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SCENA Vili

Nel documento G A L E O T T O MANFREDI (pagine 40-62)

-Allornatura: vi saria nel

mondo

Una solafamiglia, arbitro amore Reggerebbele cose, nè coperta Più di delitti si vedria la terra;

Se fattoavessi d’un impero acquisto,

No,

nonsarei lieto.

SCENA Vili.

Zambrino, e detto.

> ,

traccia appunto .Moveadite. M’ascolta Ubaldo. Il peso Della tua nimistà così m’opprime.

Che

piùnoi posso sopportar.

Deh

, fine Abbia la guerra; ed or chetuttiamplesso Si dan di pace, deponiam noi pure Ognivecchio rancor

; torniamo amici

,

Siam generosi: io t’offroil cor;vedrai...

Uba. (sen^a parlare parte ), * Zam.

Non

mi risponde quel superbo. Ei crede

Provocarmi così, stolto! ed ignora

Che

tranquillo son io

come

unarupe.

Odiar so bene,

ma

sdegnarmi?

Ah

pensa.

Odio verace erisoluto, è sempre Ospite breve in iracondo petto, .

Ed

eterno nelmio. Quasi arrossisco Di nemico debole.

SCENA IX.

Rigo, e detto

Rie.

Zambrino.'

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©

41

Zam.Chim’interrompe?

Oh,

scusaRigo,altrove Stavailp^nsier.

Perdemmo

l’opra,amico

,

Noi sai? Matilde con Manfredi alfine

. Terminole querele; e tutto atterra Il bel prospetto dellanostra speme Questa pace importuna.

Rig. . Ilso pur troppo.

Or chefarem? Lanostra impresa avea

Di

scompiglio bisogno, e qui sontutte Chete lecose. Navigar conviene,

E

non increspa il mar soffio divento;

Iomi smarrisco, tei confesso,e temo.

Zam.Taci: arrossiscidi timor vile;

Queste sembianzecupide correggi,

E

prendi il primodignitosoaspetto D’un congiurato.

Avrem

sedotto indarno Guelfoil duce dell’armi; e fra ipatrizi I piupossenti,g i primi?

Avrem

profusi Tantosudor, tant’oro, e tante pene.

Inutilmente? no: priache pentirsi Morir.

Rig.

Morremo,

e senzaprò.

Zam.

L’uom

vile

Più d’unavolta

muor

pria di morire.

Ed

unasola il coraggioso.

Rig. E’ vano

L’ardir, se locoetempo manca,emezzo.

Zam.

l’un,l’altro mancherà. D’ undetto Lasciaeh’ io punga diMatilde il core: Lasciami ritrovar fra questo buio

Un

raggio disospetto, una minuta Moribonda scintilla, e vedrai quanta

Fiamma

risveglio; lovedrai.

Rig. Lo bramo;

Ma

non so qual rimorso...

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42

Zàm. - Incortevivi-t

E

di rimorsi hai tema?

Rie. Ioli disprezzo

Piùdi quest’aria chem’insulta il viso.

Ma

l’appressarsi del delitto...

Zam. Ascolta.'

Fu

F

umana

viltà, chedi delitto Creò laprimailnome,*e l’alte imprese Disonorò. Risvegliati, castiga Questi audaci rimorsi; e dar ti piaccia Titol più bello ad unillustre ardire.

Primo diritto indipendenza.

Empiamo

Sol diquesta il pensier, sì che nonabbia Del suo favor adarrossir fortuna.

Vedi tutta di guerre, e di congiure Ardere Italia; e tantiaver tiranni Quante ha cittadi, e variar destino

Come

varia stagioni. Oggicomanda Chi ier fu servo, ed un Marcel diventa Ogni villan,che patteggiandoviene.

Ed

in

camgp

vasto neghittosi

Noi,

d’una bellaambizion ripieni.

Noi

d’un superbo languirem nei ceppi, D’ un che l’ira paterna avea proscritto?

D’un

che sol fra ladroni, e masnadieri Sfiorò lagiovinezza, e di Faenza

S’alzò tiranno, la

man

lordo, e il viso Di sanguecittadin?

Rammenta,

o Rigo,

Il tuo valentegenitor, trafitto

Perla causapiù giusta. Egli morendo

Non

ti lasciò che l’odio,e lavendetta.

Lo

vendicasti tu? respira ancofà L’assassindi tuo padre, e tu sei vivo?

