-lemanigiunte)
SCENA
V.Luigia.
— Emanuele
Luigiaescedalla destrainabitoassai neglet-to
,capelliincolti
, pallida in volto, con occhi lagrimosi,eapassilenti edincerti.
Vede appena suofratello, eprorompendo inpianto correagettarseglifralebraccia.
.• ) i i' • , ,
Luig.Emanaele!.
Eman. Oh
Luigia!.,sorella!.Luig. Emanuele,confortami perpietà!..
Eman. Ah
!cosi lopotessi!Luig. staccandosi dallesuebraccia
)
Ma
cheparlo iodiconforti? ioche non ho voluto ascoltareituoiconsigli., chenon mi sono fidataallatua esperienza?..
Oh
Emanuele,* io
V
avessicreduto...ma
sehoerrato,
giu-rie Digitized
ATTO TERZO $9 stocielo! ne sono ben anche crudelmente punita.
E
man.PoveralamiaLuigia!— Non
aspet-tartirimproveri dame, chenon lihaime-ritati... ed ora cheilmaleèfatto,sarebber parolegettatealvento. Haiseguito gl1 impul-sideltuo cuore,eavestiragionedi pentir-tene.
Ma
questasorellamia,nonè1’oradi querelarsi del passato. Fa bensì duopo di provvedersulseriouririparo dafar argine al male,prima che irrompa di più, e sìcomunichiall’avvenire con nostro perpetuo disonore..
Luig.
Oimè
,chi miavrebbepredetto di
qael-l’
uomo
sì orribilecaso!Ma
dì tuEmanuele, se ad ontadellatuasinistraprevenzionechet’impedivad’amarlo,dì tuse nell’interno deltuocuore nontisentivicomedauna for-za irrelistibileobbligatoa stimarlo?
Ema.
conslancioquasi involontario,e con ac-centoinvolontario')Sempre... èvero...sem-pre.
Luig.
Ed
infatti non era ornato quest’uo-mo
dellepiùamabili,edumanequalità?Di quantiservigjnon haeglimodestamente pa-gatiinostri benefizi,aquanti suoinemici,non haegli ricambiatoleoffesein altrettan-tiservigi? Oltreciò nonera quest’
uomo
fre-giato di tutte le grazie che fanno perdonar lavirtùdaque’ perversicheleodianoin al-triperchèinessinonsono?Ma
dì? rispon-ditualmeno... testificatualmondo*’è ve-roquelloche dicodimiomarito.Ema.
Dituomarito?Ah
Luigia!...Luig. cangia tuono,e ripigliaconfermezza.) T’ intendo Emanuele....l’intendo.
E
sonoin\ •
60 IDUE FORZATI
%
me....enonescodallalineade1miei dove-ri....sebbene....(a telogiuro fratello per Je ceneridinostra Madre) sebbene io sia insiememente convintadeli’innocenzadi
que-»st1uomo.
Ema. E
aneli’ iovogliocrederla;ma
giungesse egli pure ad assicurartene, qual cosa ben riflettettendoviavrebbefatta co’suoi giud'ci pernonsoggiacere allapela,giungesse ezian-dio a.-dartene prova,ciònon pertanto la tirannica inlluenza degliumani pregiudizi Luig.Ma
se t’intendo, fratello, l’intendo,
nonaffaticarlia convincermi questa crudele veritàcuigiàsono determinatadifareilpiù grandesagrifizio
—
perquantoilfarlo potràforsecostarmilavita.
Ema. Ma
qualsegretoravvolginellatua men-te?Confidaloa tuo fratello,estapursicura..Luig. Tidiròtutto.Frattantoèmente mia ir-removibilediprestareaquest’uomo,che piu nonardiròdi chiamarmiomarito) tuttele curepossibili, eche1’infelicesua situazio-nedomanda.So,comesperolasuavitanon è piùinpericolo,dacchélamia presenza
,
elamiasollecitudinenonglisaranno più ne-cessarieallora.... (Dio!non soproferirlo
!)
Ema.
asciugandosigliocchi.)(Povera sorel-la!)e cos'i?
Luig.dopounprofondosospiro
)avremo ces-satodivivere 1’uno per 1’altro
, e Dio,
soloIddiopotràungiornoriunirci....
Ema.
commosso)Benè! brava Luigia! Ti ri-muneri il Cieloditantafortezzad’ animo;
ionou avreiavutoilcoraggiodi
domandar-ti questonecessariosacrifizio.
Luig.
K
forseiononavrei avuto la forza diS3T
ATTOTERZO 6l
volerlo....
ma
lavistadelfigliomiomi ha richiamato1’idea diquanto glivò debitrice come sua Madre....diquanto devoal mon-do,e finalmenteame
stessa.Ema. Sì,Luigia, sì:
ma
sopratuttia tuo fi-gliocheinquesto generoso slancio delti.o belcuorericevedateunasecondaesistenza.Luig. con
somma
tenerezza). •—
Odi però, frateimio, odi un’ ardente preghieradella tuaaffettuosa sorella.Se ad onta della ra-gione che mi assiste,emalgradoogni mio sforzoperrendermisuperiore allamia disgra-zia, iosoccombessi... lasciami terminare;siamo uomini insomma.
