' Vientene,corri ad abbracciar Manfredi.
D’ uno sposo fedel sono,lo penso
,
Dolci gliamplessi;'
ma
loson più moltoD’uno
sposo pentito.Mat. Oh
dioLpentitoPoi veramente? .
”
/Uba. Sì,‘quellabell’alma
*
Fatta nonera per lacolpa: unlieve Vapor fu questo, cheper vento errando,• Passò dinanzi al sole, e non 1’offese.
Umana
cosa è il deviar:celeste j II ricondursi sulcammin
diritto.*£<•
E
piu grande d’assai fattoè ManfrediNel pentimentosuo, chereo non era Nel suo trascorso.
Mat. E
s’egli è tal-: se bramaIl passatoemendar, perchè s’asconde?
Perchèdunque nonviene?Aspettaeiforse Ch’io locerchisommessa,erea
mi
chiami,E
pentita lopreghi?SCENA
V. »Manfredi,
edetti.Man. Io
son, che prego,Io chet’offesi.
Ah
!^posa mia, che sempre Nel mio stessofallir fosti pur mia,
Non
mifuggir; ritornainpace, e tuttoMi
ridona il tuo cor.Mat. Lo
merti, ingrato?sdbyGoogle
Man.
Noi merto iono;ma
se delittofuvvi Cancellatogiammai per pentimento;Il miofucertq* Pentimento solo Qui mi conduce: e eh’ altro mai potea
* Forcarmi alle preghiere, ed ai sospiri
La
fierezza abbassar? Quel, cheottenuto Di mille spadenonavriala punta.Un
rimorso l’ottenne.Mat. E
chemigiova?Il tuo rimorso svanirà su gl’occhi D’unaltra Elisa. .
Man.
Noi temer; virtuteDal cor m’espulse ogni straniero affetto*^
Poi serrdnn&la porta:e tu qui dentro
Sei rimasta, tu sola. »
Mat.
Un’altra voltaRegnai pur sola nel tuocor;
ma
breveFu
quell’impero.Cominciò col riso, 4ÉE
terminò colpianto.Man.
Obblio, deh! copraLe andate cose, e conidea sì cruda
Non
ferirmi di più.Mat.
* Del nostrosessoEcco il destin. Noi siam celeste cosa
* Finché l’uomne desia,
ma
nell’acquisto Sidilegua l’incanto, e siam tradite.Man. Deh
fcheparli.Mat.
' In dispregioallor si cangia La tenerezza, e vieti disgusto, enoia;E
disamata è presto una fedele.Che
tutto accorda,e desiarnon lascia.Ed
iostolta il sapea. * •Man.
Taci, cormio.Chetati perpietà.
Mat. Ma
chitemerloSì fallacedovea? Quai furoi vezzi
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Che
tantoinebriar letue pupille? Infedel, sconoscente! Altre vifuro Tradite mogli, abbandonate amanti;Ma
noncom’io,nonmah
Man. Deh!
mia Matilde,Perchèmi strazi? Supplice, pentito
A
tenevengo; l’errormio confesso;Ten
prometto l’emenda; amor tigiuro;4 T’apro incontro lebraccia,enontibasta?Ancorpaganonsei?Lasciamla, Ubaldo; Vanaèlaspemedi placarla.Andiamo.(
s'in-4 cammina)
Mat. Ah
, no, ferma, ritorna.Man. E
chevuoi dirmi?Forse
mi
chiami ad unnovel insulto?Mat.
Io trascorsi, perdona: Eccogià tutto Si disperseil miosdegno, e nonviresta,
Che
la mia tenerezza.Man. A
questo senoVienidunque,miavita;equi persempre
Ilmio cor tiripiglia,e il tuo
mi
rendi.Mat.
Ah,mioManfredi!Ah,sposo mio, m’uccide L’assalto dellagioia.Man. Ah,
da qual peso•Mi
sentoalleggerii? L’ultima volta Siaquesta, chet’offesi.Mat. Ah
nonparlarmi,
Ben mio, d’offese.Ioguadagnai più molto
Che
non perdei, t’accheta.Man. Ah
, generosa!Tornadunquealmiosen.Dimilleamplessi,
Che
dar ti posso,1’ultimo fia sempreIl più tenero, edolce.
Mat. Ah
, piùnon sorgaAltralite fra noiche questa,o caro.
Man.
S
ì, questa sola.
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Elisa, e detti.
Uba.( aiElisa trattenendola
)
,
Oh,
del! ferma, chefai?Non
t’inoltrar.Eli.