Rie.

Tu

m’infiammi, Zambritio. Ognituo detto E’ uno strale di foco. Il mio pensiero

i

i

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43 Sento«lutarsi, e divenir sublime.

Ed,io potei dimenticarToftesa,

Ed

inulta lasciar i\ombra del padre?

Oh

miavergogna! ademendar corriamo Questavii trascfiranza

e, se vacillo, Passaci allaga tu medesirro il petto.

Zam.

Or

mi piaci, e di Zanibrinseidegno.

Ma

belle d’onor caldefaville é . *

* /. ^ J#v *- .*».

Non

-far cheghiacciodi viltàlesmorzi.

Sarai codardo,se sarai pietoso. .<

Or t’invia nella,ipcca, e Guelfo trova; ,

Digliche-qui1’attendo, eche^di cosav Parlargli deggiod’importanza estrema

,

Tosto che bruna si faràla sera.

Rig.

Ho

l’ali al piè per ubbidirti.

Zam. Addio; «

*

Ma

ritornaveloce.

Un

altro incarco

Mi

restaa darti. M’intendesti?

Rig. Intesi, {parte)

Zam.

Una

selce ècostui,che nellevene * ~ Foco racchiude,

ma

scoppiar noi vedi Se noi percoli. Einel calor molt’opra,,*

la mentesamail’opra delbraccio;

E

questo appunto si volea.Coraggio.

Quellaè.la metta, e di Manfrediilcapo

Qui

m’ingombra la via: capo abbonito.

Cedimiil passo; e tu prudenza

, posa

Sullemie labbra,enonlasciar,chefugga

Un

accento,unsospir,che

mi

tradisca, (gjarte)

Fine dell'

Atto

terzo.

1

ATTO QUARTO

*

, . , i <

SCENA

I.

* Za^vibrino

, Rigo.

* "

*'

Zam.

V

jeni,libero parla; occhionon avvi

Che

quin’osservi. Di’:

come

t’imposi

,

Recasti il foglio? * '

, Rig. ~ - -

Lo

recai fedele.

Zam.Inparte loponesti, ove Manfredi Gettar vi possanell’entrar lo sguardo?

Rig. In guisa l’adattai, che per sè stesso Sipresenti allavista.

Zam.

E

nonti vide

Nessun?

Rig. Nessuno. Eralastanza intorno Taciturna,e deserta.

ZaM.

Uomo

tu sei

Raro edegregio.Orpienohoilcordispeme.

Rig.

E

chesperarpuoitu, separte Elisa?

Zam. Arcanoè questo, che Manfredi occulto Tienea Matilde, e ciòmi basta. Intanto,

’Pria che partacolei qualche tempesta Potria le coseintorbidar: quel foglio Ladesterà, che àirecasti.

Rig. - Bada

€he

poi Manfredi a penetrar non l’abbiac Badavi amico.

Zam.

Non

temer. Manfredi

Da

due

sommi

difetti è posseduto*, Amore, edonestà. Quindi un fanciullo Ingannar lo potria.

già vogl’ io .Trarloin ingannoxnèdi tanto hod’uopo;

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Trarlo mibasta inuncotal sospetto:

Inspirargli un timor contro Matilde

,

Lieve, e fugace. Annuvolargli ilvolto Per pochi istanti: e nullapiù.

Hig.

v

, .

Non

veggo

Le conseguenze.

2am. . ,

i. Levegg’io.

Ma

vanne Lasciami solo: à

me

t’affida, e taci. Kig.

Nepur

per morteparlerò.

.

Lo

spero.

RlG.

(parte.

Zam.

E

nondimeno, poichétratta a fine

Avrem

quest’opra,latuatesta,ofolle, Fia laprimaavolar lungi dalbusto.

Troppograve segretoellaracchiude,

E

stoltezza saria con gran peso Lasciartela sul collo. Or da quel foglio

Vediam

qual debbapartorirsi effetto. »

Ecco l’effetto. CrederàManfredi

Che

la fiera Matilde occulto ordisca Tradimento ad Elisa. Essaall’incontro Crederàdi Manfredi il turbamento

Una

secondainfedeltà. Superba

Han

Palmaentrambi, esubitanea.Quindi Sitemeranno, e taceran: piùfia *

Cupa

la rabbia più sarannemici:

Ed

eccoribellati, eccodivisi

Un’altra volta i quori; ed ionel

mezzo

L’un contral’altroaizzerò, fintanto

Che

l’ora arrivi d’agghiacciarli entrambi

Con

questoferro.

