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Per tutta l’età repubblicana l’esule che aveva lasciato Roma rimase libero di scegliere la sua destinazione definitiva, benché la scelta di tale destinazione sia stata fortemente influenzata da fattori storici e politici ed in quanto tale abbia subito nel tempo notevoli variazioni. Un primo elemento che soprattutto la prima generazione di esuli tenne in considerazione era il rapporto della città dove si sarebbero rifugiati con la patria Roma; venivano scelte preferibilmente città legate a Roma da trattati di alleanze, le cosiddette

civitates foederata, elemento che permetteva all’esule il mantenimento di tre diritti, lo

ius commercii, lo ius connubi e lo ius hospitalitatis, e il conseguente mantenimento

delle proprietà private e dei legami matrimoniali in vista del ritorno in patria. Un altro fattore decisivo per la scelta della località di esilio era la presenza della clientela dell’esule oppure l’esistenza di legami con famiglie residenti di pari status, per cui, soprattutto in caso di destinazione più lontana da Roma e fuori dall’Italia, l’esule tendeva a scegliere luoghi già conosciuti dove aveva precedentemente esercitato una magistratura; oltre a vantaggi di origine pratica, come la facilità di poter stabilire una continua corrispondenza epistolare con Roma, la conoscenza del luogo e delle famiglie poteva permettere infatti un miglior inserimento nel corpo civico, qualora il civis

Romanus avesse deciso di rendere permanente il suo allontanamento da Roma

diventando cittadino della nuova località.

Gli esuli della prima età repubblicana, personaggi inseriti in un contesto leggendario, che possono essere definiti storici soltanto con grandi difficoltà, tendevano a scegliere per il proprio esilio città molto vicine a Roma, come riportato dalle fonti annalistiche, le cui informazioni, benché non assolutamente incontrovertibili, appaiono confermate da fonti più autorevoli e recenti che riportano le stesse città come destinazioni preferenziali anche per gli esuli del III e del II secolo a.C.

Fino alla guerra sociale dei primi anni del I secolo l’Italia era infatti frammentata in una numerosa serie di stati indipendenti, per cui il cittadino romano in esilio non aveva alcun bisogno di allontanarsi troppo da Roma per essere al di fuori della sua giurisdizione, potendo inoltre contare nelle città vicine su famiglie a lui imparentate e su numerosi cittadini di uguale status tra cui rifugiarsi98. Di conseguenza, gli esuli della                                                                                                                

prima età repubblicana scelsero di rifugiarsi in città molto vicine a Roma, da cui distavano tutte meno di 50 km, come riportato nella tabella sottostante.

NOME DATA

DISTANZA DA

ROMA LUOGO di ESILIO

1

L. TARQUINIUS

COLLATINUS Intorno al 509 a.C. 47 km Lavinium

2

G. M.

CORIOLANUS Intorno al 490 a.C. ca. 50 km

Presso i Volsci (Antium?) 3

CAESO

QUINCTIUS Intorno al 461 a.C. Presso gli Etruschi

4 M. VOLSCIUS Dopo il 461 a.C. 34, 5 km Lanuvio

5 M. CLAUDIUS 31, 5 km Tivoli

6

M. FURIUS

CAMILLUS ca. 391 a.C. 32 km Ardea

Il tentativo di mantenere la vicinanza con Roma è visibile anche nelle destinazioni degli esuli del tardo III secolo a.C.: benché le fonti annalistiche non specifichino molti luoghi di destinazione che restano sconosciuti, è importante sottolineare che le località note, anche se ad una distanza maggiore, sono ancora abbastanza vicino a Roma, come Tarquinia (96 km), Napoli (223 km), Tivoli (31,5 km) e Preneste (37,7 km), le ultime tre nominate da Polibio come rifugi abituali per gli esuli. I motivi per i quali erano preferite queste destinazioni è piuttosto evidente: la distanza tra Roma e queste città poteva essere facilmente percorsa in uno o al massimo due, tre giorni di viaggio, ragione per la quale oltre a mettersi velocemente al sicuro dalla giustizia romana gli esuli potevano risiedere vicino alle loro famiglie e ai loro amici, potendo mantenere agevolmente i contatti epistolari e conoscere quindi il clima politico di Roma; è inoltre probabile come sostiene Kelly che in queste città vicine gli esuli avessero clientele e proprietà terriere99.

