• Non ci sono risultati.

Capitolo 5 Analisi traduttiva

5.4. Macrostrategia

Osimo spiega chiaramente anche il termine macrostrategia, o strategia traduttiva, e lo intende come:

l’insieme dei procedimenti attuati dal traduttore per convogliare il testo della cultura emittente alla cultura ricevente. Innumerevoli strategie traduttive sono possibili per tradurre lo stesso testo in funzione di diverse variabili: la dominante attribuita al metatesto, il lettore modello a cui ci si rivolge, il traduttore60.

Si tratta, dunque, di una strategia globale che il traduttore decide di seguire per tradurre l’intero testo. La macrostrategia traduttiva aiuta il traduttore a risolvere i problemi che si troverà ad affrontare durante il processo di traduzione, e a capire quali informazioni del prototesto riportare nel metatesto, 60 OSIMO Bruno, Manuale del traduttore. Guida pratica con glossario, op. cit., p. 317.

106

e quali invece sacrificare. Anche se, inevitabilmente, ci saranno sempre elementi che il traduttore dovrà tralasciare e che non arriveranno mai al destinatario, che sia per sua volontà o per la difficoltà/impossibilità che riscontrerà nel tradurli, e che nella teoria della traduzione sono denominati “residuo traduttivo”61.

Alcuni esperti del settore hanno proposto diverse dicotomie per guidare i traduttori nella scelta della strategia traduttiva più idonea al loro caso, e nel tempo queste dicotomie sono diventate un importante punto di riferimento nella teoria della traduzione. Si vedano di seguito alcune di queste teorie:

1) Newmark propone una dicotomia, considerata quella tradizionale, tra “traduzione semantica” e “traduzione comunicativa”. Per “traduzione semantica” intende una traduzione che tenta, per quanto possibile, di rendere l’esatto significato del testo di partenza; mentre con il termine “traduzione comunicativa” intende una traduzione che vuole generare nel lettore effetti quanto più simili possibili a quelli del lettore del testo di partenza62. La prima tipologia, dunque, è incentrata più sull’autore, mentre, la seconda più sul destinatario63, ma queste non sono le

uniche differenze: nella traduzione semantica si cerca di mantenere la semantica e la sintassi, invece, nella traduzione comunicativa ci sono aspetti che possono essere sacrificati; e ancora, la prima è più particolareggiata e complessa e tende ad essere più fedele al testo originale, mentre, la seconda è più scorrevole e chiara, e il traduttore può prendersi maggiore libertà nell’atto traduttivo64.

2) Toury propone un’altra dicotomia, ed è quella tra “adeguatezza” e “accettabilità”. Scegliendo la prima strategia, Toury immagina “un traduttore che si concentra sui tratti distintivi dell’originale: lingua, stile ed elementi culturali”, invece, optando per la seconda strategia immagina “un traduttore che ha lo scopo di produrre un testo comprensibile in cui il linguaggio e lo stile sono in piena armonia con le convenzioni linguistiche e letterarie della cultura ricevente”. La prima strategia, dunque, si pone come obiettivo l’integrità del testo, mentre la seconda tende più a rendere il testo facilmente accessibile alla cultura ricevente65.

3) La dicotomia di Venuti, invece, verte sulla contrapposizione tra “strategia addomesticante” e “strategia estraniante”. La “strategia addomesticante” mira a livellare i riferimenti e le forme linguistiche della cultura di partenza per avvicinarsi il più possibile alla cultura di arrivo, e

61 Ivi, p. 307.

62 NEWMARK Peter, A Textbook of Translation, London, Prentice Hall, 1988, pp. 46-47.

63 DIADORI Pierangela, “Come si traduce: la traduzione in prospettiva interculturale”, in Stefania Semplici e Caterina

Gennai (a cura di), Lo stile didattico del lettore di italiano L2: come si… Atti del corso di aggiornamento per lettori di italiano all’estero organizzato dal MAE, dal MPI e dall’Università per Stranieri di Siena (26.11 – 1.12.2002), Siena, Centro Stampa Università per Stranieri di Siena, 2003, p. 57.

64 Ivi, pp. 63-64.

107

tutto ciò per andare incontro ad un lettore che presumibilmente non è molto esperto in materia o è solamente troppo pigro per comprenderne il contenuto; al contrario, invece, la “strategia estraniante” mantiene tutti gli elementi e i riferimenti presenti nel prototesto, contribuendo a mantenere la natura estranea del testo, è il lettore stesso, quindi, che deve avvicinarsi alla cultura del testo di partenza e tentare di comprenderla66.

Di dicotomie di questo genere ce ne sono di diversi tipi nella teoria della traduzione, infatti, molti studiosi si sono prodigati per fornire approcci differenti ai traduttori alle prese con un lavoro di traduzione.

Alla luce di queste riflessioni, riguardo la proposta di sottotitolaggio in oggetto, il traduttore ha deciso di optare per una macrostrategia di tipo addomesticante, che mira ad adattare gli elementi del prototesto alla cultura del metatesto. Mediante l’alterazione del prototesto, l’obiettivo perseguito dal traduttore è stato quello di utilizzare espressioni e termini noti nella cultura ricevente per rendere il testo più familiare e facilmente comprensibile allo spettatore modello, anche se talvolta ciò ha significato perdere alcune informazioni. Questa scelta è stata fatta tenendo in considerazione diversi fattori, come: la tipologia del programma TV, la differenza della cultura di partenza e di quella di arrivo, lo spettatore modello che il traduttore ha immaginato, e le grandi differenze linguistiche tra le il cinese e l’italiano. È necessario specificare, tuttavia, che la riformulazione del messaggio non è stata dettata solo dalla scelta di voler adattare il metatesto alla cultura di arrivo, ma sono stati determinanti anche i vincoli legati alla traduzione audiovisiva. Il maggiore ostacolo riscontrato in questo senso, infatti, risulta essere proprio il limite spazio-temporale dettato dalle regole che governano il sottotitolaggio, e che a volte hanno reso necessaria un’azione di riduzione o di condensazione67 del prototesto e delle informazioni in esso contenute, con la conseguente riduzione

e/o riformulazione del messaggio. Questi aspetti, però, verranno approfonditi in maniera più completa più avanti, nella sezione delle microstrategie.

Documenti correlati