Un

giornosolo iochieggo,

Ed

unsol giorno perZambrino èmolto.

Ecco Matilde: di sfuggir sua vista

. Facciam sembiante; eilvolto1miosomigli Alfiormodesto, chenascondeilserpe(per partire)

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46

SCENA-

I I.

_ *«*•*'. <A ++* i ri.

MatK.de, e detto

,..

-•<.

Mat. JL/ove

Zambrino?

Zam. Ingran pensiermisembri»

E

date lungimi traea il rispetto.

Mat. Tu

nel cor

mi

leggesti.Una possente Amarezza mi rode, e par che

T

alma Investigarne la cagionrifugga.

Oh,

debole Matilde! era pur meglio Restarsi in guerra,chenudrir sospetti Piùdi mal certo lacerantie crudi.

Zam.

Ma

chet’affligge?

Non

possiediintero Del tuo consorteil cor? nonracquistasti Latenerezza sua. '

Mat.

M’ascolta, e poi

.

Giudica tu. Son pochi istanti, in cerca

Men

venia di Manfredi. Entro sicura Nelle stanze segrete. Assisoil trovo,

Non

soqual foglio d’una

man

tenendo.

Coll1altrailmentotormentando, e gl’occhi Fissi ed immoti Sulla,carta.

Un

balzo

Fa

tostoalmiovenir; migettaun guardo;

Chiudequelfoglio, e in cotal attoilchiude,

Che

timormostraed imbarazzo: s’alza.

Io glisorrido incontro,ed unsorriso Ei miricambia ritenuto, e stretto.

Diventiam muti l’uno, e l’altro. Alfine

Non

so quante paroleioglidiriggo Vuote di senso, e fuor diloco.Alcune Ei ne risponde piùscomposte erotte.

Che

mailo turbi,glidimando: eidice,

Gravecuradistato. Ah! questaèdunque Unaragione? In quel

medesmo

punto

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.* . 47 ...

Giunge Rodolfo,ediom’involo.Or dimmi:

Di Manfredi ripar giusto ilcontegnof

Reo

loritrovi, Od innocente?

Zam. Iospesso

Pur volonrieri

mi

vorrei,Matilde,

Non

aver occhio, non aver parole;

Onde muto

su l’opre esserl’ altrui Del par checieco.

Da

natura iotengo Lingua, chetroppoallacensura èpronta.

Fosse 1’

uom

semprevirtuoso, e mai

Un

traditor, no.mai.

Mat.

Misera! dunque

Manfredi

è

tal.

Zam. ... Questonondico: il servo

Non

giudicailsuoprence.

Mat.

Il tuosilenzio

Lo

giudica abbastanza.

Ah

, sontradita.

Quel suosmarrirsi,queltacer

,quelfoglio,

Ah,

quelfoglioèd’Elisa: un’altra volta Sicuramente l’hacolei sedotto.

Zam.Sedotto?

Mat.

: quelperfido l’adora-:

Staccarsenenonpuò.

Zam. Noi puote?

Mat.

Il foco

Egli nascose, enon Testinse: e vivo Tuttor mantiensinel suocor.

Zam

. Nel core?

Mat.

Sì, nel cor di Manfredi.

E

perchè vai L’eco rendendodelle mie parole?

E

stupido tiresti,e sospettoso

,

Simile ad

uomo

chenelcapo hachiuso

Un

deformepensier, chelo tormenta?

Con

queste tenebrose idee sepolto

Che

vuoi tu dirmi?

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,

4-8 4 #

Zam.

Che

pensar; temere

Non

dei che ti tradisca.

Mat. E

chi?

Zam. , Manfredi;

ched’Elisa egli arda più;nè ch’abbia Sìbasso il cor per ingannar la moglie.

Mat.

Ingannarmi?

Zam.

Tu

tremi, e ti scolori.

Màt.

Ingannarmi Manfredi?

Zam. '

Ah,

principessa!

Guardati da sospetti; e bada il velo

Non

toccar che li,copre: essi la

mano Mordono

sempre, chesvelarli ardisce;(

E

svelati dan morte; ove* nascosi

scornoalcuno ti farian nè danno.

Chi mi rubail tesor, finché iol’ignoro

,

Non

mirende infelice..