Il caso del console Publio Popillio Lenate del 123 a.C. segna una svolta nella distanza della destinazione scelta dagli esuli romani: benché non sia ricordato il luogo del suo                                                                                                                

esilio, un passo di Plutarco riporta che fosse fuori dall’Italia, probabilmente in Macedonia, dove il padre aveva servito sotto il console Ostilio Mancino assumendo poi il comando di Ambracia. Il motivo di una tale lontananza è da ricercare nel fatto che,

durante il suo consolato del 132 a.C., Popillio incorse nell'avversione dei populares perché a capo dell’azione repressiva contro i sostenitori di Tiberio Gracco. Nel 123 a.C., durante il suo tribunato, Gaio Gracco introdusse una legge, probabilmente con valenza retroattiva, che proibiva la condanna a morte di un cittadino romano senza la

provocatio ad populum, ed accusò l’ex console per il suo operato. Popillio scelse quindi

di andare in esilio ma data la situazione politica esplosiva e la forte presenza di sostenitori graccani nelle città dell’Italia centromeridionale preferì mettere una distanza maggiore tra Roma e la sua futura destinazione. Il suo esempio fu seguito dagli esuli successivi, perché, nonostante fossero ancora molti stati gli indipendenti vicino a Roma, la situazione politica era cambiata e continuava a cambiare troppo rapidamente perché gli esuli si potessero ritenere al sicuro negli stati confinanti. In prevalenza erano quindi preferite città fuori dall’Italia con il requisito comune della vicinanza alla costa100, in particolare Durazzo, Smirne, Atene e Marsiglia, destinazioni che grazie alla presenza del mare permettevano una facile e veloce comunicazione con Roma, in un’epoca in cui le comunicazioni via terra erano molto più difficili e lunghe di quelle via mare. Era proprio grazie alla frequente comunicazione epistolare che gli esuli, benché lontani, potevano organizzare le condizioni necessarie perché fosse loro revocato il bando dell’interdizione e fosse quindi loro concesso di tornare in patria. Una destinazione ancora più lontana indicava invece il desiderio di non adoperarsi per un possibile ritorno; nello scegliere una destinazione che si riteneva permanente o a lungo termine la vicinanza con Roma e la facilità delle comunicazioni non avevano un interesse primario, mentre venivano preferite località dove fosse piacevole vivere, con comunità culturalmente vivaci. Rispondevano questi requisiti le città del mondo greco, luoghi in cui era possibile dedicarsi all’otium letterario e allo studio della filosofia e fra queste in primo luogo Atene, ma anche Mitilene sull’isola di Lesbo e Smirne, sulla costa turca; nel caso di città che benché lontane non fossero particolarmente interessanti da un punto di vista culturale bisogna invece ricollegarsi agli interessi familiari dell’esule. Coloro

                                                                                                               

che scelsero queste mete lontane lo fecero perché particolarmente odiati in patria101 oppure perché preoccupati dall’essere sostenitore della fazione politica al momento sconfitta102, ed in ogni caso fecero questa scelta con la presa di coscienza che non si sarebbero mai più occupati di politica.

L’Italia, che dal tempo dell’esilio di Popillio Lenate aveva cominciato a non essere presa necessariamente in considerazione come luogo di esilio, dall’anno 91 a.C. in poi a causa dell’inizio della guerra sociale fu interdetta a tutti gli esuli –anche a coloro che speravano di veder revocata l’interdizione-. Con l’impedimento legale a restare in Italia103 la scelta cadde quindi su luoghi di esilio ancora più lontani e al di fuori dell’influenza romana, come la corte di Mitridate nel ponto Eusino.

La scelta della destinazione dell’esilio poteva inoltre essere influenzata dalla contemporanea presenza di altri civites Romani, con la conseguente creazione di “colonie” di esuli di cui conosciamo almeno tre casi: a Nuceria in Campania, tre personaggi si rifugiano nel breve arco di tempo che va dal 120 circa a.C. al 105 a.C., ovvero Quinto Fabio Massimo Eburno, Gaio Popillio Lenate (figlio del console Publio Popillio Lenate) e Quinto Marcio Filippo. Gruen sostiene quindi che ci dovesse essere un legame politico tra questi tre individui per il fatto che tutti e tre scelsero questa località104, anche se questo non è l’unico caso, come conferma la testimonianza di Cicerone sugli esuli di Corcira (Corfù) Gneo Plancio e Gaio Toranio, entrambi sull’isola nel 45 a.C. e quella degli sconosciuti catilinari sopravvissuti e ritiratisi insieme in Epiro accanto a Publio Autronio Peto, che avevano formato una specie di comunità, ritenuta dall’oratore pericolosa per la propria incolumità105.

