• Non ci sono risultati.

Malattie infettive e decessi correlati alla droga

91 Capitolo 7 — Malattie infettive e decessi correlati alla droga

(126) Cfr. la tabella inF-108 nel bollettino statistico 2010. (127) Cfr. la tabella inF-109 nel bollettino statistico 2010. (128) Cfr. la tabella inF-110 nel bollettino statistico 2010.

una tendenza al ribasso, con un calo più marcato in estonia e lettonia (grafico 12). in estonia, il calo è stato da 86 casi su un milione nel 2007 a 27 nel 2008 e in lettonia da 62 casi su un milione nel 2007 a 44 per milione nel 2008.

Complessivamente non sono stati osservati aumenti rilevanti nelle nuove diagnosi di infezione da HiV tra il 2003 e il 2008 e i tassi riferiti rimangono bassi. Tuttavia, in Bulgaria, il tasso per i consumatori di stupefacenti per via parenterale è aumentato da 0,0 nuovi casi per milione di abitanti nel 2003 a 6,8 su un milione nel 2008, mentre in Svezia è stato osservato un picco di 6,7 casi nel 2007, il che suggerisce la potenzialità continua di diffusione dell’HiV tra gli iDu.

i dati sull’andamento provenienti dalle attività di monitoraggio della prevalenza dell’HiV in campioni di iDu sono un elemento complementare importante rispetto ai dati di segnalazione dei casi di HiV. Per il periodo 2003-2008 sono disponibili statistiche sulla prevalenza trasmesse da 24 paesi (126). in 16 Stati la prevalenza dell’HiV non ha subito variazioni. in sette paesi (Bulgaria, Spagna, Francia, italia, Polonia, Portogallo, norvegia) si sono verificate diminuzioni statisticamente significative della prevalenza dell’HiV, sei delle quali basate su campioni nazionali, mentre in Francia la tendenza si basa sui dati provenienti da cinque città. in tre paesi sono stati segnalati incrementi a livello regionale: in Bulgaria (Sofia); in italia, in due regioni su 21 e in lituania (Vilnius). Tuttavia esiste una tendenza in calo nei casi di nuova diagnosi di infezione da HiV tra i consumatori di stupefacenti per via parenterale in questi tre paesi. il confronto tra le tendenze nelle infezioni di nuova diagnosi connesse al consumo di stupefacenti per via parenterale e l’andamento della prevalenza dell’HiV tra gli iDu suggerisce che l’incidenza dell’infezione da HiV in relazione al consumo di stupefacenti per via parenterale sta diminuendo nella maggior parte dei paesi a livello nazionale.

nonostante le tendenze in rapido calo, la percentuale delle nuove diagnosi di HiV nel 2008 correlate al consumo di stupefacenti per via parenterale è tuttora elevata in lettonia (44 casi su un milione di abitanti), estonia (27), Portogallo (20,7) e lituania (12,5), il che indica che la trasmissione è ancora in corso tra i consumatori di stupefacenti per via parenterale in questi paesi.

ulteriori segnali di una trasmissione continua dell’HiV negli ultimi anni si trovano nei riscontri di elevati livelli di

prevalenza (oltre il 5 %) tra i giovani iDu (campioni di almeno 50 iDu di età inferiore ai 25 anni) in alcuni paesi: estonia (due regioni, 2005), Francia (cinque città, 2006), lettonia (una città, 2007), lituania (una città, 2006) e Polonia (una città, 2005) (127). Sebbene sia necessaria cautela, poiché alcuni campioni sono di dimensioni ridotte, i dati indicano aumenti significativi dal punto di vista statistico nella prevalenza dell’HiV tra i giovani iDu tra il 2003 e il 2008 in Belgio (comunità fiamminga) e Bulgaria, mentre è possibile osservare un calo in Svezia e in Spagna. i dati sulla prevalenza dell’HiV nei nuovi iDu (che consumano stupefacenti per via parenterale da meno di due anni) sostengono ulteriormente un probabile calo in questo gruppo in Svezia (128).

Incidenza dell’AIDS e disponibilità della HAART

le informazioni sull’incidenza dell’aiDS possono essere importanti per dimostrare i nuovi casi di malattia sintomatica, sebbene non rappresentino un buon indicatore della trasmissione dell’HiV. la presenza di elevati tassi di incidenza dell’aiDS può indicare che molti iDu affetti da HiV non ricevano la terapia antiretrovirale estremamente attiva (HaaRT) in una fase sufficientemente precoce dell’infezione, che consentirebbe loro di trarre il massimo beneficio dal trattamento. una recente indagine conferma che potrebbe essere ancora così in alcuni paesi dell’ue (Mathers e altri, 2010).

Grafico 12: andamento delle infezioni da HiV segnalate di recente nei consumatori di stupefacenti per via parenterale in quattro Stati membri dell’ue che registrano tassi elevati di infezioni

2003 2004 2005 2006 2007 2008

Casi per milione di abitanti

0 50 100 150 200 250 300 Lettonia Estonia Portogallo Lituania

nB: Dati registrati alla fine di ottobre 2009. Fonte: eCDC e oMS-europa.

Relazione annuale 2010: evoluzione del fenomeno della droga in europa

(129) Cfr. il grafico inF-1 e la tabella inF-104 (parte ii) nel bollettino statistico 2010. (130) Cfr. la tabella inF-111 nel bollettino statistico 2010.