Mat. E

argomentarne

^Che

vuoi daciò? * Zam. - Nulla, Matilde, nulla.

Mat.

Una

mano

di ghiaccio il cormi serra.

Zam.

Ma

nulla;vit’accheta... Incauto!iol’alma Intempesta ti posi; ed altro, il giuro/

Eralo scopodelle mie parole.

Lascia ch’io parta. Se più resto,illabbro Potriadir cosa al miopensier contraria.

Addio,Matilde,Addio.

Mat.

Ferma: tu quindi

Passonon moverai, se non riveli L’ orribile mistero.

.

Zam.

E

qual mistero?

Mat. Non

m’irritarZambrino:hobollente Ilcor, che in furia

mi

fariaSalire

Un

sibilo di vento.

Zam*

Ah

t Sconsigliata!

* 9

, . 49

Perchè

mi

tenti?

Un

dolorosoacuto Pugnai tucerchi,chetisquarci.

E

vuoi ' Ch’io nelcorte lospinga? Ioche.tuavita

Comprerei collamia? no;>sispietato Essernon posso.

Di

dolor morrai >

Se un motto proferisco* . .

Mat.

. i

Ah,

tu m’uccidi

v

Crudel, tacendo.

Oh

dio! parla;finisci

Di

lacerarmi. * . <

Zam. Ebben...

Ma

forzain petto Ti senti tu per questocolpo?

Mat.

^

Ah,

parla:

Trovar mortedovessialprimo accento, Parla, su parla.

Zam. Ubbidirò;

ma

pria

*

Dimmi:

volesti tu, chesiad’Elisa Sospesala partenza?

Mat.

Il condiscesi, *

E

fatto nonl’avessi!

Zam. *

Oh

,ben hai d’uopo

Di

pentimento.

Va,

-ritira/annulla

La

tua clemenza; fache tostoparta;

Fa

cheratta s’involi, e sidilegui Questa nemica perigliosa.

Un

nero Tradimento si tesse. : ~

-Mat. Un

tradimento?

Misera!

Zam. _Occultiritener qui pensa

Il tuo sposola druda.

Ad

ingannarti Ei n’hagiàmaechinata un’improvvisa, Finta partenza, e accortamente dato L’apparente comando.*Alnuovo sole Elisa tivedrai tolta dagliocchi.

Tu

nefarai di ciòmerto a Manfredi;

La

crederai lontana, e la nemica 4

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Non

fiadistante,ched’unpasso; e l’aria Beveràche tu bevi.

Mat.

Olà, Zambrino.

Questa ò nera calunnia. Essernonpuote Si perverso Manfredi, e tu mentisci;

Ed

iniquo m’inganni, e non ti credo.

Zam.Iosondunque tranquillo, ed hofinito^

E

così molta grazia averti deggio

,

Che mi

risparmi il favellardi cosa

Che

pur volea tacerti; ben ti scuso Se

me

sospetti,enonManfredi.

Or

dunque

* D’altroparliam.

Mat.

Zambrino, essersincero

Tu

dovresti, edonesto.

Zam. Esser dovrei

Saggio piuttosto; e noncercarmi insulti„*

E

titolo d’iniquo, e mentitore.

Mat.

Sullafronte venirfreddo

mi

sento Sudor di morte.

Zam.

(

A

insinuarsi tutto Giàcomincia ilveleno.

Oh,

gelosia, Stringilabenda,e sovrailcorl’aggrava.)

Mat. Non

più:segui,finisci,edove,equando

,

Da

chisapesti il tradimento? Parla

,

Squarcia questo segreto: io vo’vederlo.

Contemplarlo,toccarlo.

Zam. Eh,tu vaneggi.

M’

oltraggiastiabbastanza; e dibugiardo Io1’accusa noncompro a questo prezzo.

Mat. No

, ticredo,prosegui. Io sondinuovo

Dunque

tradita? e qui rimansi Elisa

A

tutte voglie di Manfredi?

E

donde L’imparasti?

Da

chi?

Zam. «

Da

Rigo: e Rigo

Dall’amico Rodolfo, acui di tutto

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4

Fq

cpmmessa la cura.

Mat.

1

Ah

, scellerato!

Ora comprendoio ben le tortuose <

Di Rodolfo, d’Ubaldo,e di Manfredi Conferenze segrete, ed il continuo Volardi messi, edicomandi. Or veggo Perchè poc’anzi si turbò l’infido;

Perchèvenne a implorar quellaribalda Pace, e perdono. Tennero di questo Tralor consiglio,e fabbricar gl’iniqui <

Sulla miafede il tradimento.