Mi
lascia...EccoaltuopiedeChi t’offese,o Matilde.
Un
solmomento
Sospendi 1’ira tua: m’ascolta, e dopo Uccidimise vuoi. Misera! Io dissi D’averti offesa:ma
per questa luce,
Per quest’aura di vita, iotei protesto ,
Non
conósco delitto.Amai,
noi nego.Amai
Manfredi, enondimen tei giuro,Non
conoscodelitto.A
te dinanzi Onor solomi
guida: Ir non dovevaDa
telontana, ed un pensierlasciarti.Un
sospetto crudel, chedel tuo sposo Oltraggiassela fede, e la mia'fama.Questa nontormi,eilsanguemiotiprendi.
(s'inginocchia)
Ma
se giusta sei pure; e generosa Vedi il miopianto, e1’errormio
perdona.Mat.
Alzati, edimmi
:lusingar, sedurreUn
cuorche adaltraèdato,epossederlo,
Occuparlocosì, che immoto, esordo Alle lagrime fosse, ed ai sospiri D’ una tenera moglie, e tu losai Quanti ne sparse l’infelice; e intanto
T
u confidente,tu compagna,e amica Mirarne il pianto,le querele udirne.Riceverne gli amplessi, e poi tradirla.
Sì, tradirlatustessa: e questo,Elisa
,
Non
è questodelitto?;.DigitizedbyGoogle
.* 37
Eli.
Ah,
nonseguireChe
mi colmid’orror. Cielo! e potei Innocente vantarmi? Ionon compresi Di miacolpa l’eccesso.Ah,
nonsiparli Di perdono mai piu:1’onta punisci,
Che
perme
tisi fece, e colcastigo Latua vendetta,e ilmiorimorso accheta.Mat.
Spentoèil tuofallo,seilrimorsoè nato.-
Ma
ravvisi tu ben quanta, e qual era La sconoscenzatua?Eli. Taci; m’uccide
Questo pensier.
Mat. De
1benefvzj miei,
Dillo tu stessa, e di sìlungo affetto Aspettarmi dovea questa mercede? Eli.Desisti per pietà.
Tu
mi sei crudaPiù eh’ iomedesimanon fuitecoingrata.
O dammi
morte,o cessa: assaipiù caroChé
l’udirti a parlarmifìamorire.Mat. No,
vivi,evienia questebraccia.[Vah~braccia )
Man.-
Oh, prode!Uba.
Oh,
valorosa!Mau.
Quelladolce osservaConfusiondi volti,e di persone.
Uba. Son due bell’alme generose.
Mat.
4 ElisaIopiùsdegni non ho;
ma
tisovvenga-
Che
perdonai,nonobbliai l’offesa,E
che tusei la mia nemicaancora.Fui dapprimaclemente, or m’è bisogno Esser prudente.
Una
cittànon cape Di Manfredi l’amante,e la consorte.Vanne dunquelontana. Eraprescritta
A
tua partenzalavegnentenotte:DigitizedbyGoogle
3$
Ma
l’improvviso tuo sparir,potendo Svegliar sospetti, alla tuafama,e a quella Del mio sposo,oltraggiosi,unpiùdiscreto Spaziodi tempo ancor ti siconceda.Potrassi intantoimmaginar pretesto
Che
la partenza tua scusi, e colori.Man.
Saggioconsiglio.Da
disnor tu salvi La misera così. Vedi: nonmerta *Poi cotantorigor.
Uba.
(a Manfredi) ( Taci. )
Mat.
Manfredi...Ogni altralode aver potea qui loco Fuorchéla tua.
Man.
.Deh,
nonpensar...Mat.
^
Ma
scusoL
error del labbro.Non
è foco amoreChe
si possa celar quandone piaccia.Tu
nondimeno... Elisail tuo cospettoNon
è qui necessario... Esci; vorreiNon
averti veduta... Abbi presente.Che
m’offendesti, intendi?E
cheMatildeMai
non perdonala seconda offesa.Eli.(parte )
Mat.
( Insiem guardarsi non osar;
ma
sono D’intelligenzai cuori; e mel dimostra Questo contegno.^
BA* )( Una parola, un lampo Quell’animo turbò!)
Mat.
Vuoi tu Manfredi,Meco
venirne?Man.
^ Sì, Matilde:^Hn solo Detto adUbaldo, e tiraggiungo.
Mat. U
tuoVoler m’è legge.
(Iofremo.) (parte)
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