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Biografia Mummio Acaico245 è ricordato soltanto nella testimonianza storica di Appiano, che ne riporta brevemente la vicenda processuale, identificandolo unicamente come un senatore condotto in giudizio nel 90 a.C. per aver incitato gli alleati della penisola italica a ribellarsi contro Roma, insieme ad almeno altri due imputati246. Benché fiducioso nel pensare che avrebbe ottenuto l’assoluzione dall’accusa, Mummio fu comunque condannato e scelse di ritirarsi in esilio sull’isola di Delo, probabilmente prima che fosse promulgata la sentenza. Lo storico scrive infatti: καὶ οἱ ἱππεῖς [....] Κόιντον Οὐράνιον δήµαρχον ἔπεισαν εἰσηγήσασθαι κρίσεις εἶναι κατὰ τῶν τοῖς Ἰταλιώταις ἐπὶ τὰ κοινὰ φανερῶς ἤ κρύφα βοηθούντων, ἐλπίσαντες τοὺς δυνατοὺς ἅπαντας αὐτίκα εἰς ἔγκληµα ἐπίφθονον ὑπάξεσθαι καὶ δικάσειν µὲν αὐτοί, γενοµένων δ᾽ἐκεῖνων ἐκποδὼν δυνατώτερον ἔτι τῆς πόλεως ἐπάρξειν. Τὸν µὲν δὴ νόµον ἀπαγορευόντων τῶν ἑτέρων δεµάρχων µὴ τίθεσθαι, περιστάντες οἱ ἱππεῖς σὺν ξιφιδίοις γυµνοῖς ἐκύρωσαν. ὡς δ᾽ἐκεκύρωτο, αὐτίκα τοῖς ἐπιφανεστάτοις τῶν βουλευτῶν ἐπεγράφοντο κατήγοροι. [....] Μούµµιος δ᾽, ὁ τὴν Ἑλλάδα ἑλών, αἰσχρῶς ἐνεδρευθεὶς ὑπὸ τῶν ἱππέων ὑποσχοµένων αὐτὸν ἀπολύσειν κατεκρίθε φεύγειν καὶ ἐν Δήλῳ διεβίωσεν247.

La vicenda giudiziaria di Appiano si inserisce nel clima politico turbolento relativo all’inizio della guerra sociale, quando nel tardo 91 a.C. oppure nel primo 90 a.C. la Lex

Varia stabilì una corte che avrebbe giudicato i cittadini romani accusati di aver incitato

gli Italici a ribellarsi, con la conseguenza di una serie di processi politici che videro coinvolti numerosi senatori, uniformemente condannati e successivamente allontanatisi in esilio. Benché sia ricordata soltanto l’isola di Delo, come luogo di rifugio per gli                                                                                                                

245 L’unico riferimento certo a Mummio Acaico è contenuto in APP. Bell. Civ. I 37. 246 Lucio Calpurnio Bestia figlio e Aurelio Cotta.

247 “I cavalieri (…) persuasero il tribuno Quinto Vario a presentare una legge per perseguire coloro che avrebbero, apertamente o segretamente, aiutato gli italici di acquisire la cittadinanza, sperando di portare tutti gli uomini potenti sotto un’accusa biasimevole, e di poter loro stessi dare il giudizio su questi, e che quando i loro nemici sarebbero stati lontani, sarebbero stati più potenti che mai nel governo della città. Quando gli altri tribuni interposero il loro veto, i cavalieri li circondarono con le daghe sguainate, così emanarono un provvedimento, dopo di che gli accusatori portarono le loro azioni contro i più illustri fra i senatori (…) Mummio, colui che aveva conquistato la Grecia, fu vergognosamente ingannato dai cavalieri, che promisero di assolverlo, ma lo condannarono all'esilio. Passò il resto della sua vita a Delo” APP. Bell. Civ. I 37.

esuli sottoposti alla lex Varia, presumibilmente anche tutti gli altri imputati condannati lasciarono l’Italia; si verificava infatti in quel momento un forte cambiamento dei fattori che influenzavano la scelta di un nuovo luogo di residenza; il clima di turbolenza politica che ebbe inizio nel 133 a.C. con l’omicidio di T. Gracco rese insicuri i luoghi di residenza in Italia tradizionalmente scelti dagli esuli romani, benché non fossero ancora imposta dalla legge la distanza obbligatoria da mantenere tra il nuovo luogo di residenza e Roma -elemento che sarebbe comunque cambiato in seguito alla guerra sociale- e molto probabilmente convinse anche gli esuli condannati intorno al 90 a.C. ad abbandonare l’Italia in favore di luoghi più sicuri.