                                                                                                               

101 Cepione dopo la disastrosa sconfitta della battaglia di Arausio ed il conseguente processo si rifugiò a Smirne in Turchia.

102 C. Porcio Catone scelse la città di Tarragona in Spagna, dati i legami clientelari della sua famiglia creati durante il suo comando consolare e proconsolare nel 195-194 a.C.

103 Strachan-Davidson 1912, p. 37-38. 104 Gruen 1966, p. 62-63.

105 Molte le testimonianze dell’oratore, nell’epistolario (Att. III 7. 1; Fam. XIV 3. 4) e nell’orazione Pro

Plancio (98; 100); Quo cum venissem (scil. Dyrrachium), cognovi (….) refertam esse Graeciam sceleratissimorum hominum ac nefariorum, quorum impium ferrum ignisque pestiferos meus ille consulatus e manibus extorserat “Quando vi giunsi (a Durazzo) seppi (…) che la Grecia era piena di

quegli scellerati ribaldi ai quali il mio assai noto consolato aveva strappato di mano il ferro sacrilego e le torce incendiarie” CIC Planc. 98.

Durante l’età repubblicana l’esilio non era necessariamente permanente, come dimostrano i casi di singoli cittadini106 a cui fu concesso il ritorno in patria grazie ad assemblee popolari che ne votarono il rientro, ma sono testimoniati anche rientri di massa degli esuli, in particolare collegati alla situazione politica che vide un forte incremento della lotta fra fazioni nei primi anni del I secolo a.C.. Il primo evento di questo genere fu l’assassinio del tribuno della plebe Tiberio Gracco nel 133 a.C., dopo il quale gli esuli sostenitori dei populares furono richiamati a Roma grazie ad assemblee della plebe mentre gli oppositori politici furono mandati in esilio. Seguirono altri casi, come il tentativo non andato a buon fine del tribuno della plebe Sulpicio Rufo che nell’88 a.C.107 tentò di richiamare in patria gli esuli di parte mariana per rinfoltire i ranghi del proprio schieramento in vista della guerra civile. Ebbe invece successo il progetto di richiamo degli esuli da parte di Silla, alla conclusione della guerra contro Mitridate, mentre preparava il suo ritorno in patria. Il generale richiamò a Roma i senatori mandati in esilio per mano mariana, che parteciparono al suo trionfo sfilando in processione insieme al bottino della vittoria militare108. Lo stesso si propose di fare Cesare nell’autunno del 49 a.C., per accrescere il numero dei suoi sostenitori, quando M. Antonio, allora tribuno della plebe, richiamò dall’esilio coloro che erano stati banditi tre anni prima da Pompeo con la giustificazione che non avevano ricevuto un processo equo. Con il potere politico detenuto esclusivamente da Cesare cambiò inoltre la modalità di rientro in patria: invece di far appello alla cittadinanza per essere richiamati a Roma grazie ad assemblee della plebe, gli esuli pompeiani messi al bando dopo la conclusione della guerra civile nel 46 a.C.109 dovettero infatti far ricorso non più al senato o ai magistrati, ma alla sola persona di Cesare, dotato di pieni poteri grazie alla carica di dittatore.

                                                                                                               

106 Un esempio è quello di Publio Popillio Lenate richiamato in patria nel 120 a.C. dopo una forte azione di propaganda da parte dei suoi numerosi e potenti parenti, ma ce ne sono molti altri fra cui il caso di Metello Numidico e dello stesso Cicerone.

107 Sulpicio inizialmente pose un veto alla proposta di richiamo degli esuli e successivamente si fece promotore di una legge per il loro ritorno; anche se la questione è molto complessa si deve necessariamente vedere un suo cambio di schieramento dagli optimates ai populares; vedi la bibliografia recente A. W. Lintott «The Tribunate of P. Sulpicius Rufus.» Classical Quarterly 21 (1971): 442-453; T. N. Mitchell «The volte-face of P. Sulpicius Rufus in 88 B.C.» Classical Philology LXX (1975):197-204; E. Gabba «Per la bibliografia di Servio Sulpicio Rufo.» Athenaeum 96, 1 (2008): 397-398.