—
Se iomai soc-combessiaquestoterribile sacrifizio.... al-lavergogna,e—
ildirò pure, all’amore,giurami,giuramifrateimiodinonmai ab-bandonarequell’innocentefanciullo sea ciò non ti stimolasse abbastanza l’amore che portiallasuapoveraMadre,ricordati
Ema-nuele,percaritàricordati
,che suo padre fusemprelospecchio,edil modello degli Uomini virtuosi. Cella singhiozza:
Emanue-lenon haforza di rispondere,esi precipi-tanellesuebracciapiangendo.)
SCENA
VI.Luigia,Emanuele,Uffiziale.
*
Ujfz. E’permessosignore Eman.condispetto
)(
E
quando partequesto sig. Forestiere?)
Ujffiz.
Come
stasignora vostromarito? Luig. a questonomevacilla,esiedesinghioz-zando)(GranDio!)
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IDDEFORZATI 62*
Eman.
(Cheticaschi la lingua.)--Luig.
(Questonomepreziosoper tuttiè
mor-taleper me.)
w
Eman.
(Veggiamodifarlo partire )(con, di-spettosa impazienza)di grazia Signore, in che possiamoservirvi?Semai veniste per trattared1affari,vedete ciréoramia sorel-lanon' èinistatodioccuparsene,dunque...dunque
Vffiz.
Eh!
v’intendo! . .Èrrìan &Sj,
ma
non intende la forza del miodunque...) t . •> t .
TJJfiz. Essendomiiopresentaloparecchie volte allacameradelSignor Francesco.,senzamai potergli parlare,e desiderandosaperecoinè
stadellasuaferita.. .
Luig.uscendo dalsuoabbattimento)Noi spe-riamoSignorecoll’ajuto del Cielodipoterlo
salvare. . 1
IJjftz.
Ve
l’augurodi tuttocuore.Anche per-chè adendoioraccolteinformazioni dilùiin questodistretto-,,venni assicuralo.chelasua condottainquestopaesefusempreirrepren-sibile. 1
Eman.
(
Ah
! hocapito,èun raccoglier di notizie)
Luig. Viringrazio,Signore dell’interesse....
Eman.
Ilsignor Uffizialepuòesserepersuaso, cheseFrancesco-nonfossetalegualeglie lo handipinto,nè miasorella,uèiol’avrem-mo
accoltoincasanostra.Luig.
Oh
di questosiatepur certo; e s’egli avessemaitrasgreditoleleggid’onore,sono .ora setteanniche nefaintera, esolenne ri-parazionecoll’eserciziodellepiù rare virtù.attoterzo 63
Vjfiz.Sonosetteanni voiditeeh’ egliabita in casavostra? '
Luig.S'iSignore...
E
man.(Il SignorraccoglitoreCominciaad an-nojarmi collesueinterrogazioni.) UJfiz.
E
infattimidissero chefu trovato, esocoorso da voiinunamaniera
singolarissi-ma
,nonècos'i ? Luig. Sì Signore(guarda Emanuele con in
*
quietudine,eglifacenno ditacere.) Uffiz.
E
soggiunsero,chenonha mairivela-toil suoVeronome, nèaqualfamiglia ap-partenga,
ma
iosostenniessercosa impossi-bile,assurda,chevoi lo ignoraste. •?..
Luig.(Iotremo!)
Ma
sìsignore....Eman.
(consfogod'impazienza )Ma
sì Si-gnorechenoinonsappiamo niente di tutto- ciò! > • • *'
Luig. f
Ah
,chequest’uomo vaintraccia dì lui!)JJjffiz.
È
nato a Torino,semal nonmiappon-- go,èavevaun fratello.... non vi hamai parlatodiquesto suofratello?
Eman.
Signor nò,viripeto: iononsonulla di quanto mi domandate,edanzimiadirai so-ventediciòperchè ame
nongarbano pun-to coloro che viaggiano inunostretto inco-gnito,ed operano conmistero.TJjfz. V’ intendo,SignorEmanuele,v* intendo.
Eman.
(M’intende,ma
nonseneva.) TJfjìz.Sieteben lungi peròdalconoscereimo-{-itivichetoifannoessere così.
Eman. Eh me
lifiguro,Signore,me
lifiguro.Ufiz.Pensate per oradi
me
,comevi aggra-dacheintanto ioadoprerò altrimezzi per iscoprire laverità.DigitizedbyGoogle
1DUEFORZATI 64
Etnacon forza
)CheditevoioSignoret Luig- amezzavoce rapidamentead Emanuele)
(
Ah
fratelloeglièperduto! per carità sal-viamolo dall’infamia... Vanne, affrettati, fallofuggire...)
Etna,s'avviaguardandosospettosamente V Uf-fiziale)(Chegiornoterribile,e misterioso èmai questo!)
Luig.
(Ma
no,fermati,ascolta.)(Oh
Dio!es’eglifuggendocadesse dinuovonelle ma-nidellagiustizia?)