Oh

rabbia!*

ZAM.Deh,

si v.eloce, e violentaall’ira

Non

volar per pietà!Forse Manfredi Si cangiò, siravvide.

Andiam

piùlenti: i Chi sa, se Rigomi parlò sincero!

Ingannarmipotrebbe... Odi...

Tu

stessa Esamina Rodolfo. Esserti nota Fingid’Elisa la partenza:fingi * Stimarla vera; e s’ei l’afferma, e farlo Dovria, tien certo il tradimento allora;

Allor consiglioprenderai.

Mat.

Si corri:

Io vuo Rodolfo interrogar:dal labbro La veritàstrappargli, alla vendetta Abbandonarmi, e satollar di sangue L’anima sitibonda.

Zas*.;- (

Un

altro poco

Stimoliam TPfeua rabbia, ed è compita).

Ascoltami, Matilde: io ti scongiuro.

Placa losdegno, e dell’altrui perfidia Sia maggiortua bontà,

ék

Mat.

, ~

Nòn

è più tempo.

Chiama

Rodolfo.

Zam. :

Deh,

non far...

Mat

'• - - - Rodolfo,

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sa . , . * Dich’io, Rodolfo.

Zam. Disperati

, e truci Sono i tuoi detti, e di terror mi colmi.

Deh,

tei ripeto ancor, vinci te stessa,

E

non voler delitti....

SCENA III.

Manfredi,

e detti

« ,

* * * » »ì .

Man. E

qual delitto

Ti comanda costei?

Jam. ( Signor...

Man

-.

:/

i Matilde...

Questo foglio, cred’ io, di teragiona:

Leggi, e rispondi.

Zam.

(

Ah

son perduto!)

Mat.

Io nulla

Ho

di

comun

con te.

Non

ti conosco:

tirendo ragion del mio pensiero.

Quando

fia tempolo saprai.

(parte).

S

C E N A IV.

*

Zambrino, Manfredi.

. •<, f

Zam.

(

R

espirai

Man.

Perfida donna!.... Accostai Zambrino Zam.Signor...

Man.

Qual darti scellerataiucarco Volea Matilde?

Zam. * £)e

h

,signor.

Man.

' . Tradirla.

Temi

tu forse?

Non

intesi io stesso ,11 suotruce disegno,, e il tuo rifiuto?

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53 Zam. Tacer dunque

mi

lascia.Ilmiosilenzio

Parla abbastanza; e più parlato avria

Il mio zelo poc’anzi, ela mia fede, S’era più tardo il tuovenir.

Man.

' Prosegui

Dunque

l’arringo, e testimone iostesso Del tuo zelosarò. Torni Matilde.

Olà.

Zam.

Deh,

ferma.

Ed

a qual fin?

Man.

, 'Convinta

La

vuo dinanzi a te del suodelitto:

Vuo

che tu stessolaconfonda.

Zam.

^

(Oh

stelle!

Ma^

Alla sprezzata mia bontà degg’io )

Una

vendetta alfin. Taccia il marito.;

Parli il sovrano;

( vedendo Rigo ) Olà, Rigo: si tragga

A me

tosto Matilde... Ah,ferma! Ubaldo

A

tempo giunge; egliv’andrà.

SCENA

V. ; , v

Ubaldo

,e detti.

Uba.

(

Che

veggo?

Con Manfredi costor? )

Man.

,

Deh,

vola, Ubaldo,

Teco

adducilaguardia;ealmiocospetto

Mena

Matilde. * .

Uba. Violento

mezzo

Non

adoprar; che d’un’apertaforza Rovina aperta tifarai. Matilde

Non

è talda soffrirla. Io l’ho scontrata In questo puntofuribonda: e temo Qualche nerodisegno.

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^

AN5f* ,

*

Un

tradimento Ellaordisce ad Elis§: osserva, e leggi.

Uba.Sulla vita, signor, veglia di'Elisa.

V

efra tuoi cari un suomortai nemico, F.la

man

chefu chiesta ad un misfatto,

Delperiglio tavvisa. Altranon hai Miglior prova di questa?

Man.

,

Ho

questeluci,

E

questeorecchie, equi Zambrin,cheicenni Ne’ricusava; ed ioTintesi,io stesso.