108 PLUT. Sull. 34. 1.

109 La clementia di Cesare fu in generale rivolta anche a coloro che l’avevano combattuto schierandosi a fianco di Pompeo fino alla sua morte nel 48 a.C., mentre coloro che si ostinarono a resistere fino al 46 a.C. furono mandati in esilio.

Di seguito una tabella degli esuli di età repubblicana, dal 213 a.C. al 27 a.C.

NOME

STATUS SOCIALE/ MAGISTRATURA

PIÙ ALTA DATA LUOGO di ESILIO

1 Matrone Donne sui iuris (?) 213 a.C. Luogo sconosciuto

2

M. POSTUMIUS

PIRGIENSIS Eques Romanus 212 a.C. Luogo sconosciuto

3

Cn. FULVIUS

FLACCUS Pretore nel 212 211 a.C. Tarquinia (Etruria)

4 Q. PLEMINIUS

Legatus pro

pretore nel 205 204 a.C.

Tentato esilio a Napoli con successiva

incarcerazione

5 Nobili etruschi 204 a.C. Luogo sconosciuto

6 P. FURIUS PHILUS Pretore nel 174 171 a.C. Preneste (Lazio)

7 C. MATIENUS Pretore nel 173 171 a.C. Tivoli (Lazio)

8 C. PLAUTIUS Pretore nel 146 145 a.C. Luogo sconosciuto

9

L. HOSTILIUS

TUBULUS Pretore nel 142 141 a.C.

Tentato esilio verso luogo sconosciuto e

successiva incarcerazione

10

P. POPILLIUS

LAENAS Console nel 132 123 a.C.

Fuori dall’Italia, destinazione

sconosciuta 11 C. PAPIRIUS CARBO Console nel 120 119 a.C.

Suicida dopo la condanna all’esilio 12 Q. MARCIUS

PHILIPPUS

Triumviro

monetalis ca. 128 ca. 120 a.C. Nuceria (Campania)

13 L. OPIMIUS Console nel 121 109 a.C. Dyrrachium (Albania)

14 C. PORCIUS CATO Console nel 114 109 a.C. Tarragona (Spagna) 15

C. POPILLIUS

LAENAS Legato nel 107 ca. 106 a. C. Nuceria (Campania)

16

Q. FABIUS MAXIMUS EBURNUS

Console nel 106

17

Q. SERVILIUS

CAEPIO Console nel 106 103 a.C. Smirne (Turchia)

18

Cn. MALLIUS

MAXIMUS Console nel 105 103 a.C. Luogo sconosciuto

19 T. ALBUCIUS Pretore ca. 107 ca. 105 a.C. Atene

20

L. LICINIUS

LUCULLUS Pretore nel 104 ca. 102 a.C. Heraclea (Lucania)

21 C. SERVILIUS Pretore nel 102 101 a.C. Luogo sconosciuto

22

Q. CAECILIUS METELLUS NUMIDICUS

Console nel 109

Censore nel 102 100 a.C. Isola di Rodi 23 Sex. TITIUS

Tribuno della plebe

nel 99 98 a.C. Luogo sconosciuto

24

C. APPULEIUS DECIANUS

Tribuno della plebe

nel 98 97 a.C. Ponto Eusino

25 P. RUTILIUS RUFUS Console nel 105 92 a. C.

Mitilene, isola di Lesbo, poi Smirne 26

L. MUMMIUS

ACHAICUS Senatore 90 a.C. Isola di Delo

27

L. (?) CALPURNIUS

BESTIA Senatore 90 a.C. Luogo sconosciuto

28

C. AURELIUS

COTTA Console nel 75 90 a.C.

Mitilene, isola di Lesbo 29

Q. VARIUS HYBRIDA

Tribuno della plebe

nel 90 ca. 89 Luogo sconosciuto

30

A. CLAUDIUS

PULCHER Console nel 79 ca. 86 a.C.

Ponto Eusino sotto il comando di Silla

31

Due “pretori” traduzione del greco

στρατηγοί Pretore 86 a.C. Luogo sconosciuto

32 Due o tre ex tribuni Tribuno 86 a.C.

Luogo sconosciuto (sotto la protezione di

Silla) 33

Cn. CORNELIUS

34

STATIUS ALBUCIUS

OPPIANICUS Eques Romanus 74 a.C.

