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Manfredi, e detti

Nel documento G A L E O T T O MANFREDI (pagine 33-39)

' Vientene,corri ad abbracciar Manfredi.

D’ uno sposo fedel sono,lo penso

,

Dolci gliamplessi;'

ma

loson più molto

D’uno

sposo pentito.

Mat. Oh

dioLpentito

Poi veramente? .

/

Uba. Sì,‘quellabell’alma

*

Fatta nonera per lacolpa: unlieve Vapor fu questo, cheper vento errando,

Passò dinanzi al sole, e non 1’offese.

Umana

cosa è il deviar:celeste j II ricondursi sul

cammin

diritto.

*£<•

E

piu grande d’assai fattoè Manfredi

Nel pentimentosuo, chereo non era Nel suo trascorso.

Mat. E

s’egli è tal-: se brama

Il passatoemendar, perchè s’asconde?

Perchèdunque nonviene?Aspettaeiforse Ch’io locerchisommessa,erea

mi

chiami,

E

pentita lopreghi?

SCENA

V. »

Manfredi,

edetti.

Man. Io

son, che prego,

Io chet’offesi.

Ah

!^posa mia, che sempre Nel mio stessofallir fosti pur mia

,

Non

mifuggir; ritornainpace, e tutto

Mi

ridona il tuo cor.

Mat. Lo

merti, ingrato?

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Man.

Noi merto iono;

ma

se delittofuvvi Cancellatogiammai per pentimento;

Il miofucertq* Pentimento solo Qui mi conduce: e eh’ altro mai potea

* Forcarmi alle preghiere, ed ai sospiri

La

fierezza abbassar? Quel, cheottenuto Di mille spadenonavriala punta.

Un

rimorso l’ottenne.

Mat. E

chemigiova?

Il tuo rimorso svanirà su gl’occhi D’unaltra Elisa. .

Man.

Noi temer; virtute

Dal cor m’espulse ogni straniero affetto*^

Poi serrdnn&la porta:e tu qui dentro

Sei rimasta, tu sola. »

Mat.

Un’altra volta

Regnai pur sola nel tuocor;

ma

breve

Fu

quell’impero.Cominciò col riso, 4É

E

terminò colpianto.

Man.

Obblio, deh! copra

Le andate cose, e conidea cruda

Non

ferirmi di più.

Mat.

* Del nostrosesso

Ecco il destin. Noi siam celeste cosa

* Finché l’uomne desia,

ma

nell’acquisto Sidilegua l’incanto, e siam tradite.

Man. Deh

fcheparli.

Mat.

' In dispregioallor si cangia La tenerezza, e vieti disgusto, enoia;

E

disamata è presto una fedele.

Che

tutto accorda,e desiarnon lascia.

Ed

iostolta il sapea. *

Man.

Taci, cormio.

Chetati perpietà.

Mat. Ma

chitemerlo

Sì fallacedovea? Quai furoi vezzi

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Che

tantoinebriar letue pupille? Infedel, sconoscente! Altre vifuro Tradite mogli, abbandonate amanti;

Ma

noncom’io,non

mah

Man. Deh!

mia Matilde,

Perchèmi strazi? Supplice, pentito

A

tenevengo; l’errormio confesso;

Ten

prometto l’emenda; amor tigiuro;4 T’apro incontro lebraccia,enontibasta?

Ancorpaganonsei?Lasciamla, Ubaldo; Vanaèlaspemedi placarla.Andiamo.(

s'in-4 cammina)

Mat. Ah

, no, ferma, ritorna.

Man. E

chevuoi dirmi?

Forse

mi

chiami ad unnovel insulto?

Mat.

Io trascorsi

, perdona: Eccogià tutto Si disperseil miosdegno, e nonviresta,

Che

la mia tenerezza.

Man. A

questo seno

Vienidunque,miavita;equi persempre

Ilmio cor tiripiglia,e il tuo

mi

rendi.

Mat.

Ah,mioManfredi!Ah,sposo mio, m’uccide L’assalto dellagioia.

Man. Ah,

da qual peso

Mi

sentoalleggerii? L’ultima volta Siaquesta, chet’offesi.

Mat. Ah

nonparlarmi

,

Ben mio, d’offese.Ioguadagnai più molto

Che

non perdei, t’accheta.

Man. Ah

, generosa!

Tornadunquealmiosen.Dimilleamplessi,

Che

dar ti posso,1’ultimo fia sempre

Il più tenero, edolce.

Mat. Ah

, piùnon sorga

Altralite fra noiche questa,o caro.

Man.

S

ì, questa sola.

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Elisa, e detti.

Uba.( aiElisa trattenendola

)

,

Oh,

del! ferma, chefai?

