadro riassuntivo della rete SPRAR siciliana, c'è un pensiero che accomuna i tre Tutor territoriali di questa regione: le tante realtà negative nascondono quelle positive, le quali spesso lavorano meglio rispetto a tutte le altre considerando le difficoltà che si trovano ad affrontare.