Uba.Che! di Matilde accusator Zambrino?

Zam.

Che

tisorprende,Ubaldo? Il suo disegno Doveaforse applaudir? Forse delTopra Prestarmi vileesecutor? *,

Uba. « Stupisco

Che

tu fattononTabbia.

Un

gran mistero Qui, signor,sinasconde; e sementito

Non

è quelfoglio, un traditorquistassi:

Il traditoreè questi, enon Matilde.

Zam.

Tu

lo sarai,non io. Il tuo superbo Parlar mispoglia di riguardi,e spegne La sofferenza mia. Del tuo sovrano Ticito infaccia a palesarle prove Del tradimento mio.

Uba. Le prove?

E

quando

Vi fu bisognodi provarti iniquo?

Zam.

Tu

m’abborri, e nell’odioè posta tutta La tua

somma

ragion;

ma

proveiochieggo,

Non

insulti, e parole. Ancor di nuovo

A

rivelar tisfido il mio delitto.

Ui*v. Vii, tenebroso seduttor, se il volto Del tuo sovrano non tidesse ardije.

Un

sol detto passar non oseria Sul tremante tuo labbro. Io nondistinguo

No,

le tue trame: e chi’lpotria?nonlascia

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r

Uno

scaltro tuo par

Torme

giammai Del suo delitto. Mondimeli t’appello

Un

frodolentem un traditor. Sul brando Stanle mie prove;e tu, s’haicuor, raccogli La disfida mortai, ch’ai pièti getto.

Zam.

E

questa, e mille.

( raccoglie, ilguanto

)

Man.

Olà! nessuno ardisca

Nepur

l’elsa toccar di quelle spade.

A

te, che-‘primo insultatorqui fosti ,

A

te

mi

volgo Ubaldo.Io ti volea Più rispettoso, nell’ardita accusa Più conseguente.

A

che»delitti apponi

,

Se provarli non sai?

Uba. Perchè melvieti?

Uomo

son iodi spada,enon di toga;

E

della spada laragion produco.

Man.

Lungidagliocchi miei produrlain

campo Dunque

dovevi.

Ove

il sovrano assiste

,

Iviassiste la legge, e al mio cospetto

Non

dee la punta ragionar del brando.

Ma

dritto, e verità. La tua conosco

Privata gelosia.

Reo

ti rendesti . *

D’un’aperta calunnia, e dell’oppresso Ioqui le veci assumo, e la difesa.

Uba. Ben tista la difesa. E’ de’potenti Questolostil,diquantihanservialfianco Proteggere, sprezzar, sempreil piùvile,

E

aver più caro chitradir sameglio.

.Man.

E

tu dunque chi sei,tu chela prima Parte ottenevi del miocor? Ben mostri,

Ghe

n’eriindegno, e ch’io dovrei, superbo;

Quigiudicarti su le tueparole.

Uba. DiZambrino ti fida: egli è modesto;

Eid’umiltade, e di rispettoabbonda,

E

unfurente son io. Ben losapea.

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„Chefavellar,sincero a chi comanda

,

E\

delitto,,chemai non siperdona.

Man.

Guardie. - 9

Zam Deh,

scusa il suosoverchio zelo:

Noi condannar. Latuaclemenza,iostesso Intercedo per lui.

Uba.

Come?

Zambrino

Intercessor d’Ubaldo?

Ah

l’ira inpetto

Fa

scoppiarmi le vene.

Anima

sozza La piusozza di quante ebrain delitti

Ne

;vomitò natura; e chenon vali

Nepur

la polve, chemi lorda il piede:

Putredine di corte,e che pretendi?

Abbagliarmi, sedurmi?

Man.

« < ''< . Irreverente

Suddito altero, che damia clemenza

, Orgogliotanto, ed arroganza prendi, Obbliasti dinanzi achi favelli?

E

ch’io quipossocolpiegard’un guardo Fartelosovvenir?

Uba. -

Tu

mel faresti

Dimenticarperquesta via.

Ma

troppo Il cord’Ubaldoètuo. T’

amo

, Manfredi

,

E

la morte m’afferriinquestopunto

,

Se timentisco. Sì, fedel ti sono:

Ma

più dolcemi foraesser col capo Sotto la scure, checostui vedermi

Ma

più dolcemi foraesser col capo Sotto la scure, checostui vedermi

Nel documento G A L E O T T O MANFREDI (pagine 40-62)

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