11 Teatro rappresenta
una
salaaperta in prospetto; a destra, e a sinistra vi sono parecchie porte. E’notte.Arde
unalampada
sopraun
piccolo tavolino.•
SCENA PRIMA.
Alì'alzardel sipariosivedeVIncognito dor-mire sopraunaseggiola,e Francesco se-dutodallato
,che locontempla.
Frati.
Dorme
profondamente.—
Costui che mena unavitacontaminatada un enorme de-litto,e che da un momento all1altro può incaminarsìal patibolo,costui dorme tran-quillo,edio,infelicissimoa cuinon rimor-delacoscienza,ionon posso assaporareun oradibene
,unmomentosolodiriposo.
—
Ma
v1èundestinopiù crudeledelmio? Se costuiparla,ioavròperduto persempre la miacara Luigia, il disonore diventerà il
miosoloretaggio,cP unicamiarisorsa la morte.
Oh
! Dioeterno?svolai, dehsvolgi ilfulmine,chesta per incenerirmi.... non giàperme
,che troppofunestodono io rice-veinellavita....ma
permiamoglieti pre-go,perleiincuioravivo, per lei, che oravive unicamenteame
stesso.(breve pau-sa,indiVoriolodelvillaggio,suonale.6:) Sei ore....?ètempo,checostuis’allontani di casamia.—
(s'avvicina all'incognito, e•»
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ATTO SFCOHDO 3l.
sc'o'endololodesta.)Animò, svegliatevi, eh’ èorad’andarvene.
Incog. Andarmene!camerata! Perchè rompermi
ilpiubelsonno,eh1iodormissiin vitamia?
Fran.
E
che?Manchereste forse alla vostra promessa?La
notte,assaibuona,,vi favo-risce....partite,chefraun’ ora saranno qui giuntiicarabinieri.Incog. Chevenganopure.
— E
seioti dicessi chedapoichèhoavutoilbene dirivederti, codestiCarabinieri m’ispirano minor temen-za!E
ciòèbennaturale,cheil tuo gran torna contoediben celarmialle indagini lo-ro.Perchèse iovenissi presopotreiparlare eseioparlo,povero cameratamio ad-diomoglie, addio sostanze;addiodote....E mivien dettocheladotesiaassai riguarde-vole.Dimmi
di graziasiiquali fondi glie l’hai tuassicurata?Và
là, che puoi dirti vero figliodeliafortuna. Io avrei datodel pazzo achi avessedettoseti’anni fa....Fran.Basta,via basta....nonti.pared’avermi umiliatoabbastanza?
luco. Conlebuonecamerata conlebuone!Io partirò,
ma
saibeneaqualicondizioni.Fran. Adempiròimiei impegni.
Inco.Vengadenaro,esonocontento.Di que-stohodibisogno pernonaver piùimbarazzi conlagiustizia.
SCENA
II.X *
I
predetti—
Luigia.. Luig.Eh
!Francesco... .Fran. (Luigia!) ... _ - ..
IDUEFORZATI 32
Luig. Iovenivaappuntointracciadite.
Frati,pianoall'incognito) Entrate in quello stanzino,quantoprimasarò davoi.
Jnco.
(
E
fa pureatuo bell’agio, che non hopoitantafrettad’abbandonarti.)(dasé) (Bellamoglie.... riccadote....Io gli lascio laprima.,.,
ma
suquest’ultimafarò valere lemieragioni.(entranello stanzino indi -catogli.
)
Luig. Francescomio....permettimi, eh’io ti dica,d’aver notato,che dopo 1’arrivo di quest’uomotusembriabellostudio evitar-mi....diròdipiùsfuggirela mia presenza.
Chevuoldirciò? Che ho io fatto!
Rispondimiamicomio.
Fran.confuso.) Luigia....tusai bene.... che leapparenze....
Luig.