Le poche notizie biografiche relative a Mummio sono rese ancora più incerte per la sua imputazione ad opera della lex Varia248, la cui precisa datazione è resa problematica per la contraddittorietà delle testimonianze coeve, divise tra una promulgazione antecedente o successiva allo scoppio della guerra sociale. Secondo la testimonianza di Asconio249 la guerra era già iniziata quando la lex Varia fu promulgata, mentre Appiano sostiene che fosse stata approvata prima dell’inizio delle ostilità, identificandola quindi come una delle cause della guerra, così come ritiene anche la storiografia moderna250.

Inoltre, in considerazione di una vicenda giudiziaria accaduta intorno al 90 a.C., la denominazione di conquistatore della Grecia, Μούµµιος ὁ τὴν Ἑλλάδα ἑλών, che accompagna Mummio è chiaramente attribuita da Appiano in maniera erronea. La spiegazione più semplice e più convincente fornita dagli studiosi è che lo storico sia stato tratto in inganno dall’epiteto Achaicus trovato nelle sue fonti, fattore che ascriverebbe l’appartenenza di Mummio alla famiglia del più famoso console omonimo, di cui era presumibilmente il figlio oppure il nipote, ed identificandolo molto probabilmente con L. Mummio, tribuno monetalis nel 109 o 108 a.C.

Il suo omonimo predecessore, il console del 146 a.C. L. Mummio, aveva infatti guadagnato il titolo Achaicus grazie alla definitiva conquista della Grecia con la                                                                                                                

248 Si ripete la nota relativa alla biografia di Cotta; la Lex varia de maiestate è un plebiscito del 90 a.C. emanato su proposta del tribuno della plebe Q. Vario Ibrida, che ampliò il campo d’applicazione del

crimen maiestatis, andando ad includere l’abuso dei poteri conferiti a magistrati del popolo romano e

conseguentemente la lesione della dignità di quest’ultimo. Con questo provvedimento fu istituita una quaestio extraordinaria che ordinava l’apertura di un'inchiesta contro i responsabili delle violenze avvenute durante la Guerra sociale del 91-88 a.C., ovvero contro tutti coloro che avevano indotto gli alleati italiani di Roma a prendere le armi contro la res publica, supportandoli pubblicamente o privatamente nella loro richiesta di ottenere la cittadinanza.

249 ASC. 22 C.

sconfitta della Lega Achea presso l’Istmo di Corinto, alla distruzione della città omonima e all'istituzione della provincia romana dell’Achaia. L. Mummio fu il primo

homo novus ad ottenere un titolo etnico grazie ad una notevole vittoria militare, fattore

che presumibilmente influenzò la perpetuazione del doppio nome Mummio Achaico da parte dei molti membri della sua famiglia; in effetti alcuni esponenti della gens continuarono ad utilizzare il cognomen del primo esponente importante della famiglia anche nell’arco di tutto il I secolo d.C., come Mummia Achaica251, madre dell’imperatore Galba. Presumibilmente, dunque, quando Appiano riscontrò il nome Mummio Achaico nelle sue fonti, per quanto concerneva l’imputato processato sotto la

lex Varia, tradusse il cognomen letteralmente, senza comprendere la sua appartenenza

ad una nomenclatura di tipo familiare252.

Altri studiosi hanno tentato di associare il Mummio nominato da Appiano a L. Memmio, l’imputato menzionato da Cicerone nella sua difesa davanti alla quaestio

Variana253, benché non soltanto questa ipotesi richieda una emendazione testuale non

necessaria, ma non spieghi neppure adeguatamente la denominazione di “conquistatore della Grecia” fornita da Appiano, e l’unico debole elemento di connessione con tale titolo sarebbe rintracciabile nel personaggio di C. Memmio, che intorno al 103 a.C. fu governatore della Macedonia.