Non

t’inoltrar.

Eli.

Mi

lascia...Eccoaltuopiede

Chi t’offese,o Matilde.

Un

sol

momento

Sospendi 1’ira tua: m’ascolta, e dopo Uccidimise vuoi. Misera! Io dissi D’averti offesa:

ma

per questa luce

,

Per quest’aura di vita, iotei protesto ,

Non

conósco delitto.

Amai,

noi nego.

Amai

Manfredi, enondimen tei giuro,

Non

conoscodelitto.

A

te dinanzi Onor solo

mi

guida: Ir non doveva

Da

telontana, ed un pensierlasciarti.

Un

sospetto crudel, chedel tuo sposo Oltraggiassela fede, e la mia'fama.

Questa nontormi,eilsanguemiotiprendi.

(s'inginocchia)

Ma

se giusta sei pure; e generosa Vedi il miopianto, e1’error

mio

perdona.

Mat.

Alzati, e

dimmi

:lusingar, sedurre

Un

cuorche adaltraèdato,epossederlo

,

Occuparlocosì, che immoto, esordo Alle lagrime fosse, ed ai sospiri D’ una tenera moglie, e tu losai Quanti ne sparse l’infelice; e intanto

T

u confidente,tu compagna,e amica Mirarne il pianto,le querele udirne.

Riceverne gli amplessi, e poi tradirla.

, tradirlatustessa: e questo,Elisa

,

Non

è questodelitto?;.

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.* 37

Eli.

Ah,

nonseguire

Che

mi colmid’orror. Cielo! e potei Innocente vantarmi? Ionon compresi Di miacolpa l’eccesso.

Ah,

nonsiparli Di perdono mai piu:1’onta punisci

,

Che

per

me

tisi fece, e colcastigo Latua vendetta,e ilmiorimorso accheta.

Mat.

Spentoèil tuofallo,seilrimorsoè nato.

-

Ma

ravvisi tu ben quanta, e qual era La sconoscenzatua?

Eli. Taci; m’uccide

Questo pensier.

Mat. De

1benefvzj miei

,

Dillo tu stessa, e di lungo affetto Aspettarmi dovea questa mercede? Eli.Desisti per pietà.

Tu

mi sei cruda

Più eh’ iomedesimanon fuitecoingrata.

O dammi

morte,o cessa: assaipiù caro

Ché

l’udirti a parlarmifìamorire.

Mat. No,

vivi,evienia questebraccia.[Vah~

braccia )

Man.-

Oh, prode!

Uba.

Oh,

valorosa!

Mau.

Quelladolce osserva

Confusiondi volti,e di persone.

Uba. Son due bell’alme generose.

Mat.

4 Elisa

Iopiùsdegni non ho;

ma

tisovvenga

-

Che

perdonai,nonobbliai l’offesa,

E

che tusei la mia nemicaancora.

Fui dapprimaclemente, or m’è bisogno Esser prudente.

Una

cittànon cape Di Manfredi l’amante,e la consorte.

Vanne dunquelontana. Eraprescritta

A

tua partenzalavegnentenotte:

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3$

Ma

l’improvviso tuo sparir,potendo Svegliar sospetti, alla tuafama,e a quella Del mio sposo,oltraggiosi,unpiùdiscreto Spaziodi tempo ancor ti siconceda.

Potrassi intantoimmaginar pretesto

Che

la partenza tua scusi, e colori.

Man.

Saggioconsiglio.

Da

disnor tu salvi La misera così. Vedi: nonmerta *

Poi cotantorigor.

Uba.

(a Manfredi) ( Taci. )

Mat.

Manfredi...

Ogni altralode aver potea qui loco Fuorchéla tua.

Man.

.

Deh,

nonpensar...

Mat.

^

Ma

scuso

L

error del labbro.

Non

è foco amore

Che

si possa celar quandone piaccia.

Tu

nondimeno... Elisail tuo cospetto

Non

è qui necessario... Esci; vorrei

Non

averti veduta... Abbi presente.

Che

m’offendesti, intendi?

E

cheMatilde

Mai

non perdonala seconda offesa.

Eli.(parte )

Mat.

( Insiem guardarsi non osar;

ma

sono D’intelligenzai cuori; e mel dimostra Questo contegno.

^

BA* )

( Una parola, un lampo Quell’animo turbò!)

Mat.

Vuoi tu Manfredi,

Meco

venirne?

Man.

^, Matilde:^Hn solo Detto adUbaldo, e tiraggiungo.

Mat. U

tuo

Voler m’è legge.

(Iofremo.) (parte)

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SCENA VII.

39

Nel documento G A L E O T T O MANFREDI (pagine 33-39)

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