Eh
!Cheapparenze caromio che ap-parenze...Scusami,ma
non possotacerti, cheiosperavad’essermidatemeritata mag-gior fiducia.E
questonongiàin ricompen-sadiquanto feciper te,ma
sibbene del-l’amoreche perteconcepii,e che oggiho giuratodi conservarlifinoall’ultimomio re-spiro....Io senzaconoscertihodiviso,e ad-dolcitiituoipatimenti,e rispettato il tuo segreto;ma
ora5siamgiustimiocaro, ora che sono divenutatuamoglie,ora mi cre-doindirittoricercardateuna sincera rive-lazionede’casituoi.—
Parla viaFrancesco tenescongiuro.—
Se non vuoi,enonpuoi aprirmi1’animotuo,assicurami almeno di nonesserminacciatoda ninno,nonche im-minenteneppurlontano pericolo.— E
dì tantola.tuaLuigiaandròsoddisfatta.* Fran. Luigia mia rinfrancati, ch’ionon ho
ATTO SECONDO 33 da temer cosa pertefunesta.
—
Everoben-s'i
,chelavistad’un1infelice, delqualefui perlungotempo compagnonelleavversitàmi ha cagionato unatalcommozioneper
me
in-vincibile edanonpotersiabbastanza espri-mereconleparole.... tantofortenefu pre-sol’animo mio:Quest’uomo bramòfavellarmi da solo,a solo,ediononpotei ìicusarmi all’inchiesta di lui.Luig.
Ma
chièquest’uomo
misterioso? verso qual partecainina?E
qual progetto èUsuo d’ involarsidallanostrapresenza?E
qual tu stessoperchèticeliallosguardo dell’amoro-satuafamiglia?Frnn. Luigia,perdonami,
ma
non posso far notoilsuosegreto.Luig. dopo breveistante di riflessione.
)-
Ed
io mi prometto di averlo indovinalo: quei carabinieriche fannoesatteperquisizioni per ognicasadeinostri contorni... Le congettu-repiù,omenveredelsig. Timoteo suquei
* sciagurati dicuivannoin traccia.... tu po-che parole in
somma
, che tu stesso ti sei lasciatofuggire....Ah
che pur troppoho datonelsegno.Fran. (
Non
ho fibrache nonmi tremi.) Luig. Francescomio—
Questomiserabile...Fran.‘
(Oh
giustoCielo!) Luig.E’undisertore Fran.(Ah
! respiro!)Liyg.
E
tu,tuFrancescosei colpevole dello stessosuofallo,quindisempre timoroso del-lo stessosuocastigo.Frati.
Ah
tolgaloIddio.(con involontariomo~to
d
’orrore.)Luig. Sìloripeto, colpevoletusei dell’istes- *
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TDÙE FORZATI
U
sosuofallo,eriservatoperfalsavergogna,e paurosodiperderela mia tenerezza non ti diè1’animodiconfessarmelo
— ma
iogiàda lungotempoaveabenletta nella tua anima escrutata la rettitudinedeltuocuore perloc-chè possogiurarti, che la tua confessione non miavrebbe rimossa da mieiprogetti.
Frati.(....
Ed
iononposso disingannarla?) Luig.Ed
ecco,eccoil motivodi quella tuacontinua melanconia,che soventeindebolisce letueforze,alienalamente, intorpidisce i tuoisensi,edatterraletuefattezzea tale, -dietutt’ altrifuori di
me
sicurissima della tuavirtùavrebbe perloaddietrofattoragione chetuttiquestifossero indizid’un’anima di-voratadaipiù crudelirimorsi.Frati.
Ah
Luigia!....Come
spesso va errato l’umanointelletto....quasichel’istantanea pro-strazione dellospiritoprovasse controil can-doredellasocietà.Luig.
Ah
nò miocaro. Io so bene, che gli stessifenomeniponnoeziandio comparire in chi scevrodi colpa avesse;comeappuntotu benrifletteviquesta mattinasoggiaciutoo al-l’ingiustiziadegliuomini,o adun funesto capriccio dellafortuna,dal che gli fossero derivatibenchéinnocente,e patimenti, ed infamia.
Frati.(Infamia!....
Ah!
vedi chi mi lacera ilcuore senzasaperlo.)
Luig.