(131) Cfr. il grafico inF-6 (parte ii) e (parte iii) nel bollettino statistico 2010.

l’estonia è il paese con la più elevata incidenza di casi di aiDS riconducibili al consumo di stupefacenti per via parenterale, con 30,6 nuovi casi stimati ogni milione di abitanti nel 2008, in calo rispetto ai 33,5 nuovi casi per milione di abitanti nel 2007. Tassi relativamente elevati di incidenza dell’aiDS sono segnalati anche da lettonia, lituania, Portogallo e Spagna, con rispettivamente 25,5, 10,7, 10,2 e 8,9 nuovi casi per milione di abitanti. Tra questi quattro paesi la tendenza è in diminuzione in Spagna e Portogallo, ma non in lettonia e lituania (129).

Epatite B e C

Se gli alti livelli di prevalenza dell’infezione da HiV si riscontrano solamente in alcuni Stati membri dell’ue, l’epatite virale e, in particolare, l’infezione causata dal virus dell’epatite C (HCV) mostra una prevalenza maggiore negli iDu in tutta europa. i livelli di anticorpi anti-HCV tra i campioni nazionali di iDu esaminati nel 2007-2008 variano da circa il 12 % all’85 %, anche se otto dei 12 paesi riferiscono valori superiori al 40 % (130). Tre paesi (Repubblica ceca, ungheria, Slovenia) registrano una prevalenza inferiore al 25 % nei campioni nazionali di iDu, sebbene un tasso di infezione a questo livello rappresenti comunque un problema importante per la salute pubblica.

i livelli di prevalenza dell’HCV possono essere estremamente vari all’interno di uno stesso paese, a causa sia di differenze sul piano regionale sia delle caratteristiche della popolazione oggetto del campione. Per esempio, in italia, le stime regionali oscillano dal 31 % circa all’87 % (grafico 13).

Studi recenti (2007-2008) mostrano un’ampia gamma di livelli di prevalenza tra gli iDu di età inferiore a 25 anni e tra quelli che assumono droghe per via parenterale da meno di due anni, indicando livelli diversi di incidenza di HCV in questi gruppi in europa (131). Ciononostante, questi studi indicano anche che molti iDu contraggono il virus quando iniziano ad adottare questa modalità di consumo e ciò implica che l’intervallo di tempo in cui si può prevenire l’infezione da HCV è piuttosto breve. anche la prevalenza degli anticorpi contro il virus

dell’epatite B (HBV) varia in larga misura, forse a causa, in parte, delle differenze riscontrate nei programmi vaccinali, benché possano essere coinvolti anche altri fattori. il corpus di dati più completo a disposizione per l’HBV è quello riferito all’anticorpo contro l’antigene del core virale dell’epatite B (anti-HBc), che è indice di una storia

di infezione. nel biennio 2007-2008, quattro dei nove paesi che hanno fornito dati su questo virus tra gli iDu hanno segnalato livelli di prevalenza anti-HBc superiori al 40 % (132).

È stato osservato che la prevalenza dell’HCV è in calo in nove paesi e in aumento in altri tre, mentre altri quattro paesi hanno serie di dati che indicano entrambi i tipi di andamento, sebbene si debba mantenere la cautela date le dimensioni limitate del campione in alcuni casi (133). Gli studi sui giovani iDu (di età inferiore ai 25 anni) suggeriscono una prevalenza per lo più stabile e alcuni andamenti in calo, sebbene venga riportato un aumento in una regione in Grecia (attica). Ciò è confermato dai dati per i nuovi iDu (che consumano stupefacenti per via parenterale da meno di due anni) per la Grecia, sia in attica che a livello nazionale. i dati per i nuovi iDu mostrano anche un aumento in Slovenia, sebbene le dimensioni del campione siano ridotte, e un calo in Portogallo (livello nazionale) e in Svezia (Stoccolma).

Epidemia di antrace tra i consumatori di eroina nel Regno Unito e in Germania

l’antrace è una malattia infettiva acuta causata dal batterio Bacillus anthracis. Si presenta più frequentemente negli animali selvatici e domestici ed è endemica in diversi paesi principalmente agricoli, ma è molto rara in europa. nel dicembre 2009, il Regno unito ha emanato un avviso che segnalava un’epidemia di antrace tra gli iDu in Scozia. al 31 maggio 2010 erano stati confermati 42 casi in Scozia, 13 dei quali avevano condotto alla morte, con altri tre casi (due mortali) in inghilterra e due (uno mortale) in Germania. il ceppo di antrace trovato in Germania e in inghilterra non era distinguibile da quello trovato in Scozia, il che suggeriva fortemente una fonte comune di infezione. inoltre, poiché tutti i casi segnalati si erano verificati tra i consumatori di eroina, è probabile che l’origine sia stata una partita contaminata di eroina. Tuttavia, non è stata riscontrata alcuna prova dell’esistenza di spore di antrace nei campioni di eroina analizzati in Scozia alla fine del maggio 2010.

il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (eCDC) e l’oeDT hanno svolto valutazioni del rischio congiunte correlate a questa epidemia. Sono stati distribuiti anche aggiornamenti regolari delle informazioni, che hanno portato a successive relazioni sulla serie di decessi avvenute tra i tossicodipendenti di altri paesi. Tuttavia, è stato dimostrato che questi non erano collegati all’infezione da antrace.

93 Capitolo 7 — Malattie infettive e decessi correlati alla droga

l’andamento rilevato nei casi notificati di epatite B e C indica quadri diversi, che sono però di difficile interpretazione perché i dati sono di scarsa qualità. Tuttavia, la percentuale di iDu tra tutti i casi notificati in cui i fattori di rischio sono noti può fornire ulteriori indicazioni sull’epidemiologia di queste infezioni (Wiessing e altri, 2008). Per quanto riguarda l’epatite B, la percentuale di iDu è diminuita tra il 2003 e il 2008 in otto paesi su 17. nel caso dell’epatite C, la percentuale di iDu tra i casi notificati è scesa in sei paesi tra il 2003 e il 2008 ed è aumentata in altri tre paesi (Repubblica ceca, Malta, Regno unito) (134).