L’ultimo testo che ripercorre le testimonianze relative a Mummio, è la monografia di Alexander254 che prende in esame la sua controversa attribuzione del tribunato della plebe nell’anno 90-89 a.C., come riportato da Sisenna nel terzo libro delle Historie255, fattore che avrebbe impedito una sua imputazione processuale fino all’89 a.C.. Considerando che Appiano pone il processo nel 90 a.C., Mummio avrebbe dovuto                                                                                                                

251 Mummia Achaica, pronipote di L. Mummio Acaico, era la nipote di Q. Lutazio Catulo. Moglie di Servio Galba, e di conseguenza madre dell'imperatore Galba e di suo fratello Caio, secondo la testimonianza di Svetonio: (galbae pater) uxorem habuit Mummiam Achaicam, neptem Catuli proneptem

L. Mummi, qui Corinthum excidit “(il padre di Galba) sposò Mummia Acaia, nipote di Catulo e pronipote

di L. Mummio, il distruttore di Corinto” SUET. Galb. III 4. 252 Badian 1969, p. 469, nota 65.

253 Vedi, BIEDL, A. «De Memmiorum Familia.» Wiener Studien (1930): 98-107 p. 104; GRUEN, E. S. «The Lex Varia.» Journal of Roman Studies 55 (1965b): 59-73 p. 66-67; cfr, Cicerone Exercebatur una

lege iudicium Varia, ceteris propter bellum intermissis, cui frequens aderam, quamquam pro se ipsi dicebant oratores non illi quidem principes, L. Memmius et Q. Pompeius “Si facevano processi

esclusivamente in base alla legge Varia, gli altri erano stati sospesi per via della guerra; io vi assistevo spesso, sebbene parlassero in propria difesa oratori certo non di prim’ordine, come L. Memmio e Q. Pompeo” CIC. Brut. 304.

254 Alexander 1990, p. 54-55.

subire un processo ed essere assolto nel 90 a.C. prima dell’assunzione della carica di tribuno, non potrebbe esserci l’identificazione con il Memmio citato da Cicerone. Tuttavia, secondo Biedl, Wiseman e Frassinetti256, dal passaggio delle Historie potrebbe anche risultare che il tribunato del 90 a.C. sia stato dato a C. Scribonio Curione, che effettivamente in quell’anno ricoprì tale magistratura. In questo senso è possibile respingere l’ipotesi di Gruen (JRS 1965, pag. 67), che anticipa il tribunato di Mummio al 91 a.C. e mantenere al 90 a.C. la data del processo fornita da Appiano. Alexander sostiene comunque l’impossibilità di una corrispondenza certa tra il Mummio di Appiano e questo Memmio, seguendo l’asserzione di Badian257 per cui è molto probabile che negli stessi anni vi siano stati due diversi processi, il primo di Memmio, di cui non è conosciuto l’esito ed il secondo di Mummio conclusosi con la condanna dell’imputato.

Esilio secondo la testimonianza di Appiano, Mummio riteneva di non dover temere alcuna condanna in seguito al suo processo, quindi è probabile che sia rimasto per un breve periodo di tempo a Roma per prepararsi a partire un esilio inaspettato, prassi comune in età imperiale. Come riportato da Tacito258 sotto Tiberio fu infatti stabilito che i decreti senatori non potessero essere portati all’erario prima di dieci giorni, e che durante questo intervallo la sentenza non venisse applicata. Riferendosi al passo di Tacito, che però riporta una senatus consultum del 21 d.C., Levick259 sostiene dunque, forse troppo forzatamente, che dieci giorni possano essere stati l’intervallo di tempo concesso ad un imputato colpevole per fuggire prima dell’esecuzione della sentenza anche in età repubblicana.

La scelta di Delo Mummio si ritirò dunque in esilio sulla piccola isola di Delo, dove trascorse tutta la sua vita; non ci sono testimonianze che trattino dei suoi anni di esilio e del motivo della scelta di questa residenza, benché, in ogni caso, indipendentemente dalla discendenza di Mummio da L. Mummio Acaico, oppure da C.                                                                                                                

256 Vedi BIEDL, A. «De Memmiorum Familia.» Wiener Studien (1930): 98-107, seguito da WISEMAN, T. P. «Lucius Memmius and his family.» Classical Quarterly XVII (1967): 164-167, e FRASSINETTI, P. «Sisenna e la guerra sociale.» Athenaeum 50 (1972): 78-113, p. 90 nota 70.

257 Badian 1969, p. 468-470. 258 TAC. Ann, III 51, 3. 259 Levick 1979, p. 364-365.

Memmio, accettando la corrispondenza dei personaggi, il fattore che può aver spinto l’esule a cercare rifugio sull’isola di Delo è la quasi certa presenza di clientes nella località, dovuta al fatto che entrambe le famiglie avevano ricoperto in Grecia numerosi incarichi amministrativi.