Ma
tùFrancesco,tunon sei compreso innessunadiquestedueclassi. Iltuofuun errore,chegià espiasticon moltelagrime, e lun-ghissimasofferenza.Ora,a sentirmiononc’èpiù nullada temere perte,chesemai codesto scono-sciuto volesse tradirti,perderebbeadun tempose4t
ATTOSECONDO 35 stessoesarebbeirragionevole ilcredere
;che
per vogliadinuocere altrui,sidesseda per-sestessoinmanoaisuoi persecutori.In
quan-topoiall’indagini,che attualmente si fan-no,s’iomilaccio aconsiderare illungo tem-potrascorsodeltuoerroreinpoi, tosto il
dubbio svanisce,chetupossaesserl'oggetto diquellericerche. Consolatidunque mio ca-ro sposo,epoichéiosonotranquilla, sban-discitupureogniombrad’incerto e funesto av-venire...cheseiocredoalcuormio..', saràper essereaccompagnato da ogniprosperità....
Ma
dovemai per avversodestino,odirò meglio perprova,cheilCielofarvolessedella no-strarassegnazione,e costanza, ove mai io mivedessidelusanelle mie speranze, io ti giuroFrancesco,che mitroveraisempre
di-•y staad operare per tuasalvezzalutti quei sacrificj
,ches’aspettanoafaread una vera amica, adun amorosa,ad unasviscerata con-sortequal' iomiprotestodiesserti.
Fran.fortementecommosso.)
Ah
Luigia mia..
mogliediletta.... virtuosaLuigia....
(sigetta fralebraccia della sposa, che intenerita
versa lagrimeinseno dilui.)
* t• 1 »
SCENA
III.Emanuele
,pochiContadini,edetti.E
ma. Chediaminefatevoi quiappartati dalla conversazione? Colà dentrosiride,sicanta, tuttoè inmoto,tnttoètrambusto,enondi-meno
funotata la vostra lontananza, esidomandadivoiconpremura, sperandoche appena giunti farete incominciare il
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'rDUE FORZATI ,36
no.
Ma
chefatevoi colàimmobilicomedue pietre -diconfine?.... Mipare seio nonholetraveggole. Voi avetegliocchigonfìi gon-fi.... eleguancerossecomela bragia... Co-sadiavoloavetefatto?
Oh
si davero,che questacorona1’opera!piangerelaprima not-tedelsuo matrimonio....Buonaugurio davve-ro. Francesco parlo convoi...(piano a Lui-gia stringendola.)Luigia, Luigia sarebbonsi mai avveratiimieifunestipresentimenti) Luigi con voce commossa.ì Tutto è
schia-ritofratellomio,tuttoèschiarito....
Ema. Oh
!sialodeal cielo, che finalmente mi spiegherai....,Luig. Noi dubitavamoatortodilui,ed ora abbiamotutteleragionidiviverquieti e tran-quilli.
(via
Ema.
Eccoper esempio una) spiegazione *sai piiioscura deltesto.Oh
! dite dunque voi sig. Cognato?E
poiché tutto è schiarito,
nonavrete piùdifficoltà di rilevare a
me
pure....
Fran. dopo brevepausa prendendolo amiche-volmente permano.)Cognato amabilissimo.
En
poetadel nostro secolo dice,che sono-vicertecordenelcuoreumanodanon poter tasteggiaresenzache tramandinounsuono do-loroso.(siallontana,evaa sedereinfon-, doalla scena.
Ema. Oh
perlabarba) diGiove! Iodomando una spiegazione,ecostuimisputafuoriuna sen-tenza,sig. Cognato,amatissimo, non Ope-rale, cheiovilasciuscirecomesi suol di-rein Toscana pelrottodella cuffia. Sono Stucco, eristuccodellevostre risposte eva-sive. Peroralàcciomonte per nonturbareATTOSECONDO
h
le serenitàd’animo de’ convitati.
E
voi an-cora pertuttaquesta nottedivertitevipure conlavostra melanconia}mentre lutti gli altrisipasconodi allegrezza, chein quan-toame
per non farmiridicolo,ritornoa quellabuonagente,ela conduco di botto in questasala.E
ciòvi sappia buono, o malgrado nonimportasig. Cognato: volere, o nonvolerefraun quartod’ora dev’ esse-re incomincialalafesta.(per andare. )-Fran. Fermatevi Emanuele. Perchè voletecondurquiiconvitati. Se io vi prometto sbrigatoche abbiaun piccoloaffare
E
ma.Non c’èaffare, chetenga.Sesapeste la bella improvisata,cheilnostroAlbertinoci hapreparata. Quandovisifaccia nota, vi pentirete di averne ritardato il godimento,Vado,eritorno,(e. s.