In vari luoghi dell’Italia (per un

periodo di tempo vicino a Roma) 35 ATTIDIUS

Senatore prima del

67 Prima del 67 a.C. Ponto Eusino

36 C. VERRES Pretore nel 74 70 a.C. Marsiglia (?)

37

P. AUTRONIUS PAETUS

Console designato

nel 65 62 a.C. Epiro

38 C. ANTONIUS Console nel 63 59 a.C. Isola di Cephallenia

39 M. TULLIUS CICERO Console nel 63 58 a.C.

Tessalonica e Dyrrachium (Albania) 40

L. LIVINEIUS

REGULUS Pretore (?) ca. 57 a.C. Tessalonica (?)

41

L. CANINIUS GALLUS

Tribuno della plebe

nel 56 55 a.C. Atene

42 A. GABINIUS Console nel 58 54 a.C. Luogo sconosciuto

43 C. MEMMIUS Pretore nel 58 52 a.C. Atene

44 T. ANNIUS MILO Pretore nel 55 52 a.C. Marsiglia

45 T. FADIUS

Tribuno della plebe

nel 57 ca. 52 a.C. Luogo sconosciuto 46

M. AEMILIUS

SCAURUS Pretore nel 56 52 a.C. Luogo sconosciuto

47

P. PLAUTIUS

HYPSAEUS Pretore ca. nel 55 52 a.C. Luogo sconosciuto

48

Sex. CLOELIUS (CLODIUS)

Liberto di P.

Clodius 52 a.C. Luogo sconosciuto

49

T. MUNATIUS PLANCUS BURSA

Tribuno della plebe

nel 52 52 a.C. Ravenna

50 C. CLAUDIUS PULCHER Pretore nel 56 51 a.C. Luogo sconosciuto 51

Q. POMPEIUS RUFUS

Tribuno della plebe

nel 52 51 a.C. Bauli (Campania)

52

C. SEMPRONIUS RUFUS

Magister

53

C. MAENIUS GEMELLUS

Prima del 46 a.C.

(ca. 50 a.C.?) Patrae (Acaia) 54

M. CLAUDIUS

MARCELLUS Console nel 51 47 a.C.

Mitilene, isola di Lesbo

55 A. CAECINA 46 a.C. Sicilia

56 Cn. PLANCIUS Edile curule nel 54 ca. 46 a.C. Isola di Corcira 57 C. TORANIUS

Edile della plebe

nel 64 46 a.C. Isola di Corcira

58

A. MANLIUS

TORQUATUS Pretore nel 70 ca. 46 a.C. Atene

59 Q. LIGARIUS Legato in Africa dal 51 al 49 46 a.C. Fuori dall’Italia 60 C. TREBIANUS Eques Romanus ca. 46 a.C. Luogo sconosciuto

61

T. AMPIUS BALBUS

Pretore nel 59 Proconsole d’Asia

nel 58 ca. 46 a.C.

Africa (con i pompeiani) 62

P. NIGIDIUS

FIGULUS Pretore nel 58 a.C. 46 a.C. Luogo sconosciuto

63

Fratello di L. TILLIUS

CIMBER ca. 45 a.C. Luogo sconosciuto

64

LICINIUS

DENTICULUS Prima del 44 a.C. Luogo sconosciuto

65 VICTOR Prima del 44 a.C. Luogo sconosciuto

66 STEPHANIO ca. 44 a.C.

Fuori da Roma, destinazione

sconosciuta 67

Figlio di L. TARIUS

RUFUS ca. 44 a.C. Marsiglia

68

CASSIUS

PATAVINUS Plebeo ca. 44 a.C. Luogo sconosciuto

69

AMATIUS (detto anche HEROPHILOS e

CHAMATES) 44 a.C. Fuori dall’Italia

70

L. AEMILIUS

71 SITTIUS 43 a.C. Cales (Campania)

72 Q. (?) GALLIUS 43. a.C. Luogo sconosciuto

73

M. AEMILIUS

LEPIDUS Console nel 46 36 a.C. Circeo (Lazio)

74 Astrologhi e maghi 33 a.C. Fuori da Roma

75 C. SOSIUS Console nel 32 31 a.C. Luogo sconosciuto

76 PHILOSTRATUS 30 a.C. Ostracena (deserto del Sinai)

77 BOETHOS Dopo il 30 a.C. Luogo sconosciuto

78

ANASSILAOS di

LARISSA ca. 28 a.C.

Fuori dall’Italia, destinazione sconosciuta 79 C. CORNELIUS GALLUS Prefetto di Alessandria e dell’Egitto 27 o 26 a.C. Divieto di risiedere nelle province imperiali