)
Fran
.Non
c’èmodo
di liberarsi.E
ma.A
proposito cognato.Dovesièfittoquel-1’uomo da noi testé ricoverato? lonotai, che vedendovoifecedellemaraviglie, eche voi guardandolo vi faceste bianco inviso.
Non
ve ne chiederò oralacagione per rispar-miarvilafaticad’an’altrasentenza,ma
potete almenodirmi cosasiastatodilui.Fran.Quell’uomo... noirivedretepiù.
Ema. Tantomeglio per noi
—
che per vero di-relasua fisonomia mi era antipatica anzi-ché nò—
Udite,udite,quale schiamazzofa colàfuoriquellabuona.gente—
Mi chiama-no—
(verso laporta) Vengo, vengo, (aFrancesco)Aspettatemi,chea momenti ri-tornocontutto il corteggio nuziale econ essoluianderemo poi insieme allasala del
4
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IDUEFORZATI
?8 festino
(persola porta')Sonoda voi, sono da voi
(esce )
Fran.Feste... convito,.,èsonminacciato
del-. l’infamia.
— Ah
!presto, che siallontani dalmioasiloquestospiritodel terrore(apren -dolaporta.)
SCENA
IV.Francesco, Incognitouscendo dallo stanzino.
Inco.
Ah
sei tu camerata? Che nuove ab-biamo1,Fran.
Non
c’èunmomentodaperdere... Tene-tequestaborsa., provedetecon essa ai vo-stribisogni. Ogniannoall’istessa epoca vi spediròuna qualchesomma,
purché mi pro-mettiate diconservareilpiù profondo silen-zio?Inco. Siamod’accordo.
Ve
lo progetto.(Ma
' senon holadoteionon partodiqui.) Fran.Dunquechefateorachev’hapiù
osta-coliallavostrapartenza?Andate, andate a nasconderviinunluogo remoto,esolitario
,
dove immuneda ognipericolo potrete con sicurezzaabjurare i vostrierrori, espiarne
-idelitti,ed aprendo1’aniinavostraaleale contrizione,rifugiarviconsicurezza sottole grand1ali delperdonodiDio.
Inco.
Ah
iosonogiù pentito(pernonaver fi-nora impiegato meglioilmio tempo,ma
se posso tornarmene inoservato,eintrodurmi..) Fran. dopoessersiassicuralo chenessuno so-praggiunga,econducendol'Incognitoaduna
porlicella.)Fuggite.Ilmomentoè
opportu-atto Secondo 3g Ho...Siateguardigno...che nessunoviveda aduscire,questomi premeassai.
fuco.
Eh
losoTFran.Questa porticellamenaaduncòrridojo, che mette aduncortile. Scalateilmuricello dell’Orto, scavalcate lasiepe, e in meno cheio ildicosietefuoridi casamia.
Inco.
(Ottimamente. Talmezzoappuntoio cer-cavo per rientrarvi.
) forteafferrando la
mano
diFrancesco,chenonimpedisceun mo-to di repugnanza. Camerataaddio
—
ci lasciam di buon animo,non è vero?Fra pochigiorniti saràmanifestatoil luogo del mioritiro;quivi iofaròcapitaledi tue pro-messestasano,emandaaldiavolola melan-conia. (Si tentiilcolpo,e sesono scopertosari costuilamiaancoradel salvamento.) s' al-lontanaperlaporticella indicataglida Fran-cesco.Fran.
Oh
finalmentesiallontanacostui. Cielo tiringrazio. Oraèduopodi ricomporsi, e ragiungere quei buoni villici,chemi atten-dono.Ma
ètardi—
cheeglinostessi vengo-no ad invitarmiallafesta.SCENA
V.Albertino,entraprecedendoi villicid'ambo
isessi